LA CILIEGINA SULLA TORTA scritta e diretta da Diego Ruiz

LA CILIEGINA SULLA TORTA scritta e diretta da Diego Ruiz

con Edy Angelillo, Blas Roca Rey, Milena Miconi e Luca Attadia

(Teatro Manzoni – Roma, 30 gennaio/16 febbraio 2025)

Commedia frizzantina che a volte scivola nella farsa. Interno borghese con figlio adorato che torna dagli States con una fidanzata di trent’anni più grande tra l’imbarazzo dei genitori. Ma è un trucco che si scoprirà solo alla fine. Senza spoilerare nulla è quella sulla ciliegina sulla torta che si svelerà in conclusione di vicenda.

Se non hai un testo alla Neil Simon ti arrangi. Così i bravi quattro attori si barcamenano per arginare un quarto d’ora di troppo e un montaggio dello spettacolo ottimizzabile.  Edy Angelillo attacca forte ma sviene troppo spesso e troppe volte fa l’amore con il frigorifero per evidenti caldane. Il suo partner cresce e prende piede nella seconda parte. Impegno e professionalità da parte di tutti ampiamente fuori discussione. Si sorride molto, si ride qualche volta per una vicenda surreale sulla quale non bisogna troppo indagare per difetto di verosimiglianza. Ma sembra fatta apposta per il pubblico di Prati, ad ampia tenuta di giorni e con un sicuro successo, per applausi e per rendimento al botteghino. Milena Miconi abile nella doppia parte: un po’ yankee e un po’ burina salvo tornare reale nel colpo di scena. Molto dialoghi, pochi movimenti di scena, qualche ripetizione. Teatro imperfetto per costruzione che però piace e si fa apprezzare. Rovesciamento dei ruoli. La donna, in sospetto di tradimento, è una manager inflessibile e carrierista, lui invece sta in casa, cura l’alimentazione, una sorta di badante tutti usi. Ma il conflitto è dietro l’angolo, però appare sanabile anche se il figliolo rientrante si appresta a giocare il jolly sorpresa. Empatia recitativa collaudata del quartetto di protagonisti.

data di pubblicazione:06/02/2025


Il nostro voto:

LUCE SULL’ARCHEOLOGIA – XI Edizione

LUCE SULL’ARCHEOLOGIA – XI Edizione

Lavorare per l’eternità. Uomini e dèi nella Roma dei Cesari: religione, giustizia, destino

(Teatro di Roma – Teatro Nazionale – Roma,19 gennaio/30 marzo 2025)

Si è appena concluso il primo ciclo di tre incontri, sui sette in totale programmati la domenica mattina presso il Teatro Argentina. A conferma dell’ottima accoglienza da parte del pubblico romano, quest’anno si è così giunti all’undicesima edizione. Come al solito verranno affrontati principalmente temi riguardanti la Roma imperiale, ma anche argomenti più recenti che riguardano la nostra millenaria cultura. In tal senso l’Italia è il Paese che detiene il maggior numero di siti Unesco, patrimoni dell’umanità. Questi appuntamenti domenicali sono introdotti da Massimiliano Ghilardi, archeologo e Direttore dell’Istituto Nazionale di Studi Romani. Accanto a lui ci saranno stabilmente Claudio Strinati, Soprintendente per il Polo Museale Romano e Andreas M. Steiner, Direttore responsabile delle riviste Archeo e Medioevo. Già in questi tre primi appuntamenti il pubblico è stato piacevolmente intrattenuto da illustri storici e studiosi d’arte antica. Tutti hanno saputo rispettare diligentemente il tempo assegnato e segnato da un’inesorabile clessidra posta in bella vista sul palco. Accanto a Maurizio Bettini e Giovannella Cresci, emeriti studiosi, la scrittrice Annarosa Mattei nel primo incontro si è soffermata sulla figura di Cristina di Svezia. Mitica sovrana che dopo la conversione al cattolicesimo si stabilì definitivamente a Roma dove, occupandosi di arte, fondò nel 1690 l’Accademia dell’Arcadia. L’appuntamento successivo ha visto l’intervento di illustri professori quali Giovanni Brizzi, Paolo Carafa e Monica Centanni che ha intrattenuto sulla propaganda politica nel periodo augusteo. Il 2 febbraio è stata la volta in cui sono intervenuti Alessandro D’Alessio, Direttore del parco archeologico di Ostia antica, nonché la professoressa Francesca Rohr. Quest’ultima ha parlato delle strategie politiche di Augusto volte ad accogliere e educare i figli dei suoi nemici. Apprezzato l’intervento della scrittrice Dacia Maraini che ha parlato di due donne di carattere e del loro martirio per aver strenuamente difeso le proprie idee. Luce sull’archeologia è un ottimo pretesto per parlare di arte e di temi di grande interesse che riguardano il nostro illustre passato. Con il contributo di grandi studiosi, mediante un linguaggio verbale e visivo di facile accesso, la manifestazione ha oramai definitivamente conquistato l’attenzione della folta platea.

data di pubblicazione:05/02/2025

DIVA FUTURA di Giulia Louise Steigerwalt, 2025

DIVA FUTURA di Giulia Louise Steigerwalt, 2025

Diva Futura riporta la storia dell’agenzia omonima ideata e forgiata da Riccardo Schicchi (Pietro Castellitto) attraverso lo sguardo di Debora (Barbara Ronchi) la giovane segretaria del Diva Futura. 

Il film è tratto da Non dite alla mamma che faccio la segretaria, firmato proprio da Debora Attanasio. La regista Giulia Louise Steigerwalt dopo Settembre torna alla macchina da presa, mostrandoci il suo Riccardo Schicchi, goliardico ma al tempo stesso serioso, pacato ma anche insopportabile, sicuro ma a tratti anche molto insicuro e comunque sempre sfrontato, un uomo per l’appunto pieno di mille contraddizioni. La sua continua ricerca di arte e poesia dietro la sovraesposizione del corpo della donna, il suo voler far diventare arte un genere come il porno che ha fatto la storia e il costume in Italia con personaggi come Cicciolina, Moana Pozzi ed Eva Henger. Un gruppo di pornostar alla sua corte a fare da contorno in un’epoca in cui, da protagoniste di quel tempo, hanno avuto un’importante influenza sulla cultura popolare italiana degli anni ’80 e ’90, anche in politica. Viene inoltre evidenziata la loro figura di donne libere, intraprendenti ma anche vittime di un sistema che le ha sfruttate.

“Noi siamo amorali, non immorali” (dice Schicchi), affermazione che ci restituisce l’essenza e rispecchia l’operato di questo audace imprenditore. Non originale ma necessaria la scelta di farne un film collettivo in cui ogni personaggio viene approfondito tramite vari intrecci temporali, correndo però il rischio di perdersi in questo continuo back/forward. Le interpretazioni fornite dalle attrici, tranne quella di Cicciolina, sono un po’ lontane dal ricordo delle vere pornostar, ma l’istrionico Pietro Castellitto bilancia il tutto.

È un film che comunque sfida le convenzioni e invita lo spettatore a riflettere sulla moralità, il potere e la libertà, senza giudicare, ma piuttosto cercando di comprendere. Peccato che in generale manchi comunque un po’ più di vivacità e il giusto slancio per rendere l’opera un po’ meno piatta, cadendo molte volte di ritmo, quasi come se volesse essere indirizzato più alla TV che al grande schermo.

data di pubblicazione:05/02/2025


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UNA COME ME DI Mauro Graiani

UNA COME ME DI Mauro Graiani

con Matilde Brandi, Salvo Buccafusca e Andrea Zanacchi, regia di Francesco Branchetti

(Teatro il Parioli – Roma, 1/2 FEBBRAIO 2025)

Pretesto one woman show per la sempre più completa riqualificazione teatrale di Matilde Brandi nel ruolo di una cinquantenne affetta da schizofrenia. C’è la donna elegante e schifiltosa, molto esigente e poco riluttante a lasciarsi andare con il marito e quella un po’ più trash e avventurosa che sognerebbe un matrimonio impossibile dato che c’è già un precedente registrato all’anagrafe. Il conflitto teatrale nasce da questo pretesto in chiave di divertissement.

Gioco lieve alla dottor Jeckill e Mister Hyde ma senza le stesse pretese. Non si chiede profondità ma leggerezza e in questo senso il plot tiene anche se c’è un evidente difficoltà nel rappresentare lo sdoppiamento. Brandi fa tripli salti mortali nei cambiamenti di scena che impegnano un vasto campionario di vestiti diversamente caratterizzati: dalle mise eleganti allo sdrucito. Si mostra più che volenterosa ad assecondare il gioco con i partner. Che si divertono tanto che in uno dei punti più involontariamente divertenti scoppiano a ridere e devono riprendere il tono serioso del loro dissidio. Il testo allude alle contraddizioni della vita di tutti i giorni, dei sogni dimenticati che, se male interpretati possono anche diventare incubi. Non si vuole indulgere in troppa psicanalisi. E alla fine quando ti attendi un menage a tre scopri che la donna boccia tutti e due i pretendenti, l’amante e il marito, preferendo starsene per i fatti suoi. In una scena persino vestito e scarpe della protagonista alludono alla doppia personalità. Peraltro ci vuole una buona dose di credulità per pensare che una pillola possa risolvere il caso dello sdoppiamento. E di mezzo c’è anche un supponibile maternità che lascia il dubbio su chi sia veramente il padre. Dato che mater è certa ma…

data di pubblicazione:03/02/2025


Il nostro voto:

IO E TE in un buio pieno di luce, scritto e diretto da Thomas Otto Zinzi

IO E TE in un buio pieno di luce, scritto e diretto da Thomas Otto Zinzi

con Thomas Otto Zinzi e Laura Frascarelli, con Guglielmo Fabretti e Marco Ubaldini. Progetto Miniera e Cast Oro Teatro Rimini

(Teatro Binario 30 – Roma, 31 gennaio/2 febbraio 2025)

Favola intima per due anime con piccolo contorno di altri comprimari marginali. Un assistito e una badante. Ma i ruoli si ribaltano nel corso del conflitto drammaturgico. Lui è perfettamente sano mentre è lei, rumena, che è bisognosa di assistenza.

Un gioco teatrale nell’interessante sala prospiciente la stazione Termini. Plot lungamente metabolizzato dai protagonisti. Lei è bravissima nel simulare l’accento dell’est, più smascherabile nel finale quando deve osare termine del vocabolario rumeno. Lui tiene i fili e progressivamente salda la sua anima di benestante con quella della bisognosa lavoratrice che lo assiste. Un sottotesto eloquente relativo al bisogno dell’emigrazione. Del confronto tra chi può e chi si barcamena all’estero per evidente necessità di sopravvivenza. Il messaggio è che nessun individuo può trovare riscatto nella propria autosufficienza e che se c’è speranza questa deve nascere da un palpito collettivo.  Il personaggio di Teresa è intenso e coinvolgente, a tratti sensuale. Le sue capacità di presa sull’assistito non tardano a manifestarsi in un colloquio che fa saltare in un amen i recinti di classe, di lingua e di mentalità. La relazione fredda diventa a tratti rovente, soprattutto dopo che la donna incontra un aspirante fidanzato muovendo la gelosia dell’uomo. L’impatto della malattia muta la dialettica del confronto. E il riposizionamento dei ruoli crea il corto circuito teatrale, benefico per l’incontro/scontro dei caratteri. Sullo sfondo una società non propriamente felice.  Gli attori si impegnano con convinzione e, dopo gli applausi, si salda una piacevole empatia coi presenti nella piccola sala bomboniera.

data di pubblicazione:03/02/2025 


Il nostro voto:

75 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – BERLINALE

75 INTERNATIONALE FILMFESTSPIELE – BERLINALE

(Berlino, 13/23 Febbraio 2025)

Mancano oramai pochi giorni dall’inizio della Berlinale, kermesse cinematografica internazionale che in questa sua 75esima edizione presenta novità di grande rilievo, sia per quanto riguarda la vasta scelta dei film in concorso, sia per quanto riguarda il cambio della direzione artistica. Al posto di Carlo Chatrian, direttore per quattro anni, ci sarà l’inglese Tricia Tuttle, forte di una lunga esperienza nel cinema e nei festival cinematografici internazionali. Negli anni ha saputo affrontare le sfide della digitalizzazione e ha dimostrato chiarezza e nuove prospettive per una gestione moderna e dinamica della Berlinale. Come di consueto le varie Sezioni collaterali presenteranno una scelta variegata di film che si aggiungeranno a quelli per l’assegnazione dell’Orso d’Oro. Di seguito la lista completa dei film in concorso:

Ari di Léonor Serraille – Francia/Belgio 2025   Prima mondiale

Blue Moon di Richard Linklater – USA/Irlanda 2025   Prima mondiale

La cache (The Safe House) di Lionel Baier – Svizzera/Lussemburgo/Francia 2025 Prima mondiale

Dreams di Michel Franco – Messico 2025   Prima mondiale

Drømmer (Dreams – Sex Love) di Dag Johan Haugerud – Norvegia 2024   Prima internazionale

What Does That Nature Say to You di Hong Sangsoo – Corea del Sud 2025 Prima mondiale

Hot Milk di Rebecca Lenkiewicz – Regno Unito 2025   Prima mondiale

If I Had Legs I’d Kick You. di Mary Bronstein – USA 2024   Prima internazionale

Kontinental ’25. di Radu Jude – Romania 2025   Prima mondiale

El mensaje (The Message) di Iván Fund – Spagna 2025 Prima mondiale

Mother’s Baby di Johanna Moder – Austria/Svizzera/Germania 2025   Prima mondiale

O último azul (The Blue Trail) di Gabriel Mascaro – Brasile/Messico/Cile 2025   Prima mondiale

Reflet dans un diamant mort di Hélène Cattet – Belgio/Lussemburgo/Italia 2025   Prima mondiale

Sheng xi zhi di (Living the Land) di Huo Meng – Cina 2025   Prima mondiale

Strichka chasu di Kateryna Gornostai – Ucraina/Lussemburgo/Paesi Bassi 2025   Prima mondiale

La Tour de Glace di Lucile Hadžihalilović – Francia/Germania 2025   Prima mondiale

Was Marielle weiß di Frédéric Hambalek – Germania 2025   Prima mondiale

Xiang fei de nv hai (Girls on Wire). di Vivian Qu – Cina 2025   Prima mondiale

Yunan di Ameer Fakher Eldin – Germania/Canada/Italia/Palestina/Qatar/Giordania/Arabia  2025

Il Festival verrà inaugurato giorno 13 con il lungometraggio Das Licht di Tom Tykwer, presentato fuori concorso.

A presiedere quest’anno la Giuria Internazionale sarà Todd Haynes, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense. Accanto a lui avremo Nabil Ayouch, regista e sceneggiatore francese di origini marocchine; Bina Daigeler, costumista tedesca attiva nel cinema spagnolo e di Hollywood; Fan Bingbing, attrice, cantante e produttrice cinematografica cinese; Rodrigo Moreno, attore, regista e sceneggiatore argentino; Amy Nicholson, critica cinematografica americana; Maria Haynes, attrice, regista e sceneggiatrice tedesca.

La Berlinale quest’anno assegnerà all’attrice scozzese Tilda Swinton l’Orso d’Oro alla Carriera per la varietà delle opere interpretate e per essere diventata un’icona del cinema moderno. Spiace rilevare l’assenza del cinema italiano al Festival di Berlino 2025. Inspiegabile!

data di pubblicazione:03/02/2025

CENT’ANNI DI SOLITUDINE di Alex García López e Laura Mora – Serie Netflix 2025

CENT’ANNI DI SOLITUDINE di Alex García López e Laura Mora – Serie Netflix 2025

Úrsula Iguarán e José Arcadio Buendía, nonostante i funesti presagi che avrebbero colpito la loro discendenza, decidono comunque di sposarsi. Insieme ad altri, desiderosi di trovare una nuova sistemazione e costruire un nuovo futuro, si mettono in marcia affrontando pericoli di ogni sorta. Finalmente trovano il posto giusto nella Colombia caraibica dove fonderanno una città libera che chiameranno Macondo. Negli anni si assisterà all’ascesa e al declino della dinastia dei Buendía e con essa lo sviluppo di una civiltà sospesa tra l’immaginifico e l’esoterico…

Quando Gabriel García Márquez pubblicò nel 1967 il romanzo Cent’anni di solitudine, nessuno avrebbe previsto che sarebbe diventato una pietra miliare della letteratura del Novecento. L’autore infatti introdusse per la prima volta uno stile tutto proprio che fu successivamente coniato come realismo magico. La vastità del racconto sulla famiglia di José Arcadio Buendía, legate alla città immaginaria chiamata Macondo, negli anni rendeva pressoché impossibile realizzarne una versione cinematografica. Nella fantasia dell’autore il periodo narrato, dalla fondazione della città al suo totale declino, abbraccia un secolo. In quegli anni nascerà una civiltà i cui albori saranno introdotti dalla mitica figura di Melquíades, uno sciamano che insegnerà ad Arcadio i misteri dell’alchimia. Superfluo adesso parlare ulteriormente delle vicende dei protagonisti, quanto piuttosto soffermarsi sul lavoro immane svolto per portare al pubblico le immagini di questa lunga sagra. Una storia che inizia proprio con il famoso incipit del romanzo. “Di fronte al plotone di esecuzione, il colonello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato del pomeriggio quando suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio”. Rimasto in gestazione per diversi anni, Cent’anni di solitudine finalmente approda sulla piattaforma Netflix sotto forma di serie tv. Enorme il lavoro dei registi che si sono impegnati a ricreare e trasmettere l’universo surreale creato dallo scrittore colombiano. Per una maggiore veridicità della storia è stato scelto un cast composto solo in parte da attori professionali. Tra questi Marco González e Susanna Morales rispettivamente nei ruoli principali di José Arcadio e di Úrsula. L’adattamento televisivo ha visto infatti impegnati centinaia di attori e comparse nonché maestranze locali per realizzare al meglio la ricostruzione storica della mitica citta colombiana. Il risultato è stato eccezionale per trasmettere quelle emozioni e quelle sensazioni per i quali i registi e la produzione intera si sono seriamente impegnati. Assolutamente da non perdere.

data di pubblicazione:30/01/2025

NOMINATION OSCAR 2025-CONSIDERAZIONI

NOMINATION OSCAR 2025-CONSIDERAZIONI

Al termine della prima fase della dura e sotterranea lotta per sensibilizzare il voto dei membri dell’Academy si è ormai delineato lo scenario. Sono state infatti finalmente rese note le candidature per gli OSCAR 2025 che verranno assegnati, come da tradizione, ad inizio Marzo. Siamo arrivati alla 97ma edizione di questa celebrazione dei fasti della 7ma Arte. Le nomination riflettono realisticamente la singolare diversità di Generi e Creatività che hanno segnato il paesaggio cinematografico di eccellenza dell’ottimo 2024. Un’edizione che a prima vista appare quasi troppo scontata per la presenza dei grandi favoriti apprezzati da Critica e Pubblico (13 candidature per Emilia Pérez e 10 per The Brutalist e Wicked). Al tempo stesso però anche un’edizione che si distingue per la marcata pluralità artistica che unisce Blockbuster spettacolari con lavori più intimisti. Produzioni Hollywoodiane con prodotti indipendenti. Autori ed artisti affermati con talenti emergenti e, non ultimo, una significativa presenza femminile in tutti i settori. Per gli appassionati di Cinema che amino o meno le storie visionarie, le performances magistrali o le innovazioni stilistiche questa Annata si annuncia veramente come un appuntamento più imperdibile che mai. Il rush finale ed i giochi dietro le quinte dell’ultimo mese, si sa possono dar luogo a tutte le possibili sorprese.  Come però non tenere conto di Emilia Pérez, di The Brutalist, de Il Seme del Fico sacro o anche dei possibili outsider I’m Still Here e A Complete Unknown? Purtroppo nuovamente ignorato il Cinema Italiano! Il tema aprirebbe spazio a ben più ampie analisi. Il dato di fatto è che i nostri film non riescono ad attrarre l’attenzione del pubblico e degli esperti internazionali. Forse perché non trattano temi di grande attualità? Perché autocentrati nel nostro provincialismo? Per le storie di breve respiro?

Di seguito l’elenco delle nomination per le principali categorie:

Miglior Film:                                                           

Anora                                                                         

The Brutalist                            

A Complete Unknown                                 

Conclave                                                     

Dune II                                                                         

Emilia Pérez                                                                                              

I’m still Here                                                                                                               

Nickel Boy                                                                                               

The Substance                                                                                                             

Wicked

Miglior Regista:

Sean Baker -Anora
Brady Corbet – The Brutalist
James Mangold – A Complete Unknown
Jacques Audiard – Emilia Pérez
CoralieForgeat– The Substance

Miglior Film Internazionale:

I’m Still Here (Brasile)

Emilia Pérez (Francia)

Flow (Lettonia)

Il Seme del Fico Sacro (Germania)

The Girl with the needle (Danimarca)

Miglior Attore:                                                                               

Adrien Brody (The Brutalist)

Timothee Chalamet (A Complete Unknown)                                                       

Ralph Fiennes (Conclave)                                                                                                           

Colman Domingo (Sing Sing)

Sebastian Stan (The Apprentice)

 Miglior Attrice:

KarlaSofia Gascòn (Emila Pérez)

Mikey Madison (Anora)

Demi Moore (The Substance)

Fernanda Torres (I’m Still Here)

Cynthia Erivo (Wicked)

 data di pubblicazione:29/01/2025

INNAMORATI ANONIMI di Umur Turagay – serie Netflix 2025

INNAMORATI ANONIMI di Umur Turagay – serie Netflix 2025

Cem, primario della “clinica dell’amore”, è un uomo apparentemente sicuro di sé, ma fortemente inibito dalle delusioni del passato. Pur nascondendo al grande pubblico la sua vera identità, per inettitudine alle relazioni sociali, l’uomo fa della cura dei suoi “malati” la propria ragione di vita. Quasi una missione. L’amore non esiste: questo il suo unico vangelo. Sarà davvero – e soprattutto fino in fondo – una buona novella?

Se tutti gli amori felici si assomigliano (tanto da sembrare tutti uguali, anonimi), ogni amore infelice lo è a modo proprio? È il pensiero – o l’interrogativo -, lo spunto celeberrimo che ciascuno degli otto episodi della serie vuole richiamare alla memoria. E lo fa attraverso una carrellata parodistica di soggetti disperati, con situazioni sentimentali altrettanto disperate. Sono cellule impazzite, destinate a moltiplicarsi senza controllo. Sono note sfuggite alla partitura.

Ideale direttore d’orchestra è lo stravagante Cem (Halit Ergenç), terapeuta per nulla convenzionale – a metà strada tra un Dr House e uno Sherlock Holmes in versione nerd – egli stesso afflitto da crisi nervose e accessi ipocondriaci. Crampi e singulti e sudorazioni improvvise suscitano il riso – o piuttosto la “grassa” risata – innanzitutto nel suo stesso doppio, il suo antico sé obeso riflesso nello specchio. Cinico quanto basta, ma per il bene dei suoi pazienti, questo personaggio di resistente inveterato è il punto di forza dell’intera fiction. La sua ostinazione nel voler guarire a tutti i costi chiunque si rivolga a lui (e non solo) è pari alla sua fragilità, che appare estrema, il più delle volte. Specie nel difficile rapporto con la propria madre (un classico), con la quale comunica quasi sempre attraverso brevi telefonate, annunciate da una eloquente suoneria (un classico anche questo: gli archetti stridenti di Psycho).

Fa quasi tenerezza, questo guru della solitudine, non importa quanto possa risultare irritante. Poiché incarna le debolezze umane e la loro esatta contraddizione. E lo spettatore finisce per empatizzare più con lui che con la “romantica” ed impulsiva Hazal (Funda Eryigit), sua collaboratrice e suo alter ego. Aperta, lei, a tutte le vie del sentimento. Ma la domanda è: sono tutte percorribili queste vie? Lo sono davvero?

data di pubblicazione:29/01/2025

IO SONO ANCORA QUI di Walter Salles, 2025

IO SONO ANCORA QUI di Walter Salles, 2025

Rubens Paiva vive con la moglie Eunice e i cinque figli a Rio de Janeiro, in una villetta proprio di fronte alla spiaggia. Prima della dittatura militare era un deputato laburista mentre ora lavora come libero professionista. Un giorno viene prelevato da agenti del regime, senza alcuna spiegazione, lasciando la famiglia nella più cupa disperazione. Non farà più ritorno a casa…

Walter Salles è un regista brasiliano che si è già fatto conoscere dal pubblico italiano per I diari della motocicletta. Film del 2004 ispirato agli appunti di viaggio del mitico “Che” Guevara. Questo suo ultimo lungometraggio era stato presentato in concorso al Festival di Venezia dove è stato premiato per la migliore sceneggiatura. Recentemente ha ottenuto un Golden Globe e ben tre nomination agli Oscar 2025. Il film si basa sul libro biografico scritto da Marcelo Paiva che racconta del padre, vittima anche lui come tanti desaparecidos della dittatura militare. Rubens Paiva (Selton Mello), pur essendo stato esautorato dalla vita politica, in quanto deputato di sinistra, riesce ancora a tenere contatti clandestini con la resistenza. Il regista, che peraltro da giovane aveva conosciuto personalmente i ragazzi Paiva, dopo diversi anni mette mano a un suo progetto a cui teneva tantissimo. Per lui questa storia, oltre a essere divulgativa per ricordare il terrore del passato, serve come monito per via dall’attuale orientamento politico del suo Paese. Un giorno Rubens viene prelevato da casa e di lui si perderanno le tracce. La moglie Eunice rimasta sola dovrà reinventarsi una nuova vita e lasciata Rio, si trasferirà a San Paolo, dove diventerà un valido avvocato. A ricoprire questo ruolo drammatico è stata chiamata l’attrice e scrittrice brasiliana Fernanda Torres, molto conosciuta in Brasile. Con Io sono ancora qui si è da poco aggiudicata un Golden Globe e una nomination ai prossimi Oscar come miglior attrice protagonista. Sarebbe riduttivo definire il film come semplice documento politico di denuncia. Il regista entra nel dramma familiare analizzando la reazione dei figli e della vedova che per necessità portò da sola il peso dell’intera tragedia. Eunice è il ritratto di una donna coraggiosa che seppe affermare la propria ribellione per riscattare la memoria del marito scomparso nel nulla. Una sofferenza durata tutta una vita e per la quale non si è mai arresa anche perché supportata dalla solidarietà dei propri cari. Un film che già fa parlare molto di sé e che con molte probabilità vincerà almeno un Oscar. Sarebbe decisamente meritato.

data di pubblicazione:29/01/2025


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