DETROIT di Kathryn Bigelow, 2017 – Selezione Ufficiale

DETROIT di Kathryn Bigelow, 2017 – Selezione Ufficiale

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

E’ il film della Bigelow la vera sorpresa dell’apertura della dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. La regista, prima donna a vincere nel 2010 il premio Oscar con il film The Hurt Locker, con Detroit è alla sua terza collaborazione con Mark Boal. Con un taglio parzialmente documentaristico ci riporta alla rivolta sanguinosa di cinquanta anni fa, nella omonima città statunitense, dove l’odio razziale americano raggiunse il culmine con l’uccisione da parte della polizia di tre afroamericani ed il ferimento di altre diverse centinaia.

Cinque giorni di disordini che sfociarono in una rivolta repressa nel sangue dalla polizia, in cui rimasero gravemente ferite centinaia di persone tra la popolazione afro-americana, raccontati con un crudo realismo e supportati da immagini di repertorio, riescono a dare un ulteriore colpo di frusta, semmai ce ne fosse ancora bisogno, alla società americana dove l’azione politica perpetuata verso le minoranze, oggi più che mai, risulta palesemente offensiva della dignità umana in tutti i suoi aspetti. La morte di tre giovani che si trovavano nel Motel Algiers, uccisi dagli agenti di polizia perché sospettati di essere dei cecchini, dopo essere stati sottoposti assieme agli altri ospiti del motel a maltrattamenti e torture anche psicologiche perché considerati pericolosi senza che ci fossero delle fondate accuse, mettono il pubblico bruscamente al corrente di come le istituzioni perbeniste americane coprirono l’operato repressivo della polizia di Detroit, riuscendo a camuffare, sotto l’apparenza di una forte democrazia, quello che in effetti fu considerato un grave crimine repressivo contro la gente di colore.

Quelle immagini diventano così un buon pretesto per indurci a pensare che lo slogan “Proud to be American”, tanto reclamizzato ai tempi dell’attentato dell’11 settembre 2001 alle Twin Towers, è da considerarsi oggi quanto mai fuori posto, quasi un eufemismo che induce invece alla vergogna. La regista racconta gli anni 60 bui americani attraverso quel razzismo che fu la reale causa del massacro di Detroit, e lo fa alla luce di quanto accade oggi nel suo paese. La brutalità che aumenta, le urla, la violenza e la tensione vengono restituite al pubblico senza sconti, e si partecipa affinché giustizia venga fatta verso gli autori di tutto questo, in una storia così lontana eppure così attuale. La pellicola può considerarsi un’ottima testimonianza storica per le generazioni di oggi e di domani.

data di pubblicazione:27/10/2017








DETROIT di Kathryn Bigelow, 2017 – Selezione Ufficiale

HOSTILES di Scott Cooper, 2017 – Selezione Ufficiale

(12^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA – 26 ottobre/5 novembre 2017)

L’apertura di questa dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma è stata affidata al film Hostiles dello statunitense Scott Cooper (Crazy Heart, Out of the Furnace e Black Mass). Il regista e sceneggiatore assegna ad un western il compito, certamente non semplice, di diffondere un messaggio quanto mai preoccupante e terribilmente attuale.

Ambientato nel 1892 narra del leggendario capitano Blocker (Christian Bale) che, suo malgrado, dovrà scortare un capo Cheyenne in punto di morte e i suoi cari, da tempo detenuti dall’esercito statunitense a Fort  Berringer, fino alla loro terra natia. Durante il lungo viaggio la compagnia dovrà affrontare mille pericoli soprattutto per le incursioni dei sanguinari membri delle tribù Comanche che tra l’altro avevano appena decimato una intera famiglia di bianchi dove era rimasta miracolosamente viva solo Rosalie (Rosamund Pike). L’incontro con la donna, ancora sotto shock per la crudele perdita dei suoi figli e del marito, sarà il pretesto che spingerà il capitano a ripensare a tutta la sua vita, come uomo e come soldato, rendendolo piano piano più predisposto ad abbandonare l’istintivo odio verso i nativi indiani e a accettare il loro modo di essere e la loro ancestrale cultura. Sembra quasi bizzarra la scelta di Cooper di affrontare con un western le problematiche che affliggono oggi il mondo in cui viviamo e dove gli Stati Uniti sembrano sempre più distanti dall’accettare la non violenza e le differenze ideologiche. La storia, pur ambientata in un’epoca oramai appartenente al passato, è quanto mai attuale e sicuramente pertinente alle guerre che insidiano oggi la nostra libertà, il rispetto dei valori umani e della diversità in generale. Il film è ben interpretato e buona è la sceneggiatura curata dallo stesso regista, ma è certamente di ottimo livello la fotografia curata da Masanobu Takayanagi di immensi paesaggi che accompagnano i protagonisti nel loro viaggio verso le praterie del Montana. Il finale, forse scontato, ben si inserisce nel contesto di violenza e di odio che accompagna l’intera narrazione, e non ci sarebbe da stupirsi se Hostiles otterrà la prestigiosa dorata statuetta alla prossima edizione dell’Academy Awards.

data di pubblicazione:26/10/2017








LA RAGAZZA NELLA NEBBIA di Donato Carrisi, 2017

LA RAGAZZA NELLA NEBBIA di Donato Carrisi, 2017

Avechot è uno sperduto villaggio immerso in una piccola vallata tra le montagne nella provincia di Bolzano. I suoi abitanti vivono una vita tranquilla, immersa totalmente nell’attività religiosa di una confraternita che inculca loro principi morali molto rigidi, completamente anacronistici. In una sera densa di nebbia Anne Lou Kastner, ragazza tutta scuola e famiglia con una fortissima passione per i gatti, uscita di casa per andare in confraternita, sparisce nel nulla. Sul posto viene subito inviato l’agente speciale Vogel, uomo di grande esperienza nella soluzione di casi giudiziari difficili, anche se questa volta la ricerca della verità sarà impresa difficile perfino per lui…

Donato Carrisi è uno scrittore, sceneggiatore e giornalista specializzato in criminologia e scienze del comportamento; autore di diversi romanzi, ha già ottenuto prestigiosi riconoscimenti letterari tra cui il Premio Bancarella per il libro Il Suggeritore. Con La Ragazza nella Nebbia, pubblicato nel 2015, Carrisi si cimenta per la prima volta nelle vesti di regista riuscendo a confezionare un thriller psicologico che riesce a trasferire allo spettatore una suspance per l’intera duratadelfilm. Vogel, egregiamente interpretato da Toni Servillo, sin dalle prime immagini si comporta esibendo una sagacia talmente particolare da poterlo accostare al migliore Maigret uscito dalla penna di Georges Simenon. Il complesso caso giudiziario che dovrà affrontare nell’isolata cittadina di Avechot tiene tutti con il fiato sospeso, interpreti e pubblico, in un susseguirsi di colpi di scena che ingarbugliano sempre più il filo logico della vicenda, lasciando tutti spiazzati di fronte ad una insolita soluzione finale. Il film, pur proponendo una storia reale che pecca a tratti di originalità nella trama, coinvolge il pubblico che rimane disorientato nella spasmodica attesa di una spiegazione che tarda a profilarsi e a ricomporsi, come un puzzle che non si riesce a completare in un assurdo gioco perverso tra il bene ed il male.

Il cast è tutto di primordine: oltre a Servillo, troviamo Alessio Boni nella parte del prof. Loris Martini e Lorenzo Richelmy nel ruolo dell’agente Borghi che collabora con Vogel, anche se una menzione di merito va sicuramente al personaggio dello psichiatra Flores interpretato da Jean Reno. La sceneggiatura, curata dallo stesso Carrisi, riesce a catturare lo spettatore sin dalla prima immagine conducendolo nell’intrigo della vicenda con una violenza davvero disarmante.

data di pubblicazione:25/10/2017


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MEDEA di Euripide, regia di Luca Ronconi ripresa da Daniele Salvo

MEDEA di Euripide, regia di Luca Ronconi ripresa da Daniele Salvo

(Teatro Quirino – Roma, 24 ottobre/ 5 novembre 2017)

Un sentito omaggio a Luca Ronconi, grande uomo di teatro scomparso nel 2015, da parte del suo allievo Daniele Salvo, regista emiliano diplomato alla scuola attori “Teatro Stabile di Torino” e oramai noto per averci fatto apprezzare i suoi lavori sulla tragedia classica di cui è diventato esperto conoscitore. Lo spettacolo che viene ora ripreso al Teatro Quirino è una edizione storica che già a suo tempo vide l’attore Franco Branciaroli nei panni femminili di Medea, personaggio quanto mai passionale e mostruosamente vendicativo che, con le proprie istanze di riscatto sociale di donna, anticipa di parecchi secoli ciò che ante litteram sarà il pensiero del movimento femminista. Medea ha sacrificato la propria famiglia e la patria pur di assecondare il suo amato Giasone e non ha esitato in suo favore ad utilizzare le proprie abilità magiche rendendosi autrice persino di numerose efferatezze.

Euripide in Medea inserisce tutti gli elementi classici della tragedia greca, che solo la camaleontica interpretazione di Branciaroli riesce a tratti ad alleggerire senza tuttavia sminuirne il pathos. Risultano altresì esaltati i tratti psicologici della protagonista, che si trova sola e costretta all’esilio senza possibilità di ritorno in patria, e alla quale le sono ora negati gli affetti più cari. Solo le donne di Corinto comprendono l’impotenza di Medea di fronte all’oltraggio subito e quasi la spingono a intraprendere una azione vendicativa esemplare, anche se poi rimangono atterrite di fronte al sacrificio dei due giovani figli innocenti che la donna sacrificherà pur di distruggere l’infame Giasone e negargli una discendenza. L’ambientazione scenica è di grande effetto, soprattutto quella iniziale quando ai lamenti della nutrice fa da sfondo la visione di un vero cuore palpitante: qualcosa che disturba, ma che fa entrare direttamente dentro quell’imminente dramma, che già trova forma e contenuto nell’immagine. Accanto a Franco Branciaroli troviamo Alfonso Veneroso nella parte di Giasone e Antonio Zanoletti nel ruolo di Creonte, mentre particolarmente toccante la figura di Egeo interpretata da Livio Remuzzi. Cast quindi di primordine ben adatto ad uno spettacolo che, sia pur curato nei minimi dettagli da Daniele Salvo, porta in calce la firma dell’indimenticabile Luca Ronconi.

data di pubblicazione:25/10/2017


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UNA DONNA FANTASTICA di Sebastiàn Lelio, 2017

UNA DONNA FANTASTICA di Sebastiàn Lelio, 2017

Marina, transgender aspirante cantante, vive serenamente una intensa storia d’amore con Orlando, un uomo maturo e socialmente affermato che per lei ha abbandonato la famiglia. L’improvvisa morte dell’uomo per infarto, al termine dei festeggiamenti per il compleanno di Marina, causerà un cambiamento radicale nella vita di lei, travolta da tutta una serie di maltrattamenti fisici e morali da parte della famiglia di Orlando e, come se non bastasse, anche da parte delle istituzioni pubbliche che mettono seriamente in dubbio la sua buona fede unitamente alle cause del decesso.

 

Premiato nell’ultima edizione della Berlinale con l’Orso d’Argento e come miglior film GLBT nella Sezione Teddy Award sulle tematiche gay e trans, Una donna fantastica del cileno Sebastiàn Lelio è stato subito ben accolto dalla critica internazionale che ha voluto riconoscere al regista il talento ed il coraggio di portare sul grande schermo la storia di una diversità che oggi non dovrebbe più definirsi tale. Il personaggio di Marina (Daniela Vega) riesce a conquistarsi la benevolenza di tutti coloro con cui viene a contatto, a cominciare dai proprietari del bar dove presta servizio come cameriera. Lei sa bene cosa vuole dalla vita e sa portare avanti con assoluta determinazione la storia d’amore con Orlando (Francisco Reyes): i due abitano insieme in un appartamento e vivono la quotidianità come una coppia che si ama e che ha voglia di progettare insieme un futuro ricco di emozioni. La morte improvvisa dell’uomo farà riaffiorare tutti quei sentimenti ostili radicati e semplicemente congelati da parte della famiglia di lui che si era sentita umiliata dall’abbandono dell’uomo per una “donna” come Marina e, all’improvviso, ciò che per lei era considerato assoluta normalità, diventa subito diversità se non addirittura perversione, annullando con un colpo di spugna tutto quello che riteneva oramai come acquisito, in quanto appartenente alla propria identità di donna. Il film riesce veramente a coinvolgere emotivamente lo spettatore, in una storia dove rabbia e impotenza si sovrappongono in difesa di una persona che vuole vivere appieno la propria sessualità come meglio crede. In una società come quella cilena, dove ancora alcune scelte di vita vengono considerate come dei tabù, la decisione da parte del regista di affrontare una tematica così delicata è sicuramente un colpo di frusta verso coloro che ancora non riescono ad accettare questa realtà come qualcosa di “reale”. Indugiando sempre con molta discrezione nell’inquadrare il corpo di Marina nella sua intimità, salvaguardandone palesemente la privacy, Lelio riesce ad allontanare lo sguardo dello spettatore da un possibile morboso voyeurismo.

Il film rappresenterà il Cile ai prossimi premi Oscar come miglior film straniero.

data di pubblicazione:18/10/2017


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