con Thomas Otto Zinzi e Laura Frascarelli, con Guglielmo Fabretti e Marco Ubaldini. Progetto Miniera e Cast Oro Teatro Rimini
(Teatro Binario 30 – Roma, 31 gennaio/2 febbraio 2025)
Favola intima per due anime con piccolo contorno di altri comprimari marginali. Un assistito e una badante. Ma i ruoli si ribaltano nel corso del conflitto drammaturgico. Lui è perfettamente sano mentre è lei, rumena, che è bisognosa di assistenza.
Un gioco teatrale nell’interessante sala prospiciente la stazione Termini. Plot lungamente metabolizzato dai protagonisti. Lei è bravissima nel simulare l’accento dell’est, più smascherabile nel finale quando deve osare termine del vocabolario rumeno. Lui tiene i fili e progressivamente salda la sua anima di benestante con quella della bisognosa lavoratrice che lo assiste. Un sottotesto eloquente relativo al bisogno dell’emigrazione. Del confronto tra chi può e chi si barcamena all’estero per evidente necessità di sopravvivenza. Il messaggio è che nessun individuo può trovare riscatto nella propria autosufficienza e che se c’è speranza questa deve nascere da un palpito collettivo. Il personaggio di Teresa è intenso e coinvolgente, a tratti sensuale. Le sue capacità di presa sull’assistito non tardano a manifestarsi in un colloquio che fa saltare in un amen i recinti di classe, di lingua e di mentalità. La relazione fredda diventa a tratti rovente, soprattutto dopo che la donna incontra un aspirante fidanzato muovendo la gelosia dell’uomo. L’impatto della malattia muta la dialettica del confronto. E il riposizionamento dei ruoli crea il corto circuito teatrale, benefico per l’incontro/scontro dei caratteri. Sullo sfondo una società non propriamente felice. Gli attori si impegnano con convinzione e, dopo gli applausi, si salda una piacevole empatia coi presenti nella piccola sala bomboniera.
data di pubblicazione:03/02/2025
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