GLI SPIRITI DELL’ISOLA di Martin McDonagh, 2023

Come da una grande amicizia può nascere una grande inimicizia di sedimento quasi mortale. Una sorta di Malavoglia all’irlandese con esiti anche cinematografici insospettabili. Bella prova di cinema con risultati insperati al box office e nove nomination per gli Oscar 2023.

 

L’Irlanda poverissima di qualche decennio fa, anzi più povera perché siamo nelle isole Aran dove si vive di allevamento e di agricoltura e dove il massimo divertimento è recarsi in un pub, fare quattro chiacchiere con un amico davanti a una pinta di birra Guinness. Ecco perciò quando l’amico viene meno perché non gli vai più a genio che nasce una crisi di rapporti profonda che si riverbera su tutto il paese. Caratteri tagliati con l’accetta tratteggiando una vita dura, essenziale, scabra, paleo-primitiva. Farrell è un sempliciotto che va in tilt quando il suo schema amicale salta in aria. Il contraddittore è di una feroce coerenza nel rifiutarlo. E gli altri, in mezzo, comparse di questo duello proto-western rusticano. Paesaggi indimenticabili che ben illustrano la durezza del luogo, tutt’altro che balneare. Quando gli esseri umani vengono meno i migliori amici sono cani, asini e mucche che si aggirano indisturbati nelle case dei protagonisti. Il film ti porta dove non ti aspetti e non faremo torto ai lettori nello spoilerarlo. Senz’altro vietato ai minori per la crudezza di alcune scene. Il sottotesto non troppo specificato documenta in maniera sottotitolo la piaga dell’alcolismo, dell’incesto, della solitudine, ma senza pronunciare giudizi morali. I miracolo del cinema: da una piccola storia, da un plot essenziale nasce un grande film. Ci stupisce che nel doppiaggio a un certo punto venga messa in bocca a Farrell la parola Epitome certo inaccessibile al suo scarso vocabolario. La conclusione? Basti dire che siamo lontanissimi dalla prospettiva dell’happy end. Il regista ci fa capire che per certe situazioni non c’è possibilità di redenzione.

data di pubblicazione:07/02/2023


Scopri con un click il nostro voto:

1 commento

  1. Film duro, crudele, grottesco, ma lineare nella sua apparente assurdità. Un sottofondo di bombardamenti ed esplosioni ci rimandano alla guerra civile irlandese, ma tratteggiano anche l’inutilità di tutte le guerre, che uccidono innocenti e seminano terrore, portando isolamento e distruzione. Si può esercitare il libero arbitrio difendendo l’idea di non voler più essere ciò che si è stati sino al giorno prima, negandosi e sottraendosi all’altro che non ci “sta più a genio”, iniziando con questi “la guerra dell’indifferenza”? Forse no, perchè è come cercare di suonare il violino con una mano sola. E si può invece vivere facendo ciò che gli altri si aspettano da noi, solo per il loro compiacimento e la loro approvazione, senza sapere veramente cosa si vuole e cosa si è? Forse no perchè si finisce per impazzire se l’altro viene a mancare. L’unica cosa che davvero può continuare ad elevare l’essere umano rispetto alle bestie è la conoscenza dell’altro e la cultura, ingredienti indispensabili per una convivenza civile.

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ricerca per Autore:



Share This