BRENNERO – serie Tv su RAIUNO, 2024

BRENNERO – serie Tv su RAIUNO, 2024

A Bolzano cresce l’inquietudine per una serie di delitti che lasciano pensare a un serial killer. Una giovane PM, figlia di un magistrato e un ispettore caduto in disgrazia, si ritrovano a districare la complessa vicenda. Assai liberamente ispirata a quella del c.d. Mostro di Bolzano che riempì anni prima le cronache giudiziarie.

Non capita spesso, ma anche RAI riesce a sorprenderci con delle realizzazioni di buon livello. È il caso di Brennero, fiction articolata nella sua prima stagione in 8 episodi della durata di 50 minuti ciascuno. La serie è diretta da Davide Marengo e Giuseppe Bonito che si alternano alla regia ed è trasmessa su RAI UNO dal 16 settembre al 7 ottobre. Interamente fruibile su RAIPLAY da subito. A beneficio dei più giovani, ricordo che l’Alto Adige o Sud Tirol che dir si voglia, fu teatro negli anni a cavallo tra il 60 e il 70 di una serie di attentati dinamitardi da parte di frange separatiste di lingua tedesca che miravano a separarsi dall’Italia ed essere riannessi al Tirolo austriaco. Fortunatamente le cose si risolsero attraverso interventi repressivi e diplomatici e la pace tornò in quelle meravigliose lande.

Riguardo alla fiction che è definibile di genere “giudizial-poliziesco” va detto che qualche rimando a quella storia, seppure larvato, c’è, come pure non è sottaciuta la differenza tra gli abitanti di Bolzano appartenenti alle due differenti etnie. Vivaddio! I protagonisti parlano ora italiano ora tedesco (gentilmente sottotitolato). C’è dunque nella produzione un’attenzione, inconsueta per questo genere, dettagli di non poco conto. Peraltro risulta apprezzabile la caratterizzazione dei protagonisti e degli altri interpreti. Nei ruoli principali Elena Radonicich è la bella PM, Eva Kofler, ovviamente di lingua tedesca, ma quando serve con perfetto italiano in quanto funzionaria dello Stato. Abbastanza credibile nel ruolo di PM alle prime armi, seppure inevitabilmente criticata in quanto figlia dell’ex Capo Procuratore e moglie del Prefetto. Eva viene affiancata nelle indagini dal bravo e più che mai tenebroso, Matteo Martani nel ruolo di Paolo Costa, ispettore refrattario alle gerarchie, ma dotato di fascino e buon intuito. L’incipit della storia è il ritrovamento del cadavere di un uomo di cultura tedesca che induce gli inquirenti a pensare al serial killer, noto come “il Mostro-di-Bolzano” che già negli anni prima aveva compiuto sei delitti ai danni di uomini di madrelingua tedesca. Proprio l’ispettore Costa, a suo tempo, alla ricerca di questo assassino, era stato vittima di un incidente in cui aveva perso la vita la sua collega di indagini e lui stesso ci aveva rimesso una gamba. Della vicenda si era interessato il Procuratore Gerhard Kofler, padre di Eva, ora in pensione e malato di Alzheimer. Inutile dire che inizialmente i rapporti professionali e personali fra la PM e l’ispettore non saranno dei migliori, ma, si sa, nelle fiction RAI, in seguito tendono a migliorare su ogni versante. Dunque, nonostante qualche inevitabile stereotipo e situazioni di raccordo volte ad allungare “il brodo” (ma lo fanno tutti gli scrittori nostrani di gialli!), gli episodi si dipanano intriganti e risultano ben girati e con ambientazioni suggestive e non usuali. Del cast ho già elogiato i meriti, direi quindi che, al di là delle inevitabili critiche dei giallisti doc, si tratta di una serie di livello superiore alla media e certamente godibile.

data di pubblicazione:29/09/2024

TEATROSOPHIA – presentazione della nuova stagione teatrale 2024/25

TEATROSOPHIA – presentazione della nuova stagione teatrale 2024/25

(Teatrosophia – Roma, 24 settembre 2024)

Viva l’Italia che resiste cantava De Gregori negli anni di Piombo. Gli fa eco accompagnata dalla sua chitarra la voce di Lorena Vetro del team organizzativo del Teatrosophia, la centralissima sala teatrale a due passi da piazza Navona. Maria Concetta Borgese, anche lei nel gruppo di lavoro diretto da Guido Lomoro, danza sulle note della canzone sfiorando il numeroso pubblico di artisti e addetti ai lavori assiepati nel piccolo, ma accogliente spazio, per la presentazione dell’imminente nuova stagione teatrale. È il direttore Guido Lomoro quindi, con la sua tenacia, il suo orgoglio e la sua incontestabile generosità a regalare al pubblico un apologo in cui i sogni diventano lavori, progetti, spettacoli che mettono i piedi e iniziano a camminare per il mondo. Storie che iniziano un viaggio di fatica e bellezza in questo piccolo spazio dove si resiste creando amicizia e cultura.

Guidano alla scoperta dei più venti titoli del cartellone Marta Iacopini e Ilenia Costanza, quest’anno presentati attraverso la proiezione di brevi video. Novità importante della stagione, in leggera controtendenza rispetto agli ultimi anni, nessuno spettacolo rimarrà in scena meno di quattro giorni, per contrastare in teatro ‘mordi e fuggi’ e creare un legame più forte tra lo spettacolo e il pubblico. Novità anche per il tesseramento, facilitato dal nuovo sistema digitale. Sarà infatti possibile registrarsi direttamente dal sito del teatro evitando noiose file al botteghino.

Completa il team artistico diretto da Guido Lomoro Alessandra Di Tommaso. Fanno parte ancora della squadra Andrea Cavazzini per l’ufficio stampa, Gloria Mancuso per la parte tecnica e Marta Viola (MV Comunicazione) per la preziosa gestione informatica del sito (i social sono affidati a I Vetri Blu di Ilenia Costanza e Lorena Vetro).

A caratterizzare la stagione sarà la contemporaneità dei testi messi in scena. Torneranno a esibirsi artisti che al Teatrosophia hanno trovato la loro casa, come Matteo Fasanella e Darkside, Gianni De Feo in coppia con Alessandra Ferro, Antonio Mocciola, Teatro Multilingue, Mauro Toscanelli. Per il terzo anno consecutivo Giorgia Serrao e Massimiliano Auci, e poi ancora Giuseppe Manfredi, Margot Theatre Company e Bruno Petrosino con Giancarlo Giacinto. Non mancheranno nuovi artisti e nuove compagnie per la prima volta al teatro di via della Vetrina. Si dà il benvenuto ad Antonello Avallone e Francesca Cati, Nicola Lorusso e Giulio Macrì, Caroline Pagani e ai giovani attori di Compagnia Australe.

Completano il cartellone le produzioni firmate da Teatrosophia. I figli del poeta (24 – 27 ottobre) che torna dopo il successo della scorsa stagione; È semplice, scritto e diretto da Ilenia Castanza (27 novembre – 1 dicembre); Bianco di Marco Buzzi Maresca (23 gennaio – 2 febbraio) e infine lo spettacolo adattato, diretto e interpretato da Maria Concetta Borgese e Guido Lomoro, Piedi nudi e parole crude (10 – 13 aprile). Chiuderà la stagione a maggio uno spettacolo ancora da definire che sarà il frutto della collaborazione tra il Teatrosophia e gli attori diplomati dell’Accademia Beatrice Bracco.

Si comincia giovedì 3 ottobre con lo spettacolo/concerto Storygram che vedrà protagonisti in scena fino al 6 ottobre Giulia Bornacin, Simone Martino e Amedeo Monda.

Buon viaggio (teatrale) a tutti!

data di pubblicazione:28/09/2024

VERMIGLIO di Maura Delpero, 2024

VERMIGLIO di Maura Delpero, 2024

Sorprendentemente candidato all’Oscar bocciando il ben più ricco e cospicuo budget di Sorrentino (Parthenope). Sulla scia di Olmi una delicato opera seconda a cavallo del conflitto mondiale ma pure lontana dai suoi echi. Un film di scarni dialoghi ma che ti fa entrare in un mood convincente e favolistico. Nel quadretto familiare ci entra anche lo spettatore e con più di un’apprensione.

Cinema anti-hollywoodiano, dai ritmi lenti ma convincenti. In uno sperduto piccolo centro della provincia trentina la Famiglia Graziadei sforna figli con regolarità annuale. Una piccola tribù non scevra da problemi anche se a tavola c’è sempre cibo per tutti. Il pater familias è un maestro elementare che erudisce gli analfabeti della zona e una generazione di giovani anime, tra cui i suoi figli e con grande severità. Il casus è costituito dal matrimonio della figlia più grande. Il marito siciliano alla fine della guerra torna a casa e non farà più ritorno in Trentino perché vittima di un delitto d’onore. Carnefice la moglie del precedente matrimonio. La bigamia si paga e così si fa di necessità virtù, si rappezza la smagliatura che fa scandalo. Nella compattezza della trama l’unica nota stonata (ma potrebbe essere un sogno) il viaggio della protagonista in Sicilia solo per scoprire l’identità della prima moglie, una parentesi tutto sommato inutile. Ragno, invecchiato sobriamente per esigenze di scena, fa della essenzialità il marchio attoriale. Un attento lavoro di casting ha messo i giovani attori nella condizione di essere naturali. Così il film appare con la snellezza di un reality documentario. Ovvio che le chance per l’Oscar siano minime come già successe per Rosi. La selezione della critica italiana non può coincidere con il gusto mainstream dei giurati americani. Così come non c’è da farsi illusioni per la resa al box office.

data di pubblicazione:27/09/2024


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MARIA MONTESSORI – LA NOUVELLE FEMME di Léa Todorov, 2024

MARIA MONTESSORI – LA NOUVELLE FEMME di Léa Todorov, 2024

Lili d’Alengy è una donna emancipata e corteggiata a Parigi da molti uomini facoltosi. Dal suo matrimonio, poi di fatto annullato, è nata Tina, una bambina disabile di cui si prende cura la nonna. Alla sua morte la piccola viene recapitata a Lili come un pacco sgradito che potrebbe seriamente compromettere la sua bella vita da cocotte. Venuta a sapere di un istituto sperimentale che a Roma cura i bambini portatori di handicap, vi si trasferisce momentaneamente con la ferma intenzione di liberarsi da quella ingombrante presenza. Dall’incontro scontro con Maria Montessori la donna inizierà a rivedere la vita finora vissuta…

 

Ci si chiede come mai accanto al nome Montessori, al quale oramai universalmente si riconosce il merito di aver concepito un metodo pedagogico innovativo, la regista abbia sentito la necessità di aggiungere l’epiteto di nouvelle femme. Il perché viene rivelato man mano che si seguono le vicende delle due protagoniste di questa incredibile storia. Lili (Leïla Bekhti) è una donna traviata e di fatto sola che deve nascondere agli altri e a se stessa una figlia disabile. Maria (Jasmine Trinca) è pure una donna e, esattamente come Lili, deve celare un figlio illegittimo avuto con il suo collega e amante Giuseppe Montesano. I fatti concreti sembrano gli stessi anche se con presupposti diversi. Entrambe sono delle eroine perché rivoluzionano il concetto di donna così come era concepito all’inizio del Novecento. Il film vuole esattamente lanciare un messaggio di emancipazione dagli stereotipi patriarcali di quel tempo e mutatis mutandis anche dei tempi di oggi. Maria Montessori veniva ostacolata per i suoi studi di medicina, non adatti al genere femminile, e per le sue idee educative e di recupero dei bambini disabili. Lavorava senza alcun riconoscimento retributivo per il suo impegno, quasi alla stessa maniera di oggi. Infatti, nonostante il dichiarato lento processo di riscatto sociale, le donne faticano ancora a essere retribuite come i colleghi di sesso maschile, a parità di onere lavorativo. Un film che vuole lanciare un messaggio sociale, ben girato e con un’ottima fotografia che a tratti, per i costumi e per le location, potrebbe senz’altro fare riferimento agli impressionisti francesi. Uno studio attento della figura di Maria Montessori, lo spaccato della sua esistenza come amante e come scienziata che decise persino di opporsi al matrimonio con il padre di suo figlio, pur di non perdere la sua libertà e i suoi ideali. Una regia perfetta e una cura minuziosa dei particolari che ha sicuramente contribuito a rendere possibile la messa in scena di una storia in cui i disabili, quelli veri, sanno esprimere il meglio di se stessi soprattutto con l’aiuto della musica, elemento irrinunciabile nel nuovo sistema educativo.

data di pubblicazione:25/09/2024


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VOLONTÈ – L’UOMO DAI MILLE VOLTI di Francesco Zippel, 2024

VOLONTÈ – L’UOMO DAI MILLE VOLTI di Francesco Zippel, 2024

Un accuratissimo e approfondito documentario mette a fuoco, nel trentennale della scomparsa, la parabola del più incisivo attore di cinema nella stagione di fremente passione politica, a cavallo del terrorismo. Dai primi successi televisivi e/o teatrali (v. L’idiota, in tandem con Albertazzi) all’eclissi dell’ideologia dal 1989 quando viene abbattuto il Muro di Berlino.

Un tributo intelligente, appassionato e caloroso quello che Zippel ha riservato all’attore che si è fatto maschera e non divo cavalcando le pellicole più inquiete e profetiche a cavallo degli anni ’70 e ’80. Lavorando con Petri indicibile sull’onirico e con Rosi sulla fedele documentazione, Volontè ci ha regalato personaggi indimenticabili. Uomini reali e facce da cui è entrato e uscito con fatica e insieme disinvoltura. Il cast è fatto di testimonianze accorate e significative, anche da parte di chi l’ha vissuto di riflesso. Come un maestro. I nomi interpellati bastano a sollecitare il desiderio di visione: Fabrizio Gifuni, Valeria Golino, Marco Bellocchio. Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Giuliano Montaldo, Valerio Mastandrea, Margarethe Von Trotta, Daniele Vicari. Come dimenticare le interpretazioni in Indagine di un cittadino al disopra di ogni sospetto, La Classe operaia va in paradiso, Il Caso Mattei, Sacco e Vanzetti, le due rivisitazione di Moro (1978/1986) con la coraggiosa deriva omosessuale che provocò il disgusto dell’uomo politico interessato, poi soppresso dalle Brigate Rosse. Prima militante, poi cittadino infine attore interventista, sempre molto attento nella scelta dei film da girare nel segno di un impegno civile di bandiera e di partito. Integro, meticoloso, intransigente. Negli anni ’90 Volontè prediligerà i toni più sfumati e riflessivi, parallelamente con l’insorgere di una maturità piena, prima di essere vinto da un infarto tra le rovine di Mostar per l’ultima prova incompiuta del film di Angelopoulos.

data di pubblicazione:25/09/2024


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ITALIANI D’ARGENTINA al TEATRO ARCOBALENO

ITALIANI D’ARGENTINA al TEATRO ARCOBALENO

Un grande evento culturale ad ingresso gratuito e quindi aperto alla cittadinanza, annuncia la ripresa delle attività teatrali del Teatro Arcobaleno che martedì 24 e mercoledì 25 settembre apre il sipario per ospitare Italiani d’Argentina – sguardi, corpi e opere iniziativa al suo decimo anno di vita, ideata e diretta da Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini del Teatro del Sangro e riconosciuta dal Ministero della Cultura come “Progetto Speciale 2024 per il Teatro” che ha trovato accoglienza nella sala di Via Francesco Redi 1, nei pressi di Villa Torlonia, come anticipazione dello spettacolo teatrale Stèfano di Armando Discepolo che andrà in scena nella medesima sala dal 25 al 27 ottobre chiudendo una tournèe iniziata a Buenos Aires e applaudita nelle regioni del Bel Paese che hanno maggiormente vissuto il fenomeno migratorio nel Sud America.

Quattro gli appuntamenti che si avvicenderanno sul palcoscenico del Teatro Arcobaleno nel corso delle due giornate, opportunamente introdotti dall’ideatore e curatore del Progetto che vede a Roma la conclusione di conferenze, proiezioni e mostre fotografiche svoltesi con successo presso le sale teatrali di L’Aquila, Marino, Locri e Vejano proponendo approfondimenti di illustri nomi di drammaturghi madrelingua argentina rigorosamente accompagnati da traduttori nostrani.

Martedì 24 alle ora 18,00 verrà proposta in videoconferenza da Stefano Angelucci Marino, la drammaturga italo argentina Patricia Zangaro, le cui opere sono state tradotte in francese, inglese, portoghese, italiano, seguita alle 21,00 dalla video proiezione integrale dello spettacolo Stèfano di Armando Discepolo, autore italo-argentino degli anni ’30, capofila del grottesco criollo e considerato all’unanimità uno dei padri del teatro nazionale spiegato in presenza direttamente da Ruben Pires, regista e docente teatrale giunto per l’occasione da Buenos Aires per svelarne l’opera al pubblico italiano.

Mercoledì 25 lo stesso Stefano Angelucci Marino, sempre in videoconferenza, proporrà al pubblico Daniel Veronese, attore, regista e drammaturgo, autentico maestro del teatro argentino nonché nome di riferimento in tutto il continente Latino Americano.

Sempre mercoledì 25, a partire dalle 21,00, andrà in scena in lingua argentina lo spettacolo Todos los pàjaros que me saludan tienen la sonrisa de Gardel di Sebastian Irigo e Luis Longhi diretto dal primo e interpretato dal secondo.

“Intento della rassegna” spiega lo stesso Angelucci “è raccontare attraverso eventi internazionali, spettacoli, campus formativi, convegni e incontri, la cultura italiana e la sua vitalità nel panorama mondiale proponendo differenti drammaturgie di autori italiani e italo-argentini classici e contemporanei, messi in scena da registi e attori argentini, italo-argentini e italiani selezionati tra quelli di maggiore interesse culturale e spettacolare. In pratica far conoscere e far riconoscere al pubblico l’Italia che è fuori dall’Italia.”

In perfetta linea con l’obiettivo del progetto, l’ingresso e la partecipazione agli incontri, alla video proiezione in lingua originale di Stèfano di Armando Discepolo ed allo spettacolo in lingua argentina   Todos los pàjaros que me saludan tienen la sonrisa de Gardel di Sebastian Irigo e Luis Longhi sarà gratuita. Nel corso del Progetto, verrà esposta la Mostra Fotografica I VOLTI DELLE DONNE con materiale originale raccolto in collaborazione con Casa Argentina. Informazioni e prenotazioni presso teatro Arcobaleno 06 44248154 o 338 4279858.

data di pubblicazione:24/09/2024

HIS THREE DAUGHTERS di Azazel Jacobs, 2024 – NETFLIX

HIS THREE DAUGHTERS di Azazel Jacobs, 2024 – NETFLIX

Presentato al festival di Toronto nel settembre 2023, questo dramma familiare giunge esattamente un anno più tardi nei cinema statunitensi ed è da poco approdato su Netflix. Diretto e sceneggiato da Azazel Jacobs, il film affida alla magistrale interpretazione di tre brave attrici il difficile compito di raccontare la storia di una agonia. Si tratta dell’imminente morte di un padre, che costringe le tre figlie (di cui una adottiva) a riunirsi nella stessa casa – la casa di lui – affrontando ciascuna a modo proprio il dolore di una perdita inevitabile e cercando di superare divergenze ed incomprensioni.

 

Sorelle si diventa. Non sempre si nasce. Questo film, che pone in primo piano le “figlie” di qualcuno (His, di lui) già nell’insolito titolo, in realtà delinea il ritratto di tre sorelle. Biologiche e non. E parla di morte. Continuamente parla di morte. Con parole e con immagini (fotogrammi di “natura morta” – tazze, libri, sedie vuote – spesso sono mostrati in successione). Una morte annunciata pervade ogni singola scena. È uno “stare per morire” il leitmotiv della storia, scandito da una nota – sempre la stessa – che ossessivamente si ripete. Regolare come un ticchettio, è il suono emesso dal macchinario che monitora i valori vitali del padre agonizzante, espediente usato per “battere il tempo” che gli rimane. Un tempo fatto di atmosfere cupe, di silenzi pesanti e molto più spesso di dialoghi. O piuttosto di monologhi, recitati secondo un copione che pare già scritto da tempo, per caratteri ben definiti. Così, l’arcigna e inflessibile Katie – impegnata a redigere il necrologio e a far firmare documenti – si contrappone all’indocile e più spontanea Rachel, che fuma erba e gioca alle scommesse. Nel mezzo si colloca Christina, ex figlia dei fiori dall’istinto materno quasi morboso, ebbra di prolattina e stucchevole come marmellata (lo dice il nome stesso della sua bambina, Mirabella, non a caso pronunciato più volte e replicato persino nella figura dell’assistente domiciliare). Tre figlie dello stesso padre, dunque. Tanto diverse, apparentemente inconciliabili. Prigioniere di ruoli troppo rigidi, intrappolate tra le pareti di casa fino al momento fatidico, le tre donne – bene interpretate dalle talentuose Carrie Coon, Natasha Lyonne ed Elizabeth Olsen – avranno il merito di far evolvere nel corso della narrazione ciascuna il proprio personaggio, trasformandolo in qualcosa di diverso e più compiuto. A tutto tondo. E se è impossibile sottrarsi alla morte, cui ogni essere umano è destinato, non lo è altrettanto il poter mutare, rinnovare se stessi rinnovando così la vita. E allora ecco che quel papà Vincent (Jay O. Sanders) il cui volto è celato per tutto il tempo dietro una porta socchiusa, si svela, alla fine, in un epilogo per nulla scontato: fantasioso, come un gioco di prestigio (papà potrebbe fare il giocoliere!), commovente senza risultare melenso, visionario senza perdere il contatto col reale. Un epilogo che chiude il cerchio in armonia, con una triade tutta al femminile. Tre donne, tre sorelle, riunite davvero nel profondo. Nel nome di quel padre che non si fa pregare e che non predica, ma che fa bip, bip, biiiip…

data di pubblicazione:23/09/2024


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NONOSTANTE di Valerio Mastandrea, 2024

NONOSTANTE di Valerio Mastandrea, 2024

Da Venezia a Roma nel Lazio, 19 settembre/1 ottobre 2024

Un ospedale, un gruppo di pazienti divenuti amici e confidenti, una riflessione onirica e poetica sul senso della vita e sulla inevitabilità della morte.

La vita in ospedale scorre tranquilla. Mentre un paziente muore e l’altro si risveglia dal coma, circondati a volte dall’ipocrita affetto dei loro cari, un gruppo di ospiti (tra cui Valerio Mastandrea, Lino Musella, Laura Morante) sembra aver trovato un suo equilibrio in quel groviglio di corsie e camici che finisce per diventare familiare. L’arrivo di una nuova paziente, però, (Dolores Fonzi) mette in discussione la scontata routine dei pazienti, ricordando a tutti che i legami profondi, che riempiono la vita, sono anche quelli che rendono più faticosa la morte.

Dopo Ride, Valerio Mastrandrea torna dietro la macchina da presa per dirigere, di nuovo, un film che riflette sull’inafferrabile e incomprensibile confine che separa la vita e la morte. Prova a farlo dando un corpo alle anime e inneggiando a chi, “nonostante” tutto, trova il coraggio di amare, in attesa che l’ultima folata di vento arrivi a liberare la stanza. Perché tutti, prima o poi, dobbiamo lasciare la nostra stanza.

Il racconto è affidato a una dimensione onirica interessante e originale, anche se l’impressione è che la scrittura del film (Valerio Mastrandrea ed Enrico Audenino) non sempre riesca a sorreggere la potenza dell’idea narrativa. Perfetto l’intero cast, capace di raccontare la malattia e la morte con una serenità che non diviene mai rassegnazione e che di fronte all’amicizia e all’amore trova sempre il coraggio per un salto nel vuoto.

Il film è dedicato ad Alberto Mastandrea, il padre di Valerio, scomparso lo scorso anno.

Prodotto, tra gli altri, da HT Film (Viola Prestieri e Valeria Golino) e da Damocle (la società di produzione di Valereio Mastrandrea, Francesco Tatò, Oscar Glioti e Zerocalcare), Nonostante è stato presentato durante la 81 edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (sezione Orizzonti). La distribuzione nelle sale è prevista per marzo 2025.

data di pubblicazione: 22/09/2024


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ROME FILM FEST, 16/27 Ottobre 2024

ROME FILM FEST, 16/27 Ottobre 2024

Salvatore Nastasi, neo Presidente della Fondazione Cinema per Roma, insieme a Paola Malanga, direttrice artistica della Festa del Cinema di Roma, hanno presentato la diciannovesima edizione della kermesse cinematografica romana che aprirà ufficialmente i battenti giorno 16 Ottobre con il film Megalopolis di Francis Ford Coppola, già presentato in concorso al Festival di Cannes. Come si è voluto sottolineare, l’identità di questa Festa si è trasformata negli anni diventando adesso un vero e proprio Festival, riconosciuto per importanza accanto agli altri di fama internazionale. Ci sarà un giuria, composta da professionisti del cinema, e lo stesso pubblico sarà chiamato a dare il proprio voto per l’assegnazione dei vari premi. Saranno proiettati, anche in varie Sezioni collaterali, un centinaio di film e verranno assegnati anche due premi alla carriera e precisamente uno a Viggo Mortensen che presenterà The Dead Don’t Hurt, un western femminista dove lui stesso reciterà accanto a Vicky Krieps. Il secondo a Johnny Deep anche lui alla regia con il film Modì, sulla vita di Modigliani e interpretato da Riccardo Scamarcio. 18 sono i film in Concorso Progressive Cinema – Visioni per il mondo di domani, provenienti da 29 Paesi. Di seguito l’elenco completo.

  • 100 LITRES OF GOLDdi Teemu Nikki, Finlandia, Italia, 2024, 88’ |World Premiere
  • LALBEROdi Sara Petraglia, Italia, 2024, 92’| Opera prima | World Premiere
  • LART DÊTRE HEUREUXdi Stefan Liberski, Belgio, Francia, 2024, 109’
  • LA GRANDE AMBIZIONEdi Andrea Segre, Italia, Belgio, Bulgaria, 2024, 122’| World Premiere
  • BRING THEM DOWNdi Christopher Andrews, Irlanda, Regno Unito, Belgio, 2024, 105’| Opera prima
  • LE CHOIXdi Gilles Bourdos, Francia, 2023, 77’| World Premiere
  • ES GEHT UM LUIS(ABOUT LUIS) | Opera prima |di Lucia Chiarla, Germania, 2024, 97’
  • GREEDY PEOPLEdi Potsy Ponciroli, Stati Uniti, 2024, 115’
  • LISOLA DEGLI IDEALISTIdi Elisabetta Sgarbi, Italia, 2024, 114’| World Premiere
  • JAZZYdi Morissa Maltz, Stati Uniti, 2024, 86’
  • KUN BANG SHANG TIAN TANG(BOUND IN HEAVEN) di Huo Xin, Cina, 2024, 109’| Opera prima
  • READING LOLITA IN TEHRAN(LEGGERE LOLITA A TEHERAN) di Eran Riklis, Italia, Israele, 2024, 108’| World Premiere
  • LA NUIT SE TRAÎNEdi Michiel Blanchart, Belgio, Francia, 2024, 91’| Opera prima
  • POLVO SERÁNdi Carlos Marques-Marcet, Spagna, Italia, Svizzera, 2024, 106’
  • QUERIDO TRÓPICOdi Ana Endara, Panama, Colombia, 2024, 108’| Opera prima
  • SPIRIT WORLDdi Eric Khoo, Francia, Giappone, Singapore, 2024, 105’
  • PARADISO IN VENDITAdi Luca Barbareschi, Italia, Francia, 2024, 107’| World Premiere
  • THE TRAINERdi Tony Kaye, Stati Uniti, 2024, 95’| World Premiere

L’edizione di quest’anno sarà dedicata a Marcello Mastroianni per ricordare i 100 anni dalla sua nascita. Si prospetta quindi un programma molto intenso anche per l’interessante rassegna di film in Alice nella Città. Come negli anni passati verrà dato risalto alle opere prime di autori italiani, ai temi sociali e di attualità e anche alle serie tv. Come di consueto Accreditati sarà sempre presente alla manifestazione e vi terrà costantemente aggiornati sui film visionati.

data di pubblicazione:20/09/2024

CHICCHIGNOLA di Ettore Petrolini, regia di Massimo Venturiello

CHICCHIGNOLA di Ettore Petrolini, regia di Massimo Venturiello

con Massimo Venturiello, Maria Letizia Gorga, Franco Mannella, Claudia Portale, Carlotta Proietti, scene di Alessandro Chiti, arrangiamento musicale di Mariano Bellopede

(Teatro Sala Umberto Roma,19/22 settembre 2024)

Coraggioso tentativo di attualizzare con massimo rispetto drammaturgico un grande della scena romana. Ascolti Venturiello e hai la tentazione di fare il confronto con l’autore/attore Petrolini ma anche con l’indimenticabile Mario Scaccia. Paragone scomodo ma non significativo perché Venturiello, volutamente meno mattatore e istrione dei predecessori, lascia liberi i partner di esprimersi restituendo loro una centralità da interpreti non secondari.

Chicchignola double face. Cornuto consapevole, ingenuo, apparentemente derecebrato nel primo tempo. Lucido implacabile conseguenziale nel secondo. Così il fabbricante di giocattoli che si arrabatta nella vita diventa un pittore consapevole del proprio destino. Gioco a due di uomini con amanti, falsi amici. Per interesse e per furbizia. Chicchignola si traveste anche da ladro per beffare il fedifrago. E architetta un gioco d’amore per consentire alla presunta amante di sposarsi. Un primo tempo già decisamente appagante, una ripresa che scioglie i nodi. Nodo del plot la trasferta a Chianciano per guarire dal mal di fegato. Un intermezzo di dieci giorni che illimpidisce la tensione amorosa e in un caso la deteriora. Rappresentazione ineccepibile con il valore aggiunto del contorno musicale. Con cantanti (vedi Gorga) assolutamente a proprio agio. Sala piena per la prima per un virtuale inizio di stagione per la scena romana. Venturiello conferma la propria duttilità investendosi di una parte inaspettata per chi lo conosceva come attore drammatico. In platea la compagna Tosca. Qui è lì spunta qualche petrolinata fuori contesto ma che suscita ovviamente l’ilarità generale nel ricordo degli sketch che furono. Ma alla satira si accompagnano mezzi toni quasi languorosi e meditativi, generoso complemento per il cocktail tutti gusti.

data di pubblicazione:20/09/2024


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