da Antonella Massaro | Giu 21, 2023
(Teatro dell’Opera – Roma, 16-25 giugno 2023)
L’Opera di Roma propone, dal 16 al 25 giugno 2023, la Madama Butterfly di Giacomo Puccini, con la messa in scena di Àlex Ollé de La Fura dels Baus.
Sul podio Roberto Abbado, che si confronta per la prima volta con il sogno e la tragedia di Cio-cio-san.
Lo spettacolo costituisce anche il debutto europeo del soprano Eleonora Buratto, reduce dal successo del Metropolitan di New York. Nelle altre date (17, 20, 22, 25) è Maria Teresa Leva a prestare la voce all’eroina pucciniana, su un palco che ospita, tra gli altri, Dmytro Popov e Luciano Ganci (17, 22, 25) nel ruolo di Pinkerton, Anna Maria Chiuri come Suzuki e Roberto Frontali e Giovanni Meoni (17, 22, 25) nelle vesti di Sharpless. L’orchestra e il coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma. Lo spettacolo, in lingua originale, prevede sopratitoli in italiano e in inglese.
La messa in scena di Ollé cerca di tenere insieme tradizione e innovazione. Le atmosfere sono quelle di un tempo, ma i costumi sono tanto contemporanei che Cio-cio-san, nel secondo atto, compare in scena esibendo con orgoglio dei jeans e una maglietta raffigurante la bandiera americana. Le scene di Alfons Flores conferiscono profondità e dinamicità alla scena, proiettata in mondo in continua costruzione-demolizione, segnata da una speculazione edilizia che arricchisce pochi a detrimento di molti. La brama di potere di Pinkerton, come spiega Ollé nelle note di regia già in occasione della stagione estiva di Caracalla del 2015, diventa il ”simbolo di uno tsunami neoliberista, ultima conseguenza del feroce colonialismo, capace di distruggere ogni cosa”.
Alla “sperimentazione” di Àlex Ollé fa da contraltare la direzione di Roberto Abbado, che, in particolare, sceglie ripristinare la forma originaria del 1904, data della prima rappresentazione a Milano, dell’Interludio notturno aperto dal “Coro a bocca chiusa”.
Dopo la prima, prevista per venerdì 16 giugno alle 20, ci saranno le repliche saranno di sabato 17 (ore 18), domenica 18 (ore 16.30), martedì 20 (ore 20), mercoledì 21 (ore 20), giovedì 22 (ore 20), sabato 24 (ore 18), domenica 25 (ore 16.30).
Un’occasione da non perdere, impreziosita dalla cornice impeccabile dell’Opera di Roma.
data di pubblicazione: 21/06/023
Il nostro voto: ![](https://www.accreditati.it/wp-content/uploads/2022/12/voto4t.png)
da Antonella Massaro | Mag 13, 2023
I David di Donatello 2023 premiano le pellicole più rappresentative della scorsa stagione cinematografica, confermando molti dei pronostici, ma senza rinunciare a molte “prime volte”, alcune delle quali certamente non scontate.
Il David per il miglior film va alla “rivelazione” Le otto montagne Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersh che, dopo il successo a Cannes, trionfa anche in Italia. Il film italo-belga si aggiudica, poi, le statuette per la miglior sceneggiatura non originale, per la miglior fotografia e per il miglior suono.
Il miglior regista “si conferma” Marco Bellocchio, per Esterno notte, che regala anche il (prevedibile) premio per il miglior attore protagonista a Fabrizio Gifuni, per la sua interpretazione di Aldo Moro.
Una sorpresa rispetto ai pronostici, invece, è il premio per le migliori interpretazioni femminili. La miglior attrice protagonista è Barbara Ronchi per Settembre di Giulia Steigwalt, mentre il David per la migliore attrice non protagonista si lo aggiudica Emanuela Fanelli per Siccità di Paolo Virzì.
Un entusiasta Francesco di Leva si aggiudica invece la statuetta per la miglior interpretazione maschile da non protagonista in Nostalgia di Mario Martone.
La miglior regista esordiente è Giulia Steigwalt, per Settembre.
La miglior sceneggiatura originale è quella de La stranezza di Roberto Andò
La cerimonia di premiazione, condotta da Carlo Conti e Matilde Gioli, è (forse troppo) essenziale e, a tratti, meramente didascalica.
Tra i momenti più significativi della serata deve certamente segnalarsi il David di Donatello alla carriera a Marina Cicogna, mentre il versante più “glamour” è segnato dal premio alla miglior canzone originale, vinto da Proiettili (per il film Ti mangio il cuore) e ritirato dalle due interpreti Elodie e Joan Thiele.
L’obiettivo fondamentale è quello di riportare il pubblico in sala, dopo la lunga pausa imposta dal Covid e le abitudini sociali che sembrano essersi modificate in maniera più radicale di quanto, forse, non si sia disposti ad ammettere. Non passano inosservate, quindi, le parole di Lucia Borgonzoni, sottosegretaria del Ministero della Cultura, la quale annuncia un investimento da parte del governo di 20 milioni di euro a sostegno del cinema, per effetto del quale tutti i film italiani ed europei potranno essere visti con un biglietto da 3,50 euro da metà giugno fino a metà settembre.
Tra i tanti ringraziamenti, più o meno “istituzionali”, che si sono succeduti sul palco dei David di Donatello 2023, le parole di Fabrizio Gifuni interpretano bene il sentimento del cinema, visto tanto dalla parte degli artisti quanto, forse, da quella del pubblico: ringrazio la mia lentezza, la mia fragilità, ringrazio il gioco, la fantasia, l’immaginazione che sono i grandi antidoti a questi tempi così aggressivi e molto decadenti.
Ecco, qui di seguito, tutte le candidature e i premi!
Miglior film
Miglior regia
- Marco Bellocchio (Esterno Notte)
- Gianni Amelio (Il Signore delle Formiche)
- Roberto Andò (La Stranezza)
- Felix Van Groeningen & Charlotte Vandermeersh (Le Otto Montagne)
- Mario Martone (Nostalgia)
Miglior esordio alla regia
- Carolina Cavalli (Amanda)
- Jasmine Trinca (Marcel!)
- Niccolò Falsetti (Margini)
- Giulia Louise Steigerwalt (Settembre)
- Vincenzo Pirrotta (Spaccaossa)
Miglior sceneggiatura originale
- Astolfo (Gianni Di Gregorio, Marco Pettenello)
- Chiara (Susanna Nicchiarelli)
- Esterno Notte (Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino)
- Il Signore delle Formiche (Gianni Amelio, Edoardo Petti, Federico Fava)
- L’Immensità (Emanuele Crialese, Francesca Manieri, Vittorio Moroni)
- La Stranezza (Roberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso)
Miglior sceneggiatura non originale
- Bentu (Salvatore Mereu)
- Brado (Massimo Gaudioso, Kim Rossi Stuart)
- Il Colibrì (Francesca Archibugi, Laura Paolucci, Francesco Piccolo)
- Le Otto Montagne (Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersh)
- Nostalgia (Mario Martone, Ippolita Di Majo)
Miglior attrice protagonista
- Benedetta Porcaroli – Amanda
- Margherita Buy – Esterno notte
- Penelope Cruz – L’immensità
- Barbara Ronchi – Settembre
- Claudia Pandolfi – Siccità
Miglior attore protagonista
- Fabrizio Gifuni – Esterno notte
- Luigi Lo Cascio – Il signore delle formiche
- Ficarra e Picone – La stranezza
- Alessandro Borghi – Le otto montagne
- Luca Marinelli – Le otto montagne
Migliore attrice non protagonista
- Giovanna Mezzogiorno – Amanda
- Daniela Marra – Esterno notte
- Giulia Andò – La stranezza
- Aurora Quattrocchi – Nostalgia
- Emanuela Fanelli – Siccità
Miglior attore non protagonista
- Fausto Russo Alesi – Esterno notte
- Toni Servillo – Esterno notte
- Elio Germano – Il signore delle formiche
- Filippo Timi – Le otto montagne
- Francesco Di Leva – Nostalgia
Miglior produttore
- Esterno Notte (Lorenzo Mieli, Simone Gattoni)
- La Stranezza (Angelo Barbagallo, Attilio De Razza)
- Le Otto Montagne (Wildside, Rufus, Menuetto, Pyramide Productions, Vision Distribution, Elastic, Canal+, Ciné+, Sky)
- Nostalgia (Medusa Film, Maria Carolina Terzi, Luciano e Carlo Stella, Roberto Sessa, Angelo Laudisa)
- Princess (Carla Altieri, Roberto De Paolis, Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri, Rai Cinema)
Miglior fotografia
- Esterno notte – Francesco Di giacomo
- I racconti della domenica, La storia di un uomo perbene –Giovanni Mammolotti
- La stranezza – Maurizio Calvesi
- Le otto montagne – Ruben Impens
- Nostalgia – Paolo Carnera
Miglior compositore
- Esterno notte – Fabio Massimo Capogrosso
- Il pataffio – Stefano Bollani
- La stranezza – Michele Braga, Emanuele Bossi
- Le otto montagne – Daniel Norgren
- Siccità – Franco Piersanti
Miglior canzone originale
- Se mi vuoi – Diodato (Diabolik – Ginko all’attacco!)
- Caro amore lontanissimo – Marco Mengoni (Il colibrì)
- Culi culagni – Stefano Bollani (Il pataffio)
- Margini – Niccolò Falsetti (La palude)
- Proiettili – Elodie e Joan Thiele (Ti mangio il cuore)
Miglior scenografia
- Giada Calabria, Loredana Raffi – La stranezza
- Andrea Castorina, Marco Martucci, Laura Casalini – Esterno notte
- Marta Maffucci, Carolina Ferrara – Il signore delle formiche
- Massimiliano Nocente, Marcella Galeone – Le otto montagne
- Tonino Zera, Maria Grazia Schirippa, Marco Bagnoli – L’ombra di Caravaggio
Migliori costumi
- Maria Rita Barbera – La stranezza
- Daria Calvelli – Esterno notte
- Massimo Cantini Parrini – Chiara
- Valentina Monticelli – Il signore delle formiche
- Carlo Poggioli – L’ombra di Caravaggio
Miglior trucco
- Paola Gattabrusi, Lorenzo Tamburini – Il colibrì
- Enrico Iacoponi – Esterno notte
- Federico Laurenti, Lorenzo Tamburini – Dante
- Luigi Rocchetti – L’ombra di Caravaggio
- Esmé Sciaroni – Il signore delle formiche
Miglior acconciatura
- Desiree Corridoni – L’ombra di Caravaggio
- Alberta Giuliani – Esterno notte
- Samantha Mura – Il signore delle formiche
- Rudy Sifari – La stranezza
- Daniela Tartari – L’immensità
Miglior montaggio
- Esmeralda Calabria – La stranezza
- Francesca Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni – Esterno notte
- Nico Leunen – Le otto montagne
- Simona Paggi – Il signore delle formiche
- Jacopo Quadri – Nostalgia
Miglior suono
- Gaetano Carito, Lilio Rosato, Nadia Paone – Esterno notte
- Emanuele Cecere, Silvia Moraes, Giancarlo Rutigliano – Nostalgia
- Emanuele Cicconi, Mimmo Granata, Alberto Bernardi – Il signore delle formiche
- Carlo Missidenti, Marta Billingsley, Gianni Pallotto – La stranezza
- Alessandro Palmerini, Alessandro Feletti, Marco Falloni – Le otto montagne
Migliori effetti visivi
- Alessio Bertotti – Dampyr
- Massimo Cipollina – Esterno notte
- Marco Geracitano – Siccità
- Rodolfo Migliari – Le otto montagne
- Simone Silvestri, Vito Picchienna – Diabolik – Ginko all’attacco!
Miglior documentario
- Il cerchio di Sophie Chiarello
- In viaggio di Gianfranco Rosi
- Kill Me If You Can di Alex Infascelli
- La timidezza delle chiome di Valentina Bertani
- Svegliami a mezzanotte di Francesco Patierno
Miglior film internazionale
- Bones and All
- Elvis
- Licorice Pizza
- The Fabelmans
- Triangle of Sadness
David Giovani
- Corro da te
- Il colibrì
- L’ombra di Caravaggio
- La stranezza
- Le otto montagne
da Antonella Massaro | Mag 1, 2023
Le storie di cinque donne si intrecciano sul palcoscenico della lotta tra Stato e ‘Ndrangheta, restituendo un affresco realistico e “non spettacolare” della criminalità organizzata e delle dinamiche che tengono in piedi un mondo parallelo basato sulla solidità delle relazioni familiari.
La ‘Ndrangheta è un fenomeno criminale fondato sulla “famiglia”, che, intesa anzitutto come vincolo di sangue, enfatizza il concetto di “lealtà”, rendendo estremamente limitato, negli scorsi decenni, il fenomeno dei collaboratori di giustizia. Negli ultimi anni sembra che i dati stiano subendo una graduale inversione di tendenza, facendo registrare un progressivo aumento dei “pentiti di ‘Ndrangheta”.
The Good Mothers racconta, in maniera delicata, profonda e mai banale, uno dei talloni d’Achille della mafia calabrese. ‘Ndrangheta significa “famiglia”, a sua volta intesa come la cellula elementare di una società di chiaro stampo patriarcale, in cui le donne sono ridotte a mere esecutrici degli ordini del marito, del fratello o del cognato, sulla base di matrimoni ispirati da strategie di alleanze o, semplicemente, dall’esigenza di rendere inoffensiva, il prima possibile, una ragazza che pretenda di far valere la propria autonomia.
Anna Colace (Barbara Chichiarelli), sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, è convinta che proprio intercettando l’insoddisfazione e la rabbia delle donne che, in fondo, vogliono solo essere delle “buone madri”, si possa affondare il colpo decisivo al cuore di un’organizzazione criminale fortemente radicata nelle viscere del suo territorio.
La storia di Lea Garofalo (Micaela Ramazzotti), che ha scelto la strada della collaborazione con la giustizia, esponendo se stessa e sua figlia Denise Cosco (Gaia Girace) a una vita di fuga e di isolamento, dimostra chiaramente quanto dolorosa possa rivelarsi la “via della liberazione”, anche a causa di uno Stato che non sempre riesce a tutelare i suoi cittadini più vulnerabili.
La dottoressa Colace punta tutto su Giuseppina Pesce (una straordinaria Valentina Bellè): una donna che, sebbene più capace di tutti gli uomini della sua famiglia, si trova costretta a un ruolo gregario, nell’organizzazione e nella vita privata.
Anche il marito di Maria Concetta Cacciola (Simona Distefano), come quello di Giuseppina, è in carcere: sua moglie è costretta ad aspettarlo e a rispettarlo, subendo maltrattamenti dolorosi e umilianti da parte di una famiglia preoccupata solo di “salvare l’onore”.
Denise, raccogliendo il testimone scomodo e ingombrante di Lea Garofalo, sceglie di non rassegnarsi, seguendo quella via di speranza, di coraggio e di riscatto che, in un paese civile, non dovrebbe più rappresentare un atto di estremo e temerario eroismo.
The Good Mothers, basato dall’omonimo romanzo di Alex Perry, vince la prima edizione dei Berlinale Series Award. La scrittura, la regia, la fotografia e il cast compongono un mosaico convincente e coinvolgente, che, pur lontano dai toni “epici” di Gomorra e di Suburra, restituisce un affresco credibile di una criminalità spesso silenziosa, che fonda la propria pretesa invincibilità sull’indifferente accettazione di modelli socio-culturali tanto radicati quanto inaccettabili.
Dal 5 aprile 2023 The Good Mothers è disponibile, in sei episodi, su Disney+ e su Hulu per il mercato statunitense.
data di pubblicazione: 01/05/2023
da Antonella Massaro | Apr 18, 2023
Una giovane ragazza, un legame affettivo che si traduce in un controllo ossessivo e manipolatorio, l’impotenza di fronte a quella logica del possesso che conduce alla inevitabile distruzione della “propria” donna.
Mia (Greta Gasbarri) sta vivendo la sua adolescenza in modo straordinariamente normale: il liceo, la pallavolo, le feste con gli amici, uno spesso strato di rossetto sulle labbra, i balletti su Tik Tok. Suo padre Sergio (Edoardo Leo) e sua madre Valeria (Milena Mancini) osservano la loro bambina mentre diventa una donna, cercando di mantenere quella “distante vicinanza” che, a fatica, raggiunge il suo punto di equilibrio. Quando nella vita di Mia irrompe Marco (Riccardo Mandolini), la quiete già precaria, che il “capofamiglia” Sergio si sforza di preservare a tutti i costi, viene spazzata via da una tempesta tanto inattesa quanto furiosa. Marco ha già vent’anni, esibisce il fascino dell’esperienza e in poco tempo riesce a legare a sé Mia. Il suo, però, è solo un insano desiderio di possesso e di controllo, che finirà per trascinare Mia e la sua famiglia in un vortice distruttivo e asfissiante, fatto di annullamento, senso di colpa, rabbia e vergogna.
Come con Gli equilibristi e I nostri ragazzi, Ivano De Matteo porta in scena il cinema che si confronta con temi politico-sociali, raccontando una contemporaneità spesso distorta dai toni di certe narrazioni qualunquiste. Un tema importante, quello raccontato da Mia, anche se il film non risulta sempre all’altezza della sfida. La scrittura, a tratti forse frettolosa e ingenua, indulge a qualche stereotipo di troppo, restituendo l’impressione, specie nella prima parte del film, di restare spesso in superficie rispetto a dinamiche e a personaggi che avrebbero meritato di essere scandagliati in maniera meno prevedibile. Quell’aggettivo possessivo “Mia”, che campeggia nel titolo, sintetizza troppo efficacemente lo sviluppo del film, che quasi mai riesce a cogliere veramente di sorpresa lo spettatore.
Sebbene il finale ceda a una spettacolarizzazione non del tutto necessaria, è significativo che proprio in questo momento facciano la loro comparsa lo Stato, il codice penale e le sentenze pronunciate “in nome del popolo italiano”, ma non, questo è il punto, per “rendere giustizia” a Mia.
Resta da accogliere con favore la scelta del cinema italiano di confrontarsi con il fenomeno della violenza contro le donne, ricettacolo e amplificatore di quegli stereotipi di genere che solo un dibattito pubblico serio e consapevole può contribuire a lasciar emergere, alimentando la speranza, forse utopica, di una sfida che si riesca a vincere più sul piano culturale che su quello giuridico-penale.
Una “menzione di merito” va, infine, alla città di Roma, che, con la maestosità popolare di Trastevere e Testaccio, si trasforma nel teatro perfetto di una storia come tante altre, eppure da ogni altra differente.
data di pubblicazione: 18/04/2023
Scopri con un click il nostro voto: ![](https://www.accreditati.it/wp-content/uploads/2014/09/0.png)
da Antonella Massaro | Mar 14, 2023
Everything Everywhere All at Once, secondo molti pronostici, ma anche con qualche scetticismo, è l’autentico trionfatore della notte degli Oscar 2023. Il film di Daniel Kwan e Daniel Scheinert si aggiudica sette delle statuette più prestigiose: miglior film, miglior regia, miglior attrice protagonista (Michelle Yeoh), migliore attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis), miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan), miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio.
Nell’Olimpo dei premi più ambiti si ritaglia il suo posto Brendan Frase, per la sua commovente interpretazione in The Whale di Darren Aronofsky
La migliore sceneggiatura non originale è quella di Sarah Polley per Women Talking – Il diritto di scegliere.
Avatar – La via dell’acqua porta a casa i migliori effetti visivi.
Il miglior film d’animazione, invece, è Pinocchio di Guillermo del Toro.
Nessun risultato positivo per gli italiani in gara: Alice Rohrwacher, candidata con il cortometraggio Le pupille, e Aldo Signoretti, nella categoria del miglior trucco.
Qui di seguito la lista completa delle canditature e dei premi!
Miglior film
Everything Everywhere All at Once, regia di Daniel Kwan e Daniel Scheinert
Avatar – La via dell’acqua (Avatar: The Way of Water), regia di James Cameron
Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin), regia di Martin McDonagh
Elvis, regia di Baz Luhrmann
Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues), regia di Edward Berger
The Fabelmans, regia di Steven Spielberg
Tár, regia di Todd Field
Top Gun: Maverick, regia di Joseph Kosinski
Triangle of Sadness, regia di Ruben Östlund
Women Talking – Il diritto di scegliere (Women Talking), regia di Sarah Polley
Miglior regista
Daniel Kwan e Daniel Scheinert – Everything Everywhere All at Once
Martin McDonagh – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)
Steven Spielberg – The Fabelmans
Todd Field – Tár
Ruben Östlund – Triangle of Sadness
Miglior attore protagonista
Brendan Fraser – The Whale
Austin Butler – Elvis
Colin Farrell – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)
Paul Mescal – Aftersun
Bill Nighy – Living
Miglior attrice protagonista
Michelle Yeoh – Everything Everywhere All at Once
Cate Blanchett – Tár
Ana de Armas – Blonde
Andrea Riseborough – To Leslie
Michelle Williams – The Fabelmans
Miglior attore non protagonista[modifica | modifica wikitesto]
Ke Huy Quan – Everything Everywhere All at Once
Brendan Gleeson – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)
Brian Tyree Henry – Causeway
Judd Hirsch – The Fabelmans
Barry Keoghan – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)
Miglior attrice non protagonista
Jamie Lee Curtis – Everything Everywhere All at Once
Angela Bassett – Black Panther: Wakanda Forever
Hong Chau – The Whale
Kerry Condon – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)
Stephanie Hsu – Everything Everywhere All at Once
Migliore sceneggiatura originale
Daniel Kwan e Daniel Scheinert – Everything Everywhere All at Once
Martin McDonagh – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)
Steven Spielberg e Tony Kushner – The Fabelmans
Todd Field – Tár
Ruben Östlund – Triangle of Sadness
Migliore sceneggiatura non originale
Sarah Polley – Women Talking – Il diritto di scegliere (Women Talking)
Edward Berger, Lesley Paterson e Ian Stokell – Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues)
Rian Johnson – Glass Onion – Knives Out (Glass Onion: A Knives Out Mystery)
Kazuo Ishiguro – Living
Ehren Kruger, Eric Warren Singer e Christopher McQuarrie – Top Gun: Maverick
Miglior film internazionale
Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues), regia di Edward Berger (Germania)
Argentina, 1985, regia di Santiago Mitre (Argentina)
Close, regia di Lukas Dhont (Belgio)
EO, regia di Jerzy Skolimowski (Polonia)
The Quiet Girl, regia di Colm Bairéad (Irlanda)
Miglior film d’animazione
Pinocchio di Guillermo del Toro (Guillermo del Toro’s Pinocchio), regia di Guillermo del Toro e Mark Gustafson
Marcel the Shell (Marcel the Shell with Shoes On), regia di Dean Fleischer-Camp
Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio (Puss in Boots: The Last Wish), regia di Joel Crawford
Il mostro dei mari (The Sea Beast), regia di Chris Williams
Red (Turning Red), regia di Domee Shi
Miglior montaggio
Paul Rogers – Everything Everywhere All at Once
Mikkel E. G. Nielsen – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)
Matt Villa e Jonathan Redmond – Elvis
Monika Willi – Tár
Eddie Hamilton – Top Gun: Maverick
Miglior scenografia
Christian M. Goldbeck ed Ernestine Hipper – Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues)
Dylan Cole, Ben Procter e Vanessa Cole – Avatar – La via dell’acqua (Avatar: The Way of Water)
Florencia Martin e Anthony Carlino – Babylon
Catherine Martin, Karen Murphy e Bev Dunn – Elvis
Rick Carter e Karen O’Hara – The Fabelmans
Miglior fotografia
James Friend – Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues)
Darius Khondji – Bardo, la cronaca falsa di alcune verità (Bardo, False Chronicle of a Handful of Truths)
Mandy Walker – Elvis
Roger Deakins – Empire of Light
Florian Hoffmeister – Tár
Migliori costumi
Ruth E. Carter – Black Panther: Wakanda Forever
Mary Zophres – Babylon
Catherine Martin – Elvis
Shirley Kurata – Everything Everywhere All at Once
Jenny Beavan – La signora Harris va a Parigi (Mrs. Harris Goes to Paris)
Miglior trucco e acconciatura
Adrien Morot, Judy Chin e Anne Marie Bradley – The Whale
Heike Merker e Linda Eisenhamerová – Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues)
Naomi Donne, Mike Marino e Mike Fontaine – The Batman
Camille Friend e Joel Harlow – Black Panther: Wakanda Forever
Mark Coulier, Jason Baird e Aldo Signoretti – Elvis
Migliori effetti visivi
Joe Letteri, Richard Baneham, Eric Saindon e Daniel Barret – Avatar – La via dell’acqua (Avatar: The Way of Water)
Frank Petzold, Viktor Müller, Markus Frank e Kamil Jafar – Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues)
Dan Lemmon, Russell Earl, Anders Langlands e Dominic Tuohy – The Batman
Geoffrey Baumann, Craig Hammack, R. Christopher White e Dan Sudick – Black Panther: Wakanda Forever
Ryan Tudhope, Seth Hill, Bryan Litson e Scott R. Fisher – Top Gun: Maverick
Miglior sonoro
Mark Weingarten, James H. Mather, Al Nelson, Chris Burdon e Mark Taylor – Top Gun: Maverick
Victor Prasil, Frank Kruse, Markus Stemler, Lars Ginzel e Stefan Korte – Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues)
Julian Howarth, Gwendolin Yates Whittle, Dick Bernstein, Christopher Boyes, Gary Summers e Michael Hedges – Avatar – La via dell’acqua (Avatar: The Way of Water)
Stuart Wilson, William Files, Douglas Murray e Andy Nelson – The Batman
David Lee, Wayne Pashley, Andy Nelson e Michael Keller – Elvis
Migliore colonna sonora originale
Volker Bertelmann – Niente di nuovo sul fronte occidentale (Im Westen nichts Neues)
Justin Hurwitz – Babylon
Carter Burwell – Gli spiriti dell’isola (The Banshees of Inisherin)
Son Lux – Everything Everywhere All at Once
John Williams – The Fabelmans
Migliore canzone originale
Naatu Naatu (musiche di M. M. Keeravani; testo di Chandrabose) – RRR
Applause (musiche e testo di Diane Warren) – Tell It Like a Woman
Hold My Hand (musiche e testo di Lady Gaga e BloodPop) – Top Gun: Maverick
Lift Me Up (musiche di Tems, Rihanna, Ryan Coogler e Ludwig Göransson; testo di Tems e Ryan Coogler) – Black Panther: Wakanda Forever
This Is a Life (musiche di Ryan Lott, David Byrne e Mitski; testo di Ryan Lott e David Byrne) – Everything Everywhere All at Once
Miglior documentario
Navalny, regia di Daniel Roher
All That Breathes, regia di Shaunak Sen, Aman Mann e Teddy Leifer
Tutta la bellezza e il dolore – All the Beauty and the Bloodshed (All the Beauty and the Bloodshed), regia di Laura Poitras, Howard Gertler, John Lyons, Nan Goldin e Yoni Golijov
Fire of Love, regia di Sara Dosa, Shane Boris e Ina Fichman
A House Made of Splinters, regia di Simon Lereng Wilmont e Monica Hellstrom
Miglior cortometraggio documentario
Raghu, il piccolo elefante (The Elephant Whisperers), regia di Kartiki Gonsalves e Guneet Monga
Haulout, regia di Evgenia Arbugaeva e Maxim Arbugaev
How Do You Measure a Year?, regia di Jay Rosenblatt
L’effetto Martha Mitchell (The Martha Mitchell Effect), regia di Anne Alvergue e Beth Levison
Stranger at the Gate, regia di Joshua Seftel e Conall Jones
Miglior cortometraggio
An Irish Goodbye, regia di Tom Berkely e Ross White
Ivalu, regia di Anders Walter e Rebecca Pruzan
Le pupille, regia di Alice Rohrwacher
Nattriken, regia di Eirik Tveiten e Gaute Lid Larssen
The Red Suitcase, regia di Cyrus Neshvad
Miglior cortometraggio d’animazione
Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo (The Boy, the Mole, the Fox and the Horse), regia di Charlie Mackesy e Matthew Freud
The Flying Sailor, regia di Amanda Forbis e Wendy Tilby
Ice Merchants, regia di João Gonzalez e Bruno Caetano
My Year of Dicks, regia di Sara Gunnarsdottir e Pamela Ribbon
An Ostrich Told Me the World Is Fake and I Think I Believe It, regia di Lachlan Pendragon
Gli ultimi commenti…