Quarta puntata per i capolavori della letteratura

Quarta puntata per i capolavori della letteratura

Saul Bellow con Herzog

per il ciclo Imperdibili

Mercoledì 19 febbraio quarta puntata degli Imperdibili con i classici  della letteratura alla libreria Eli di Viale Somalia 50 A in Roma (ore 18.30). Dopo i capolavori di Vonnegut, Durrenenmatt, Barthes questa volta il focus si concentra su Saul Bellow, il grande scrittore americano di discendenza ebraica, con il suo fantasmagorico Herzog del 1964, un libro che propiziò la sua ascesa nel gotha letterario, segno inconfondibile del successo il Premio Nobel del 1976. Herzog, il protagonista depresso e trionfante, scrive lettere al mondo. Lettere che non saranno mai pubblicate ma che interrogano l’uomo sul futuro, sul senso della vita, sul significato profondo dei suoi atti. Herzog è insieme un vincitore, un fallito e un intellettuale immerso nelle contraddizioni vistose della società americane. Un libro di validità assoluta ed esistenziale sessanta anni dopo. Con intensi ritratti di donne, specchio della vita molto vissuta di Bellow (cinque matrimoni, quattro divorzi). Daniele Poto ci porterà nelle viscere del libro, Franco Fatigati si soffermerà sul milieu della letteratura ebraica con cittadinanza americana mentre l’attrice Francesca Gatto leggerà alcuni passi salienti del libro che sarà vivisezionato in ottanta minuti di emotiva analisi. Una conversazione tutt’altro che accademica al termine della quale i relatori saranno disponibili a confrontarsi con gli amici del pubblico. La sede è quella consueta della libreria con dominus Marcello Ciccaglioni, libraio emerito da sessanta anni.

data di pubblicazione:15/02/2025

ANTONIO E CLEOPATRA di William Shakespeare, con Anna Della Rosa e Valter Malosti

ANTONIO E CLEOPATRA di William Shakespeare, con Anna Della Rosa e Valter Malosti

regia di Valter Malosti

(Teatro Quirino – Roma, 11/16 febbraio 2025)

Testo della maturità, Antonio e Cleopatra di William Shakespeare arriva dopo le grandi tragedie di Amleto, Macbeth, Re Lear. A un anno dal debutto lo spettacolo che vede in scena la coppia Malosti/Della Rosa è ora (non solo drammaturgicamente) a Roma.

Dopo un prologo che invita a prestare attenzione alla vicenda che si sta per svolgere con gli occhi dell’immaginazione, più che con lo sguardo fisico, il sipario si apre su una scena instabile, in cui manca la quieta armonia donata da un punto di fuga. Le venature del marmo delle alte pareti che la contengono aumentano l’effetto deformante di un luogo geograficamente non collocabile. Siamo nello spazio dei sogni, la cui percezione di rapimento è amplificata dal tappeto sonoro di suoni e voci di GUP Alcaro. E come il sogno si svolge in un unico piano sequenza, così qui i cinque atti della tragedia accadono tutti in un solo, lungo tempo. Si vaga nelle regioni metafisiche della mente umana in cui si fanno guerra passione e volontà.

Marco Antonio, interpretato dallo stesso Malosti, è richiamato a Roma per i suoi doveri di triumviro, costretto dal potere a spegnere l’euforia della passione che lo travolge per Cleopatra. Nel ruolo della regina d’Egitto la compagna – non solo artistica – del regista, Anna Della Rosa. Di contrasto allo statuario condottiero romano, pilastro del mondo, è una fiammella che arde nei costumi realizzati da Carlo Poggioli. Danza nell’aria e cavalca destrieri con la stessa agilità con cui cambia registro nella stessa frase. Veloce come Shakespeare nel mutare la scena da Alessandria a Roma, da Azio ad Atene e per tutto il Mediterraneo.

In un contesto in cui la storicizzazione dei fatti passa in secondo piano per dare spazio invece al potere evocativo della parola – che nella traduzione e adattamento curati dal regista insieme a Nadia Fusini acquista di valore poetico – i personaggi sono il luogo dell’azione. Figurano nel cast Massimo Verdastro, un ipnotizzante indovino in grado di realizzare con la voce l’incantesimo della parola e Danilo Nigrelli nel ruolo di Enobardo, a cui è affidato il compito di sciogliere la complicata vicenda, oltre ai giovani interpreti usciti dalla scuola dello Stabile di Torino.

È alquanto evidente che nella regia di Valter Malosti al classico scespiriano Antonio e Cleopatra ogni elemento scelto concorra a generare nello spettatore una perdita di equilibrio, un senso di ebbrezza. La vertigine che rimane addosso dopo aver sognato di volare, ma anche l’inquietudine di angosciose visioni. La certezza che senza l’illusione del sogno la realtà non è altro che un contenitore vuotato di senso.

data di pubblicazione:15/02/2025


Il nostro voto:

HOT MILK di Rebecca Lenkiewicz

HOT MILK di Rebecca Lenkiewicz

(75 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – BERLINALE)

Berlino, 13/23 Febbraio 2025

Rose, costretta sulla sedia a rotelle, si trova con la figlia Sofia al sud della Spagna per sottoporsi a delle cure in un centro specializzato. La ragazza è molto premurosa verso la madre e cerca in tutti i modi possibili di assecondarla. Un giorno Sofia incontra sulla spiaggia lo sguardo di Ingrid, una donna libera e spregiudicata che la affascina molto. Tra di loro nascerà una tenera relazione non scevra da incomprensioni e gelosie…

Rebecca Lenkiewicz è una sceneggiatrice e drammaturga inglese qui alla sua prima prova come regista. Hot Milk è un adattamento del romanzo omonimo di Deborah Levy e tratta del rapporto singolare tra madre (Fiona Shaw) e figlia (Emma Mackey). Entrambe in Almería per trovare una soluzione alla grave malattia alle gambe di cui soffre da anni l’anziana donna. Il dottor Gómez, al quale si sono affidati, non è un semplice ortopedico ma applica metodi terapeutici molto singolari. Ricorre infatti ai principi della psicoterapia per cercare di arrivare alle cause primarie della patologia. Sofia, nata da una vecchia relazione tra Rose e un greco balordo, studiando antropologia è abituata a osservare i comportamenti bisbetici e capricciosi della madre. Di contro, come spesso avviene, non sa guardare dentro se stessa né capire esattamente cosa dovrebbe aspettarsi dalla vita. Intanto vive in una dipendenza folle che le toglie il respiro e la costringe a un totale isolamento. L’incontro casuale con Ingrid (Vicky Krieps) procurerà in lei una sorta di consapevolezza di chi sia veramente e di cosa realmente ha bisogno. Pian piano le tre donne, ciascuna in modo diverso, mostreranno le proprie debolezze e soprattutto i propri segreti mai rivelati. Un film quindi che rivolge uno sguardo introspettivo alla natura umana e alle tragedie che ognuno può sopportare proprio per salvaguardare la propria esistenza. Sofia, delusa dal passato della madre così pieno di bugie e di sotterfugi, dovrà anche affrontare una realtà alquanto amara. Ingrid, nonostante le promesse d’amore, in realtà è una donna riluttante a qualsiasi legame e ama molto farsi corteggiare da diversi uomini contemporaneamente. Un’analisi quindi alla fragilità dei rapporti soprattutto quelli all’interno della famiglia, frutto di rancori e di verità nascoste. Un film costruito bene, con un cast di primordine e che sicuramente susciterà grande curiosità da parte del pubblico e della critica. Hot Milk è presentato in concorso per l’Orso d’Oro.

data di pubblicazione:14/02/2025








DAS LICHT di Tom Tykwer

DAS LICHT di Tom Tykwer

(75 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – BERLINALE)

Berlino, 13/23 Febbraio 2025

Farrah è una immigrata siriana che trova lavoro a Berlino come governante presso gli Engels. Una famiglia borghese composta da Tim e Milena, dai loro figli Frieda e Jon e dal piccolo Dio, nato da una relazione extraconiugale di Milena. Ognuno sembra badare a sé e a risolvere da sé i propri problemi. L’arrivo di Farrah metterà in crisi le loro esistenze e nello stesso tempo porterà un po’ di tregua nei loro rapporti interpersonali…

Una scelta ben ponderata quella di presentare Das Licht, del regista e sceneggiatore tedesco Tom Tykwer, come film di apertura della 75esima edizione della Berlinale. Si era fatto conoscere in Italia per la serie televisiva Babylon Berlin, un poliziesco che aveva visto come protagonista il commissario Gereon Rath. Abbandonate le situazioni cupe di una Berlino durante l’ascesa del nazismo, Tykwer sembra ora cambiare genere espressivo per concentrarsi sui drammi di una famiglia disfunzionale. In casa Engels ognuno vive per proprio conto e affronta i propri problemi lavorativi, affettivi e esistenziali senza ricorrere a una qualsiasi forma di interazione. L’arrivo di Farrah, come addetta alle pulizie, porterà in casa qualcosa di nuovo e nello stesso tempo di misterioso. La donna riuscirà piano piano a scalfire le difese che ognuno si era costruito per affrontare da solo le proprie sciagure. La vicenda si concentra su uno strano marchingegno che emette una potente luce intermittente, utilizzato da Farrah per sondare il proprio passato. Uno strumento ipnotico che scavando nell’inconscio riesce a riportare a galla situazioni e persone oramai morte. Il regista compone un puzzle intrigante dove si alternano le vicende dei personaggi con musiche e coreografie leggere, in contrasto con la drammaticità degli eventi. In una improbabile Berlino, battuta da una pioggia insistente, risulta chiaro il messaggio su come si dovrebbe affrontare la vita per risolverne le tragedie. Ecco che l’enigmatica immigrata siriana diventerà l’elemento catalizzatore che riuscirà a far chiarezza e a resettare i rapporti all’interno della famiglia. Un cast eccezionale per la presenza di Lars Eidinger e di Nicolette Krebitz rispettivamente nei ruoli di Tim e Milena Engels. Tala Al-Deen, nella parte di Farrah, è ideale come protagonista di una storia forte e immaginifica. Un film che merita una certa attenzione, girato in maniera stravagante ma anche denso di profondi significati. Non è ancora prevista la data di distribuzione in Italia.

data di pubblicazione:13/02/2025








THE NIGHT AGENT di Shawn Ryan, 2025 – 2° Stagione – Netflix

THE NIGHT AGENT di Shawn Ryan, 2025 – 2° Stagione – Netflix

L’Agente FBI Sutherland (G. Basso) è implicato in una nuova situazione critica. Una vasta e minacciosa cospirazione che coinvolge l’ONU, i Servizi Segreti e la Casa Bianca…

Le Spy story sono un genere ultra popolare e terreno ideale per scrittori e sceneggiatori. Sanno bene adattarsi al mutare delle situazioni internazionali e continuano ad avere ottime prospettive in campo cinematografico. Per non essere da meno delle sue concorrenti, Netflix è scesa in campo con questa fortunata serie i cui primi 10 episodi hanno riscosso grande successo nel 2023. Si sa che dopo una Prima Stagione ottima, in genere le successive non riescono a mantenere gli alti livelli di partenza e finiscono per lasciare un po’ di delusione. I nuovi episodi di The Night Agent riescono invece a conservare la stessa efficacia iniziale e si iscrivono in continuità con i precedenti. Ovviamente l’effetto novità si è perso, il plot è ormai conosciuto ma l’insieme resta gradevole e mantiene gli stessi pregi. Stiamo pur sempre parlando di un prodotto commerciale che nel suo genere punta solo ad essere piacevole e coinvolgente per un pubblico generalista. Gli sceneggiatori infatti non hanno corso alcun rischio né portato cambiamenti. La ricetta ripropone gli stessi ingredienti: molta azione, ottimo script, interpreti credibili e suspense quanto basta. Un discreto thriller che fonde politica, terrorismo, spionaggio e complotti gestiti con ritmo e brio. Pochi i momenti soporiferi, pochissimi i tempi morti. Il montaggio rapido salva la serie dalla banalità. La dinamicità incalzante e ben realizzata fa sorvolare sullo scarso approfondimento psicologico dei personaggi, sull’improbabilità di alcune situazioni e sul moltiplicarsi di storie secondarie. Lo scenario è molto classico e senza particolari sorprese ma non per questo si può definire scontato. Il cast tutto ricopre bene i vari ruoli e i due protagonisti sono convincenti. The Night Agent 2° Stagione non sarà ricordato per l’audacia innovativa ma resta ancora uno spettacolo piacevole e godibile, frutto evidente di una elevata professionalità collettiva. Uno Spy thriller ben scritto, solido, senza eccessive violenze, coinvolgente e facile da seguire per gli amanti del genere.

data di pubblicazione:13/02/2025

LA COMMEDIA, scritto da Francesco Villa, Alessandro Besentini, Alberto Ferrari e Antonio De Santis

LA COMMEDIA, scritto da Francesco Villa, Alessandro Besentini, Alberto Ferrari e Antonio De Santis

regia di Alberto Ferrari, con Ale e Franz, Rossana Carretto e Raffaele Spina

(Teatro Il Parioli – Roma, 12/23 febbraio 2025)

Commedia (appunto) degli equivoci assoluti. Quando ti aspetti la conclusione un nuovo colpo di scena (da non rivelare) sconvolge il previsto finale. Giochi di coppia intrecciati tra due coniugi un po’ stanchi e due fidanzati quasi improponibili per la differenza di età. Per la prima volta i due comici in uno sviluppo continuo e corale intereagendo con due brave attrici. Si sorride ma soprattutto si ride in un florilegio di battute.

Il punto di forza è la generosità degli attori che per due oltre due ore danno vita a parti pirotecniche dove è richiesta energia, sovratoni, spunti di mimo, paradossalità. Non hanno fatto un salto nel vuoto Ale e Franz tentando coraggiosamente di cucire per la prima volta un testo continuo. Il fermo immagine propone lo spaccato di una foto ogni qual volta si giunge a un momento sorpresa. Il mestiere accumulato in trentuno anni di collaborazione emerge nei momenti di maggiore imprevedibilità. La bravura si nota anche quando, persa una battuta, si riguadagna rapidamente il testo. Con una risata supplementare. L’amore al centro della scena con qualche divagazione amena ma non volgare sul sesso. Il vulnus è la differenza di età e la gravidanza. Fioccano tanti interrogativi attorno a queste variabili. Mater certa ma il padre? Dialoghi scoppiettanti, a tratti sulfurei. La gelosia per il futuro di una figlia, l’insopportabilità per la figura di un possibile genero. E la panchina come elemento costitutivo di dialogo ma più spesso di scontro. Il plot è irraccontabile fino in fondo per non rovinare la sorpresa a chi leggerà questa recensione. Sostegno musicale adeguato fino al ballo finale.

data di pubblicazione:13/02/2025  


Il nostro voto:

HEARTSTOPPER di Euros Lyn, creato da Alice Osman – Serie Netflix

HEARTSTOPPER di Euros Lyn, creato da Alice Osman – Serie Netflix

Apparentemente una serie romantica/LGBTQ+/Teen Heartstopper, basata sull’omonimo fumetto, nasconde in verità una prorompente storia d’amore per tutti che ci immerge in un mondo queer e magico dal quale non si vorrebbe più fare ritorno. Siamo in Inghilterra e Nick Nelson, il bello di un liceo maschile e stella del rugby, si ritrova disorientato dall’inaspettata attrazione che sente verso Charlie Spring, un compagno che gli è assegnato durante le ore di ricreazione come vicino di banco, precedentemente bullizzato ed emarginato perché dichiaratamente omosessuale.

Divisa in tre stagioni la trama racconta la vita dei due protagonisti durante gli anni della scuola, affrontando una serie di argomenti importanti come i disordini alimentari, l’autolesionismo, la violenza psicologica, il bullismo e l’omosessualità, mettendoli in vista attraverso un caleidoscopio fatto di amicizia, amore, rispetto, accoglienza e molto divertimento. È una serie priva di violenza nonostante gli argomenti forti. E la voglia dei giovani protagonisti di far rispettare la loro diversità in ambienti a tratti anche molto ostili, come il liceo e la famiglia, è contagiosa. Oltre Nick (impersonato dall’enfant prodige Kit Connor, il giovane Elton John di Rocketman) che si scopre bisessuale e Charlie (l’attore Joe Locke, scelto tra 10.000 candidati) timido ma determinato, incontriamo la loro amica Elle, una giovane trans, la coppia lesbica Darcy e Tara, l’asessuale Isaac, l’amica Imogen, che si sente solo persa, e il passionale Tao.

Le tre stagioni accompagnano Charlie e Nick dal primo incontro al loro outing come coppia fino ai loro timori su cosa accadrà dopo la maturità. E se qualcosa fa ridere è la faccia del farmacista, quando Nick viene costretto dalle sue amiche a comprare dei preservativi per la sua prima volta con Charlie.

La serie ha ricevuto ottime critiche nel mondo anglosassone. In particolare la terza stagione è stata premiata con il Golden Tomato (dal sito Rotten Tomato). Nella serie ha recitato tra gli altri la vincitrice Oscar Olivia Colman, nel ruolo della madre di Nick, e Stephen Fry, che nella versione originale ha dato la voce al rettore della scuola. Un’ode alla tolleranza che dovrebbero vedere anche gli adulti.

data di pubblicazione:12/02/2025

AMERICAN PRIMEVAL di Peter Berg – miniserie Netflix

AMERICAN PRIMEVAL di Peter Berg – miniserie Netflix

Nello Utah del 1857 una donna con il figlio claudicante è in viaggio per raggiungere il marito a Crooked Springs. Nel corso di un cammino estremamente lungo e pericoloso si troverà coinvolta nel cruento massacro di Mountain Medows (evento storico), opera di un gruppo di Mormoni, ai danni di inermi coloni e di altre terribili avventure.

Dimenticate i western di una volta, quelli che avete visto con nonni o genitori, ora il genere si è trasformato in un diabolico mix di storia e truculento realismo. In particolare, American Primeval, pur romanzato in alcune situazioni, racconta di un territorio e dei drammatici eventi in cui furono coinvolti nativi americani, coloni in marcia verso la California, esercito degli Stati Uniti e squadre di Mormoni. Teatro degli scontri fu una porzione dello Utah che in barba a trattati firmati e stracciati con estrema disinvoltura, erano abitati da sempre da tribù di nativi. Su quei territori si era insediata una violenta comunità di Mormoni che ritenevano quelle aree la loro “terra promessa”. Peraltro la religione mormone con il suo razzismo e la discutibile pratica della poligamia “alla luce del sole”, non era ben accetta né dal novello stato americano né dai coloni. Tale coacervo non poteva che generare una serie di conflitti dove diventava quasi impossibile capire i torti e le ragioni dei partecipanti. La vicenda più sanguinosa fu il massacro di Mountain Medows ad opera di bande Mormoni, travestiti da indiani, e ispirato dal sedicente governatore della setta. Del massacro (furono barbaramente uccisi 120 coloni) non ci viene risparmiato niente e le scene magistralmente girate ne colgono appieno l’orrore. Nei sei episodi in cui si sviluppa la trama sono inseriti vuoi personaggi storici come il trapper Jim Bridger o Brigham Young, il controverso capo della comunità Mormone, vuoi altri non realmente esistiti. Lo spettacolo, ripeto, è per stomaci forti, ma nelle intenzioni di Mark L.Smith, l’ ideatore della serie, e del regista Peter Berg , era il realismo la cifra distintiva che si voleva imprimere al racconto. Quel mondo spietato e brutale viene reso con efficacia e paesaggi impervi e innevati e attori, tutti perfetti nei rispettivi ruoli, contribuiscono a rendere credibili e avvincenti gli accadimenti. Nella vicenda “fiction”, necessaria per alleggerire il realismo storico, i protagonisti sono, Sara e Isaac, magistralmente interpretati rispettivamente da Betty Gilpin e Taylor Kitsch, ma su tutti giganteggiano le prestazioni di Kim Coates (l’infido Brigham Young) e Shea Whigham nei panni del leggendario Jim Bridger. A detta degli esperti, dunque in estrema sintesi: storia con la S maiuscola la serie tra le più viste di Netflix.

data di pubblicazione:11/02/2025

 

THE BRUTALIST di Brady Corbet, 2025

THE BRUTALIST di Brady Corbet, 2025

L’architetto ungherese Lázló Tóth (A. Brody) sopravvissuto all’Olocausto riesce ad emigrare negli Stati Uniti.  In attesa della moglie (F. Jones) vivrà di piccoli mestieri e in povertà finché il suo talento verrà notato da un ricco industriale (G. Pearce) per un ambizioso progetto…

The Brutalist merita le 10 Nomination. Ha tutti gli elementi di un grande film e lo è senza alcun dubbio! Non è il lavoro di un cineasta di lungo corso ma, questo è il bello, è l’opera terza di un autore di appena 36 anni fino a ieri considerato un emergente ma, d’ora in poi, un enfant prodige. Colpisce la sua maestria! La storia inventata ma verosimile è costruita attorno ad un architetto di fantasia. Una cornice e un disegno così precisi e convincenti che ci si meraviglia che non si tratti di un biopic. Un film imponente, ben orchestrato che nonostante i suoi 218’ non è mai lento o noioso. Un dramma complesso ed ambizioso ricco di temi e tocchi simbolici che illustra come l’Arte possa trascendere Spazio e Tempo e rivelare una libertà di idee che il suo stesso autore non ha avuto in vita. Al centro c’è il prezzo della Bellezza e la relazione tossica fra Denaro ed Arte. Una critica all’illusione dell’American Dream e alle classi privilegiate che sfruttano la genialità degli immigrati. La follia creativa, il talento, i tormenti di un artista sognatore ed i suoi contrasti con un mecenate megalomane ed egocentrico. Il piano sequenza iniziale cattura subito e dà il tono e la misura del film. Un grande momento di Cinema! La cinepresa avvolge il protagonista e lo inquadra in un ambiente caotico, chiuso, spazi scuri, indefiniti e opprimenti. Con lui emergiamo dalle tenebre e gli occhi, i nostri e quelli di Lázló, si posano sulla prima cosa che distinguono: la Statua della Libertà. Solo che la statua è a testa in giù, dettaglio che ci fa già intuire come il Sogno non sarà alla facile portata dell’architetto. Corbet oscilla fra approccio classico e spunti innovativi. Concilia dramma, audacie formali e simbolismi. Assistito da un’ottima sceneggiatura sa fare buon uso di ogni immagine fra slanci narrativi ed ellissi. La colonna sonora è incisiva, il montaggio è sopraffino. La scelta del VistaVision in 70 mm esalta la fotografia e le scenografie con una risoluzione più alta ed una maggiore profondità di campo. Il cast merita ogni elogio. Brody è intenso e ricco di sfumature. Ottimi i coprotagonisti e Pearce in particolare. The Brutalist merita rispetto, potrà anche non piacere fino in fondo ma è puro Cinema che va decantato ed assimilato per poterlo apprezzare nella sua essenza. Corbet va ammirato per lo stile e per il coraggio di assumersi i rischi di un’opera smisurata. Alcuni cali di ritmo e di intensità drammatica nella seconda parte gli possono essere perdonati. Da vedere assolutamente in VistaVision.

data di pubblicazione:11/02/2025


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GUERRA E PACE di Lev Tolstoj, regia di Luca De Fusco

GUERRA E PACE di Lev Tolstoj, regia di Luca De Fusco

(Teatro Argentina – Roma, 4/23 febbraio 2025)

In scena all’Argentina dal 4 al 23 febbraio, Guerra e Pace il romanzo di Lev Tolstoj nell’adattamento teatrale di Gianni Garrera e Luca de Fusco che ne ha curato anche la regia. Un ampio affresco che esplora gli aspetti più profondi dell’animo umano, attraverso le vicende private di due famiglie dell’alta nobiltà russa, lasciando, per scelta registica, sullo sfondo le vicissitudini storiche della Russia zarista e dell’invasione napoleonica, per soffermarsi maggiormente sulla sfera più intima dei personaggi.

Un romanzo monumentale che da oltre 150 anni ci parla di vita, amore, morte, di desiderio di vendetta, perdono, volontà di fare il bene ma anche di cedere al male. La storia è principalmente quella di due famiglie, i Bolkonskij ed i Rostov, tra giochi di potere e amori vagheggiati o corrisposti, corteggiamenti e matrimoni, ma anche soldati feriti e morti durante le guerre napoleoniche, con la campagna di Russia del 1812.

Lungo delle scalinate di un palazzo in rovina si dipanano le storie personali dei protagonisti in bilico tra la noia dei nobili in un mondo di pace e la smania di chi vuole buttarsi in azioni coraggiose abbracciando la guerra. Sofferenza, amore, passione e dolore in un destino comune del quale tutti fanno parte.

Un racconto su più piani grazie all’uso di tulle come quarta parete che aggiunge immagini proiettate alla scatola scenica, permettendo la sovrapposizione delle storie e degli stati d’animo dei personaggi.

Ciò garantisce attraverso cambi continui di ambientazione la leggerezza ed il ritmo del racconto.

La linea portante è quella dei rapporti, specie amorosi, tra sospiri, malinconie e sogni di uomini e fanciulle, in parallelo con i giovani chiamati o desiderosi di battersi in battaglia, con i loro entusiasmi e malesseri esistenziali ed alle prese con le coercizioni del potere e della guerra.

Un lavoro drammaturgico ben orchestrato ed attento ai particolari, soprattutto nelle sfumature dei personaggi, capeggiati da una bravissima Pamela Villoresi insieme a un nutrito cast di attrici e attori, tutti degni di menzione da Federico Vanni, a Paolo Serra, Giacinto Palmarini, Alessandra Pacifico Griffini, Raffaele Esposito, Francesco Biscione, Eleonora De Luca, Mersila Sokoli, Lucia Cammalleri capaci di dare voce alle più intime emozioni umane in un’epica successione di feste e battaglie, amori e illusioni, matrimoni e morti.

data di pubblicazione:09/02/2025


Il nostro voto: