da Paolo Talone | Ott 22, 2021
(Teatro Quirino – Roma, 12/14 ottobre 2021)
Un filo sottile tessuto dal tempo lega insieme la storia di tre donne apparentemente lontane. Piccoli tasselli di un quadro più grande che ha per cornice i due conflitti mondiali. Tutte e tre si chiamano Letizia e in comune hanno anche un destino.
Diciamolo senza retorica: Agnese Fallongo è un’artista interessante da seguire con attenzione! Brava sulla scena e nella scrittura. Un talento eccellente, caleidoscopico, entusiasta, a cui si affianca sul palco un’ottima spalla, Tiziano Caputo, attore cantante e musicista. Diretti da Adriano Evangelisti, insieme dànno vita a uno spettacolo ricco di emozione, divertente e profondo, fatto di personaggi veri e buona musica.
Quando l’Italia entra in guerra il 24 maggio del 1915, Michele lascia la Sicilia per andare a combattere in Friuli, una terra lontana e sconosciuta, dove non arrivano le lettere che Letizia gli spedisce di frequente. Si erano sposati poco prima della sua partenza. La guerra, si sa, divide le anime che si amano. Letizia cerca di raggiungerlo, ma non riuscirà a riabbracciarlo. Morirà colpita da una pallottola vagante mentre offre il suo servizio di volontaria al fronte e il suo fantasma rimarrà intrappolato per sempre nella memoria di chi le ha voluto bene. Di lei si vede ormai solo una foto sbiadita in una cornice di mogano sul comò dei ricordi.
Altra data, altro conflitto: 21 giugno 1940, Seconda guerra mondiale. Proprio quel giorno Lina compie 21 anni. È cresciuta in un orfanotrofio di Latina sotto le cure amorevoli di suor Letizia. Improvvisamente irrompe nella sua vita una vecchia zia di Roma, che le offre un lavoro in città. Lina si trasferisce e scopre che dovrà prendere servizio da Sora Gemma, una casa per appuntamenti a via Mario de’ Fiori. Per sole 15 lire e 65 centesimi la ragazza perderà innocenza e nome. Lina diventerà la sensuale Letizia.
Felice Pirrone, detto il biondino, è uno dei clienti più affezionati di Letizia. Tra i due nasce un sincero amore e così orchestrano di fuggire insieme. L’appuntamento è fissato alla stazione Termini, ma Letizia non si presenterà. La sifilide arriva prima e rovina tutti i piani. Per una serie sfortunata di fatti Felice scoprirà solo quattrodici anni più tardi cosa accadde il giorno della partenza, e sarà l’incontro con suor Letizia, ormai anziana, a chiarire la vicenda. È lei a svelare il prezioso legame che teneva strette in un unico destino le tre donne.
Letizia va alla guerra è uno spettacolo che basa la sua forza su un racconto vero e credibile, portato in scena da due interpreti che cantano, recitano e suonano con grande bravura. Perfetta è la sintonia che hanno sul palco, soprattutto nei tempi comici. Agnese Fallongo propone un teatro fatto con passione, consapevolezza e mestiere, meritevole di essere sostenuto e applaudito.
data di pubblicazione:22/10/2021
Il nostro voto: 
da Paolo Talone | Ott 18, 2021
(Teatro di Villa Torlonia – Roma, 9 ottobre 2021)
Un evento unico immerso in uno scenario suggestivo. Un omaggio all’arte, nelle forme del teatro della musica e della moda. La figura della donna al centro, con i suoi desideri, le sue frustrazioni, i suoi progetti: Anna Cappelli di Annibale Ruccello dialoga con i Baustelle negli splendidi abiti confezionati da Italo Marseglia.
Anna Cappelli preferisce il profumo della pancetta fritta alla fastidiosa puzza di pesce bollito che cucina la signora Rosa Tavernini, in casa della quale ha preso una stanza in affitto. A dire il vero non sopporta neanche i gatti della signora e il fatto che i genitori abbiano dato il suo letto alla sorella Giuliana dopo che è andata via di casa. L’indipendenza però vale di più e il futuro è una pagina bianca ancora da scrivere. È determinata a ottenere la felicità che desidera. Così quando incontra Tonino, un ragioniere scapolo che abita in un appartamento di proprietà con dodici stanze, cede all’invito di andare a convivere. Certo, il fatto che l’uomo non voglia né matrimonio né figli è un problema per lei, ma non si scoraggia. Sa che l’ostinazione la porterà a realizzare i progetti che le stanno a cuore. Tuttavia i pregiudizi della gente non sono facili da affrontare. Specialmente quelli dell’anziana cameriera che vive in casa di Tonino da sempre: licenziarla sarebbe la soluzione e così avviene. Anna ha finalmente tutto in mano e non vuole perderlo per nessun motivo. L’aggettivo possessivo “mio” è la parola che ricorre più spesso nel testo. Bianca Nappi, che nella performance dà voce e corpo alla protagonista, lo calca con forza e vigore. La sua interpretazione restituisce i tratti di una donna semplice, popolana ma allo stesso tempo emancipata e volitiva, per nulla capricciosa. Dialoga sul palco con un Tonino impassibile e silenzioso, l’attore e modello Vincenzo Iantorno. Attorno a lei si muovono figure imbrigliate in lacci neri di gros-grain a contrasto con abiti bianchi che ricordano camicie di forza. Raccontano la pazzia nella quale è costretta Anna e sono preludio del gesto folle che commetterà alla fine. Le figure intorno a lei danzano le coreografie ideate da Laura Talluri, amplificando i movimenti della sua mente e moltiplicando l’immagine di una donna ricca di sfumature e carattere come è nell’interpretazione del regista. I brani della band toscana dei Baustelle, che cavalcano sonorità elettroniche pop-rock, danno ritmo ai passi delle modelle e dei modelli che sfilano sul palco, mentre i testi delle loro canzoni aggiungono senso al racconto. Le voci di Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi fanno eco a Anna e Tonino.
La performance ideata da Rossano Giuppa – storica firma del nostro sito Accreditati.it – ha il merito di cucire insieme espressioni artistiche di diversa natura e destinazione, creando un lavoro nel suo insieme coerente e armonico. Trova il modo di far dialogare le sue passioni in uno spazio incantevole come è il Teatro Torlonia, con la sua scena ottocentesca dipinta a drappi rossi e nicchie abitate da allegorie. Manca una vera e propria passerella da sfilata, ma il regista risolve proponendo un prologo appena dietro il teatro, nella struttura a vetri che si affaccia sul parco romano. Uno scenario suggestivo che lascia apprezzare da vicino le creazioni di Italo Marseglia. Il bianco e il nero è la cifra dello stilista, che sottolinea la caparbietà di Anna Cappelli nell’essere estrema nelle sue scelte. O si ottiene tutto dalla vita o, se non si può, meglio distruggerlo. Tonino licenzia Anna con lo stesso cinismo con cui ha mandato via la vecchia cameriera. Ha accettato un nuovo incarico lontano da dove vivono e non vuole che la sua compagna lo segua, costringendola a cercare vendetta per l’abbandono subìto. Nell’atto finale decide di vestire il nero della morte, tutto precipita e le si sgretola intorno. Uccide Tonino facendolo a pezzi che poi mangerà, come a inglobare definitivamente l’amante e a farlo suo definitivamente, con un gesto di possessione totale. L’amore è violenza, come cantano i Baustelle. La vita è tragica però è bellissima e vale viverla fino in fondo nei suoi contrasti di gioia e tormento.
data di pubblicazione:18/10/2021
Il nostro voto: 
da Paolo Talone | Ott 1, 2021
(Teatro Quirino – Roma, 24 settembre/3 ottobre 2021)
Il Teatro Quirino riapre le porte al pubblico con un prologo di 8 spettacoli in attesa della nuova stagione che riprenderà a novembre. Lorenzo Gleijeses è Gregorio Samsa, un artista della danza tormentato nella ricerca della perfezione, incastrato nelle sue più nascoste ossessioni.
Frutto di un complesso lavoro iniziato diversi anni fa a Hostelbro in Danimarca, lo spettacolo di Lorenzo Gleijeses e Mirto Baliani – entrambi figli d’arte – è cresciuto giovando del contributo creativo dei due massimi rappresentanti dell’Odin Teatret, Julia Varley e Eugenio Barba, quest’ultimo alla sua prima regia fuori dalla celebre compagnia da lui fondata.
Gregorio Samsa, il cui nome richiama chiaramente il personaggio della Metaforfosi di Kafka, è un danzatore di quarant’anni impegnato nelle prove di uno spettacolo che a breve avrà il suo debutto. Trascorre le giornate ripetendo instancabilmente i movimenti che daranno vita a una danza delirante di cui è il protagonista. Isolato volontariamente nel suo mondo creativo, interagisce con oggetti elettronici e suoni provenienti dall’esterno. Le voci che popolano la sua solitudine sono quelle del regista/maestro che lo guida nella fase creativa, del padre anche lui artista che lo spinge a mostrare i risultati, della fidanzata stanca di essere trattata con distacco e della psicologa a cui si rivolge per continuare la terapia di ricerca e conoscenza che lo assilla. Il confronto tra il mondo interiore del personaggio e questi interventi che piombano sulla scena dall’esterno, nella forma della voce fuoricampo, permette di fare chiarezza sull’idea che è alla base del lavoro. Ma anche le coordinate di spazio e tempo sono necessarie per comprendere la vicenda. Il pubblico viene fatto accomodare sul palcoscenico a pochi passi dal luogo dell’azione del performer. Questa condivisione dello spazio genera una trasmissione di energia che altrimenti sarebbe impossibile stando in platea. Le tavole del palco vibrano sotto i passi della danza e trasmettono quella sensazione di delirio e ossessione nella quale è incastrato il protagonista. La luce palpabile e emozionale di Mirto Baliani fa il resto. Ma lo spazio è anche mentale, il luogo dell’intimità dell’artista, sacrificato allo sguardo invasivo dello spettatore. Il tempo invece pare restringersi e allargarsi tra il ritmo serrato con cui Lorenzo Gleijeses ripete gli infiniti passi della sua danza e una quotidianità sempre uguale che non ha uno scopo se non l’infinito e l’irraggiungibile.
Lorenzo Gleijeses è pura energia pulsante, vitalità e tormento. Questo spettacolo è una prova di resistenza incredibile che richiede un immenso sforzo sia mentale che fisico, ma anche capacità di dialogo con la materia sonora e luminosa di cui è composto. Un ottimo lavoro per ricominciare una stagione, per riprendersi lo spazio dell’arte e del teatro.
data di pubblicazione:01/10/2021
Il nostro voto: 
da Paolo Talone | Lug 25, 2021
(Teatro Quirino – Roma, 12 luglio 2021)
Presentata al Quirino la prossima stagione teatrale. In programma per i 150 anni di attività del teatro un’importante pubblicazione a cura di Elisabetta Centore e una ricca proposta di spettacoli, tra nuovi lavori e recuperi di stagione, in partenza già da settembre con un prologo di 8 appuntamenti a cui seguirà il cartellone in abbonamento con 20 capolavori tratti dalla drammaturgia classica e contemporanea, proposti da artisti di eccellente livello.
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”, il celebre endecasillabo dantesco che termina la Cantica infernale è il titolo scelto per presentare la prossima stagione di spettacoli del Teatro Quirino. Si spera di rientrare presto nel sogno di cui il teatro è ponte e lasciare alle spalle l’incubo in cui la pandemia ci ha costretto. L’esperienza acquisita in questi 18 mesi di fermo suggerisce però di avere prudenza, quella espressa negli interventi dell’Amministratore delegato del teatro, Rosario Coppolino, e del Direttore artistico Geppy Gleijeses. Prudenza ma anche responsabilità. È chiaro l’invito a non perdere occasione per vaccinarsi, perché si possa presto tornare a lavorare, a divertirsi, a nutrire l’anima di emozioni individuali e collettive che solo lo spettacolo dal vivo sa trasmettere. “Esistiamo e vogliamo esserci” ribadisce l’AD Coppolino, e aggiunge “comprate e regalate il teatro come forma di sostegno a chi ha sofferto”. Un’impresa privata come quella del Quirino non può sostenere le spese di produzione se è concesso riempire la platea solo a metà. Vicine in questa sorte anche altre eccellenti realtà che danno lustro alla proposta teatrale privata della capitale, Ambra Jovinelli e Sistina. Nella speranza che la rotta dei contagi si inverta, gli spettacoli in cartellone vengono presentati dagli artisti presenti in sala o da remoto in video per chi si trova impegnato nei festival di teatro in scena in questo momento in varie città italiane.
Tra gli spettacoli che fanno da prologo alla stagione vedremo il debutto di Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa, dove Eugenio Barba (celebre allievo di Jerzy Grotowski) intraprenderà la sua prima regia esterna all’Odin Theatre di sua fondazione, insieme a Lorenzo Gleijeses e Julia Varley. Gianluca Ferrato sarà diretto da Roberto Piana in Tutto sua madre, un monologo esilarante giocato su un equivoco provocato da condizionamenti familiari, in cui l’attore interpreta tutti i personaggi senza travestimento, solo con le abilità vocali. La giovane Agnese Fallongo sarà protagonista insieme a Tiziano Caputo di un racconto tragicomico scritto da lei stessa, Letizia va alla guerra (regia di Adriano Evangelisti). Napoli andrà in scena grazie a Maradona concerto, uno spettacolo con Claudio Di Palma e Danilo Rea al pianoforte. Una reale quarta parete in plexiglass sarà invece presa a colpi di palla da tennis da Paolo Valerio ne Il muro trasparente – delirio di un tennista sentimentale. Lucia Poli sarà La pianessa in un recital surreale e fantastico dedicato a Alberto Savino, autore poco conosciuto – è ben più famoso il fratello Giorgio De Chirico – artista poliedrico, compositore di cui Marco Scolastra ne ha ritrovato le partiture. Anna Galiena rivisiterà i più significativi dialoghi shakespeariani, da lei stessa tradotti e adattati, in Coppie e doppi. Al termine del prologo un omaggio al talento di una grande attrice, Sarah Bernhardt. Laura Marioni e Stefano Santospago saranno i protagonisti de La divina Sarah (testo di Eric-Emmanuel Schmitt e regia di Daniele Salvo).
La stagione in abbonamento parte il 2 novembre con lo spettacolo di Gabriele Lavia Le leggi della gravità, tratto dal romanzo di Jean Teulé (non ancora tradotto in italiano) che lo vede in scena con Federica Di Martino. Un testo definito “pandemico” dal regista, due personaggi e una domanda: qual è la legge di gravità che comanda intorno alla caduta dell’essere umano? Compare invece per due volte in cartellone Molière. Giuseppe Cederna, Vanessa Gravina e Roberto Valerio porteranno in scena Tartufo, mentre Emilio Solfrizzi sarà Il malato immaginario per la regia di Guglielmo Ferro durante le festività natalizie. Ed è ancora Emilio Solfrizzi a tornare al Quirino a fine stagione, questa volta alla sua prima esperienza come regista con Buoni da morire, una commedia feroce e divertente di Gianni Clementi, che indaga le dinamiche di una famiglia. Protagonisti Pino Quartullo, Debora Caprioglio e Gianluca Ramazzotti. Sempre rimanendo nel genere della commedia, un omaggio allo straordinario genio di Garinei e Giovannini sarà la nuova messa in scena di Luigi Russo di Se devi dire una bugia dilla grossa, con il già citato Gianluca Ramazzotti a fianco di Antonio Catania e Paola Quattrini. Lo spettacolo dovette interrompere le repliche poco dopo il debutto all’inizio della pandemia, la stessa sorte toccata proprio al Quirino a Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams (regia e scene di Pier Luigi Pizzi) con Mariangela D’Abbraccio nei panni della protagonista, Blanche DuBois, e Daniele Pecci in quelli del violento Stanley Kowalski. Recupero della precedente stagione anche La classe di Vincenzo Manna per la regia di Giuseppe Marini, uno spettacolo che racconta il disagio giovanile nell’incontro/scontro tra un gruppo di ragazzi e alcuni richiedenti asilo (con Claudio Casadio e Andrea Paolotti). Si parla di recupero di stagione anche per Processo a Gesù di Diego Fabbri con Paolo Bonacelli e Marilù Prati per la regia di Geppy Gleijeses. Uno spettacolo complesso con tanti attori in palcoscenico, tratto dal repertorio – spesso dimenticato – del grande teatro italiano del Novecento. Il “debutto” è avvenuto davanti a una platea di amici ed è stato giudicato da Tommaso Le Pera come il lavoro più bello di Geppy Gleijeses. La documentazione fotografica dello spettacolo si trova pubblicata nel volume uscito di recente Il teatro di Geppy Gleijeses nelle fotografie di Tommaso Le Pera a cura di Maria Paola Poponi (Manfredi edizioni). Nello stesso libro si possono vedere le prime immagini di un altro lavoro che è in calendario la prossima stagione, Servo di scena, con protagonisti Geppy Gleijeses, Maurizio Micheli e Lucia Poli. La messa in scena del testo di Ronald Harwood sarà un omaggio a Turi Ferro per i cento anni dalla sua nascita. La direzione è di Guglielmo Ferro, che già diresse il padre in una passata edizione.
Doppio appuntamento sul palco anche per Enrico Guarneri, a gennaio con L’ispettore generale di Nikolaj Gogol’ (commedia dell’equivoco dal tono grottesco e surreale) e a marzo con I Malavoglia di Giovanni Verga (regia di Guglielmo Ferro). Dalla grande letteratura sono tratti altri due lavori. Il primo è una riduzione teatrale di Pippo Pattavina e Antonello Capodici di Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello (con Pippo Pattavina e Mariangela Bargilli, regia di Antonello Capodici); mentre ispirato al racconto di Hermann Melville, Leo Gullotta sarà Bartleby lo scrivano per la regia di Emanuele Gamba. In scena un uomo dal carattere indolente e ozioso (la sua battuta ricorrente recita “avrei preferenza di no”), che come un vento improvviso “manda all’aria il senso normale delle cose”. Così nelle parole di Francesco Niccolini che ne cura il testo.
E sarà lo stesso Niccolini l’autore insieme a uno dei più grandi affabulatori del teatro italiano, Marco Paolini, di Ulisse Filò. L’eroe mitico incontra nel suo viaggio in incognito attraverso le Alpi il dio Hermès, anche lui non riconosciuto negli abiti di un pastore. Lo scontro/confronto tra queste due identità distanti tra loro sarà il centro del canto. Sempre legato alla classicità e al mito andrà in scena Troiane di Euripide, con Elisabetta Pozzi e la direzione del regista emergente Andrea Chiodi (l’adattamento è di Angela Damattè).
Spazio alla musica invece con due appuntamenti. A fine stagione Mario Incudine sarà protagonista del suo spettacolo dedicato a Domenico Modugno Mimì da sud a sud, diretto da Moni Ovadia e Giuseppe Cutino. Mentre poco prima di Natale farà ritorno un genere teatrale che è sempre stato di casa al Quirino, l’operetta. Umberto Scida sarà regista e protagonista insieme a un numeroso cast di attori/cantanti e ballerini de La vedova allegra di Franz Lehar.
La compagnia privata Goldenart Production (presente la Direttrice artistica Federica Vincenti), in coproduzione con i teatri stabili di Veneto e Bolzano, porterà in scena uno spettacolo che ha avuto una grande fortuna e che finalmente arriva a Roma, Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller. Protagonisti Alessandro Haber e Alvia Reale diretti da Leo Muscato (traduzione del testo di Masolino D’Amico). E arriverà a Roma, per la prima volta al Teatro Quirino, anche Carlo Buccirosso con una nuova edizione di Colpo di scena. Definito da Geppy Gleijeses degno erede di Peppino De Filippo, Buccirosso vestirà i panni di un vicequestore di provincia impegnato nel debellare i piccoli crimini che ogni giorno minacciano la pace di quella gente che vorrebbe vivere una vita serena, con un immancabile finale a sorpresa.
Questa dunque la prossima stagione del Quirino, ricca di titoli e nomi di importante caratura, ma soprattutto di tanta voglia di tornare con entusiasmo a raccontare e a lavorare. Con speranza solida ci affidiamo alle decisioni del Governo che, tenendo conto della salute di tutti, possa fornire le giuste condizioni che permettano allo spettacolo dal vivo di mostrare ancora la bellezza dell’arte in quelle stelle per troppo tempo rimaste velate.
24 settembre 3 ottobre
EUGENIO BARBA LORENZO GLEIJESES JULIA VARLEY
UNA GIORNATA QUALUNQUE DEL DANZATORE GREGORIO SAMSA
regia e drammaturgia Eugenio Barba, Lorenzo Gleijeses e Julia Varley
5.10 ottobre
GIANLUCA FERRATO
TUTTO SUA MADRE
tratto da “Les garçons et Guillaume, à table!”
di Guillaume Gallienne
regia ROBERTO PIANA
12.13.14 ottobre
AGNESE FALLONGO TIZIANO CAPUTO
LETIZIA VA ALLA GUERRA
la suora, la sposa e la puttana
di Agnese Fallongo
ideazione e regia ADRIANO EVANGELISTI
15.16.17 ottobre
MARADONA CONCERTO
con
CLAUDIO DI PALMA
DANILO REA al pianoforte
regia CLAUDIO DI PALMA
19.20.21 ottobre
PAOLO VALERIO
IL MURO TRASPARENTE
delirio di un tennista sentimentale
a cura di Monica Codena, Marco Ongaro e Paolo Valerio
22.23 ottobre
LUCIA POLI
LA PIANESSA
omaggio ad Alberto Savinio
con MARCO SCOLASTRA al pianoforte
24.25 ottobre
ANNA GALIENA
COPPIE E DOPPI
traduzione, adattamento e regia ANNA GALIENA
28.29.30.31 ottobre
LAURA MARINONI STEFANO SANTOSPAGO
LA DIVINA SARAH
da Memoir di John Murrel
testo di Eric-Emmanuel Schmitt
regia DANIELE SALVO
STAGIONE 2021/2022
2.14 novembre
GABRIELE LAVIA FEDERICA DI MARTINO
LE LEGGI DELLA GRAVITA’
dal romanzo di Jean Teulé “Les lois de la gravité”
adattamento e regia GABRIELE LAVIA
16.21 novembre
GIUSEPPE CEDERNA VANESSA GRAVINA ROBERTO VALERIO
TARTUFO
di Molière
traduzione Cesare Garboli
adattamento e regia ROBERTO VALERIO
23 novembre 5 dicembre
CARLO BUCCIROSSO
COLPO DI SCENA
NUOVA EDIZIONE
di Carlo Buccirosso
regia Carlo Buccirosso
7.12 dicembre
SPETTACOLO DA DEFINIRE
14.19 dicembre
UMBERTO SCIDA
LA VEDOVA ALLEGRA
di Franz Lehar
regia UMBERTO SCIDA
21 dicembre 9 gennaio
EMILIO SOLFRIZZI
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
costumi Santuzza Calì
adattamento e regia GUGLIELMO FERRO
11.16 gennaio
ENRICO GUARNERI
L’ISPETTORE GENERALE
di Nikolaj Vasil’evič Gogol’
regia ENRICO GUARNERI
18.23 gennaio
ELISABETTA POZZI
TROIANE
di Euripide
adattamento di Angela Demattè
regia ANDREA CHIODI
25.30 gennaio
PIPPO PATTAVINA
MARIANELLA BARGILLI
UNO, NESSUNO E CENTOMILA
di Luigi Pirandello
regia ANTONELLO CAPODICI
1.6 febbraio
MARIANGELA D’ABBRACCIO
DANIELE PECCI
UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO
di Tennessee Williams
traduzione Masolino D’Amico
regia e scene PIER LUIGI PIZZI
(recupero stagione 2019/2020)
8.20 febbraio
GEPPY GLEIJESES MAURIZIO MICHELI LUCIA POLI
SERVO DI SCENA
di Ronald Harwood
traduzione Masolino D’Amico
regia GUGLIELMO FERRO
22 febbraio 6 marzo
ALESSANDRO HABER
ALVIA REALE
MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE
di Arthur Miller
traduzione Masolino D’Amico
regia LEO MUSCATO
8.13 marzo
ENRICO GUARNERI
I MALAVOGLIA
di Giovanni Verga
regia GUGLIELMO FERRO
15.27 marzo
ANTONIO CATANIA GIANLUCA RAMAZZOTTI
con PAOLA QUATTRINI
SE DEVI DIRE UNA BUGIA DILLA GROSSA
di Ray Cooney
versione italiana Iaia Fiastri
regia originale PIETRO GARINEI
nuova messa in scena LUIGI RUSSO
29 marzo 3 aprile
LEO GULLOTTA
BARTLEBY LO SCRIVANO
di Francesco Niccolini
liberamente ispirato al racconto di Herman Melville
regia EMANUELE GAMBA
(recupero stagione 2019/2020)
5.10 aprile
MARCO PAOLINI
ULISSE FILÒ
di Marco Paolini e Francesco Niccolini
regia GABRIELE VACIS
12.17 aprile
PAOLO BONACELLI MARILÙ PRATI
PROCESSO A GESÙ
di Diego Fabbri
regia GEPPY GLEIJESES
(recupero stagione 2019/2020)
19.24 aprile
CLAUDIO CASADIO ANDREA PAOLOTTI
LA CLASSE
di Vincenzo Manna
regia GIUSEPPE MARINI
(recupero stagione 2019/2020)
26 aprile 1 maggio
MARIO INCUDINE
MIMÌ DA SUD A SUD
sulle note di Domenico Modugno
di Mario Incudine
regia MONI OVADIA e GIUSEPPE CUTINO
3.15 maggio
PINO QUARTULLO DEBORA CAPRIOGLIO GIANLUCA RAMAZZOTTI
BUONI DA MORIRE
di Gianni Clementi
regia EMILIO SOLFRIZZI
data di pubblicazione 25/07/2021
da Paolo Talone | Giu 11, 2021
(Galleria Sciarra/Teatro Quirino – Roma, 5 giugno 2021)
Veronica Pivetti in dialogo Pino Strabioli sulle donne e la parità di genere. Monica Guerritore legge alcuni brani tratti dalla drammatica storia raccontata nel suo libro Quel che so di lei. È la donna la protagonista della serata inaugurale degli Spettacoli in galleria, serie di eventi che andranno avanti tutta l’estate organizzati dal teatro Quirino in collaborazione con il bistrot Angolo Sciarra per il patrocinio del Comune di Roma e di ANAC.
La Galleria Sciarra muta anche quest’anno la sua funzione di passaggio tra piazza Santi Apostoli e fontana di Trevi in luogo di eventi e concerti, a cui si potrà assistere consumando al tavolo un aperitivo o una cena. La suggestiva architettura umbertina e le decorazioni del Cellini, che glorificano la figura della donna ottocentesca nelle sue virtù, fanno da cornice e da ispirazione per gli appuntamenti in programma. Il tema affrontato è la parità di genere e lotta alla violenza contro le donne, piaga sociale che si è acuita durante il periodo di chiusura dello scorso anno e che ha portato il Comune di Roma ad aprire nuovi Centri Antiviolenza nel territorio, come ricorda l’Assessora alla Crescita culturale Lorenza Fruci. La cultura della legalità e il rispetto dell’altro e dell’altra sono al centro dell’intervento invece di Giuseppe Busia, Presidente dell’Autorità Anticorruzione (ANAC). È la cultura il veicolo attraverso cui l’artista si carica di una responsabilità sociale inequivocabile: educare le persone al rispetto e all’inclusione, alla conoscenza e alla divulgazione di messaggi positivi per farne uno strumento di denuncia. Nelle parole di Veronica Pivetti, intervistata sul palco da Pino Strabioli per il primo degli incontri che quest’anno precederanno gli spettacoli, è forte la consapevolezza che il teatro, ma parimenti il cinema e la letteratura, hanno questo dovere e questo scopo. Un artista, quando anche è un personaggio pubblico, ha la responsabilità di svolgere il suo mestiere come un atto politico. Così lo ha svolto Carla Fracci, a cui è rivolto un affettuoso ricordo, che non dimenticando le umili origini si è battuta perché la scuola di danza alla Scala fosse accessibile gratuitamente.
In questo contesto si inserisce la storia di femminicidio raccontata da Monica Guerritore, ispirata a un fatto di cronaca accaduto a Roma all’inizio del secolo scorso. La contessa Giulia Trigona è vittima del suo amante in un albergo vicino la stazione durante un piovoso pomeriggio di marzo. L’attrice ripercorre insieme alla donna il buio corridoio che conduce alla stanza dell’omicidio, la numero 8. A quell’appuntamento avrebbe voluto dire addio all’uomo che non amava più. Ma è proprio a questo punto che si ripete lo schema immortale della violenza, quando lei decide di abbassare la guardia concedendosi un’ultima volta. L’uomo non sopporta il rifiuto e il cambiamento della donna, per questo la uccide. Il racconto di cronaca è riportato con algida precisione da Monica Guerritore, un elenco di fatti ore e luoghi. Occorre forza e freddezza per raccontare la verità, per non cedere alla pietosa tentazione di giustificare l’assassino. L’emozione salta fuori quando sono altre donne a entrare nel racconto. Sono i personaggi più significativi interpretati dall’attrice nella sua lunga carriera: Emma Bovary, la Lupa, Oriana Fallaci, Carmen, la Signorina Giulia, Liubov’ Andreevna. Appaiono come fantasmi di un ricordo dalle stanze dell’albergo del delitto. Stralci di dialoghi e volti sbiaditi tornano alla memoria. In Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman (la versione teatrale andò in scena nel 1997 per la regia di Gabriele Lavia), Marianne è vittima del tradimento del marito. Durante una lite furibonda lui tenta di sferrarle un calcio ma colpisce, distruggendolo, il water del bagno. Woody Allen trasforma in commedia questo meccanismo di morte e i due protagonisti di Mariti e mogli, Sally e Jack (adattato a teatro dalla Guerritore nel 2016), si ritrovano infine abbracciati. Per rompere la spirale di morte occorre prendere di petto l’amore, stravolgerlo e ricomporlo con fiducia e rispetto. Solo allora si potranno immaginare finali diversi per le tante storie di dolore e violenza, dove il tratto comune sarà solo la leggerezza.
Riprende così l’attività del Quirino, un’istituzione che festeggia quest’anno i suoi 150 anni di attività. È stato facile creare il cartellone, come dice il Direttore artistico Geppy Gleijeses, tanta è la voglia di tornare a fare spettacolo. Prossimo appuntamento sabato 12 giugno con la presentazione del volume di Tiziana Ferrario Uomini è ora di giocare senza falli! e il concerto del siciliano Mario Incudine, D’acqua e di rosi.
data di pubblicazione:11/06/2021
Il nostro voto: 
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