GIUDIZIO UNIVERSALE di Vittorio De Sica, 1961

Un mattino normale di una giornata normale a Napoli improvvisamente irrompe una voce grave e altisonante che sembra provenire dall’alto dei cieli per annunciare che alle ore 18 precise di quello stesso giorno inizierà il “Giudizio Universale”. L’insolito comunicato si ripete più volte e la gente presa dalle quotidiane faccende all’inizio pensa trattarsi di uno scherzo di cattivo gusto, ma poi, data l’insistenza, incomincia a prendere sul serio la questione mostrando una giustificata preoccupazione. Interessanti infatti sono le diverse reazioni da parte di questa variegata moltitudine di uomini e di come ciascuno, in maniera più o meno convinta, si prepara all’incontro con il Padreterno. Alle 18 in punto, sotto lo scrosciare di un diluvio, pure lui universale, inizia il giudizio che però si conclude in maniera enigmatica così come del resto era iniziato. Il soggetto, sapientemente scritto da Cesare Zavattini, dopo l’esperienza con De Sica nel ben riuscito film di impronta neorealistica Miracolo a Milano, questa volta assume un tono decisamente surreale, quasi un pretesto per raccontare di Napoli con le sue storie di vita quotidiana intrecciate di miseria e nobiltà. Il film fu accolto tiepidamente dalla critica che lo definì deludente come contenuto anche se supportato da un cast di attori eccezionali tutti rigorosamente scelti tra i migliori del momento, escludendo volutamente quelli napoletani pur essendo la storia totalmente ambientata a Napoli. Proprio la città partenopea ci fa affiancare a questa pellicola una ricetta di stampo prettamente mediterraneo, un piatto saporito e di ottimo effetto: melanzane a “scarpone” ripiene.

INGREDIENTI: 5 melanzane – 300 grammi di pomodorini – 100 grammi di olive nere denocciolate – 50 grammi di capperi – 150 grammi di mozzarella – 50 grammi di parmigiano grattugiato – basilico – olio – sale e pepe qb.

PROCEDIMENTO: Tagliare le melanzane a metà e svuotarle della polpa senza romperle. Disporre le melanzane sotto sale per far perdere loro l’acqua. Dopo circa un’ora sciacquarle e disporle in una teglia ricoperta di carta da forno quindi fare cuocere in forno per circa 10 minuti a 180°. Intanto tagliare la polpa delle melanzane a dadini e friggerli in olio d’oliva finché non risultano ben dorati. In una padella scottare i pomodorini tagliati a pezzetti e poi sistemarli in una ciotola insieme alle melanzane fritte, i capperi dissalati, le olive nere, il parmigiano grattugiato e la mozzarella tagliata a pezzetti. Levare dal forno gli “scarponi” di melanzane e riempirli con il composto creato. Infornare per altri 15 minuti, guarnire con qualche foglia di basilico e servire il tutto ben caldo.

LOS ADIOSES di Natalia Beristain, 2017 – Selezione ufficiale

LOS ADIOSES di Natalia Beristain, 2017 – Selezione ufficiale

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

Rosario Castellanos è una studentessa universitaria che mostra subito grande sensibilità per la poesia, dote questa che la farà diventare una delle più famose e amate scrittrici messicane dei nostri tempi. La movimentata passione amorosa per Ricardo, ripresa dopo anni di separazione, la condurrà ad approfondire quel percorso sociale per il quale, sin da ragazza, aveva sempre combattuto le sue battaglie. Le sue poesie, vere perché nate dai propri genuini sentimenti, identificano una donna diversa, un soggetto avente pari dignità di fronte all’uomo e diventeranno presto il manifesto del movimento femminista di un paese ancora sostenuto da una società esclusivamente patriarcale.

 

In una società, e non solo in quella messicana di un tempo, dove alla donna viene assegnato quasi esclusivamente il compito di soggetto accudente nell’ambito familiare con scarse possibilità di emergere nel sociale, la figura della poetessa Rosario Castellanos è sicuramente da considerarsi un simbolo, una voce che riesce a mandare in frantumi tutta quella mentalità maschilista a cui si era abituati da generazioni. Merito indiscusso della regista Natalia Bristain (No quiero dormir sola, Venezia 2012) è quello di aver saputo presentare, con pennellate semplici ma nette, la figura di una donna con tutte le sue contraddizioni, personaggio ben determinato nelle sue scelte di vita per fuggire a qualsiasi forma di dipendenza, quale ad esempio quella della maternità, per poi invece trovarsi invischiata dai legami dei propri stessi sentimenti. Da brillante studentessa conosce una passione profonda per Ricardo, giovane impegnato come lei a portare avanti un discorso comunista nell’ambito universitario, ma ciò non la distoglierà dal sostenere la propria lotta interiore per emanciparsi da ogni condizionamento sociale in quanto donna. Al ritorno dalla Spagna, dove era andata a studiare dopo aver vinto una borsa di studio, non troverà più il suo Ricardo e ciò la renderà più determinata ad affermarsi in società diventando un personaggio al quale viene ufficialmente riconosciuto il valore letterario della sua opera. Dopo una lunga parentesi i due protagonisti si ritroveranno, quasi per caso, a ricucire un turbolento rapporto coniugale e la scrittrice, oramai famosa, verrà messa di fronte a un impegno che rischierà di compromettere per sempre la validità delle sue scelte. Natalia Beristain realizza un film sulla donna che è tutto una poesia proprio perché riesce a ricucire una storia vera solo con il ricorso della parola e trascurando del tutto ogni forma agiografica. Molto pertinente la scelta dell’attrice messicana Karina Gidi a cui affidare la parte di Rosario proprio per la freschezza e la incisività del suo sguardo che trasmette in ogni attimo della narrazione il genuino stato d’animo di una persona con i sui punti di forza alternati a momenti di estrema fragilità interiore.  La figura del protagonista maschile Ricardo Guerra è assegnata all’attore Daniel Giménez Cacho, già conosciuto al pubblico italiano per la sua interpretazione nel film La mala educaciòn di Pedro Almodòvar del 2004. Il film Los Adioses è considerato di spicco all’interno della rassegna cinematografica romana proprio per il messaggio dato che sicuramente troverà spazio di riflessione anche da parte degli spettatori di sesso maschile presenti in sala.

data di pubblicazione:04/11/2017








LOS ADIOSES di Natalia Beristain, 2017 – Selezione ufficiale

INSYRIATED di Philippe Van Leeuw, 2017 – Sezione Tutti Ne Parlano

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

Oum Yazan cerca di tenere al sicuro quel che resta della propria famiglia visto che gli uomini sono andati via per combattere o cercare una possibile via di fuga. Siamo in Siria ed il conflitto invade ogni luogo portando morte e distruzione. Miracolosamente l’appartamento in cui si trova barricata la famiglia non è stato ancora bombardato e l’energica donna riesce tenacemente a mantenere alto il morale e far sì che la vita possa proseguire all’interno di quelle mura. Intanto fuori imperversa l’inferno tra le granate e i cecchini, appostati sugli edifici oramai abbandonati, sono pronti ad uccidere chiunque si azzardi ad uscire per le strade.

 

L’azione si svolge all’interno di un appartamento borghese di Damasco dove Oum cerca a tutti i costi di mantenere la vita di tutti giorni tra i membri della famiglia, impartendo ordini secchi alla fedele domestica o agli stessi figli, quasi a voler coprire il rumore delle granate che minacciano costantemente la loro stessa esistenza. In quella casa viene ospitata anche una giovane coppia con un neonato, che cerca di organizzare una fuga verso il Libano e sottrarsi così alla devastazione di una guerra che travolge violentemente uomini e cose.

Il belga Van Leeuw, direttore della fotografia ma già conosciuto come regista del film Le jour où Dieu est parti en voyage del 2009, risulta ancora una volta impeccabile nella descrizione degli orrori umani di fronte ad un conflitto che non sembra accennare a finire e dove a chi resta non rimane altro che l’illusione della sopravvivenza.

Nonostante gli sforzi dei protagonisti, la brutalità entrerà comunque nella loro casa e tutti ne rimarranno sconvolti. Insyriatedè la testimonianza diretta del conflitto che sta dilaniando il popolo siriano e del quale si fa fatica a intravedere una possibile soluzione.

Degna di assoluto rilievo la figura di Oum, interpretata dall’attrice palestinese Hiam Abbass, già nota come interprete in molti film a sfondo sociale e soprattutto protagonista nel film Il giardino di Limoni di Eran Riklis, che le ha portato grande notorietà.

Insyriated è stato presentato nell’ultima edizione della Berlinale – Sezione Panorama ottenendo un positivo riscontro sia dal pubblico che dalla stampa internazionale presente.

data di pubblicazione: 31/10/2017








LOS ADIOSES di Natalia Beristain, 2017 – Selezione ufficiale

IN BLUE di Jaap van Heusden, 2017- Selezione Ufficiale

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

Lin è una assistente di volo di una compagnia olandese, molto apprezzata in ambito lavorativo per la sua professionalità. Mentre si reca precipitosamente in aeroporto a Bucarest, il suo taxi investe un ragazzo di quindici anni: Nicu vive nei sotterranei della città e, pur di procurasi la droga, ricorrendo ad ogni tipo di espediente incluso la prostituzione. Il ragazzo inizialmente si offre di farle da guida turistica e la donna piano piano viene inspiegabilmente attratta non solo dai suoi modi bruschi ma anche dalle sue attenzioni particolari.

 

Il regista olandese Jaap van Heusden, al suo terzo film, con In Blue ci presenta una storia genuina, privo di una sceneggiatura particolarmente elaborata, dove il sentimento sta alla base di un racconto che nella sua leggerezza non scivola mai nel sentimentalismo. Il rapporto che nasce tra Lin (Maria Kraakman) e Nicu (Bogdan Iancu) è la dimostrazione di come due persone così diverse per cultura ed estrazione sociale possano trovarsi insieme in qual cosa che va al di là della semplice amicizia. Entrambi i protagonisti hanno bisogno di un affetto sincero, da sempre negato e mai ricevuto, e proprio in questa circostanza si trovano a colmare qualcosa che loro stessi non avevamo forse mai sperimentato. Lin, ad esempio, si trova a seguire Nicu nel sotterraneo dove vive in branco insieme ad altri emarginati, e la tenerezza che prova per il ragazzo sarà sufficiente a farle dimenticare dove realmente si trova, in una situazione ben lontana dall’ambiente asettico in cui è abituata a muoversi in Olanda, perché questo suo nuovo amico riuscirà a colmare quella perenne deficienza affettiva da cui è affetta, dovuta ad una mancata maternità. La narrazione, a cui fa da sfondo l’aberrazione della gioventù rumena, sembra procedere lungo un percorso credibile perché basato su sentimenti veri, non inquinati né dal sesso né da interessi esclusivamente materiali. Film che si segue con attenzione ed un tocco di ammirazione per la determinazione e la delicatezza dei due protagonisti.

data di pubblicazione:29/10/2017








LOS ADIOSES di Natalia Beristain, 2017 – Selezione ufficiale

CABROS DE MIERDA di Gonzalo Justiniano, 2017 – Selezione Ufficiale

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

Samuel è un missionario americano appena ventitreenne che arriva in Cile agli inizi degli anni Ottanta, in piena dittatura di Pinochet, per vivere insieme al popolo di un misero sobborgo di Santiago e nel contempo per praticare la sua azione di evangelizzazione. Il ragazzo prende alloggio in casa di Gladys, donna di carattere che insieme ad altre del quartiere porta avanti una attiva resistenza nei confronti del regime. Samuel, quasi senza volerlo, ne sarà coinvolto sentimentalmente e ne seguirà l’azione clandestina rimanendone invischiato a tal punto da mettere quasi a rischio la propria vita.

Gonzalo Justiniano è un regista, produttore e sceneggiatore cileno che da anni si occupa di problemi sociali del suo Paese, riuscendo ad ottenere con i suoi film numerosi riconoscimenti internazionali. Attraverso il racconto del protagonista Samuel Thomson (Daniel Contesse), che con l’aiuto della sua macchina fotografica ci mostra anche interessanti documenti storici di repertorio riguardanti quel tragico periodo, il regista desidera contribuire al ricordo di tutte quelle numerose donne che come Gladys (Nathalia Argonese) seppero portare avanti la speranza della libertà in un paese martoriato dall’azione della polizia che non esitava, dopo terribili torture, ad occultare i cadaveri buttandoli in mare aperto. Samuel si troverà ad essere testimone di una barbarie che veniva regolarmente perpetuata dagli uomini di Pinochet verso gli oppositori del regime, sovente presunti dal momento che non risparmiava neanche i bambini. Il film ha il merito di mostrare una ferita sociale che, giustamente, fa fatica a rimarginarsi in quanto la popolazione di oggi non può facilmente dimenticare la propria lotta per tornare al legittimo sogno di democrazia. Apprezzabile il lavoro del regista-sceneggiatore, che ha saputo narrare una storia tragicamente credibile, con personaggi molto credibili. Particolare menzione va alla figura del piccolo Vladi (Elìas Collado) che vive nella casa di Gladys e che rappresenta uno dei tanti bambini rimasti soli perché la famiglia d’origine è stata perseguitata e decimata dalla dittatura.

data di pubblicazione:28/10/2017