NONOSTANTE di Valerio Mastandrea, 2024

NONOSTANTE di Valerio Mastandrea, 2024

Da Venezia a Roma nel Lazio, 19 settembre/1 ottobre 2024

Un ospedale, un gruppo di pazienti divenuti amici e confidenti, una riflessione onirica e poetica sul senso della vita e sulla inevitabilità della morte.

La vita in ospedale scorre tranquilla. Mentre un paziente muore e l’altro si risveglia dal coma, circondati a volte dall’ipocrita affetto dei loro cari, un gruppo di ospiti (tra cui Valerio Mastandrea, Lino Musella, Laura Morante) sembra aver trovato un suo equilibrio in quel groviglio di corsie e camici che finisce per diventare familiare. L’arrivo di una nuova paziente, però, (Dolores Fonzi) mette in discussione la scontata routine dei pazienti, ricordando a tutti che i legami profondi, che riempiono la vita, sono anche quelli che rendono più faticosa la morte.

Dopo Ride, Valerio Mastrandrea torna dietro la macchina da presa per dirigere, di nuovo, un film che riflette sull’inafferrabile e incomprensibile confine che separa la vita e la morte. Prova a farlo dando un corpo alle anime e inneggiando a chi, “nonostante” tutto, trova il coraggio di amare, in attesa che l’ultima folata di vento arrivi a liberare la stanza. Perché tutti, prima o poi, dobbiamo lasciare la nostra stanza.

Il racconto è affidato a una dimensione onirica interessante e originale, anche se l’impressione è che la scrittura del film (Valerio Mastrandrea ed Enrico Audenino) non sempre riesca a sorreggere la potenza dell’idea narrativa. Perfetto l’intero cast, capace di raccontare la malattia e la morte con una serenità che non diviene mai rassegnazione e che di fronte all’amicizia e all’amore trova sempre il coraggio per un salto nel vuoto.

Il film è dedicato ad Alberto Mastandrea, il padre di Valerio, scomparso lo scorso anno.

Prodotto, tra gli altri, da HT Film (Viola Prestieri e Valeria Golino) e da Damocle (la società di produzione di Valereio Mastrandrea, Francesco Tatò, Oscar Glioti e Zerocalcare), Nonostante è stato presentato durante la 81 edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (sezione Orizzonti). La distribuzione nelle sale è prevista per marzo 2025.

data di pubblicazione: 22/09/2024


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IL CASO YARA: OLTRE OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO – Netflix, 2024

IL CASO YARA: OLTRE OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO – Netflix, 2024

Il caso di Yara Gambirasio, tredicenne uccisa nel 2010 nel comune di Brembate di Sopra, torna a far discutere con una serie Netflix che mette in discussione le indagini e il processo conclusisi con la condanna alla pena dell’ergastolo di Massimo Bossetti.

Il pomeriggio del venerdì 26 novembre 2010 Yara Gambirasio, da pochi mesi tredicenne, esce dalla sua abitazione di Brembate di Sopra: deve recapitare uno stereo nella poco distante palestra, dove coltiva la sua passione per la ginnastica ritmica. Yara non farà più ritorno a casa. Il cadavere della ragazzina, ormai in avanzato stato di decomposizione, viene ritrovato casualmente il 26 febbraio 2011, tre mesi dopo la scomparsi e a soli dieci chilometri dalla palestra.

Le indagini, lunghe, complesse e all’apparenza farraginose, sono dirette dalla pubblico mistero Letizia Ruggeri, che mette in campo una tecnica investigativa inedita per l’esperienza italiana: migliaia di uomini bianchi si trovano sottoposti a prelievo del DNA, nella speranza di individuare un profilo compatibile con quello di “Ignoto 1”, le cui tracce sono state rinvenute sullo slip di Yara.

Si arriva, il 16 giugno 2014, all’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni, muratore di Mapello, con un giallo che, rocambolescamente, si tinge di rosa: Massimo Bossetti non è il figlio biologico di quello che credeva essere suo padre, con sua madre che, prima nelle trasmissioni televisive e poi nel processo, nega qualsiasi relazione extraconiugale.

La serie ricostruisce la “narrazione” e la “contronarrazione” relative alla responsabilità di Bossetti, collocandosi chiaramente su posizioni scettiche. Il filmato nel quale compariva il furgone di Bossetti che ripeteva ossessivamente il giro della palestra era una simulazione realizzata dagli inquirenti e messa a disposizione degli organi di stampa; alcuni kit utilizzati per i prelievi erano scaduti; la stessa pubblico ministero Letizia Ruggeri archivia per suicidio il caso di una ragazza ritrovata morta qualche mese prima di Yara, in circostanze assai simili a quelle della tredicenne di Brembate; il custode e una delle insegnati di Yara, forse, non hanno detto tutto quello che sapevano. La soglia dell’oltre ogni ragionevole dubbio, imposta dal nostro ordinamento giuridico (art. 533 c.p.p.), può ritenersi davvero superata?

Il racconto non è affidato a voci fuori campo, ma ai protagonisti della vicenda, compreso Massimo Bossetti, che, dal carcere in cui sta scontando la condanna alla pena dell’ergastolo, continua a ribadire la sua innocenza.

Il caso di Yara Gambirasio condensa mirabilmente i tratti di quel “processo mediatico” che assume i contorni di un vero e proprio format televisivo: una vittima chiaramente “innocente”, un quadro investigativo incerto, gli organi di informazione che documentano minuziosamente ogni dettaglio dell’inchiesta, gli studi televisivi che si trasformano in un chiassoso e pretenzioso tribunale del popolo. Il pubblico è chiamato a giudicare, prendendo posizione nella distorta dialettica tra innocentisti e colpevolisti, perennemente in bilico tra il diritto-dovere di informare ed essere informati e la curiosità morbosa nei confronti di un crimine violento.

All’accezione negativa del processo mediatico, tuttavia, fa da pendant il ruolo della stampa nel mantenere vigile l’attenzione su possibili errori giudiziari, magari alimentati dalla necessità, sotto il peso della pressione del “pubblico”, di trovare un colpevole ad ogni costo.

Un “dilemma” che, a distanza di anni, la serie Netflix sembra aver riacceso con la stessa veemenza di un decennio fa.

data di pubblicazione: 21/07/2024

DAVID DI DONATELLO – 2024

DAVID DI DONATELLO – 2024

La 69a edizione dei David di Donatello restituisce una fotografia completa di una stagione cinematografia indubbiamente fortunata per il cinema italiano, che torna a proporre storie “da grande schermo” e che scomette, come nella nostra migliore tradizione, su film capaci di veicolare un messaggio culturale, sociale e, lato sensu, politico.

Io capitano di Matteo Garrone, dopo la delusione degli Oscar, trionfa in patria, vincendo nelle categorie del miglior film e della miglior regia.

Anche grandi attese per C’è ancora domani, che aveva raggiunto il record delle diciannove candidature per un film d’esordio, non sono andate deluse. Paola Cortellesi si aggiudica il premio come miglior regista esordiente e come miglior attrice protagonista, mentre Emanuela Fanelli è la migliore tra le attrici non protagoniste. C’è ancora domani, poi, si porta a casa il David per la migliore sceneggiatura non originale, firmata da Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi. “Scontato”, poi, il David dello spettatore a C’è ancora domani, che, con i suoi cinque milioni e mezzo di spettatori, si consacra il “fenomeno” degli ultimi anni.

Palazzina Laf incorona le migliori interpretazioni maschili: Michele Riondino è il miglior attore protagonista, Elio Germano il miglior attore non protagonista. Diodato, poi, si aggiudica il premio per la migliore canzone originale, con La mia terra.

La miglior sceneggiatura adattata è quella di Rapito di Marco Bellocchio.

Il miglior film internazionale è Anatomia di una caduta di Justine Triet.

Degni di nota anche i David alla carriera a Milena Vukotic e Giorgio Moroder, nonché il David speciale a Vincenzo Mollica.

Qui di seguito la lista completa delle candidature per ciascuna categoria e dei rispettivi vincitori.

Miglior film

Io capitano, regia di Matteo Garrone

C’è ancora domani, regia di Paola Cortellesi

Il sol dell’avvenire, regia di Nanni Moretti

La chimera, regia di Alice Rohrwacher

Rapito, regia di Marco Bellocchio

 

Miglior regia

Matteo Garrone – Io capitano

Nanni Moretti – Il sol dell’avvenire

Andrea Di Stefano – L’ultima notte di Amore

Alice Rohrwacher – La chimera

Marco Bellocchio – Rapito

 

Miglior regista esordiente

Paola Cortellesi – C’è ancora domani

Giacomo Abbruzzese – Disco Boy

Micaela Ramazzotti – Felicità

Michele Riondino – Palazzina Laf

Giuseppe Fiorello – Stranizza d’amuri

 

Migliore sceneggiatura originale

Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi – C’è ancora domani

Francesca Marciano, Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella – Il sol dell’avvenire

Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri – Io capitano

Alice Rohrwacher, Marco Pettenello e Carmela Covino – La chimera

Maurizio Braucci e Michele Riondino – Palazzina Laf

 

Migliore sceneggiatura adattata

Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli, Edoardo Albinati e Daniela Ceselli – Rapito

Pietro Marcello, Maurizio Braucci e Maud Ameline – Le vele scarlatte

Giorgio Diritti e Fredo Valla – Lubo

Emma Dante, Elena Stancanelli e Giorgio Vasta – Misericordia

Sydney Sibilia e Armando Festa – Mixed by Erry

 

Miglior produttore

Archimede, Rai Cinema, Pathé e Tarantula – Io capitano

Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, Vision Distribution in collaborazione con Sky e Netflix – C’è ancora domani

Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri per Indigo Film, Pierpaolo Verga, Edoardo De Angelis per O’ Groove, Paolo Del Brocco per Rai Cinema, Attilio De Razza per Tramp Limited, Mariagiovanna De Angelis per Vgroove, Antonio Miyakawa per Wise Pictures – Comandante

Giulia Achilli, Marco Alessi, Lionel Massol, Pauline Seigland e André Logie – Disco Boy

Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema – La chimera

 

Miglior attrice protagonista

Paola Cortellesi – C’è ancora domani

Linda Caridi – L’ultima notte di Amore

Isabella Ragonese – Come pecore in mezzo ai lupi

Micaela Ramazzotti – Felicità

Barbara Ronchi – Rapito

 

Miglior attore protagonista

Michele Riondino – Palazzina Laf

Antonio Albanese – Cento domeniche

Valerio Mastandrea – C’è ancora domani

Pierfrancesco Favino – Comandante

Josh O’Connor – La chimera

 

Migliore attrice non protagonista

Emanuela Fanelli – C’è ancora domani

Barbora Bobulova – Il sol dell’avvenire

Alba Rohrwacher – La chimera

Isabella Rossellini – La chimera

Romana Maggiora Vergano – C’è ancora domani

 

Miglior attore non protagonista

Elio Germano – Palazzina Laf

Giorgio Colangeli – C’è ancora domani

Adriano Giannini – Adagio

Vinicio Marchioni – C’è ancora domani

Silvio Orlando – Il sol dell’avvenire

 

Migliore autore della fotografia

Paolo Carnera – Io capitano

Davide Leone – C’è ancora domani

Ferran Paredes Rubio – Comandante

Hélène Louvart – La chimera

Francesco Di Giacomo – Rapito

 

Miglior compositore

Subsonica – Adagio

Lele Marchitelli – C’è ancora domani

Franco Piersanti – Il sol dell’avvenire

Andrea Farri – Io capitano

Santi Pulvirenti – L’ultima notte di Amore

 

Migliore canzone originale

La mia terra (musica, testo e interpretazione di Diodato) – Palazzina Laf

Adagio (musica, testo e interpretazione dei Subsonica) – Adagio

La vita com’è (musica, testo e interpretazione di Brunori Sas) – Il più bel secolo della mia vita

Baby (musica di Andrea Farri, testo e interpretazione di Seydou Sarr) – Io capitano

‘O Dj (Don’t Give Up) (musica, testo e interpretazione di Liberato) – Mixed by Erry

 

Miglior scenografo

Andrea Castorina e Valeria Vecellio – Rapito

Paola Comencini e Fiorella Cicolini – C’è ancora domani

Carmine Guarino e Iole Autero – Comandante

Dimitri Capuani e Roberta Troncarelli – Io capitano

Emita Frigato e Rachele Meliadò – La chimera

 

Miglior costumista

Sergio Ballo e Daria Calvelli – Rapito

Alberto Moretti – C’è ancora domani

Massimo Cantini Parrini – Comandante

Stefano Ciammitti – Io capitano

Loredana Buscemi – La chimera

 

Miglior truccatore

Enrico Iacoponi – Rapito

Antonello Resch, Lorenzo Tamburini, Michele Salgaro Vaccaro e Francesca Galafassi – Adagio

Ermanno Spera – C’è ancora domani

Paola Gattabrusi e Lorenzo Tamburini – Comandante

Dalia Colli e Roberta Martorina – Io capitano

 

Miglior acconciatore

Alberta Giuliani – Rapito

Teresa Di Serio – C’è ancora domani

Massimo Gattabrusi – Comandante

Stefano Ciammitti e Dalia Colli – Io capitano

Daniela Tartari – La chimera

 

Miglior montatore

Marco Spoletini – Io capitano

Valentina Mariani – C’è ancora domani

Giogiò Franchini – L’ultima notte di Amore

Nelly Quettier – La chimera

Francesca Calvelli e Stefano Mariotti – Rapito

 

Miglior suono

Maricetta Lombardo, Daniela Bassani, Mirko Perri e Gianni Pallotto – Io capitano

Filippo Porcari, Alessandro Feletti, Luca Anzellotti e Paolo Segat – C’è ancora domani

Valentino Gianni, Alessandro Feletti, Mirko Perri e Giancarlo Rutigliano – Comandante

Alessandro Zanon, Marta Billingsley, Fabrizio Quadroli e Paolo Segat – Il sol dell’avvenire

Xavier Lavorel, Marta Billingsley e Maxence Ciekawy – La chimera

 

Migliori effetti speciali visivi

Laurent Creusot e Massimo Cipollina – Io capitano

Stefano Leoni e Flaminia Maltese – Adagio

Kevin Tod Haug e Stacey Dodge – Comandante

Fabio Tomassetti e Daniele Tomassetti – Denti da squalo

Rodolfo Migliari e Lena Di Gennaro – Rapito

 

Miglior documentario

Laggiù qualcuno mi ama, regia di Mario Martone

Enzo Jannacci – Vengo anch’io, regia di Giorgio Verdelli

Io, noi e Gaber, regia di Riccardo Milani

Mur, regia di Kasia Smutniak

Roma, santa e dannata, regia di Roberto D’Agostino, Marco Giusti e Daniele Ciprì

 

Miglior cortometraggio

The Meatseller, regia di Margherita Giusti

Asterión, regia di Francesco Montagner

Foto di gruppo, regia di Tommaso Frangini

In quanto a noi, regia di Simone Massi

We Should All Be Futurists, regia di Angela Norelli

 

Miglior film internazionale

Anatomia di una caduta, regia di Justine Triet

As bestas, regia di Rodrigo Sorogoyen

Foglie al vento, regia di Aki Kaurismäki

Killers of the Flower Moon, regia di Martin Scorsese

Oppenheimer, regia di Christopher Nolan

 

David Giovani

C’è ancora domani, regia di Paola Cortellesi

Comandante, regia di Edoardo De Angelis

Io capitano, regia di Matteo Garrone

L’ultima volta che siamo stati bambini, regia di Claudio Bisio

Stranizza d’amuri, regia di Giuseppe Fiorello

 

David speciale

Milena Vukotic – alla carriera

Giorgio Moroder – alla carriera

Vincenzo Mollica – David speciale

David dello spettatore

C’è ancora domani, regia di Paola Cortellesi

 

data di pubblicazione: 4/5/2024

OSCAR 2024

OSCAR 2024

La 96a edizione dei premi Oscar, affidata di nuovo alla conduzione Jimmy Kimmel, conferma in larga parte i pronostici della vigilia.

Il film più premiato è Oppenheimer di Christofer Nolan, che si aggiudica 7 statuette (a fronte di 13 candidature) e che, soprattutto, viene incoronato come miglior film e per la migliore regia.

Anche i migliori attori sono quelli di Oppenheimer: Cillian Murphy miglior attore protagonista e Robert Downey Jr. miglior attore non protagonista.

Sul versante femminile, Emma Stone è stata premiata come miglior attrice protagonista per Povere creature!, mentre Da’VineJoy Randolph riceve la statuetta della migliore attrice non protagonista per The Holdovers.

Matteo Garrone non riesce a portare in Italia il premio per il miglior film straniero, che vola nel Regno Unito sulle ali de La zona d’interesse (confermando, anche in questo caso, i pronostici).

La migliore sceneggiatura originale è quella di Anatomia di una caduta, mentre il premio per la migliore sceneggiatura non originale va ad American Fiction.

Tra gli altri premi si segnalo quello al maestro Hayao Miyazaki, che vince il premio per il miglior film d’animazione con Il ragazzo e l’airone.

Un’edizione senza particolari sussulti, quindi, ma che ha visto in gara, per ciascuna categoria, film che hanno saputo catalizzare il dibattito degli ultimi mesi e molti dei quali (aspetto certamente non trascurabile) hanno (ri)portato in sala un pubblico desideroso di lasciarsi ammaliare dall’incantesimo del grande schermo.

Ecco, qui di seguito, le candidature per ciascuna categoria e i relativi vincitori!

Miglior film

American Fiction

Barbie

The Holdovers

Killers of the Flower Moon

Maestro

Oppenheimer

Past Lives

Povere creature!

La zona d’interesse

Miglior regia

Christopher Nolan — Oppenheimer

Jonathan Glazer — La zona d’interesse

Justine Triet — Anatomia di una caduta

Martin Scorsese — Killers of the Flower Moon

Yorgos Lanthimos — Povere creature!

 

Miglior attrice

Annette Bening — Nyad

Carey Mulligan — Maestro

Emma Stone — Povere creature!

Lily Gladstone — Killers of the Flower Moon

Sandra Hüller — Anatomia di una caduta

 

Miglior attore

Bradley Cooper — Maestro

Colman Doming — Rustin

Paul Giamatti — The Holdovers

Cillian Murphy — Oppenheimer

Jeffrey Wright — American Fiction

 

Miglior attrice non protagonista

Emily Blunt — Oppenheimer

Danielle Brooks — Il colore viola

America Ferrera – Barbie

Jodie Foster — Nyad

Da’VineJoy Randolph — The Holdovers

 

Miglior attore non protagonista

Mark Ruffalo — Povere creature!

Robert DeNiro – Killers of the Flower Moon

Robert Downey Jr. — Oppenheimer

Ryan Gosling — Barbie

Sterling K. Brown — American Fiction

 

Miglior film straniero

Io capitano (Italia)

Perfect Days (Giappone)

La società della neve (Spagna)

Das Lehrerzimmer/La sala professori (Germania)

La zona d’interesse (Regno Unito)

 

Miglior sceneggiatura originale

Anatomia di una caduta

The Holdovers

Maestro

May December

Past Lives

 

Miglior sceneggiatura non originale

American Fiction — Cord Jefferson

Barbie — Greta Gerwig, Noah Baumbach

Oppenheimer — Christopher Nolan

Povere creature! — Tony McNamara

La zona d’interesse — Jonathan Glazer

 

Miglior fotografia

El Conde

Killers of the Flower Moon

Maestro

Oppenheimer

Povere creature!

 

Miglior scenografia

Barbie

Killers of the Flower Moon

Napoleon

Oppenheimer

Povere creature!

 

Miglior montaggio

Anatomia di una caduta

The Holdovers

Killers of the Flower Moon

Oppenheimer

Povere creature!

 

Miglior sonoro

The Creator

Maestro

Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One

Oppenheimer

La zona d’interesse

 

Migliori costumi

Barbie

Killers of the Flower Moon

Napoleon

Oppenheimer

Povere creature!

 

Miglior makeup

Golda

Maestro

Oppenheimer

Povere creature!

La società della neve

 

Migliore colonna sonora

American Fiction

Indiana Jones e il quadrante del destino

Killers of the Flower Moon

Oppenheimer

Povere creature!

 

Miglior canzone

“It Never Went Away”, American Symphony

“I’m Just Ken”, Barbie

“The Fire Inside”, Flamin’ Hot

“Wahzhazhe (A Song for My People)”, Killers of the Flower Moon

“What Was I Made For?”, Barbie

 

Migliori effetti speciali

The Creator

Godzilla: Minus One

Guardians of the Galaxy Vol. 3

Mission: Impossible – Dead Reckoning Part One

Napoleon

 

Miglior film d’animazione

Il ragazzo e l’airone

Elemental

Nimona

Robot Dreams

Spider-Man: Across the Spider-Verse

 

Miglior corto animato

Letter to a Pig

Ninety-Five Senses

Our Uniform

Pachyderme

War is Over! Inspired by the Music of John & Yoko

 

Miglior cortometraggio live-action

The After

Invincible

Knight of Fortune

Red, White and Blue

The Wonderful Story of Henry Sugar

 

Miglior cortometraggio documentario

The ABCs of Book Banning

The Barber of Little Rock

Island in Between

The Last Repair Shop

Nai Nai & Wai Po

 

Miglior documentario

Bobi Wine: The People’s President

The Eternal Memory

Four Daughters

To Kill a Tiger

20 Days in Mariupol

data di pubblicazione: 11/03/2024

UN ALTRO FERRAGOSTO di Paolo Virzì, 2024

UN ALTRO FERRAGOSTO di Paolo Virzì, 2024

Un altro Ferragosto, sequel di Ferie d’agosto, riporta sull’isola di Ventotene il conflitto ideologico e culturale che, ora come allora, segna e caratterizza la società italiana. Un affresco nostalgico, che condensa il cinema di Virzì, senza, però, quel mordente che, di solito, caratterizza il modo di fare commedia del regista livornese.

 

Altiero Molino (Andrea Carpenzano) decide di riunire la famiglia a Ventotene, stringendosi attorno a suo padre Sandro (Silvio Orlando), ormai malato, ma che in quell’isola di confino trova ancora conforto per i suoi ideali di resistenza e di antifascismo. L’isola, però, è invasa dai preparativi per il matrimonio di Sabry Mazzalupi (Anna Ferraioli Ravel) e di Cesare (Vinicio Marchioni), che “neppure erano nati” ai tempi di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Sandro Pertini.
Paolo Virzì, dopo quasi trent’anni da Ferie d’agosto (1996), dirige il nuovo sbarco della famiglia Molino e la famiglia Mazzalupi sull’isola di Ventotene, raccontando un nuovo e inevitabile incontro-scontro culturale e ideologico. Sullo sfondo si intravede un’Italia che deve fare i conti con lo strapotere dei social network e con una memoria storica sempre più debole e sbiadita.
Un altro Ferragosto si cimenta con un bilancio non semplice, in cui i toni nostalgici sovrastano in maniera evidente quelli della commedia, licenziando un sequel forse meno incisivo di Ferie d’agosto, ma comunque di impatto. I personaggi di Ferie d’agosto (interpretati da Silvio Orlando, Laura Morante, Sabrina Ferilli, Paola Tiziana Cruciani, Gigio Alberti, Rocco Papaleo) sono, forse, più appannati da un punto di vista narrativo. Sullo schermo, invece, mentre le “nuove entrate”: perfettamente “nella parte” Christian De Sica e Vinicio Marchioni, mente ad Emanuela Fanelli si deve il monologo più incisivo dell’intero film.
Ventotene, poi, si prende meritatamente il ruolo di autentica protagonista, con la sua carica simbolica, i ritmi lenti e i colori vivi ma non invadenti, che la fotografia calda di Guido Michelotti proietta in quello spazio senza tempo in cui ancora, ostinatamente, resta sospeso Sandro Molino.

data di pubblicazione:06/03/2024


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