da Antonio Iraci | Nov 20, 2024
drammaturgia di Daniele Trombetti e Daniele Locci con: Daniele Trombetti, Daniele Locci, Francesca Anna Bellucci, Beatrice de Luigi e Federico Capponi
(Teatro Lo Spazio – Roma, 19/24 Novembre 2024)
Il giovane Antonello muore di cancro. Silvano ed Enrico, suoi amici del cuore dai tempi del liceo, si fanno carico di eseguire le ultime volontà: spargere le sue ceneri in un posto in cui si possa vedere l’aurora boreale. I due insieme a Linda, ex di Silvano e adesso la ragazza di Enrico, intraprendono in auto questo lungo viaggio da Roma a Stettino. Un percorso insidioso e turbolento ma anche pieno di bei ricordi, quando l’esuberante Antonello era ancora in vita e rendeva i loro incontri allegri e trasgressivi…
Una compagnia teatrale, sgangherata e divertente che riporta sulla scena uno spettacolo più che collaudato. I protagonisti, tutti giovanissimi, ci parlano di sé e dei propri problemi esistenziali e affettivi. Un mix di risentimento e rimbrotto reciproco, sovrastato da musiche a tutto volume che spesso si sovrappongono alle voci. Ma va bene così. Quello che conta è rendere l’atmosfera giusta e portare lo spettatore a ridere delle situazioni estreme che si sovrappongono senza soluzione di continuità. Creare una grande confusione, una valanga di parole sconnesse per far emergere l’intimo di ognuno di loro. Ci sono problemi sentimentali ancora da risolvere e certamente Silvano non può facilmente digerire gli otto anni di fidanzamento con Linda, andati in fumo proprio quando già si parlava di matrimonio. Tradito per giunta con il suo miglior amico che è costretto a sopportare durante il lungo e faticoso viaggio in auto verso la destinazione finale. Ora che è radicalmente dipendente da farmaci come potrà affrontare questa ulteriore prova di forza contro se stesso e trovare il giusto equilibrio? L’incontro casuale con Manuela, anche lei in fuga da una società che rifiuta la parità di genere, metterà Silvano definitivamente in crisi senza lasciargli alcun margine di manovra. Uno spettacolo ora riproposto al Teatro Lo Spazio-Roma che diverte in maniera seria perché fa riflettere sul concetto di amicizia, un qualcosa che al di là delle possibili interferenze è destinato a rimanere per sempre. Un messaggio che gli attori sanno ben trasmettere al pubblico e che il pubblico è disposto a recepire in toto. Atmosfera piacevole e leggera, creata apposta per intrattenere su un tema fondamentale, spesso trascurato per una dilagante forma di eccessiva superficialità.
data di pubblicazione:20/11/2024
Il nostro voto: 
da Antonio Iraci | Nov 15, 2024
drammaturgia e regia di Mario De Masi con Alice Conti, Alessandro Gioia, Giulia Pica, Fiorenzo Madonna, Antonio Stoccuto
(Teatro India – Roma, 14/17 Novembre 2024)
Una madre, due fratelli, una sorella. Questa è la famiglia Caini, così come viene chiamata dai vicini di casa. Durante una delle sue frequenti scorribande notturne con le amiche, la ragazza incontra in discoteca un giovane artista performativo di cui si innamora. Dopo una risoluta resistenza, il giovane si convince di fare la conoscenza con i futuri nuovi parenti. Le sue idee innovative sull’arte contemporanea metteranno seriamente in discussione il solido equilibrio dell’intero nucleo familiare…
La Compagnia I Pesci ha origini napoletane e con la regia di Mario De Masi porta in scena il terzo capitolo di una trilogia tutta basata sul concetto della famiglia, intesa come nucleo sociale di una realtà tutta da esplorare. Con Caini il regista pone il suo sguardo indiscreto all’interno di una casa, chiusa in se stessa e impermeabile verso ogni ingerenza esterna di qualsiasi tipo. I soggetti in questione hanno tra di loro un patto di solidarietà che li tiene uniti da un qualcosa, un segreto forse a cui non è possibile accedere e che sembra legarli in maniera inscindibile. L’impatto con il giovane artista, di cui la figlia si è innamorata, metterà seriamente in crisi i singoli membri di questa ermetica famiglia, tutta intrisa di un area di mistero e di sacralità. Forse il segreto ha a che fare con il padre di cui non c’è più traccia da tempo. Scomparso o addirittura morto? Sarà proprio questo l’enigma che via via sarà svelato e che lascerà tutti sorpresi e sconcertati. Tutti rimangono affascinati dalla personalità del giovane estraneo e inizieranno ad apprezzarne il suo modo coerente di vivere l’arte e a condividerne l’essenza. Certo il destino che gli riserverà non sarà per niente generoso anche se lui si era sforzato con tutto se stesso di fare della propria creatività qualcosa di edificante, senza mai cedere alle tentazioni esteriori. Il progetto di una nuova performance all’interno di una cava, così come proposto dai due ambigui fratelli, gli aprirà tutta una serie di misteri incomprensibili. Una forza travolgente lo spingerà verso uno posto vuoto e senza ritorno. Lo spazio è buio come buio è l’animo di chi ci vive, pronto a reiterare un rito cannibalesco e di morte. Un gruppo di attori giovani e bravi, bene assortiti e anche coesi nel portare avanti un discorso sull’indissolubilità del vincolo familiare e sulla validità dell’arte, intesa come espressione universale del genere umano. Lo spettacolo in questione suggerisce la necessità di prendere contatto in qualche modo con questa realtà e lancia al pubblico un messaggio semplice e inequivocabile.
data di pubblicazione:15/11/2024
Il nostro voto: 
da Antonio Iraci | Nov 14, 2024
200 d.C. A seguito della conquista della Numidia da parte della flotta romana, guidata dal generale Marco Acacio, Lucio Vero viene catturato e scortato a Roma come schiavo. Il giovane si distingue subito per le sue doti di lottatore e viene comprato da Macrino che lo fa addestrare come gladiatore. Intanto si organizzano i giochi al Colosseo alla presenza degli imperatori Caracalla e Geta. Lucio ne esce sempre vincitore e tra i vari intrighi di corte emergono le sue reali origini romane…
Sono passati quasi venticinque anni da quando Ridley Scott ha diretto il suo primo Gladiatore. Il film ottenne 5 premi Oscar e 4 Bafta e lanciò definitivamente Russel Crowe nell’Olimpo di Hollywood. Il nuovo lavoro del più che ottuagenario regista britannico è a tutti gli effetti un sequel, sia in termini cronologici degli eventi sia per quanto riguarda la storia vera e propria. Si ripropongono alcuni frammenti del precedente film in cui è da protagonista la figura di Massimo Decimo Meridio (Crowe) al momento della sua morte, dopo aver sconfitto nell’arena l’imperatore Commodo. Ci si concentra ora sulla figura di Lucio (Paul Mescal) figlio di Lucilla (Connie Nielsen) e nipote quindi di Marco Aurelio. Il regista, pur rimanendo abbastanza fedele agli avvenimenti, si lascia andare a qualche licenza storica che però di fatto non altera minimamente l’effetto finale della pellicola. Al di là delle scene plateali dei combattimenti che si svolgevano nel Colosseo, Ridley Scott entra nell’animo dei personaggi e ne fa dei veri eroi. Lucio è stato allontanato da Roma, appena dodicenne perché in pericolo di vita, e ora vi ritorna da schiavo con la missione di ripristinare nell’Urbe quell’ordine morale che si era perso con gli ultimi imperatori. In questa nuova edizione ci si avvale di continui effetti speciali che contribuiscono a renderla veramente maestosa con scene mozzafiato verso le quali lo spettatore non può rimanere indifferente. Paul Mescal è stato rimodellato fisicamente per farlo apparire imbattibile e dotarlo di un perfetto phisique du rôle. Ottima l’interpretazione di Pedro Pascal nella parte di Marco Acacio e soprattutto quella di Denzel Washington nel ruolo di Macrino, personaggio storico ambiguo e senza scrupoli. Film sicuramente interessante, girato bene da un maestro del cinema che ha diretto tra l’altro capolavori come Alien, Blade Runner e Thelma & Louise, tutti oramai capitoli importanti nella storia del cinema. Bisogna ammettere che i due gladiatori non sono minimamente paragonabili anche se in alcune scene l’uno è il rimando dell’altro.
data di pubblicazione:14/11/2024
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da Antonio Iraci | Nov 2, 2024
Sophie, al termine di una lunga vacanza italiana con la sorella, trascorrerà l’ultimo giorno a Palermo prima di rientrare in California. In spiaggia, appena arrivata, incontrerà Giulio e tra i due nascerà subito una passione. Al contrario della sua pedante compagna di viaggio, tutta dedita alla visita dei monumenti, Sophie preferisce evadere, lasciarsi andare tra le braccia della sua affascinante conquista e andare in giro con i suoi eccentrici amici. Non potrà mai immaginarsi quello che accadrà in quelle poche ore e di come cambierà tutta la sua vita…
Gabriele Muccino, con la sua lunga esperienza come regista e sceneggiatore, ha negli anni consolidato un suo stile tutto particolare che lo ha decisamente consacrato tra i protagonisti del cinema italiano contemporaneo. Anche in questo suo ultimo film vuole esplorare il mondo dei giovani e il loro tentativo di ribellione alla monotonia quotidiana, per lanciarsi in una realtà tutta ancora da scoprire. Sophie (Elena Kampouris) è la protagonista assoluta di questo action movie pieno di tanto amore, ma anche di tanto crimine. La giovane americana, dopo aver appena conosciuto Giulio (Saul Nanni), capirà ben presto che l’amore non richiede alcuna spiegazione logica e insieme a lui affronterà per le strade di Palermo ogni tipo di avventura, anche a rischio della propria incolumità. Sulla sua pelle scoprirà infatti un’attrazione fatale per il pericolo, e per tutto ciò che comporta, fino alle estreme conseguenze. Il regista concentra tutta l’attenzione sulla giovane ragazza. Da un passato di solitudine emotiva, lei stessa si troverà ad affrontare un manipolo di gente senza scrupoli che la costringerà ad accettare un ruolo tutto nuovo. E’ una prova verso se stessa, una dimostrazione che anche lei potrà farcela perché, quando si ama veramente qualcuno, non ci si pongono troppe domande e troppi se. Il film è una corsa continua piena di azioni e di parole che non lasciano un minuto di tregua per la riflessione. Ciò che Muccino è riuscito a dimostrare è che la vita è il risultato delle scelte che facciamo, scelte pertanto da accettare anche se dettate da situazioni al limite dell’umana comprensione. Ogni inquadratura è tecnicamente perfetta, la recitazione volutamente eccessiva, i personaggi sempre in fuga da qualcosa, ma proprio questo rende la scena vera, adrenalinica fino alla fine.
data di pubblicazione:02/11/2024
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da Antonio Iraci | Ott 22, 2024
(19a FESTA del CINEMA di ROMA 2024)
Arsa è una ragazza molto scontrosa che vive in una casupola in mezzo a una riserva naturale di Stromboli. Ha scelto di vivere in maniera solitaria a contatto con la campagna e il mare. Spesso si aggira sulla spiaggia a raccattare ciò che la gente ha dimenticato o che il mare ha restituito. La sua mente vaga tra i ricordi della prima infanzia quando il padre le raccontava, per farla addormentare, storie di terribili mostri…
Masbedo è un duo artistico composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni. In Arsa, che è il nome della protagonista, i registi raccontano la storia di una ragazza che decide di isolarsi da tutto e da tutti per elaborare la perdita del padre, una scultore poco talentuoso ma di grande immaginazione. Anche lei ha una vena artistica che dimostra trasformando semplici materiali raccattati sulla spiaggia. Costruisce la sua vita ai margini della vita, in una natura contaminata solo dagli uomini e che lei stessa cerca di ripulire liberandola da ogni sporcizia. Un racconto onirico costruito su spazi molto ristretti dove Arsa (Gala Zohar Martinucci) si muove come un animale selvatico in cerca di una tana dove rifugiarsi. Lei in effetti ora ne ha una, che difenderà da ogni intruso. Il film è tutto sul rapporto tra l’uomo e la natura, tra cielo e mare, tra arte e inquinamento sociale. Un’ambientazione perfetta dove però la storia traballa in virtuosismi talvolta eccessivi. Un esercizio di stile vero e proprio, forse esageratamente ambizioso. Anche l’incontro scontro tra la ragazza e il giovane Andrea (Jacopo Olmo Antinori), sull’isola insieme ad altri due amici alle prime armi nel mondo del cinema, sembra troppo costruito. I Masbedo hanno forse troppo indugiato sulla sceneggiatura e ne hanno ridimensionato il lato creativo e immaginifico. La scoperta di una statua classica sul fondale del mare, un segreto non svelato e vissuto come esclusivo, rendono il plot ancora di più poco coinvolgente, tra tempi morti e spazi talvolta claustrofobici, in contrapposizione alla natura selvaggia dell’isola.
data di pubblicazione:22/10/2024

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