FRENCH LOVER di Lisa-Nina Rives – Netflix, 2025

(Foto privata)

Parigi, ai giorni nostri. Un famoso attore sexy, ma non più giovanissimo e a tratti disilluso, cerca per un momento rifugio dai flash invadenti nel suo bar di fiducia, dove però si scontra con la nuova cameriera, accusandola – erroneamente – di scattare foto di nascosto. Rendendosi conto dello sbaglio, cerca di rimediare e finisce per innamorarsene.

French Lover, diretto da Lisa-Nina Rives, prende il suo titolo da un deodorante maschile – che pare esistere davvero – simbolo di una mascolinità esuberante e forte, e che calza a pennello la caratterizzazione del personaggio maschile principale, Abel Camera, impersonato da un attore di origine senegalese conosciuto in tutto il mondo: Omar Sy. Vi ricordate il film Quasi amici del 2011? Omar Sy fu il primo attore di colore a ricevere un César francese, l’equivalente dei nostri David di Donatello, come miglior protagonista per questo bellissimo film, dove impersonava un badante.

Chi ama le commedie francesi – non solo sentimentali – sa che i francesi, fin dall’alba dei tempi, sanno affrontare tematiche anche difficili dell’esistenza umana con brillante distacco. Si potrebbe ridere, se non ci si dovesse già concentrare sulla prossima battuta o situazione, che forse fa ridere ancora di più. In questo senso anche French Lover è superbamente francese, gioioso e giocoso, in mezzo allo scontro di due universi: quello di lusso e frenetico del mondo del cinema, con i suoi festini e tentazioni di Abel, e quello di Marion (Sara Giraudeau), che ha quasi 40 anni anche lei, vive nella periferia di Parigi, a Villeneuve, è senza lavoro e sta divorziando dal marito che l’ha tradita con la sua migliore amica. Ma questo poi non è neanche così importante… del resto siamo in Francia, e il sesso che si fa è meno rilevante del tradimento sentimentale.

Quello che conta, invece, è che Marion riesce a tenere testa al suo fidanzato, portandolo ogni volta con i piedi per terra quando lui si lascia andare agli atteggiamenti da diva, e accetta umilmente molto per stargli accanto: come le riprese di un film, dove Abel ha come co-protagonista una vecchia fiamma, o quando si deve mettere un vestito che la fa sembrare una caramella gigante. Tra l’altro, bellissimi i tagli netti durante una festa dello show business piena di persone, per far capire la sensazione di solitudine che prova Marion in quell’occasione, dove sembra muoversi da sola nel locale.

Il terzo protagonista di questa brillante commedia è poi il cinema stesso: le dure regole dello show business, ma anche i set con le loro relazioni prorompenti e i loro tempi. Stupenda la scena in cui Abel rischia l’osso del collo facendo a meno del suo stuntman durante delle riprese su un cavallo al galoppo, pur di impressionare la sua fidanzata. Chi ama i film su chi fa cinema adorerà anche questa commedia. Del resto, il regista di La notte americana era francese (François Truffaut, 1973).

data di pubblicazione:01/10/2025


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