TÁR di Todd Field, 2023

23 Feb 2023 | Accredito Cinema, Novità

Dieci anni di preparazione, sedici anni di distanza dall’ultimo film. Due date che fanno intuire l’ambizione di un progetto a completa misura di Kate Blanchett e con orizzonte Oscar. Script troppo vasto per Todd Field che non riesce a dominare la materia del racconto lungo 158 minuti di sviluppo.

  

Un film seducente che avrà una coda giudiziaria perché c’è chi si è riconosciuto (secondo noi a torto) nel personaggio della direttrice d’orchestra omosessuale che progressivamente s’impantana in una serie di viluppi poco professionali. Un me too alla rovescia secondo le regole del politicamente corretto? Non solo perché i fili che tengono uniti la pellicola per la mirabile interpretazione della protagonista sono molteplici e vanno al di là delle varie attrazioni che sminano l’unità dell’orchestra. C’è il valore della musica con citazioni quasi da specialisti nel mondo di Bach, Beethoven, Mozart ma con un raggio di pensiero assolutamente lontano dalle Prove d’Orchestra felliniana. C’è l’ambizione professionale di una donna dura e caparbia che non s’arresta di fronte a nulla. C’è l’ondivago atteggiamento a cui è portato lo spettatore che alla fine quasi tifa per la sua rinascita, dopo un gorgo inestricabili di contraddizioni che la costringono a lasciare l’importante incarico berlinese. La ricostruzione dell’ambiente di lavoro è impeccabile a suon di citazioni puntuali ma la programmaticità dell’assunto nuoce alla snellezza del racconto. E a un inizio didascalico (un quarto d’ora di brillante intervista, ma da set televisivo) subentra progressivamente la fretta di far precipitare gli eventi con un accumulo di azione probabilmente gratuita. La comunicazione è fredda anche quando vorrebbe essere estremamente emotiva. Il classico film che sarebbe stato migliorato al montaggio da congrui tagli. Ma vale il prezzo del biglietto per le musiche e per la classe della Blanchett in una parte da cinquantenne a pennello per la Meryl Streep di venti anni fa. Field non avrebbe potuto immaginare un film del genere senza il suo eccezionale contributo.

data di pubblicazione:23/02/2023


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2 Commenti

  1. La Blanchett; superba interpretazione,ma il film non è all’altezza di tanta bravura

  2. Presentato durante la prima giornata della 79ma edizione del Festival del cinema di Venezia, il film è incentrato sulla figura di Lydia Tár, divenuta direttore di una delle più importanti orchestre tedesche, la Berliner Philharmoniker, e si avvale della stupefacente interpretazione di Cate Blanchett che dà vita ad un personaggio dalle mille sfumature, una donna che nel farsi strada in un mondo tutto maschile non esita ad abusare della sua posizione e del suo carisma. Da un film così inutilmente lungo ci saremmo aspettati almeno che fosse inondato di musica, ma di fatto è solo ricco di citazioni per addetti ai lavori. Non resta che pensare che sia stato costruito solo allo scopo di far vincere un meritatissimo Oscar alla Blanchett, anche se non basta a fare di Tar un film da ricordare.

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