da Daniele Poto | Feb 7, 2025
collaborazione musicale di Gianfranco De Franco
(Teatro Quirino – Roma, serata speciale 6 febbraio 2025)
Il primo epocale monologo di un teatrante calabrese che con coerenza e puntiglio racconta storie della sua terra veicolando con autenticità (e invariabili difficoltà per lo spettatore) il proprio dialetto (è di Castrovillari) nello sforzo di un’assoluta veridicità rispetto al racconto che si dipana come una triste storia del sud. Trilogia romana da non perdere.
Pascalina è una donna semplice che pascola le pecore e sogna il matrimonio. Aspetta il suo turno, mettendosi in coda rispetto a sorelle più grandi. Pensa di non farcela a coronare il suo obiettivo e, incautamente, si concede prima delle nozze. Per sua sfortuna rimane incinta e infrange l’onore familiare. Facile chiamarla Buttana. Sarà il fratello a rovesciarle addosso il kerosene avvolgendola in un rogo senza pietà. La Ruina spezzetta la vicenda con tanti piccoli stacchi sottolineati e resi dolenti dal commento musicale. Straziante come il lento dipanarsi della sorte. Però Pascalina sopravvive. Ha ferite e ustioni formidabili ma ce la fa. Anche se il mento le rimane attaccato al petto riuscirà a mettere al mondo un bambino e potrà dire con orgoglio che suo figlio Saverio è nato lo stesso giorno di Gesù. Anzi, al contrario, con sommo zelo, che Gesù è nato lo spesso giorno di Saverio. Strumento del mistero della fede. Spettacolo di rara intensità emozionale in cui il rovesciamento (l’attore uomo che fa la donna) passa quasi inosservato metabolizzato dalla tensione drammaturgica. Ogni tanto, nel dramma, si riesce anche a ridere per la paradossalità della condizione femminile negli anni ’70. La donna disonorata è una cosa, è una vergogna familiare che deve essere cancellata. Scenografia spoglia, bastano due sedie per fare arte.
data di pubblicazione:07/02/2025
Il nostro voto: 
da Antonio Iraci | Feb 6, 2025
Drammaturgia e regia di Liv Ferracchiati, con Liv Ferracchiati e Alice Raffaelli
(Teatro India – Roma, 5/9 febbraio 2025)
Durante il soggiorno all’Hotel des Bains sul Lido di Venezia, il famoso scrittore Gustav von Aschenbach incontra per la prima volta lo sguardo di Tadzio. L’uomo rimane letteralmente folgorato dalla bellezza del giovane che, ai suoi occhi, è paragonabile a una scultura greca. Da quel momento inizierà tra i due un intenso dialogo tra sguardi…
Liv Ferracchiatti rielabora, con una sua propria e libera interpretazione, quanto Thomas Mann riusciva a interpretare, anche lui liberamente, sul concetto di bellezza. Un concetto così puro, di per sé, da sfuggire a qualsiasi definizione. Nel suo romanzo, dal quale poi Visconti ne ricavò un memorabile film, l’autore identificò quest’immagine astratta nel giovane Tadzio. Una bellezza classica, una perfezione assoluta paragonabile a quella di un dio della mitologia greca. Una drammaturgia essenziale con una voce fuori campo che induce a focalizzare l’attenzione su un canestro di fragole, rosse di passione ma messaggere di morte. Ecco che le parole vengono utilizzate per dimostrarne la loro inutilità. Un dialogo fatto di due monologhi, dove le parole stesse sembrano rimbalzare senza soluzione di continuità. Una telecamera sulla scena che si sposta sulla figura inconsistente di un satiro danzante, tutto in maniera discreta per coglierne ogni possibile movimento. Una passione amorosa verso un soggetto fluido, forse un’attrazione reciproca alimentata da un continuo scambio di sguardi, filtrati dall’occhio della cinepresa. Sentimenti vissuti intensamente che saranno una vera e propria ossessione per entrambi i soggetti in scena. Se nella prima parte si era condotti per mano da una voce suadente esterna ai fatti, nella seconda il monologo diventa parola concreta. Il morso avventato ad una fragola, perfino acerba, segnerà la cacciata da un paradiso terrestre e l’avvio inesorabile verso la morte. Una morte che riscatterà tutto, che travolgerà ogni cosa ma che non toccherà la bellezza platonica di Tadzio, né la sua giovinezza. Aschenbach, oramai morente, vedrà sciogliersi il proprio belletto e con esso la figura, in dissolvenza, del giovane. La regista, sulla scena con Alice Raffaelli, riesce brevemente a fare avvicinare lo spettatore alla passione che attraverso lo sguardo può travolgere o addirittura annientare.
Una produzione Spoleto Festival dei Due Mondi, Marche Teatro, TSU Teatro Stabile dell’Umbria, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, in collaborazione con Fondazione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa.
data di pubblicazione:06/02/2025
Il nostro voto: 
da Daniele Poto | Feb 6, 2025
con Edy Angelillo, Blas Roca Rey, Milena Miconi e Luca Attadia
(Teatro Manzoni – Roma, 30 gennaio/16 febbraio 2025)
Commedia frizzantina che a volte scivola nella farsa. Interno borghese con figlio adorato che torna dagli States con una fidanzata di trent’anni più grande tra l’imbarazzo dei genitori. Ma è un trucco che si scoprirà solo alla fine. Senza spoilerare nulla è quella sulla ciliegina sulla torta che si svelerà in conclusione di vicenda.
Se non hai un testo alla Neil Simon ti arrangi. Così i bravi quattro attori si barcamenano per arginare un quarto d’ora di troppo e un montaggio dello spettacolo ottimizzabile. Edy Angelillo attacca forte ma sviene troppo spesso e troppe volte fa l’amore con il frigorifero per evidenti caldane. Il suo partner cresce e prende piede nella seconda parte. Impegno e professionalità da parte di tutti ampiamente fuori discussione. Si sorride molto, si ride qualche volta per una vicenda surreale sulla quale non bisogna troppo indagare per difetto di verosimiglianza. Ma sembra fatta apposta per il pubblico di Prati, ad ampia tenuta di giorni e con un sicuro successo, per applausi e per rendimento al botteghino. Milena Miconi abile nella doppia parte: un po’ yankee e un po’ burina salvo tornare reale nel colpo di scena. Molto dialoghi, pochi movimenti di scena, qualche ripetizione. Teatro imperfetto per costruzione che però piace e si fa apprezzare. Rovesciamento dei ruoli. La donna, in sospetto di tradimento, è una manager inflessibile e carrierista, lui invece sta in casa, cura l’alimentazione, una sorta di badante tutti usi. Ma il conflitto è dietro l’angolo, però appare sanabile anche se il figliolo rientrante si appresta a giocare il jolly sorpresa. Empatia recitativa collaudata del quartetto di protagonisti.
data di pubblicazione:06/02/2025
Il nostro voto: 
da Antonio Iraci | Feb 5, 2025
Lavorare per l’eternità. Uomini e dèi nella Roma dei Cesari: religione, giustizia, destino
(Teatro di Roma – Teatro Nazionale – Roma,19 gennaio/30 marzo 2025)
Si è appena concluso il primo ciclo di tre incontri, sui sette in totale programmati la domenica mattina presso il Teatro Argentina. A conferma dell’ottima accoglienza da parte del pubblico romano, quest’anno si è così giunti all’undicesima edizione. Come al solito verranno affrontati principalmente temi riguardanti la Roma imperiale, ma anche argomenti più recenti che riguardano la nostra millenaria cultura. In tal senso l’Italia è il Paese che detiene il maggior numero di siti Unesco, patrimoni dell’umanità. Questi appuntamenti domenicali sono introdotti da Massimiliano Ghilardi, archeologo e Direttore dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. Accanto a lui ci saranno stabilmente Claudio Strinati, Soprintendente per il Polo Museale Romano e Andreas M. Steiner, Direttore responsabile delle riviste Archeo e Medioevo. Già in questi tre primi appuntamenti il pubblico è stato piacevolmente intrattenuto da illustri storici e studiosi d’arte antica. Tutti hanno saputo rispettare diligentemente il tempo assegnato e segnato da un’inesorabile clessidra posta in bella vista sul palco. Accanto a Maurizio Bettini e Giovannella Cresci, emeriti studiosi, la scrittrice Annarosa Mattei nel primo incontro si è soffermata sulla figura di Cristina di Svezia. Mitica sovrana che dopo la conversione al cattolicesimo si stabilì definitivamente a Roma dove, occupandosi di arte, fondò nel 1690 l’Accademia dell’Arcadia. L’appuntamento successivo ha visto l’intervento di illustri professori quali Giovanni Brizzi, Paolo Carafa e Monica Centanni che ha intrattenuto sulla propaganda politica nel periodo augusteo. Il 2 febbraio è stata la volta in cui sono intervenuti Alessandro D’Alessio, Direttore del parco archeologico di Ostia antica, nonché la professoressa Francesca Rohr. Quest’ultima ha parlato delle strategie politiche di Augusto volte ad accogliere e educare i figli dei suoi nemici. Apprezzato l’intervento della scrittrice Dacia Maraini che ha parlato di due donne di carattere e del loro martirio per aver strenuamente difeso le proprie idee. Luce sull’archeologia è un ottimo pretesto per parlare di arte e di temi di grande interesse che riguardano il nostro illustre passato. Con il contributo di grandi studiosi, mediante un linguaggio verbale e visivo di facile accesso, la manifestazione ha oramai definitivamente conquistato l’attenzione della folta platea.
data di pubblicazione:05/02/2025
da Salvatore Cusimano | Feb 5, 2025
Diva Futura riporta la storia dell’agenzia omonima ideata e forgiata da Riccardo Schicchi (Pietro Castellitto) attraverso lo sguardo di Debora (Barbara Ronchi) la giovane segretaria del Diva Futura.
Il film è tratto da Non dite alla mamma che faccio la segretaria, firmato proprio da Debora Attanasio. La regista Giulia Louise Steigerwalt dopo Settembre torna alla macchina da presa, mostrandoci il suo Riccardo Schicchi, goliardico ma al tempo stesso serioso, pacato ma anche insopportabile, sicuro ma a tratti anche molto insicuro e comunque sempre sfrontato, un uomo per l’appunto pieno di mille contraddizioni. La sua continua ricerca di arte e poesia dietro la sovraesposizione del corpo della donna, il suo voler far diventare arte un genere come il porno che ha fatto la storia e il costume in Italia con personaggi come Cicciolina, Moana Pozzi ed Eva Henger. Un gruppo di pornostar alla sua corte a fare da contorno in un’epoca in cui, da protagoniste di quel tempo, hanno avuto un’importante influenza sulla cultura popolare italiana degli anni ’80 e ’90, anche in politica. Viene inoltre evidenziata la loro figura di donne libere, intraprendenti ma anche vittime di un sistema che le ha sfruttate.
“Noi siamo amorali, non immorali” (dice Schicchi), affermazione che ci restituisce l’essenza e rispecchia l’operato di questo audace imprenditore. Non originale ma necessaria la scelta di farne un film collettivo in cui ogni personaggio viene approfondito tramite vari intrecci temporali, correndo però il rischio di perdersi in questo continuo back/forward. Le interpretazioni fornite dalle attrici, tranne quella di Cicciolina, sono un po’ lontane dal ricordo delle vere pornostar, ma l’istrionico Pietro Castellitto bilancia il tutto.
È un film che comunque sfida le convenzioni e invita lo spettatore a riflettere sulla moralità, il potere e la libertà, senza giudicare, ma piuttosto cercando di comprendere. Peccato che in generale manchi comunque un po’ più di vivacità e il giusto slancio per rendere l’opera un po’ meno piatta, cadendo molte volte di ritmo, quasi come se volesse essere indirizzato più alla TV che al grande schermo.
data di pubblicazione:05/02/2025
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da Daniele Poto | Feb 3, 2025
con Matilde Brandi, Salvo Buccafusca e Andrea Zanacchi, regia di Francesco Branchetti
(Teatro il Parioli – Roma, 1/2 FEBBRAIO 2025)
Pretesto one woman show per la sempre più completa riqualificazione teatrale di Matilde Brandi nel ruolo di una cinquantenne affetta da schizofrenia. C’è la donna elegante e schifiltosa, molto esigente e poco riluttante a lasciarsi andare con il marito e quella un po’ più trash e avventurosa che sognerebbe un matrimonio impossibile dato che c’è già un precedente registrato all’anagrafe. Il conflitto teatrale nasce da questo pretesto in chiave di divertissement.
Gioco lieve alla dottor Jeckill e Mister Hyde ma senza le stesse pretese. Non si chiede profondità ma leggerezza e in questo senso il plot tiene anche se c’è un evidente difficoltà nel rappresentare lo sdoppiamento. Brandi fa tripli salti mortali nei cambiamenti di scena che impegnano un vasto campionario di vestiti diversamente caratterizzati: dalle mise eleganti allo sdrucito. Si mostra più che volenterosa ad assecondare il gioco con i partner. Che si divertono tanto che in uno dei punti più involontariamente divertenti scoppiano a ridere e devono riprendere il tono serioso del loro dissidio. Il testo allude alle contraddizioni della vita di tutti i giorni, dei sogni dimenticati che, se male interpretati possono anche diventare incubi. Non si vuole indulgere in troppa psicanalisi. E alla fine quando ti attendi un menage a tre scopri che la donna boccia tutti e due i pretendenti, l’amante e il marito, preferendo starsene per i fatti suoi. In una scena persino vestito e scarpe della protagonista alludono alla doppia personalità. Peraltro ci vuole una buona dose di credulità per pensare che una pillola possa risolvere il caso dello sdoppiamento. E di mezzo c’è anche un supponibile maternità che lascia il dubbio su chi sia veramente il padre. Dato che mater è certa ma…
data di pubblicazione:03/02/2025
Il nostro voto: 
da Daniele Poto | Feb 3, 2025
con Thomas Otto Zinzi e Laura Frascarelli, con Guglielmo Fabretti e Marco Ubaldini. Progetto Miniera e Cast Oro Teatro Rimini
(Teatro Binario 30 – Roma, 31 gennaio/2 febbraio 2025)
Favola intima per due anime con piccolo contorno di altri comprimari marginali. Un assistito e una badante. Ma i ruoli si ribaltano nel corso del conflitto drammaturgico. Lui è perfettamente sano mentre è lei, rumena, che è bisognosa di assistenza.
Un gioco teatrale nell’interessante sala prospiciente la stazione Termini. Plot lungamente metabolizzato dai protagonisti. Lei è bravissima nel simulare l’accento dell’est, più smascherabile nel finale quando deve osare termine del vocabolario rumeno. Lui tiene i fili e progressivamente salda la sua anima di benestante con quella della bisognosa lavoratrice che lo assiste. Un sottotesto eloquente relativo al bisogno dell’emigrazione. Del confronto tra chi può e chi si barcamena all’estero per evidente necessità di sopravvivenza. Il messaggio è che nessun individuo può trovare riscatto nella propria autosufficienza e che se c’è speranza questa deve nascere da un palpito collettivo. Il personaggio di Teresa è intenso e coinvolgente, a tratti sensuale. Le sue capacità di presa sull’assistito non tardano a manifestarsi in un colloquio che fa saltare in un amen i recinti di classe, di lingua e di mentalità. La relazione fredda diventa a tratti rovente, soprattutto dopo che la donna incontra un aspirante fidanzato muovendo la gelosia dell’uomo. L’impatto della malattia muta la dialettica del confronto. E il riposizionamento dei ruoli crea il corto circuito teatrale, benefico per l’incontro/scontro dei caratteri. Sullo sfondo una società non propriamente felice. Gli attori si impegnano con convinzione e, dopo gli applausi, si salda una piacevole empatia coi presenti nella piccola sala bomboniera.
data di pubblicazione:03/02/2025
Il nostro voto: 
da Antonio Iraci | Feb 3, 2025
(Berlino, 13/23 Febbraio 2025)
Mancano oramai pochi giorni dall’inizio della Berlinale, kermesse cinematografica internazionale che in questa sua 75esima edizione presenta novità di grande rilievo, sia per quanto riguarda la vasta scelta dei film in concorso, sia per quanto riguarda il cambio della direzione artistica. Al posto di Carlo Chatrian, direttore per quattro anni, ci sarà l’inglese Tricia Tuttle, forte di una lunga esperienza nel cinema e nei festival cinematografici internazionali. Negli anni ha saputo affrontare le sfide della digitalizzazione e ha dimostrato chiarezza e nuove prospettive per una gestione moderna e dinamica della Berlinale. Come di consueto le varie Sezioni collaterali presenteranno una scelta variegata di film che si aggiungeranno a quelli per l’assegnazione dell’Orso d’Oro. Di seguito la lista completa dei film in concorso:
Ari di Léonor Serraille – Francia/Belgio 2025 Prima mondiale
Blue Moon di Richard Linklater – USA/Irlanda 2025 Prima mondiale
La cache (The Safe House) di Lionel Baier – Svizzera/Lussemburgo/Francia 2025 Prima mondiale
Dreams di Michel Franco – Messico 2025 Prima mondiale
Drømmer (Dreams – Sex Love) di Dag Johan Haugerud – Norvegia 2024 Prima internazionale
What Does That Nature Say to You di Hong Sangsoo – Corea del Sud 2025 Prima mondiale
Hot Milk di Rebecca Lenkiewicz – Regno Unito 2025 Prima mondiale
If I Had Legs I’d Kick You. di Mary Bronstein – USA 2024 Prima internazionale
Kontinental ’25. di Radu Jude – Romania 2025 Prima mondiale
El mensaje (The Message) di Iván Fund – Spagna 2025 Prima mondiale
Mother’s Baby di Johanna Moder – Austria/Svizzera/Germania 2025 Prima mondiale
O último azul (The Blue Trail) di Gabriel Mascaro – Brasile/Messico/Cile 2025 Prima mondiale
Reflet dans un diamant mort di Hélène Cattet – Belgio/Lussemburgo/Italia 2025 Prima mondiale
Sheng xi zhi di (Living the Land) di Huo Meng – Cina 2025 Prima mondiale
Strichka chasu di Kateryna Gornostai – Ucraina/Lussemburgo/Paesi Bassi 2025 Prima mondiale
La Tour de Glace di Lucile Hadžihalilović – Francia/Germania 2025 Prima mondiale
Was Marielle weiß di Frédéric Hambalek – Germania 2025 Prima mondiale
Xiang fei de nv hai (Girls on Wire). di Vivian Qu – Cina 2025 Prima mondiale
Yunan di Ameer Fakher Eldin – Germania/Canada/Italia/Palestina/Qatar/Giordania/Arabia 2025
Il Festival verrà inaugurato giorno 13 con il lungometraggio Das Licht di Tom Tykwer, presentato fuori concorso.
A presiedere quest’anno la Giuria Internazionale sarà Todd Haynes, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense. Accanto a lui avremo Nabil Ayouch, regista e sceneggiatore francese di origini marocchine; Bina Daigeler, costumista tedesca attiva nel cinema spagnolo e di Hollywood; Fan Bingbing, attrice, cantante e produttrice cinematografica cinese; Rodrigo Moreno, attore, regista e sceneggiatore argentino; Amy Nicholson, critica cinematografica americana; Maria Haynes, attrice, regista e sceneggiatrice tedesca.
La Berlinale quest’anno assegnerà all’attrice scozzese Tilda Swinton l’Orso d’Oro alla Carriera per la varietà delle opere interpretate e per essere diventata un’icona del cinema moderno. Spiace rilevare l’assenza del cinema italiano al Festival di Berlino 2025. Inspiegabile!
data di pubblicazione:03/02/2025
da Antonio Iraci | Gen 30, 2025
Úrsula Iguarán e José Arcadio Buendía, nonostante i funesti presagi che avrebbero colpito la loro discendenza, decidono comunque di sposarsi. Insieme ad altri, desiderosi di trovare una nuova sistemazione e costruire un nuovo futuro, si mettono in marcia affrontando pericoli di ogni sorta. Finalmente trovano il posto giusto nella Colombia caraibica dove fonderanno una città libera che chiameranno Macondo. Negli anni si assisterà all’ascesa e al declino della dinastia dei Buendía e con essa lo sviluppo di una civiltà sospesa tra l’immaginifico e l’esoterico…
Quando Gabriel García Márquez pubblicò nel 1967 il romanzo Cent’anni di solitudine, nessuno avrebbe previsto che sarebbe diventato una pietra miliare della letteratura del Novecento. L’autore infatti introdusse per la prima volta uno stile tutto proprio che fu successivamente coniato come realismo magico. La vastità del racconto sulla famiglia di José Arcadio Buendía, legate alla città immaginaria chiamata Macondo, negli anni rendeva pressoché impossibile realizzarne una versione cinematografica. Nella fantasia dell’autore il periodo narrato, dalla fondazione della città al suo totale declino, abbraccia un secolo. In quegli anni nascerà una civiltà i cui albori saranno introdotti dalla mitica figura di Melquíades, uno sciamano che insegnerà ad Arcadio i misteri dell’alchimia. Superfluo adesso parlare ulteriormente delle vicende dei protagonisti, quanto piuttosto soffermarsi sul lavoro immane svolto per portare al pubblico le immagini di questa lunga sagra. Una storia che inizia proprio con il famoso incipit del romanzo. “Di fronte al plotone di esecuzione, il colonello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato del pomeriggio quando suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio”. Rimasto in gestazione per diversi anni, Cent’anni di solitudine finalmente approda sulla piattaforma Netflix sotto forma di serie tv. Enorme il lavoro dei registi che si sono impegnati a ricreare e trasmettere l’universo surreale creato dallo scrittore colombiano. Per una maggiore veridicità della storia è stato scelto un cast composto solo in parte da attori professionali. Tra questi Marco González e Susanna Morales rispettivamente nei ruoli principali di José Arcadio e di Úrsula. L’adattamento televisivo ha visto infatti impegnati centinaia di attori e comparse nonché maestranze locali per realizzare al meglio la ricostruzione storica della mitica citta colombiana. Il risultato è stato eccezionale per trasmettere quelle emozioni e quelle sensazioni per i quali i registi e la produzione intera si sono seriamente impegnati. Assolutamente da non perdere.
data di pubblicazione:30/01/2025
da Antonio Jacolina | Gen 29, 2025
Al termine della prima fase della dura e sotterranea lotta per sensibilizzare il voto dei membri dell’Academy si è ormai delineato lo scenario. Sono state infatti finalmente rese note le candidature per gli OSCAR 2025 che verranno assegnati, come da tradizione, ad inizio Marzo. Siamo arrivati alla 97ma edizione di questa celebrazione dei fasti della 7ma Arte. Le nomination riflettono realisticamente la singolare diversità di Generi e Creatività che hanno segnato il paesaggio cinematografico di eccellenza dell’ottimo 2024. Un’edizione che a prima vista appare quasi troppo scontata per la presenza dei grandi favoriti apprezzati da Critica e Pubblico (13 candidature per Emilia Pérez e 10 per The Brutalist e Wicked). Al tempo stesso però anche un’edizione che si distingue per la marcata pluralità artistica che unisce Blockbuster spettacolari con lavori più intimisti. Produzioni Hollywoodiane con prodotti indipendenti. Autori ed artisti affermati con talenti emergenti e, non ultimo, una significativa presenza femminile in tutti i settori. Per gli appassionati di Cinema che amino o meno le storie visionarie, le performances magistrali o le innovazioni stilistiche questa Annata si annuncia veramente come un appuntamento più imperdibile che mai. Il rush finale ed i giochi dietro le quinte dell’ultimo mese, si sa possono dar luogo a tutte le possibili sorprese. Come però non tenere conto di Emilia Pérez, di The Brutalist, de Il Seme del Fico sacro o anche dei possibili outsider I’m Still Here e A Complete Unknown? Purtroppo nuovamente ignorato il Cinema Italiano! Il tema aprirebbe spazio a ben più ampie analisi. Il dato di fatto è che i nostri film non riescono ad attrarre l’attenzione del pubblico e degli esperti internazionali. Forse perché non trattano temi di grande attualità? Perché autocentrati nel nostro provincialismo? Per le storie di breve respiro?
Di seguito l’elenco delle nomination per le principali categorie:
Miglior Film:
Anora
The Brutalist
A Complete Unknown
Conclave
Dune II
Emilia Pérez
I’m still Here
Nickel Boy
The Substance
Wicked
Miglior Regista:
Sean Baker -Anora
Brady Corbet – The Brutalist
James Mangold – A Complete Unknown
Jacques Audiard – Emilia Pérez
CoralieForgeat– The Substance
Miglior Film Internazionale:
I’m Still Here (Brasile)
Emilia Pérez (Francia)
Flow (Lettonia)
Il Seme del Fico Sacro (Germania)
The Girl with the needle (Danimarca)
Miglior Attore:
Adrien Brody (The Brutalist)
Timothee Chalamet (A Complete Unknown)
Ralph Fiennes (Conclave)
Colman Domingo (Sing Sing)
Sebastian Stan (The Apprentice)
Miglior Attrice:
KarlaSofia Gascòn (Emila Pérez)
Mikey Madison (Anora)
Demi Moore (The Substance)
Fernanda Torres (I’m Still Here)
Cynthia Erivo (Wicked)
data di pubblicazione:29/01/2025
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