I LIMONI D’INVERNO di Caterina Carone, 2023

I LIMONI D’INVERNO di Caterina Carone, 2023

(ROME FILM FEST, 18/29 Ottobre 2023)

Grazie alla vicinanza dei rispettivi terrazzi, due sconosciuti alle prese con la propria attività di giardinaggio incominciano a intessere un dialogo profondo, che li aiuta ad alleviare il dolore per qualcosa di grave, un segreto, che ognuno dei due cerca di nascondere a se stesso e a chi gli sta vicino. In quella sorta di limbo sospeso tra la terra e il cielo, lontano dalla velocità della città, Pietro ed Eleonora si insegnano a vicenda a seguire il proprio cuore, a credere ancora nella “possibilità di essere felici, prima che le loro strade si separino di nuovo.

Già dal titolo si preannuncia la possibilità di maturare nonostante il freddo, come per l’appunto i limoni d’inverno. Christian De Sica interpreta Pietro Lorenzi, un professore di lettere in pensione amante del giardinaggio, accanto a Teresa Saponangelo, che interpreta Eleonora; tutto intorno altri personaggi: Nicola, interpretato da Francesco Bruni, un giovane cameriere senza istruzione che vede in Pietro una figura paterna, Domenico, suo fratello e Luca, il marito di Eleonora. Lo sguardo delicato, ma con un velo potente di tristezza, è anche sulle ambizioni in tutte le loro sfumature: da andare a New York per Luca (Max Malatesta), fino a Domenico (Luca Lionello), che vuole ricostruire una barca e Nicola, che vuole raggiungere il diploma.

L’attore romano è qui in una veste insolita, malinconica e colta, e non sfigura affatto, in ciò aiutato dalla brava Saponangelo, fra i due si instaura un dialogo profondo, che li aiuta ad alleviare il dolore per qualcosa di grave, separati nei loro affacciati sui tetti di Roma da un vuoto, che però si concede alla possibilità di essere colmato, attraverso l’arte e i ricordi.

Ma il velo di mestizia rende lo scorrere del film a tratti lento, risvegliandosi comunque in un finale non banale.

data di pubblicazione:27/10/2023







MISERICORDIA di Emma Dante, 2023

MISERICORDIA di Emma Dante, 2023

(ROME FILM FEST, 18/29 Ottobre 2023)

Arturo viene abbandonato tra le rocce mentre sua madre muore. Con i suoi strilli disperati attira l’attenzione di una pecora che lo salverà. Passano gli anni e lui rimane però bambino, cresciuto da tre donne, prostitute come la madre più per necessità che per vocazione, che lo accudiscono in tutto perché di fatto lui non è mai cresciuto veramente. Tra carezze e rimproveri Arturo riconosce istintivamente il richiamo della lana, perché alla pecora deve la sua salvezza…

 

Con l’asprezza narrativa che la contraddistingue in tutto, Emma Dante porta al cinema un suo precedente lavoro teatrale dove ancora una volta si parla di donne e del loro bieco sfruttamento. La regista non usa i mezzi toni per lanciare un messaggio di disperazione in favore di coloro che, per un verso o per l’altro, sono tuttora vittime di abusi e di sopraffazione. Ambientata in un piccolo borgo in riva al mare, quello siciliano per l’appunto, tra sporcizia e degrado ambientale dove le donne vengono obbligate a soddisfare in tutti i modi le soverchierie di uomini senza scrupoli, nasce così la storia di Arturo. Lui è un essere che vive nel suo mondo, balla sino allo sfinimento e guarda la vita con gli occhi di chi ha già incontrato la morte. Si è colpiti dalla sua nudità che non trova vergogna, dal suo sguardo distaccato e discreto verso quel poco che lo circonda, alla ricerca continua di una fonte di calore che lo possa proteggere dalla cattiveria. Il film è sicuramente un pugno sullo stomaco, una denuncia aperta verso qualsiasi forma di maschilismo che usa la violenza sulle donne per giustificare la propria impotenza e la propria inettitudine. Oggetti alla rinfusa accumulati e raccattati chissà dove, bambini che corrono alla fonte per raccogliere l’acqua e poi le donne, tante donne che si danno per poco per racimolare qualche soldo utile a provvedere alla sussistenza, senza alcuna speranza in un futuro migliore che possa riscattarle. Accanto a Fabrizio Ferracane, sulla scena chiamato Polifemo perché un occhio gli è stato portato via e nessuno crede che sia nato così, abbiamo Simone Zambelli, giovane protagonista che nasce con e per la danza ma che ora, è curioso di esplorare il mondo della recitazione, quasi a voler colmare un vuoto che in passato sembrava ossessionarlo. Nel film come nel teatro, Emma Dante ha voluto lui e si può affermare che la sua scelta è stata decisamente vincente. Lo sguardo di Arturo è limpido come limpida è la sua espressione quando viene allontanato forzatamente dal suo mondo, crudele e protettivo al tempo stesso. Il film sarà nelle sale dal 16 novembre ed è sicuramente da non perdere.

data di pubblicazione:26/10/2023








THE CAGE NELLA GABBIA di Massimiliano Zanin, 2023

THE CAGE NELLA GABBIA di Massimiliano Zanin, 2023

(ALICE NELLA CITTA’- 18/29 Ottobre 2023)

E’ stato presentato il 24 ottobre scorso ad Alice nella città, nella sezione Panorama Italia Proiezioni Speciali, The Cage – Nella Gabbia, il nuovo film di Massimiliano Zanin, adrenalinico e appassionante, ambientato nel mondo de l’MMA, ovvero le arti marziali miste, sport basato su colpi, prese e combattimento a terra in grande ascesa nazionale e internazionale. Un film sulla competizione al femminile e sulla voglia di riscatto che è anche un racconto intimo e toccante basato sui sentimenti, sull’amicizia e sugli ideali di vita. La protagonista è Giulia (Aurora Giovinazzo), che dopo aver vissuto un evento traumatico, la perdita di un figlio ancora in grembo sul ring ed aver abbandonato i sogni di gloria, decide di uscire dal circolo vizioso in cui è bloccata e di tornare nella gabbia di MMA. Rischia di mettere a repentaglio la sua relazione e la sua stessa vita, ma la passione verso quel mondo e quella disciplina è più grande di qualsiasi altra cosa.

 

Giulia, un tempo promessa de l’MMA femminile lavora insieme al fidanzato Alessandro (Brando Pacitto) in uno zoo, con un desiderio recondito di tornare sul ring e prendersi la rivincita contro Beauty Killer (Desirèe Popper), l’atleta che l’aveva portata ad abbandonare il mondo degli incontri delle Mixed Martial Arts.

La sua nuova allenatrice, Serena (Valeria Solarino), la sostiene e la incoraggia e grazie a lei Giulia riuscirà ad affrontare i suoi timori e a uscire da quella gabbia, dentro la quale rischia di restar chiusa per sempre. C’è la relazione col fidanzato, geloso e insicuro. C’è la comunità religiosa che frequentano, in cui non si sente capita. E c’è il lavoro allo zoo, metafora del suo stato d’animo, quello di un animale in gabbia. Ma c’è sempre la classica goccia che fa traboccare il vaso e rompe i fragili equilibri, facendo trovare a Giulia trova il coraggio di ribellarsi.

Molto interessante la scelta di ambientare la vicenda all’interno de l’MMA al femminile, che trasmette al racconto dell’impresa sportiva l’emozione e la determinazione di una donna che lotta fisicamente ed interiormente a mani nude a rischio della vita. La gabbia è nostra società contemporanea, popolata da individui appaiono sempre più condizionati e limitati, inconsapevoli del valore della libertà del pensiero e dell’agire, rinchiusi nelle tante gabbie delle convenzioni sociali, della morale, delle relazioni sociali.

La protagonista è combattente dalla nascita per necessità e destino: combatte contro principi e pregiudizi della comunità religiosa nella quale è stata accolta, combatte contro l’idea insistita ed opprimente del fidanzato di trasformare il piccolo zoo a conduzione familiare in un grande business; contro quella convivenza che la imprigiona in una storia che non sente più sua. Realizzare se stessa combattendo a mani nude in una gabbia vera e propria è la strada che Giulia troverà per affermare con grande determinazione la propria identità.

Straordinaria l’interpretazione di Aurora Giovinazzo. Nonostante la giovane età e la corporatura minuta, l’attrice ha lavorato fisicamente e mentalmente su fisico e postura, trasformandosi in un’autentica lottatrice, grazie ad un lavoro da grande professionista.

A cadenzare il ritmo racconto filmico ci sono poi le bellissime musiche originali del cantautore Motta. La colonna sonora è inoltre impreziosita dalla voce di L’Aura che ha realizzato la cover della hit Girls Just Want To Have Fun di Cyndi Lauper.

data di pubblicazione:26/10/2023








CENTO DOMENICHE di Antonio Albanese, 2023

CENTO DOMENICHE di Antonio Albanese, 2023

(ROME FILM FEST, 18/29 Ottobre 2023)

Antonio, ex operaio di un cantiere nautico, conduce una vita mite e tranquilla: gioca e partecipa a tornei di bocce con gli amici, si prende cura della madre anziana con la quale convive da quando si è separato dalla moglie con cui tuttavia è in ottimi rapporti, anche per amore della loro unica figlia Emilia, alla quale Antonio è legatissimo. Quando Emilia un giorno gli annuncia che ha deciso di sposarsi, la sua gioia di padre è colma perché può finalmente coronare il sogno di regalarle il ricevimento di nozze, nozze sulle quali, sin da quando era bambina, fantasticavano insieme come fosse un gioco. Ma la banca, di cui è da sempre cliente ed alla quale ha affidato i risparmi di una intera vita di lavoro, sembra però nascondere qualcosa e il suo sogno ben presto si trasformerà in un brutto incubo.

Il titolo Cento domeniche è già fortemente simbolico: sono quelle che, ad un suo amico operaio, sono più o meno servite per costruirsi la casa dove vivere con la propria famiglia, lavorando la domenica appunto, mattone su mattone, centesimo dopo centesimo, dopo una intera settimana di lavoro in cantiere. Il riferimento è a tutti quei lavoratori onesti, che dopo anni di risparmi, hanno perso tutto nei vari crack bancari verificatisi in Italia negli ultimi vent’anni. Antonio Albanese, nel suo quinto film da regista, racconta il tutto con grande maestria, sia registica che interpretativa, memore del suo passato da operaio, come da lui stesso raccontato in conferenza stampa.

Se nel film precedente, Contromano, affrontava in modo ironico il tema dell’immigrazione, in Cento domeniche riprende un tema per lui cruciale, il lavoro, argomento che già aveva esplorato nei suoi personaggi a teatro e nei vari film da attore. Il film, volutamente girato a Olginate in provincia di Lecco, è significativo anche nella scelta della suddetta location, zona di origine di Albanese. È un’opera di cui si sente oggi più che mai necessariamente il bisogno, un film di denuncia sociale alla Ken Loach, non propriamente riferito al sistema delle banche, quanto piuttosto alle singole persone che hanno infettato quel sistema, gente malvagia che ha distrutto vite e comunità intere. L’empatia naturale che scatta verso il suo personaggio è totale, riflette lo stato d’animo profondo che molte persone hanno vissuto sulla propria pelle, molte delle quali (da interviste e ricerche effettuate dallo stesso regista) si sentivano in colpa e pieni di vergogna, nonostante fossero vittime di persone senza scrupolo.

La storia è una storia immensa, di una crudeltà incredibile, che racconta un tema molto delicato, trattato con umanità e onestà; racconta anche di come un dramma da collettivo possa diventare individuale ed Albanese ci riesce in modo straordinariamente convincente, descrivendo l’abissale solitudine e disperazione in cui vittime come Antonio si sono venute a trovare dall’oggi al domani.

data di pubblicazione:25/10/2023








THE CAGE NELLA GABBIA di Massimiliano Zanin, 2023

LA GUERRA DEL TIBURTINO III di Luna Gualano, 2023

(ALICE NELLA CITTA’- 18/29 Ottobre 2023)

Nel quartiere Tiburtino III alla periferia della Capitale, un gruppo di piccoli delinquenti ed emarginati dovranno salvare il mondo da un’invasione aliena. Un piccolo meteorite è caduto dal cielo e poco dopo gli abitanti sono stati infettati da parassiti che agiscono sulla volontà degli individui, comandando a piacimento i loro corpi. Nei giorni seguenti tutti coloro che abitano in quella zona assumono atteggiamenti strani e iniziano ad alzare delle barricate di fatto isolando il quartiere. Nessuno può entrare; l’obiettivo degli alieni è occupare una striscia di terra ed andare alla conquista del mondo. Sono capitanati da Leonardo De Sanctis (Paolo Calabresi), il padre di Pinna, un giovane spacciatore del posto e marito di un’estetista che lavora a domicilio (Paola Minaccioni). È così che Pinna (Antonio Bannò) insieme ai suo gruppo di amici e alla celebre fashion blogger Lavina Conte (Sveva Mariani), che si ritrova bloccata a Tiburtino III, decidono di indagare su cosa stia accadendo. A loro spetta il compito provare a salvare il mondo dall’invasione.

 

La guerra del Tiburtino III di Luna Gualano, presentato in concorso nella sezione Panorama Italia ad Alice nella Città lo scorso 22 ottobre uscirà nelle sale il prossimo 2 novembre. Proprio nel 2018 la Gualano vinse il concorso Panorama Italia sempre ad Alice nella Città con il film Go Home – A casa loro, progetto indipendente, un film di zombie ambientato in un centro di accoglienza che affrontava in maniera originale il tema dell’odio xenofobo.

Questa volta racconta la periferia romana, una delle più estreme e meno conosciute, in una commedia che intreccia azione, fantascienza, allegria e temi sociali.

Il Tiburtino III è un’area urbana di Roma, nata come borgata e poi inglobata in uno dei municipi della capitale. È uno di quei microcosmi che vivono di vita propria che ha i propri equilibri sociali ed economici. C’è la piccola criminalità di Pinna, che spaccia il fumo per coltivare il sogno modesto di comprarsi una Porsche, che va bene anche usata, c’è la fatica fisica di Chanel (Francesca Stagni), ogni mattina presto pronta dietro al bancone del suo bar, c’è la totale nullafacenza di Panettone (Federico Majorana), perso tra i fumi delle sue canne.

Da quiLa guerra del Tiburtino III, scritto dalla stessa regista assieme ad Emiliano Rubbi che è anche autore della colonna sonora, riflette sulla distanza sociale tra chi decide e governa e chi è costretto ad arrabattarsi con i propri strumenti e le proprie forze. Quando gli abitanti del quartiere cominciano a comportarsi in maniera del tutto anomala, il fatto naviga rapidamente sul web, ma l’interesse rimane del tutto virtuale. Esistono contesti così periferici che anche quando si fanno campo di battaglia, rimangono una questione interna. Al Tiburtino III non arriva nessuno che si preoccupa dei segnali di malessere. Arriva solo Lavinia Conte, influencer da 2 milioni di follower, che ha bisogno di un trend social forte per accaparrarsi un importante contratto con un’azienda di moda.

Un film assolutamente corale, visto che tutte le comparse sono abitanti del quartiere, divertente, ironico e sociale al tempio stesso perché parla di intolleranza, razzismo e degrado, con una straordinaria colonna sonora, la descrizione pop di uno spaccato che solo in parte distorce il reale. Attori fantastici, intuizioni felici e battute intelligenti, forse si vola troppo in superficie, ma va benissimo così.

data di pubblicazione:25/10/2023








THE MONK AND THE GUN di Pawo Choyning Dorji, 2023

THE MONK AND THE GUN di Pawo Choyning Dorji, 2023

(ROME FILM FEST, 18/29 Ottobre 2023)

Dopo anni di monarchia assoluta il re del Bhutan, piccolo stato nella catena dell’Himalaya, decide di abdicare e di indire, per la prima volta nella storia del Paese, elezioni sul modello delle democrazie occidentali. Il popolo, di natura prevalentemente rurale, non solo non è preparato a questo cambiamento epocale ma non ne intravede neanche il motivo, visto che tutti sono felici e contenti del proprio sovrano. Intanto il monaco Tashi è incaricato dal suo capo spirituale buddista di procurargli delle armi…

 

Arriva a sorpresa in questa edizione della Festa del Cinema di Roma un film già presentato al Toronto Film Festival, scritto e diretto da un regista bhutanese, occasione più che rara visto che il Paese continua a mantenere una rigida politica isolazionistica per proteggere il proprio patrimonio culturale e la propria indipendenza. Il film è quindi un’opportunità per entrare nel modus vivendi di un popolo che vive felice di quello che ha e che guarda con riluttanza ogni cambiamento che possa di fatto interferire negativamente sul proprio stato sociale. La storia narrata è divertente ma non superficiale perché segue le vicende rocambolesche di Ron, che dagli Stati Uniti si ritrova sull’Himalaya per seguire le tracce e recuperare un fucile, da tempo nelle mani improbabili di un vecchio. Il giovane americano deve comprare a tutti i costi quel prezioso cimelio, mentre la popolazione locale non sa neanche mettere a fuoco il concetto di arma e dell’uso che se ne può fare. Ecco che il regista, con un messaggio veramente sottile, ci fa comprendere come noi occidentali abbiamo oggi un’idea distorta della democrazia e di come le armi siano diventate un mezzo di aggressione anche per risolvere problemi di ridicola entità. Il film intreccia varie vicende e ricorre spesso ai principi religiosi del buddismo dove un punto cardine sembra essere il concetto di compassione, inteso come partecipazione empatica alla vita del prossimo. La narrazione quindi è allegra e profonda nello stesso tempo, macchiettistica ma con risvolti di sentita religiosità in quanto riesce bene a miscelare la vita dei monaci con quella degli abitanti dei villaggi, e trasmette quella felicità che trova fondamento nella semplicità. Dal piccolo stato himalayano ci arriva quindi una boccata di ossigeno, un insegnamento universale sul denaro e sul suo degenerato utilizzo a scopi essenzialmente edonistici. Forse aveva proprio ragione Platone quando era scettico sul concetto di democrazia, senza peraltro aver la più lontana idea di come oggi viene applicata…

data di pubblicazione:24/10/2023








ANATOMIE D’UNE CHUTE di Justine Triet, 2023

ANATOMIE D’UNE CHUTE di Justine Triet, 2023

(ROME FILM FEST, 18/29 Ottobre 2023)

Sandra, nota scrittrice tedesca, vive in uno chalet vicino Grenoble insieme al marito Samuel e al loro figlio ipovedente Daniel. La coppia, che prima risiedeva a Londra dove lui era professore universitario, aveva deciso di trasferirsi in montagna essenzialmente dopo un incidente stradale subito dal bambino che gli aveva causato la perdita parziale della vista. Un giorno Daniel, dopo una passeggiata per i boschi con il suo fedele cane, trova il padre morto davanti casa: si è suicidato o è stato ucciso?

 

La regista e sceneggiatrice francese Justine Triet, che per questo suo film ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes di quest’anno, riesce a creare un perfetto thriller legale facendo seguire le varie fasi investigative senza smorzare mai la tensione e l’interesse da parte dello spettatore. Il tutto parte dalla morte di Samuel, precipitato dalla finestra di uno chalet dove abitava insieme alla moglie e al figlio. Ci sono varie ipotesi, ma quella più plausibile e che sia stato prima colpito e poi spinto fuori in modo da procurarne la morte. Non essendoci moventi o altre persone in giro per casa, l’unica sospettata di omicidio è la moglie (Sandra Hüller). Durante il processo ci saranno diversi colpi di scena, ma ciò che rende particolare l’intero iter procedurale è il rapporto conflittuale che esisteva tra i due coniugi. Mentre Sandra si può definire come una scrittrice affermata per aver scritto diversi libri, Samuel (Samuel Theis) invece si riteneva un fallito, non essendo riuscito neanche a terminarne uno. Particolare il tratto psicologico di quest’ultimo che riversava sulla moglie le proprie frustrazioni soprattutto per delle sue scelte professionali e di vita del tutto sbagliate. Lo stesso si riteneva responsabile dell’incidente che aveva creato seri problemi alla vista del figlio e rimproverava la moglie di accusarlo ripetutamente di tutto ciò. La regista è molto abile nel tracciare gli aspetti peculiari dei singoli personaggi, le loro conquiste e le loro frustrazioni inserendo abilmente anche la figura del figlio, coinvolto poi direttamente in fatti a lui del tutto sconosciuti. Il dramma di un bambino che si sente piombare addosso, con la sua testimonianza, la responsabilità di salvare o meno la madre da un’accusa resa, dalla dinamica dei fatti, assolutamente inoppugnabile. La causa sembra persa sin dall’inizio e lo spettatore si trova lui stesso a giudicare una donna, per lo più anche madre, dai tratti spesso freddi e controllati, le cui passate vicende coniugali sembrano ingarbugliarsi via via che il processo va avanti. Se lo script non si può certo definire originale, risulta invece assolutamente geniale il linguaggio narrativo utilizzato, con immagini e inquadrature di grande livello che dimostrano una grande maestria nel maneggiare la cinepresa.

data di pubblicazione:23/10/2023








NUOVO OLIMPO di Ferzan Ozpetek, 2023

NUOVO OLIMPO di Ferzan Ozpetek, 2023

(ROME FILM FEST, 18/29 Ottobre 2023)

Fine anni ’70. Sono giovani, belli e hanno appena 25 anni. Si incontrano per caso e si innamorano perdutamente. Un avvenimento inaspettato però li separa. Per trent’anni inseguono comunque la speranza di ritrovarsi, perché si amano ancora.

 

L’ultimo film di Ozpetek parte da una storia d’amore nata negli anni 70, molto probabilmente autobiografica, che si sviluppa successivamente in quattro atti che corrispondono a quattro epoche diverse, in cui l’amore diventa impossibile perché contrastato dagli eventi della Storia. All’inizio sembra un’opera piena solamente di auto-citazioni, con poco da raccontare, col freno a mano tirato, dopo la storia si allarga e si stacca dal punto iniziale personale e va verso altre dinamiche e altri temi, soprattutto il tema del ricordo dei tempi che furono e che non torneranno mai indietro, così come il tema della vita, in genere sempre appesa ad una sorta di ‘sliding doors’, con il caso sempre a farla da padrona.

Ancora una volta il mondo dell’omosessualità viene nuovamente smontato e ricostruito da Ozpetek che ha parlato diverse volte di questo tema e l’ha sempre fatto con una sensibilità ben al di sopra della norma. Luisa Ranieri, qui quasi irriconoscibile (con Mina come punto di riferimento sicuro), alla sua terza esperienza con Ozpetek dopo Allacciate le Cinture e Napoli Velata, con il suo splendido personaggio della cassiera del cinema, dà lustro a tutta la storia.

Una storia, però, che alla fine sa di qualcosa visto e rivisto più volte, così come i protagonisti che vedono e rivedono più volte nel corso della vite i film classici con Anna Magnani. Il fatto che il film esca solo in piattaforma (Netflix) e non nei cinema significa forse che il nostro buon Ferzan consideri le classiche sale un grande rischio per il raggiungimento del così detto “break even point” (costi vivi spesi per la produzione del film), affidandosi invece alla quasi ‘sicurezza’ della piattaforma, con diritti economici inferiori. Ai posteri l’ardua sentenza!

data di pubblicazione:22/10/2023







PALAZZINA LAF di Michele Riondino, 2023

PALAZZINA LAF di Michele Riondino, 2023

(ROME FILM FEST, 18/29 Ottobre 2023)

“Vi siete mai chiesti come mai accanto alla più grande acciaieria d’Europa non ci sia nemmeno una fabbrica di forchette? Il nostro acciaio serve a costruire la ricchezza di qualcun altro…”. Tra il 1997 ed il 1998 presso l’Ilva di Taranto viene praticato nei confronti di circa 80 impiegati specializzati una operazione di mobbing collettivo allo scopo di “fiaccarli”, per far accettare loro una novazione del contratto che declassava gli stipendi a salari come quelli degli operai.

 

 

Ufficialmente la Palazzina LAF (acronimo di Laminatoio A Freddo) era un posto dove i proprietari e i dirigenti dell’Ilva decisero di spedire coloro che erano dei buoni a nulla, in prevalenza impiegati a cui non andava di lavorare, a discapito degli operai che invece tutti i giorni, a differenza di loro, si spaccavano la schiena negli altoforni. Per essersi dunque rifiutati di accettare una variazione delle loro mansioni, 80 impiegati come punizione vennero “confinati” in questo luogo ad occupare stanze vuote dove un tempo c’erano dei vecchi archivi.

Michele Riondino, tarantino e figlio di un operaio dell’Ilva, dopo aver raccolto materiale e testimonianze per diversi anni, esordisce alla regia con questo film di denuncia, di cui scrive anche la sceneggiatura assieme a Maurizio Braucci; l’amico di sempre Antonio Diodato ha curato la colonna sonora e Vanessa Scalera, brindisina, ha accettato un piccolo ruolo pur di esserci, impersonando una impiegata “punita” dal padrone e per questo spedita nella Palazzina LAF. Elio Germano interpreta Giancarlo Basile, direttore del personale viscido e senza troppi scrupoli, mentre Michele Riondino è Caterino Lamanna, un operaio convinto che i “confinati” siano tutti realmente dei lavativi da punire. Caterino (l’unico personaggio parzialmente inventato) farà di tutto per farsi mandare nella Palazzina LAF, contento di essere pagato senza fare nulla e collaborando in qualche modo nello spifferare al padrone tutto ciò che accade al suo interno, senza avere i mezzi per accorgersi realmente che quella sorta di confino rappresenta una grave violazione della dignità dei lavoratori.

Riondino si ritaglia un ruolo scomodo che però rispecchia appieno quella che ingiustamente era l’opinione che circolava in azienda a discapito di persone che, oltre a non poter più lavorare inventandosi qualsiasi cosa per ammazzare il tempo all’interno di uffici fantasma, dovevano anche subire l’umiliazione dell’opinione di colleghi e operai ignari che quella era una punizione nei confronti di pochi per educare i rimanenti 12.000 lavoratori. Per questa vicenda, realmente accaduta, la giustizia penale commisurerà al patron dell’Ilva Emilio Riva una condanna per violenza privata.

Palazzina LAF rappresenta un ottimo esordio di ferma e sentita condanna civile, che denuncia parallelamente anche il tema delle polveri sottili che causò oltre che gravi forme tumorali agli abitanti d’interi quartieri della periferia tarantina, anche l’abbattimento di 600 pecore che pascolavano nelle zone limitrofe gli stabilimenti.

data di pubblicazione:21/10/2023








TE L’AVEVO DETTO di Ginevra Elkann, 2023

TE L’AVEVO DETTO di Ginevra Elkann, 2023

(ROME FILM FEST, 18/29 Ottobre 2023)

È un fine settimana di gennaio a Roma, quando un’anomala ondata di caldo si impossessa della città. Nellarco di due giorni i nostri protagonisti vengono messi con le spalle al muro, costretti ad affrontare tutto quello che hanno abilmente evitato nelle loro vite, abituati a usare il sesso, il cibo, le droghe e persino lamore come via di uscita, adesso non possono più scappare, devono attraversare il caldo e farsi trasformare da esso, ognuno con il suo ritmo, ognuno con la sua voce.

 

Durante una calda estate romana, dove tutto si scioglie, si pone il seguente interrogativo: e se il mondo fosse così per sempre, caldo, giallo e secco? È questa la premessa fondamentale di questo film, dalla quale non si può certamente prescindere. In mezzo alla catastrofe per così dire ‘biblica’, una serie di peccatori intrecciano le loro storie, ognuno con le proprie disfunzionalità, molto umane, con ovvie complicità di famiglie sgangherate : la pericolosa Gianna (Valeria Bruni Tedeschi) che persegue la pornostar che le ha rubato il marito, Pupa (Valeria Golino); il sacerdote Bill (Danny Huston) e la sorella giunta dall’America (Greta Scacchi) che hanno il compito di spargere le ceneri della madre al cimitero acattolico; l’alcolizzata Caterina (Alba Rohrwacher) che cerca di recuperare il rapporto col marito Riccardo (Riccardo Scamarcio) e il figlio Max (Andrea Rossi); Mila (Sofia Panizzi), figlia di Gianna, alterna bulimia e assistenza all’anziana signora Maria Antonietta (Marisa Borini).

Te l’avevo detto parla di questo. I personaggi del film si confrontano con le proprie debolezze di una vita intera, che si tratti di cibo, sesso, droghe, religione o chirurgia plastica. Ma è arrivato il momento in cui non si può più scappare. Il cast del film è ben assortito, ma una menzione particolare va fatta per le due Valerie, Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi, amiche nella vita, nemiche in quest’opera, che danno luogo ad una serie di splendidi duetti, pieni di comicità surreale per certi versi, ma anche malinconica e cruda.

La scelta di ambientare il film a Roma possiede una sorta di solennità e universalità che è in sintonia con i temi del film, scritto durante la pandemia, che sicuramente dividerà, il che è sempre una buona cosa, un segno di vita; il tutto accompagnato da una fotografia che rende perfettamente questo senso di oppressione, fino a far perdere i contorni e i riferimenti.

data di pubblicazione:21/10/2023