INSYRIATED di Philippe Van Leeuw, 2017 – Sezione Tutti Ne Parlano

INSYRIATED di Philippe Van Leeuw, 2017 – Sezione Tutti Ne Parlano

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

Oum Yazan cerca di tenere al sicuro quel che resta della propria famiglia visto che gli uomini sono andati via per combattere o cercare una possibile via di fuga. Siamo in Siria ed il conflitto invade ogni luogo portando morte e distruzione. Miracolosamente l’appartamento in cui si trova barricata la famiglia non è stato ancora bombardato e l’energica donna riesce tenacemente a mantenere alto il morale e far sì che la vita possa proseguire all’interno di quelle mura. Intanto fuori imperversa l’inferno tra le granate e i cecchini, appostati sugli edifici oramai abbandonati, sono pronti ad uccidere chiunque si azzardi ad uscire per le strade.

 

L’azione si svolge all’interno di un appartamento borghese di Damasco dove Oum cerca a tutti i costi di mantenere la vita di tutti giorni tra i membri della famiglia, impartendo ordini secchi alla fedele domestica o agli stessi figli, quasi a voler coprire il rumore delle granate che minacciano costantemente la loro stessa esistenza. In quella casa viene ospitata anche una giovane coppia con un neonato, che cerca di organizzare una fuga verso il Libano e sottrarsi così alla devastazione di una guerra che travolge violentemente uomini e cose.

Il belga Van Leeuw, direttore della fotografia ma già conosciuto come regista del film Le jour où Dieu est parti en voyage del 2009, risulta ancora una volta impeccabile nella descrizione degli orrori umani di fronte ad un conflitto che non sembra accennare a finire e dove a chi resta non rimane altro che l’illusione della sopravvivenza.

Nonostante gli sforzi dei protagonisti, la brutalità entrerà comunque nella loro casa e tutti ne rimarranno sconvolti. Insyriatedè la testimonianza diretta del conflitto che sta dilaniando il popolo siriano e del quale si fa fatica a intravedere una possibile soluzione.

Degna di assoluto rilievo la figura di Oum, interpretata dall’attrice palestinese Hiam Abbass, già nota come interprete in molti film a sfondo sociale e soprattutto protagonista nel film Il giardino di Limoni di Eran Riklis, che le ha portato grande notorietà.

Insyriated è stato presentato nell’ultima edizione della Berlinale – Sezione Panorama ottenendo un positivo riscontro sia dal pubblico che dalla stampa internazionale presente.

data di pubblicazione: 31/10/2017








INSYRIATED di Philippe Van Leeuw, 2017 – Sezione Tutti Ne Parlano

IN BLUE di Jaap van Heusden, 2017- Selezione Ufficiale

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

Lin è una assistente di volo di una compagnia olandese, molto apprezzata in ambito lavorativo per la sua professionalità. Mentre si reca precipitosamente in aeroporto a Bucarest, il suo taxi investe un ragazzo di quindici anni: Nicu vive nei sotterranei della città e, pur di procurasi la droga, ricorrendo ad ogni tipo di espediente incluso la prostituzione. Il ragazzo inizialmente si offre di farle da guida turistica e la donna piano piano viene inspiegabilmente attratta non solo dai suoi modi bruschi ma anche dalle sue attenzioni particolari.

 

Il regista olandese Jaap van Heusden, al suo terzo film, con In Blue ci presenta una storia genuina, privo di una sceneggiatura particolarmente elaborata, dove il sentimento sta alla base di un racconto che nella sua leggerezza non scivola mai nel sentimentalismo. Il rapporto che nasce tra Lin (Maria Kraakman) e Nicu (Bogdan Iancu) è la dimostrazione di come due persone così diverse per cultura ed estrazione sociale possano trovarsi insieme in qual cosa che va al di là della semplice amicizia. Entrambi i protagonisti hanno bisogno di un affetto sincero, da sempre negato e mai ricevuto, e proprio in questa circostanza si trovano a colmare qualcosa che loro stessi non avevamo forse mai sperimentato. Lin, ad esempio, si trova a seguire Nicu nel sotterraneo dove vive in branco insieme ad altri emarginati, e la tenerezza che prova per il ragazzo sarà sufficiente a farle dimenticare dove realmente si trova, in una situazione ben lontana dall’ambiente asettico in cui è abituata a muoversi in Olanda, perché questo suo nuovo amico riuscirà a colmare quella perenne deficienza affettiva da cui è affetta, dovuta ad una mancata maternità. La narrazione, a cui fa da sfondo l’aberrazione della gioventù rumena, sembra procedere lungo un percorso credibile perché basato su sentimenti veri, non inquinati né dal sesso né da interessi esclusivamente materiali. Film che si segue con attenzione ed un tocco di ammirazione per la determinazione e la delicatezza dei due protagonisti.

data di pubblicazione:29/10/2017








INSYRIATED di Philippe Van Leeuw, 2017 – Sezione Tutti Ne Parlano

CABROS DE MIERDA di Gonzalo Justiniano, 2017 – Selezione Ufficiale

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

Samuel è un missionario americano appena ventitreenne che arriva in Cile agli inizi degli anni Ottanta, in piena dittatura di Pinochet, per vivere insieme al popolo di un misero sobborgo di Santiago e nel contempo per praticare la sua azione di evangelizzazione. Il ragazzo prende alloggio in casa di Gladys, donna di carattere che insieme ad altre del quartiere porta avanti una attiva resistenza nei confronti del regime. Samuel, quasi senza volerlo, ne sarà coinvolto sentimentalmente e ne seguirà l’azione clandestina rimanendone invischiato a tal punto da mettere quasi a rischio la propria vita.

Gonzalo Justiniano è un regista, produttore e sceneggiatore cileno che da anni si occupa di problemi sociali del suo Paese, riuscendo ad ottenere con i suoi film numerosi riconoscimenti internazionali. Attraverso il racconto del protagonista Samuel Thomson (Daniel Contesse), che con l’aiuto della sua macchina fotografica ci mostra anche interessanti documenti storici di repertorio riguardanti quel tragico periodo, il regista desidera contribuire al ricordo di tutte quelle numerose donne che come Gladys (Nathalia Argonese) seppero portare avanti la speranza della libertà in un paese martoriato dall’azione della polizia che non esitava, dopo terribili torture, ad occultare i cadaveri buttandoli in mare aperto. Samuel si troverà ad essere testimone di una barbarie che veniva regolarmente perpetuata dagli uomini di Pinochet verso gli oppositori del regime, sovente presunti dal momento che non risparmiava neanche i bambini. Il film ha il merito di mostrare una ferita sociale che, giustamente, fa fatica a rimarginarsi in quanto la popolazione di oggi non può facilmente dimenticare la propria lotta per tornare al legittimo sogno di democrazia. Apprezzabile il lavoro del regista-sceneggiatore, che ha saputo narrare una storia tragicamente credibile, con personaggi molto credibili. Particolare menzione va alla figura del piccolo Vladi (Elìas Collado) che vive nella casa di Gladys e che rappresenta uno dei tanti bambini rimasti soli perché la famiglia d’origine è stata perseguitata e decimata dalla dittatura.

data di pubblicazione:28/10/2017








INSYRIATED di Philippe Van Leeuw, 2017 – Sezione Tutti Ne Parlano

DETROIT di Kathryn Bigelow, 2017 – Selezione Ufficiale

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

E’ il film della Bigelow la vera sorpresa dell’apertura della dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. La regista, prima donna a vincere nel 2010 il premio Oscar con il film The Hurt Locker, con Detroit è alla sua terza collaborazione con Mark Boal. Con un taglio parzialmente documentaristico ci riporta alla rivolta sanguinosa di cinquanta anni fa, nella omonima città statunitense, dove l’odio razziale americano raggiunse il culmine con l’uccisione da parte della polizia di tre afroamericani ed il ferimento di altre diverse centinaia.

Cinque giorni di disordini che sfociarono in una rivolta repressa nel sangue dalla polizia, in cui rimasero gravemente ferite centinaia di persone tra la popolazione afro-americana, raccontati con un crudo realismo e supportati da immagini di repertorio, riescono a dare un ulteriore colpo di frusta, semmai ce ne fosse ancora bisogno, alla società americana dove l’azione politica perpetuata verso le minoranze, oggi più che mai, risulta palesemente offensiva della dignità umana in tutti i suoi aspetti. La morte di tre giovani che si trovavano nel Motel Algiers, uccisi dagli agenti di polizia perché sospettati di essere dei cecchini, dopo essere stati sottoposti assieme agli altri ospiti del motel a maltrattamenti e torture anche psicologiche perché considerati pericolosi senza che ci fossero delle fondate accuse, mettono il pubblico bruscamente al corrente di come le istituzioni perbeniste americane coprirono l’operato repressivo della polizia di Detroit, riuscendo a camuffare, sotto l’apparenza di una forte democrazia, quello che in effetti fu considerato un grave crimine repressivo contro la gente di colore.

Quelle immagini diventano così un buon pretesto per indurci a pensare che lo slogan “Proud to be American”, tanto reclamizzato ai tempi dell’attentato dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers, è da considerarsi oggi quanto mai fuori posto, quasi un eufemismo che induce invece alla vergogna. La regista racconta gli anni 60 bui americani attraverso quel razzismo che fu la reale causa del massacro di Detroit, e lo fa alla luce di quanto accade oggi nel suo paese. La brutalità che aumenta, le urla, la violenza e la tensione vengono restituite al pubblico senza sconti, e si partecipa affinché giustizia venga fatta verso gli autori di tutto questo, in una storia così lontana eppure così attuale. La pellicola può considerarsi un’ottima testimonianza storica per le generazioni di oggi e di domani.

data di pubblicazione:27/10/2017








INSYRIATED di Philippe Van Leeuw, 2017 – Sezione Tutti Ne Parlano

HOSTILES di Scott Cooper, 2017 – Selezione Ufficiale

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

L’apertura di questa dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma è stata affidata al film Hostiles dello statunitense Scott Cooper (Crazy Heart, Out of the Furnace e Black Mass). Il regista e sceneggiatore assegna ad un western il compito, certamente non semplice, di diffondere un messaggio quanto mai preoccupante e terribilmente attuale.

Ambientato nel 1892 narra del leggendario capitano Blocker (Christian Bale) che, suo malgrado, dovrà scortare un capo Cheyenne in punto di morte e i suoi cari, da tempo detenuti dall’esercito statunitense a Fort  Berringer, fino alla loro terra natia. Durante il lungo viaggio la compagnia dovrà affrontare mille pericoli soprattutto per le incursioni dei sanguinari membri delle tribù Comanche che tra l’altro avevano appena decimato una intera famiglia di bianchi dove era rimasta miracolosamente viva solo Rosalie (Rosamund Pike). L’incontro con la donna, ancora sotto shock per la crudele perdita dei suoi figli e del marito, sarà il pretesto che spingerà il capitano a ripensare a tutta la sua vita, come uomo e come soldato, rendendolo piano piano più predisposto ad abbandonare l’istintivo odio verso i nativi indiani e a accettare il loro modo di essere e la loro ancestrale cultura. Sembra quasi bizzarra la scelta di Cooper di affrontare con un western le problematiche che affliggono oggi il mondo in cui viviamo e dove gli Stati Uniti sembrano sempre più distanti dall’accettare la non violenza e le differenze ideologiche. La storia, pur ambientata in un’epoca oramai appartenente al passato, è quanto mai attuale e sicuramente pertinente alle guerre che insidiano oggi la nostra libertà, il rispetto dei valori umani e della diversità in generale. Il film è ben interpretato e buona è la sceneggiatura curata dallo stesso regista, ma è certamente di ottimo livello la fotografia curata da Masanobu Takayanagi di immensi paesaggi che accompagnano i protagonisti nel loro viaggio verso le praterie del Montana. Il finale, forse scontato, ben si inserisce nel contesto di violenza e di odio che accompagna l’intera narrazione, e non ci sarebbe da stupirsi se Hostiles otterrà la prestigiosa dorata statuetta alla prossima edizione dell’Academy Awards.

data di pubblicazione:26/10/2017