con Matilde Brandi, Salvo Buccafusca e Andrea Zanacchi, regia di Francesco Branchetti
(Teatro il Parioli – Roma, 1/2 FEBBRAIO 2025)
Pretesto one woman show per la sempre più completa riqualificazione teatrale di Matilde Brandi nel ruolo di una cinquantenne affetta da schizofrenia. C’è la donna elegante e schifiltosa, molto esigente e poco riluttante a lasciarsi andare con il marito e quella un po’ più trash e avventurosa che sognerebbe un matrimonio impossibile dato che c’è già un precedente registrato all’anagrafe. Il conflitto teatrale nasce da questo pretesto in chiave di divertissement.
Gioco lieve alla dottor Jeckill e Mister Hyde ma senza le stesse pretese. Non si chiede profondità ma leggerezza e in questo senso il plot tiene anche se c’è un evidente difficoltà nel rappresentare lo sdoppiamento. Brandi fa tripli salti mortali nei cambiamenti di scena che impegnano un vasto campionario di vestiti diversamente caratterizzati: dalle mise eleganti allo sdrucito. Si mostra più che volenterosa ad assecondare il gioco con i partner. Che si divertono tanto che in uno dei punti più involontariamente divertenti scoppiano a ridere e devono riprendere il tono serioso del loro dissidio. Il testo allude alle contraddizioni della vita di tutti i giorni, dei sogni dimenticati che, se male interpretati possono anche diventare incubi. Non si vuole indulgere in troppa psicanalisi. E alla fine quando ti attendi un menage a tre scopri che la donna boccia tutti e due i pretendenti, l’amante e il marito, preferendo starsene per i fatti suoi. In una scena persino vestito e scarpe della protagonista alludono alla doppia personalità. Peraltro ci vuole una buona dose di credulità per pensare che una pillola possa risolvere il caso dello sdoppiamento. E di mezzo c’è anche un supponibile maternità che lascia il dubbio su chi sia veramente il padre. Dato che mater è certa ma…
data di pubblicazione:03/02/2025
Il nostro voto:
0 commenti