Stefano e Giulio sono due amici, laureati in medicina, con diverse visioni della loro professione, applicate alla situazione di guerra (1918, prima guerra mondiale). Il primo (Gabriel Montesi) vorrebbe rimandare al fronte tutti al primo accenno di guarigione, mentre il secondo (Alessandro Borghi) fa di tutto per far tornare a casa i poveri soldati,. Fra i due soldati c’è Anna, ex compagna di università.
Gianni Amelio presenta a Venezia un’opera intensa, una visione sulla prima guerra mondiale che fa guardare anche alle guerre odierne, dall’Ucraina al Medio Oriente. Ambientato in Friuli Venezia Giulia, al dramma della guerra si aggiunge anche la grande epidemia di febbre spagnola. L’ambientazione prevalente nell’ospedale militare dona una versione leggermente claustrofobica del cinema del regista italiano, che si sofferma spesso sulle ferite dei poveri soldati, non solo quelle del corpo, ma anche dell’anima, quell’anima di un paese al collasso, piena di dialetti e proprio per questo apparentemente impossibilitato ad una visione unitaria. Tratto dal romanzo La sfida (2018) di Carlo Patriarca, il film ha chiaramente il suo fulcro nelle visioni contrapposte dei due amici fraterni, interpretati da due dei migliori attori della loro generazione: Alessandro Borghi e Gabriel Montesi, qui alle prese con lo sforzo di adattamento al dialetto friulano, sforzo mediamente riuscito.
L’insistenza dei colpi di tosse, mischiata ai deboli spiragli che provengono dall’esterno, con il rumore del vento, danno un tono abbastanza mesto al tutto, inevitabile per il tema trattato. I temi come l’amicizia stretta e l’amore non dichiarato sono sempre di attualità. La frase “Qui non muore nessuno” viene ripetuta due volte ed è una sorta di mantra per volersi allontanare dalla realtà, per sfiorare l’utopia che tutti sogniamo, ma il responso di una realtà come la guerra lo conosciamo tutti.
data di pubblicazione:06/09/2024
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Un grande manifesto pacifista. passando per le ferite di guerra. I dolorosi segni di un evento bellico vinto dall’Italia ma a prezzo di un martirologio collettivo. Lascia dubbi l’interpretazione di Borghi, attore pure dotato, qui a tratti catatonico, probabilmente come richiesto dal regista. Brava la rivelazione Rossellini che regge le sorti dell’immaginario femminile. Un film ispirato ma decisamente minore nella filmografia di Amelio.