POVERE CREATURE! di Yorgos Lanthimos, 2024

POVERE CREATURE! di Yorgos Lanthimos, 2024

Ci sono pellicole che si amano dal primo fotogramma perché toccano il cuore! Esce finalmente nelle sale italiane Poor Things, diretto da Yorgos Lanthimos, tratto dal romanzo omonimo di Alasdair Gray. Il film ha entusiasmato Venezia che gli ha tributato il Leone d’oro e ha già vinto 2 golden globe, accorciando le distanze per l’Oscar.

  

Povere creature! racconta la storia di Bella Baxter (una stupefacente Emma Stone), riportata in vita dopo un tentato suicidio dal geniale e poco ortodosso scienziato Dr. Godwin Baxter (un bravissimo Willem Dafoe, un po’ Frankenstein, un po’ Bestia per la sua Bella, un po’ genio visionario), che le impianta il cervello del feto che la donna ha in grembo, gravidanza che la poverina per ovvi motivi non può più portare avanti. Bella dunque, nonostante l’aspetto fisico di giovane donna, è di fatto una neonata che deambula e parla male, ma che cresce in fretta ed è desiderosa di imparare, di scoprire il mondo, di sperimentare. Libera da ogni tipo di pregiudizio, Bella è aperta a fare nuove esperienze e scoperte, compresa la sessualità, esercitando esclusivamente il suo libero arbitrio in quanto scevra da ogni tipo di condizionamento morale, avendo in se’ la purezza di una mente fanciullesca nel corpo di una donna giovane e forte, che nessuno riesce a dominare. Affamata inizialmente di mondanità, Bella fugge per una travolgente avventura con Duncan Wedderburn, avvocato abile e dissoluto (interpretato da un magnifico Mark Ruffalo). Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella esplora il mondo e apprende velocemente, applicando il suo emancipato metro di giudizio con un approccio meravigliosamente spiazzante, spregiudicato, diretto.

Il film è una sorta di romanzo di formazione di un’eroina moderna, tra fantascienza, atmosfere gotiche e umorismo; esplosivo e di grande bellezza, Povere creature! sicuramente è la pellicola più audace di Lanthimos, che non potrà che stupire il pubblico per originalità ed assoluta contemporaneità. Incentrato totalmente sul punto di vista di Bella, il film possiede una estetica unica, originale, espressa attraverso l’esplorazione personale della protagonista grazie anche alla creazione di un universo tutto suo, una sorta di mondo fantastico adattato al suo punto di vista e ai suoi occhi, attraverso una personale rivisitazione del reale. Atmosfere, fotografia, dialoghi, costumi, make up, interpretazioni, in uno scenario fantasmagorico pieno di citazioni e di idee, dove la luce curata dal genio di Robbie Ryan mescola il bianco e nero del cinema muto anni ‘30 e le poco naturali palette cromatiche. Film da non perdere perché emoziona e fa pensare.

data di pubblicazione:24/01/2024


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TUTTI TRANNE TE di Will Gluck, 2024

TUTTI TRANNE TE di Will Gluck, 2024

Tutti Tranne Te è una commedia romantica diretta da Will Gluck (Amici di lettoPeter Rabbit) con Sydney Sweeney e Glen Powell. I due protagonisti Bea e Ben sembrano fatti l’uno per l’altro, il loro incontro è una perfetta sintonia di attrazione ed alchimia, ma il risveglio e alcune casuali incomprensioni spengono immediatamente ogni possibile prosieguo. Quando si ritrovano inaspettatamente allo stesso matrimonio in Australia, decidono di simulare di essere una coppia, ognuno con uno scopo diverso.

Fingere davanti agli altri di avere una relazione nella segreta speranza che poi quella bugia possa trasformarsi in realtà. È questo il leit motiv attorno cui ruota trama e messaggio del film. Una coppia che sin dalla prima inquadratura si percepisce essere destinata all’unione duratura e che si sa già essere destinata a peripezie ed incomprensioni per tutta la durata del film.

Dopo un primo incontro che aveva tutta l’aria di essere perfetto, i due sembrano disprezzarsi apertamente e decidono di non rivedersi mai più. Ma il destino non la pensa allo stesso modo. Poco dopo Bea e Ben si incontrano nuovamente sul volo che li porta in Australia, invitati al matrimonio di amici in comune. Alla cerimonia sono presenti anche il padre e la madre di Bea e il suo ex fidanzato Jonathan (Darren Barnet), che spera di rimettersi con lei grazie alla complicità dei genitori. Nel frattempo Ben incontra una donna che prova a corteggiare senza successo, la bella Margaret (Charlee Fraser).

Ben e Bea decidono di sfidare l’ironia della sorte e trarre vantaggio dalla loro situazione fingendosi una coppia innamorata. La messa in scena li costringerà a sopportarsi senza risparmiare piccoli dispetti e colpi bassi. Fino alla dichiarazione d’amore finale dopo una faticosa rincorsa.

Tutti belli, simpatici, educati, buoni e open minded, in un matrimonio che ci porterà nella meravigliosa ed efficiente Sidney, tra torte giganti e gite in mega yacht e con un corpo di polizia sempre pronto ad intervenire. Il film è divertente e noioso al contempo, con il piccolo grande rimpianto di non aver trovato almeno uno squaletto che si aggiri tra le onde in grado di dare un po’ di verve a una storia assolutamente prevedibile.

data di pubblicazione:24/01/2024


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LA LUNA DEI BORBONI compagnia Balletto del Sud diretta da Fredy Franzutti

LA LUNA DEI BORBONI compagnia Balletto del Sud diretta da Fredy Franzutti

In scena al teatro Vascello di Roma dal 23 al 26 novembre la compagnia il Balletto del Sud diretta dal coreografo Fredy Franzutti ne La Luna dei Borboni, spettacolo di danza in un atto dedicato alla poetica di Vittorio Bodini, poeta e traduttore italiano, considerato il maggiore interprete e traduttore della letteratura spagnola. Una messa a fuoco sull’eredità culturale del Sud, sapientemente orchestrata dal direttore e fondatore della compagnia, che ha amalgamato musica, poesia e danza in un nostalgico e delicato presente che guarda al sole, alle case di calce, agli odori della terra ed alla tradizioni popolari per un messaggio che parla di radici e di identità.

 

Il Sud ed il Salento in particolare hanno una specifica connotazione sociale ed economica, fatta di antiche tradizioni, di delicata semplicità e di un substrato culturale proveniente dal passato. Ecco allora che le consuetudini e abitudini di un luogo sospeso nel tempo vengono ripensati e reinterpretati in chiave più contemporanea. L’atmosfera è sognante e rilassata come il ricordo di una festa patronale nella piazzetta del paesino, dove eravamo tutti presenti, tutti vivi e partecipi.

Fredy Franzutti, coreografo eclettico che vanta collaborazioni di prestigio internazionale, ha fondato nel 1995, il Balletto del Sud, compagnia per la quale ha creato un vasto repertorio di spettacoli di un genere che spazia dalla ricerca del contemporaneo, alla rivisitazione moderna dei classici.

Franzutti usa un linguaggio personale proteso verso il teatro contemporaneo e utilizza come elementi ispiratori e asse della ricerca le pertinenze territoriali con il Sud, inteso come appartenenza alla Magna Grecia, il rapporto con i popoli del mare, l’utilizzo della matrice popolare e l’argomento del testo poetico per creare la nuova narrativa coreografica.

Interpreti sono 16 danzatori della compagnia. I ruoli principali sono interpretati da Nuria Salado Fustè e Matias Iaconianni con solisti Alice Leoncini, Ovidiu Chitanu e Cristopher Vazquez.

Le musiche dello spettacolo, che gode del patrocinio dell’Enciclopedia Treccani e del Centro Studi Vittorio Bodini, sono state appositamente scritte da Rocco Nigro e Giuseppe Spedicato e sono eseguite dal vivo dai Brancaleone Project, trio composto dagli stessi Rocco Nigro (fisarmonica) e Giuseppe Spedicato (tuba) accompagnati da Giorgio Distante (tromba).

Uno spettacolo intenso e delicato, che sprigiona profumi ed evoca ricordi che merita di essere visto.

data di pubblicazione:25/11/2023


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MELLOWING di Christos Papadoupulos

MELLOWING di Christos Papadoupulos

(Roma Europa Festival 2023)

Il coreografo greco Christos Papadopoulos è tornato ad incontrare il Romaeuropa Festival con la sua danza minimalista, ritmica e visionaria. In scena all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone il 14 e il 15 novembre, Mellowing, la sua prima creazione per Dance On Ensemble, formazione composta da danzatori professionisti over 40. Abbracciando il progetto della compagnia, ovvero promuovere una visione inclusiva della danza, non circoscritta ai soli corpi nel pieno della giovinezza, Christos Papadopoulos ha creato un lavoro complesso e rigoroso, realizzato grazie alla forte osmosi avviata con i danzatori dell’Ensemble per superare i limiti della percezione ed andare oltre. (foto Jubal Battisti).

 

Come si gestisce l’energia corporea e come la si veicola su specifiche parti del corpo? E come cambia al mutare del movimento?

Minimaliste e rigorose, ipnotiche e reattive, avvolgenti ma profondamente ancorate ai dettagli dell’estetica e del reale: sono solo alcune delle sensazioni che si provano quando si assiste ad uno spettacolo di Christos Papadopoulos. Il coreografo greco prosegue il suo percorso al Romaeuropa Festival, che lo ha visto partecipe sin dai suoi esordi, presentando la sua prima creazione per Dance On Ensemble, celebre formazione composta da danzatori professionisti over 40, con una scrittura coreografica basata sulla competenza e capacità espressiva dei singoli danzatori. Papadopoulos vuole sfidare i limiti della nostra percezione e a trasformare il movimento corale in quello di un unico corpo esteriormente immobile e interiormente vibrante. I movimenti s’incastonato, si replicano ossessivamente tra concentrazione e leggerezza, ritmi e pause.

Mellowing è una coreografia fondata sullo studio corporeo e coreografico della vibrazione, con undici performer in scena grazie a un movimento corale, concentrandosi sulla sensibilità emotiva e percettiva di chi osserva. Basandosi sulla colonna sonora di Coti K, i movimenti dei danzatori sviluppano una costruzione alternativa del rapporto tra individui e gruppi, tra continuità e discontinuità, aprendo a riflessioni più profonde, personali e universali in cui la danza agisce in maniera trasversale e innovativa in direzione collettiva e singola, tra necessità di adesione all’aggregazione ed in contrapposizione il bisogno di libertà.

data di pubblicazione:15/11/2023


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MONT VENTOUX compagnia Kor’sia

MONT VENTOUX compagnia Kor’sia

(Roma Europa Festival 2023)

La compagnia italo-spagnola KOR’SIA ha portato il proprio messaggio artistico al RomaEuropa Festival, presentando l’11 e il 12 novembre, in anteprima nazionale, all’ Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone , il nuovo spettacolo Mount Ventoux. Il collettivo fondato da Antonio de Rosa e Mattia Russo riprende l’opera che Francesco Petrarca scrisse nel 1336, la strada in ascesa che l’umanità deve percorrere per lasciarsi alle spalle gli anni bui del Medioevo e costruire così un nuovo paradigma del vivere umano: l’umanesimo. (foto Maria Alperi).

  

Gli italo-spagnoli Kor’sia, proiettano il testo dell’Ascesa al Monte Ventoso di Francesco Petrarca nel presente e nelle sue urgenze di cambiamento. Il collettivo è nato circa 9 anni fa, per rispondere ad una profonda esigenza di esplorare nuovi orizzonti nella danza e nell’arte contemporanea al fine di creare uno spazio creativo dove sperimentare e sfidare i limiti tradizionali, spingendosi al di là dei confini predefiniti.

L’incertezza del futuro diventa chiave per un risveglio collettivo, come quello invocato da Petrarca. Un mantra, attraverso il quale Kor’sia vuole ascendere il monte per recuperare i valori. Una performance volta ad insinuare dubbi e generare spunti di riflessione.

Uno spettacolo che ha l’obiettivo di tenere una luce accesa sui problemi della società per comprenderli, analizzarli e ritrovare vecchi valori. Un messaggio intrinsecamente legato all’attualità. La lettera di Petrarca, scritta nel lontano 1336, rappresenta un punto di partenza per il Rinascimento, simbolizzando l’ascesa verso la luce e la natura, in contrapposizione al declino nell’oscurità del Medioevo. Mont Ventoux trasmette l’idea di scalare, arrampicarsi, di cercare una connessione tra l’individuo e l’umanesimo.

Il lavoro coreografico non si focalizza su una teatralità esplicita, ma piuttosto sulla creazione di metafore suggestive, ricche di riferimenti e suggerimenti, dove la danza è il linguaggio espressivo predominante, immagini vive e plastiche insieme.

In scena una danza ipnotica, fatta di passaggi ripetuti e contrapposti, una metamorfosi fisica necessaria per eliminare scorie e strati e ritrovare la natura e l’essenza dell’uomo.

Otto giovanissimi danzatori esterni ed interni rispetto ad un parallelepipedo che si espande e si ritira con cui specchiarsi e confrontarsi. Un lavoro intenso e drammatico, apprezzatissimo.

data di pubblicazione:13/11/2023


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