THE FRENCH DISPATCH di Wes Anderson, 2021

THE FRENCH DISPATCH di Wes Anderson, 2021

Francia Anni ’60/’70… Il fondatore e direttore di un magazine americano con base nella fittizia cittadina di Ennui-sur-Blasé muore all’improvviso lasciando dietro di sé una redazione addolorata. La rivista chiuderà e l’ultimo numero antologico sarà composto dai migliori articoli pubblicati che costituiscono la trama del film. L’occasione per mettere in scena una raccolta di storie e di un mondo idealizzato da parte di un geniale e visionario creatore di immagini con un cast eccezionale da scoprire di volta in volta….

 

Wes Anderson dal 1995 ad oggi ha realizzato solo 10 lungometraggi ma è già un mito assoluto nel mondo della Settima Arte per la sua genialità, eccentricità ed estetica personale che, unitamente ad una capacità di trasfigurazione fiabesca della realtà, sono la sua inconfondibile cifra stilistica. Ognuno ama od odia il suo personale Anderson: quello de I Tannenbaum, de Il Treno per Darjeeling, di Grand Budapest Hotel o anche di Moonrise Kingdom. Si può solo amare od odiare l’artista. Non ci sono mezze misure! Si amerà o si odierà quindi, a maggior ragione, The French Dispatch perché è un divertissement che il regista e la banda dei suoi attori si sono concessi. Un divertissement che è la summa dell’arte di Anderson, più film in uno e quindi più Anderson in uno.

The French Dispatch, presentato quest’anno a Cannes, è un film strutturato in segmenti e in sketches che sono a loro volta anche un viaggio fantasioso attraverso il grande cinema francese dagli anni ‘30 ai ‘70, un omaggio affettuoso al The New Yorker (il mito dell’editoria e del giornalismo americano) ed alle bandes dessinées, i fumetti francesi. Un divertissement, un gioco, in cui attori celebri recitano o passano sullo schermo senza soffermarcisi più di tanto. Sono tutti bravi, belli e ben diretti e si vede che si divertono a recitare, quale che sia il trucco dietro cui si nascondono. Attorno a loro Anderson si diverte a sua volta a rifare, per la gioia sua e dei cinefili, Tati, Renoir, Truffaut, Godard, Cluzot, Melville… come solo un appassionato del cinema francese – come lui notoriamente è – potrebbe fare ed apprezzare. Tanti Anderson, dunque, ma l’ispirazione nei vari episodi non è sempre la stessa. Talora l’idea iniziale, pur se geniale, si spegne dopo un po’, comunque sia il marchio autoriale è sempre presente anche nei momenti di stanca: la padronanza della regia, la direzione artistica fenomenale, la straordinaria capacità di pianificazione di ogni sequenza, la creatività scenografica senza limiti, il perfetto senso del ritmo, la capacità di rendere credibile l’incredibile e reale il surreale, alternando attori e cartoons, colori pastello e bianco e nero in modo quasi naturale e normale.

Una capacità creativa a tratti poetica che, libera dai legami di una narrazione classica, dà spazio a tutta la fervida immaginazione dell’autore ed al suo esuberante gusto pittorico e formale.

Però, c’è un però… come dicevamo a tratti il ritmo rallenta, zoppica e l’ispirazione geniale svanisce. L’autore sembra quasi compiacersi nelle citazioni e nell’autocitazione e diviene troppo sofisticato, poco sorretto dalla flebilità delle storie. Alla fine gli sketches sono sì belli ma sono pur sempre degli sketches, per loro natura ineguali e di breve respiro.

The French Dispatch è quindi un film autoriale ma un po’ ineguale che sicuramente sedurrà i fedelissimi del regista restando probabimente un’opera minore nella sua filmografia, un lavoro interessante teoricamente e tecnicamente ma talora evanescente che potrà tanto affascinare quanto anche stancare. Una vera summa di immagini, anzi il sogno smisurato di un collezionista di immagini! Una messa in scena eccentrica che è una ghiottoneria per gli occhi ed un’antologia del cinema di Anderson.

Ognuno continuerà così ad amare o ad odiare il proprio Wes Anderson.

data di pubblicazione:14/11/2021


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CARISSIMO SIMENON, MON CHER FELLINI – ed ADELPHI Piccola Biblioteca 2021

CARISSIMO SIMENON, MON CHER FELLINI – ed ADELPHI Piccola Biblioteca 2021

La Festa del Cinema di Roma proiettando in anteprima pochi giorni fa il breve documentario prodotto da Rai Movie Fellini e Simenon di Giovanna Ventura sull’amicizia dei due grandi del Cinema e della Letteratura, offre agli appassionati dell’uno o dell’altro l’opportunità di andare a rileggersi o ad acquistare il libricino prontamente ristampato da Adelphi e rimesso in libreria proprio per l’occasione.

Si tratta del breve carteggio intercorso fra i due artisti dal 1969 al 1989 anno di morte di Simenon. L’amicizia, o meglio, il legame culturale ed umano fra i due autori era in effetti nato già in occasione del Festival di Cannes 1960 quando Simenon, presidente della giuria, consegnò la palma d’oro a Fellini per la sua Dolce Vita. A prima vista nulla può apparire più antitetico dei due personaggi, perché nulla dei loro metodi e della loro produzione sembra apparentemente mostrare elementi di somiglianza; tanto il regista è onirico, effervescente, barocco e surreale, tanto lo scrittore è invece metodico, minimalista, organizzato ed austero. Come nacque allora il rapporto fra due artisti così diversi?

Leggendo le pagine di questa breve ma interessante raccolta epistolare si potrà comprendere che pur diversi come produzione, i due erano simili come uomini, Simili erano infatti le loro affinità psicologiche e spirituali. Entrambi erano soggetti a ricorrenti momenti di depressione, erano ossessionati dai ricordi d’infanzia, dal mondo circense, dall’immagine femminile e dalle stesse dinamiche creative caratterizzate ora da momenti di alta ispirazione ed ora da blocchi assoluti.

E’ Simenon che con acume particolare coglie il senso vero della filmografia di Fellini, lo compara con se stesso, affermando che entrambi indagano sull’essenza dell’essere umano e sulla capacità di cogliere una speranza nella rappresentazione della fallacità delle azioni e dei progetti umani. Uno opera con le parole, l’altro con le immagini. Ambedue risultano affascinati dai misteri della psiche ed interessati alla psicanalisi di Jung e quindi convinti della forte influenza del subconscio sulla loro produzione artistica e sui loro impulsi.

Il libretto è una vera opportunità, rapida e scorrevole di entrare nel mondo e nel privato di due personalità sensibili e curiose. Un’opportunità per gli appassionati di Simenon per scoprire l’uomo e le sue motivazioni artistiche e, con l’occasione, svelare anche l’uomo Fellini. Scopriremo un Simenon di 17 anni più anziano del regista che assume il ruolo di fratello maggiore pronto a trasmettere incoraggiamenti, esperienza e saggezza.

Non si tratta certamente di un capolavoro della letteratura epistolare, ma, ciò non di meno, il libretto è un documento interessantissimo, testimonianza sincera della reciproca stima professionale ed umana fra due sommi artisti che si articola fra rispetto, pudore di sentimenti, fratellanza umana e complicità. La singolarità è che i due pur impegnandosi a volersi incontrare ad ogni possibile occasione, nella realtà dei fatti in 20 anni si videro ben pochissime volte.

data di pubblicazione:10/11/2021

16^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA: CONSIDERAZIONI FINALI

16^ FESTA DEL CINEMA DI ROMA: CONSIDERAZIONI FINALI

La Festa si era aperta in concomitanza della bella notizia del ritorno al 100% del riempimento delle sale cinematografiche e teatrali. Quale migliore auspicio per una manifestazione che continuava “coraggiosamente e responsabilmente” a svolgersi, come l’anno passato, in presenza, pur con i condizionamenti del pass sanitario, delle mascherine e dell’obbligo per tutti di prenotazione on line degli spettacoli che si intendevano vedere. Un condizionamento quest’ultimo che toglieva quella sensazione tipica dei Festival di poter liberamente seguire l’istinto o cogliere al volo le “voci” per privilegiare all’ultimo momento la scelta di un film piuttosto che un altro, scoprendo spesso, in tal modo, dei piccoli gioielli. Ci si abitua però a tutto e ci si abitua pure al terribile algoritmo che decide la fila ed il posto … e se ne coglie il positivo quando il sistema funziona e l’intera macchina funziona. E, va detto che la Festa tutta, ha veramente funzionato senza sbavature sotto tutti i punti di vista: organizzazione, gestione, rapporti, quantità e soprattutto qualità! Non era scontato visti i tempi di profonda crisi produttiva del mondo cinematografico a causa della perdurante pandemia.

Lo confermano le cifre fornite a consuntivo dal Presidente Laura Delli Colli e dal Direttore Antonio Monda: un totale di quasi 60.000 ingressi fra spettatori paganti ed accreditati negli 11 giorni di Kermesse e di proiezioni, pari ad una copertura dell’89% dei posti disponibili. Un indubbio risultato, un bel segno di rinascita e di speranza dopo i momenti bui del recentissimo passato!!

Un merito che va riconosciuto alla manifestazione, alla sua struttura e soprattutto a Monda, il Direttore che la guida già da 7 anni e si spera possa essere riconfermato e possa così cogliere i frutti della “ripartenza” del settore per le prossime edizioni.

La Festa è stata caratterizzata dalla gran varietà delle tematiche e del tipo dei film offerti con anche una presenza significativa e qualificata di testimonianze di artisti e star internazionali (cosa non scontata visti i condizionamenti imposti dal Covid). I film in concorso o solo presentati rappresentavano sia paesi ove l’industria cinematografica è consolidata per qualità e quantità di prodotti, sia paesi ove il cinema muove ancora timidi passi. Poteva sembrare, di primo acchito, che quest’anno dovessero mancare o mancassero, gioco forza, i grandi titoloni o i successi già preannunciati, ed invece, quasi come in un crescendo musicale, sono emersi, in assoluta sintonia di valutazioni sia dei critici che degli appassionati di cinema, tutta una serie di film di gran qualità, per contenuto, per interpretazione o per regia. Film di cui sentiremo parlare e che vedremo accolti con successo quando appariranno sugli schermi in sala cinematografica.

Il Premio del Pubblico secondo i voti espressi, come da tradizione romana, dagli spettatori è andato meritatamente a MEDITERRANEO di Marcel Barrena di cui ci parlerà più in dettaglio la nostra Panerai. Meritano comunque una menzione anche titoli come C’MON C’MON, BELFAST, LES JEUNES AMANTS e CYRANO, solo per citarne alcuni.

La sezione autonoma e parallela dedicata ai giovani: ALICE nella CITTA’ ha poi assegnato il premio della sua giuria per il migliore film a PÈTITE MAMAN di Céline Sciamma; quello per la migliore regia è stata correttamente assegnato a K. Branagh per BELFAST.

Forse qualche aspettativa delusa, qualche previsione sbagliata, ma nel complesso la qualità generale dei film presentati è stata molto buona a riprova delle buone scelte operate dagli organizzatori che unitamente alla significativa e partecipe presenza di pubblico sono un buon segno ed anche una conferma, nel loro complesso, di una vitalità e qualità ormai stabilmente acquisita.

Una Festa dunque con alcuni ottimi film, diversi buoni film, varie prove autoriali ed anche qualche gioiellino piccolo piccolo che fa buon cinema e che speriamo possa uscire sui nostri schermi.

Appuntamento di nuovo a ROMA 2022!!

data di pubblicazione:25/10/2021

IL POTERE DELLE MAPPE – Le 10 Aree cruciali per il futuro del nostro pianeta di Tim Marshall – ed. Garzanti 2021

IL POTERE DELLE MAPPE – Le 10 Aree cruciali per il futuro del nostro pianeta di Tim Marshall – ed. Garzanti 2021

L’Iran si fronteggia con l’Arabia Saudita; la Grecia e la Turchia attraversano una crisi che risale all’antichità; l’Australia si trova in mezzo alle due Nazioni più potenti del nostro tempo, Stati Uniti e Cina… stiamo entrando in una nuova fase di rivalità tra le grandi potenze, nella quale numerosi attori, anche di minore entità, lottano per essere al centro della scena. Da tempo ormai lo scenario geopolitico si sta muovendo verso un mondo “multipolare”. Stiamo tornando a quella che è stata la norma per la maggior parte della storia umana: un’epoca segnata da molteplici rivalità per il Potere.

Come nel suo precedente libro Le 10 Mappe che spiegano il mondo, anche quest’ultima opera tratta di montagne, fiumi e mari per comprendere la nuova realtà geopolitica del XXI° secolo. Per l’Autore la Geografia resta un fattore chiave che circoscrive ciò che l’Umanità può e non può fare e condiziona quindi le scelte politiche dei vari Stati.

Il nuovo Saggio di Marshall (che, individuato un filone editoriale d’oro, prosegue nel suo “sfruttamento”) è ancora una volta una lettura di estrema e stupefacente attualità, assai utile per riflettere sui condizionamenti che continuiamo a portarci dietro perché siamo e resteremo prigionieri della Geografia. Ineluttabilmente, sostiene l’Autore, tanto per il passato quanto per l’avvenire, certe aree del Mondo, e quindi certi Stati, operano ed opereranno politicamente, commercialmente e militarmente in un certo modo e con certi obiettivi.

Marshall, esperto di Relazioni Internazionali, conferma ancora una volta di saper coniugare rigore con chiarezza espositiva ed illustra con prosa scorrevole e con competenza di analisi, avvalendosi di un ampio supporto di mappe di facile lettura, i futuri scenari, la complessità dei rapporti mondiali e gli eventi che potrebbero avere conseguenze di vasta portata nel nuovo mondo multipolare che si prospetta. Un futuro in cui da un punto di vista energetico il petrolio andrà perdendo il suo potere, contesti in cui sarà il bisogno di acqua a condizionare le situazioni, crisi umanitarie con conseguenti ondate migratorie, tendenze autonomistiche di piccole regioni a fronte del venir meno degli Stati unitari… queste prospettive ed i connessi condizionamenti economico-sociali sono dettati dalla forza della Geografia dei luoghi e quindi dalla Geopolitica. In tale ottica Marshall esamina 10 aree cruciali: Australia, Iran, Arabia Saudita, Grecia, Turchia, Regno Unito, Spagna, Etiopia, Sahel e perfino lo Spazio. Quest’ultimo elemento è particolarmente singolare: chi possiede infatti lo Spazio?

Anche questa volta come nei suoi precedenti lavori, la visione dell’Autore resta per definizione deterministicamente legata ai vincoli geografici e quindi, volendo, si può contestare questo suo approccio soggettivo. Nonostante questo rilievo, l’ultimo lavoro di Marshall resta comunque uno studio estremamente interessante, attualissimo, aggiornato ad oggi, utile per avere una visione di insieme di avvenimenti che altrimenti si disperderebbero nelle dinamiche delle politiche internazionali. Una lettura piacevole ed istruttiva, una brillante opportunità per ragionare su quanto anche la realtà oggettiva della geografia condizioni e condizionerà gli elementi intorno ai quali girano le nostre Società.

Un libro consigliato per gli appassionati ed interessante anche per coloro che vogliono solo provare a capire come andrà il Mondo.

data di pubblicazione:23/10/2021

BELFAST di Kenneth Branagh, 2021

BELFAST di Kenneth Branagh, 2021

Il giovane Buddy (Jude Hill) ha appena nove anni quando vede attorno a sé, nella fino allora tranquilla Belfast, cambiare all’improvviso il suo piccolo mondo, fatto di innocenti amori scolastici, giochi nelle strade del quartiere, feste e cinema con i genitori e chiacchierate con i nonni. Confuso e spaventato dovrà prendere atto che la violenza esplosa ed il conflitto religioso imporranno delle scelte a lui ed ai suoi Cari…..

 

Per singolare coincidenza o per abile programmazione la Festa ci ha dato l’opportunità di assistere, quasi in contemporanea, a due buoni film con bambini al centro delle loro storie. Da una parte il molto più che ottimo C’mon C’mon di Mike Mills ,dall’altra Belfast di Branagh.

Con questo suo ultimo film il talentuoso attore, autore e regista, la cui eclettica genialità gli consente di spaziare dai classici Shakespeariani a…Thor, ha inteso esprimere il suo ricordo per la sua famiglia, i nonni e la città di origine.

La storia si ispira, infatti, alle personali vicende dello stesso Branagh. Il nostro Autore, nato e cresciuto a Belfast, è stato costretto nel 1969, all’età di nove anni, a fuggire dalla sua città verso l’Inghilterra a causa dei violenti conflitti religiosi fra protestanti e cattolici scoppiati proprio quell’anno nell’Irlanda del Nord. Un dramma che, dopo aver covato per anni sotto la cenere, durerà decenni con oltre 3500 morti.

La peculiarità del film è che i cambiamenti e la violenza sono visti con lo sguardo innocente ed incredulo del giovane Buddy che ha solo una comprensione parziale di ciò che avviene e di quella che fino a poco tempo prima era la vita normale e che ora non lo è più. Il tocco autoriale del regista rende il lavoro originale, filmato in un bianco e nero molto sofisticato che restituisce tutte le atmosfere dell’Irlanda di quegli anni e del piccolo mondo della working class. Un mondo che stava già lentamente cambiando e che i conflitti sovvertiranno completamente. La minaccia della violenza obbligherà i genitori del piccolo a superare le proprie incertezze, i diversi punti di vista, i vincoli affettivi ed i sogni che li trattengono a Belfast e li costringerà a prendere atto che per restare fedeli ai propri valori non resterà loro che tagliare con il passato per cercare di ritrovare la tranquillità altrove pur correndo il rischio di perdere la propria identità.

Ricordi che hanno segnato la vita del regista che però, intelligentemente, è abile nel riproporli con un po’ di nostalgia ma evitando ogni sentimentalismo o forzatura, alternando al dramma, grazie all’uso sapiente dello sguardo infantile, momenti di humour per alleggerire le atmosfere narrative. Il ritmo è sostenuto e scorrevole, senza pause se non quelle scientemente ricercate, ed è supportato da un ottimo montaggio e da una sceneggiatura ben costruita. Come sottofondo fa da colonna sonora il leggendario Van Morrison. Oltre all’eccezionale giovane interprete, tutto il cast è perfetto: dalla intramontabile Judi Dench (la nonna) ai genitori Jamie Dornan (il padre) e la splendida Caitriona Balfe (la madre).

Un buon film, una buona ricostruzione ma, a mio giudizio, gli manca una piena e profonda partecipazione emotiva. Un film che indubbiamente piacerà ma con poco cuore e che quindi non emoziona e non commuove come avrebbe potuto.

data di pubblicazione:23/10/2021