INFOGRAFICA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE di Jean Lopez e Nicolas Guillerat – ed. L’IPPOCAMPO 2020

INFOGRAFICA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE di Jean Lopez e Nicolas Guillerat – ed. L’IPPOCAMPO 2020

Per quale motivo interessarsi ancora ad un ennesimo libro sulla Seconda Guerra Mondiale?    E … chi mai potrà leggere questo libro? Si farebbe un torto enorme far passare via questo lavoro, pubblicato a fine 2019, come un’opera destinata solo e soltanto ad ex militari in pensione, a storici o a pochi altri addetti ai lavori! Tutt’altro, in realtà è un libro accessibile a tutti, compresi i non specialisti, e che può essere letto anche come un romanzo su una vicenda che non è affatto remota, ma è invece ancora attuale e condiziona tuttora la nostra visione del mondo ed i conflitti, le sfide e le realtà che viviamo oggi.

Un approccio del tutto originale e finora unico, quello propostoci dagli autori che han fatto la scelta di spiegarci, attraverso schemi, piantine, grafici e brevi testi le caratteristiche di un evento apocalittico, rendendo comprensibili le grandi sfide strategiche che sottostavano il conflitto, tramite l’analisi (non pedante, non accademica e non di parte) delle tante connessioni fra le problematiche militari, politiche, economiche ed energetiche delle varie forze in gioco.

Il risultato conseguito è veramente rimarchevole perché si tratta di un’opera ben strutturata ed utile, quale che sia il livello di conoscenza di chi legge, e che offre un’opportunità di una visione d’insieme, precisa, semplice, completa ed incisiva. Una panoramica esaustiva ed al contempo una sintesi chiara degli eventi, dei loro antefatti e delle loro conseguenze, grazie soprattutto all’uso dell’infografia che è, a tutti gli effetti, il vero marchio di fabbrica distintivo di tutto questo lavoro. Un risultato che ben pochi altri libri sull’argomento possono offrire ad un pubblico potenzialmente vasto. La visione grafica consente infatti all’istante la lettura e la comprensione di situazioni complesse, un modo del tutto nuovo di leggere e decodificare gli avvenimenti mediante la lettura, la comparazione e l’interpretazione dei dati e delle cifre. Il tutto sostenuto, come accennavamo, anche da testi di accompagnamento non troppo lunghi ma sufficienti per poter contestualizzare i fatti e poter dare un senso ai dati rappresentati, ed anche da alcune pagine tematiche e commenti specifici.

L’intera opera è scorrevolmente articolata in quattro parti:- il quadro umano, produzione e risorse militari ed economiche; – armi ed eserciti; – battaglie e campagne militari; – bilanci finali e linee di frattura, e viene presentata in una forma accessibile ed esauriente, una vera miniera di informazioni, da studiare o anche solo da consultare.

Un libro quindi che può veramente interessare e soddisfare sia gli appassionati sia i neofiti. Un libro arricchente, che ha certo anche qualche difetto di leggibilità di alcune grafiche troppo piccole o troppo difficili da decifrare, ma poco danno vista la qualità generale e, giova ribadirlo, l’assoluta originalità dell’opera.

data di pubblicazione:26/02/2020

L’HOTEL DEGLI AMORI SMARRITI di Christophe Honoré, 2020

L’HOTEL DEGLI AMORI SMARRITI di Christophe Honoré, 2020

La scoperta casuale di un tradimento squarcia il velo ed illumina la realtà: uno scambio di ruoli nella vita coniugale: un lui/lei che fa il bucato, indossa sciatti calzini e rimpiange una passata mancata scelta; una lei/lui sensuale e in carriera che ritiene il tradimento con giovani ragazzi l’unico mezzo per far durare ancora nel tempo un rapporto di coppia ormai stanco. Una notte di riflessione in un hotel in cui si materializzano i tanti se, ma, come e perché del passato e del presente che si rincorrono e si sovrappongono … La presa di coscienza di lei e di lui di quanta amarezza e di quanto squallore rispetto alla vita che scorre ed ai sogni di allora …

 

Christophe Honoré è un personaggio geniale ed eclettico che con abilità sconcertante e sempre con successo, è sceneggiatore, scrittore, regista teatrale, drammaturgo, critico e regista cinematografico. Un francese di soli 50 anni di cui in Italia sono purtroppo arrivate solo poche opere. Il film il cui titolo originale è Chambre212 (dovendo tradurlo, abominio per abominio, meglio sarebbe stato allora chiamarlo truffautianamente La Donna che amava gli uomini) è stato presentato all’ultimo Festival di Cannes nella sezione Un certain regard e la protagonista Chiara Mastroianni è stata meritatamente premiata per la migliore interpretazione.

L’opera è una riflessione sulla disgregazione del legame sentimentale sotto l’usura del tempo e del quotidiano, raccontata, però, con singolare originalità, con un tocco di magia surreale e di realismo magico. Una variazione dolce, malinconica e poetica sull’amore e sul disinnamoramento che si sviluppa tutta fra sogno e realtà. Un soggetto intimista ove il realismo si nutre di fantasmi e pensieri che si materializzano in un precario equilibrio fra verità ed artificio sotto il flusso dei ricordi, della fantasia e dei sentimenti. L’intelligenza del regista è stata l’aver scelto la linea della leggerezza, un tono di commedia brillante con tratti poetici per far sorridere senza nulla togliere alla serietà delle riflessioni sul tempo che passa, sulla perennità della coppia e sulle scelte di vita. Un tipo di cinema quello di Honoré che, rendendo omaggio a grandi Registi del passato recente, sa ben indagare nel profondo, un cinema esistenziale rivolto verso un pubblico maturo e che, tra leggerezza e serietà, sa raccontarci però molte Verità.

L’autore, provocatoriamente, gioca nel rovesciare gli stereotipi: ed ecco allora una splendida parigina, libera, determinata, disinibita sposa infedele che ha e vive i suoi desideri fisici, immagine di un cliché femminile che agisce come un cliché maschile, il tutto inserito in un film maliziosamente teatrale con dialoghi deliziosi ed intelligenti cesellati al dettaglio. La messa in scena della vicenda è però ricca di un’inventiva tanto surreale che lo spettatore non indovina mai dove andrà a parare il film e si lascia così trascinare con piacere nella commedia coniugale. L’idea è originale e divertente e la storia è gestita abilmente dal regista che vi instilla continue dosi di magia e poesia. Il tutto è poi sostenuto da un quartetto di attori tutti eccellenti, con una Chiara Mastroianni affascinante e luminosa, mai filmata così bene e che ha qui uno dei suoi migliori ruoli che sa incarnare con una disinvoltura maliziosa, le tiene testa con merito la brava Camille Cotin.

In conclusione abbiamo l’opportunità di vedere una commedia buffa, surreale, intelligente ed infinitamente delicata che pur nella malinconia resta piena di charme ed ironia e che merita più livelli di lettura e di meditazione e sarebbe da vedere e rivedere, uscendone ogni volta intellettualmente arricchiti e, di sicuro, mai delusi.

data di pubblicazione:23/02/2020


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IL SIGNOR CARDINAUD di Georges Simenon – Biblioteca ADELPHI  2020

IL SIGNOR CARDINAUD di Georges Simenon – Biblioteca ADELPHI 2020

Ancora un Simenon, (un “Romans-Romans”, come li definiva l’autore stesso, scritto tra il 1941 ed il 1942 anno in cui è stato dato alle stampe) appena uscito in libreria per i tipi di Adelphi che meritoriamente sta procedendo alla traduzione e pubblicazione di gran parte delle opere dello scrittore belga. Uno di quei “Romanzi Duri” in cui Simenon, quasi fosse un entomologo, passa sotto la sua lente di attento osservatore la vicenda umana che, di volta in volta, viene da lui rappresentata in tutta la durezza della realtà, quale che essa sia, per raccontare a noi lettori cosa sia avvenuto, perché sia avvenuto e, soprattutto, cosa ciò che è avvenuto abbia poi causato e determinato nell’esistenza delle persone osservate.

Il libro in esame è un piccolo-grande Simenon, la storia è così semplice da apparire banale, e lo sarebbe se fosse raccontata da chissà chi, ma, raccontata dal nostro Simenon essa diviene subito ben altro. Ciò che rende difatti fascinoso il suo narrare, pur sempre nel suo solito stile asciutto ed essenziale, non è infatti l’originalità della storia ma l’acutezza psicologica con cui sono disegnati in tutta la loro commovente umanità i personaggi. Personaggi che sono così veri da essere simili alla realtà quotidiana che i lettori possono incontrare o, temere di incontrare nella Vita.

Il Signor Cardinaud è un marito, un padre, un professionista di provincia convinto di avercela fatta ad emergere, è pago della sua realtà piccolo borghese: la casa, la moglie, i saluti in piazza la domenica dopo la Messa, i dolci prima del pranzo festivo e poi la passeggiata pomeridiana… Ma Marta, moglie e madre all’apparenza irreprensibile, quella domenica non è in casa, è fuggita con un vecchio amico d’infanzia, un poco di buono. Il velo delle illusioni si squarcia e Cardinaud, mentre tutti sanno, tutti lo deridono, resiste alle umiliazioni, alla vergogna e forte del suo amore, ricerca la moglie, scoprendo così un mondo volgare e violento da cui la sua condizione sociale l’aveva tenuto lontano. Può sembrare tutto molto patetico, ma non lo è affatto, al contrario è una consapevole discesa agli inferi di un uomo che forse è un debole ma che scientemente segue il suo destino di innamorato e le sue convinzioni fino all’insolito ma amaro happy-end.

Un eccellente romanzo di atmosfere scritto con incisività incalzante, che fu molto apprezzato all’epoca e da cui fu tratto nel 1956 un film di particolare successo Sangue alla testa con addirittura il grande Jean Gabin nei panni del signor Cardinaud.

data di pubblicazione:21/02/2020

CASE DI VETRO di Louise Penny – Einaudi Stile Libero 2020

CASE DI VETRO di Louise Penny – Einaudi Stile Libero 2020

Parafrasando il titolo di un buon film ancora nei cinema, potremmo iniziare con Il Mistero Louise Penny. Come nel film, stiamo forse assistendo a giochi di marketing? Alla nascita indotta di un successo editoriale? … Un mistero! Un mistero di un’autrice 62enne molto conosciuta ed apprezzata in Canada e nei paesi anglofoni ma quasi sconosciuta in Italia. Una quasi sconosciuta da 6 milioni di copie di libri sulle inchieste di Armand Gamache, Ispettore Capo della Sureté del Quebec, dall’esordio nel 2005 ad oggi: 14 volumi dopo! Quasi sconosciuta perché, in realtà, della scrittrice erano già usciti per i tipi PIEMME due suoi romanzi nel 2013 e nel 2017, senza però suscitare interesse nel grande pubblico. Con la pubblicazione nella primavera scorsa da parte di EINAUDI di Case di Vetro (il 13° della serie) sembrerebbe invece essersi messo in movimento qualcosa che porta a prevedere, a breve, l’uscita di altri libri dell’autrice in una rincorsa, partendo dalla fine, a recuperare il tempo perduto.

La Penny lavora con mano lieve, il suo stile è scorrevole ed è capace, pur in un mix in cui le emozioni e le riflessioni prevalgono sull’azione, di mantenere la tensione narrativa fino alla fine. E’ sobria, misurata e meticolosa nello scrivere ed i suoi personaggi sono pieni di umanità, colorati e reali. L’Ispettore Gamache è un uomo non più giovanissimo, vecchio stampo anche se moderno, colto, attento ed attuale. E’ una forza tranquilla la cui bonomia è segnata da ben nascoste linee di tenebre che ne fanno un personaggio scettico ma sensibile al tempo stesso, che, più che l’azione, segue la logica deduttiva e, che più che le armi, preferisce usare la mente. Un mix di reminiscenze inglesi con Hercule Poirot, Sherlock Holmes e francesi con Maigret (non a caso siamo nel Quebec anglofrancese). Se ci si lascia andare alle atmosfere sospese nel tempo, del tutto desuete nei gialli attuali che sono invece ritmati dal succedersi incessante di azione e colpi di scena, se ci si lascia affascinare da come un’inchiesta possa svolgersi quasi con discrezione, senza grandi brividi e con storie un po’ fuori del comune ma sempre puntellate da buoni dialoghi e bei personaggi … si potrà anche finire con l’affezionarsi all’Ispettore Gamache.

Lo spunto di Case di Vetro è interessantissimo e stimolante: subito dopo la festa di Halloween una figura mascherata, nerovestita mette a disagio ed impaurisce gli abitanti, con la sua sola incombente e muta presenza nella piazza del piccolo idilliaco villaggio di Tre Pini, non lontano da Montreal. Lo spunto, al di là dell’incrociarsi di omicidi, di processi ed inchieste, ed alternarsi di presente e passato, serve a svelare fatti in cui la coscienza di tutti, Gamache compreso, sarà messa a nudo. Una riflessione sulla Legge, sulla Coscienza come valore supremo, sugli abusi e manipolazioni della Legge stessa, “Si può infrangere la Legge per una giusta causa?”. Tutt’attorno un microcosmo di personaggi che fanno da “coro” e da contraltare all’evolversi lento ma progressivo della suspense. Un buon polar con il gusto di una volta. Difficile però, dopo soli tre libri, e con 13 libri di ritardo, dire se la ricetta sia fresca oppure ripetitiva, ma gli ingredienti per il successo, sia pure a “ritmo di valzer lento”, ci sono tutti. Vedremo a breve.

data di pubblicazione:18/02/2020

LA NOTTE PIU’ LUNGA di Michael Connelly – ed. PIEMME 2020

LA NOTTE PIU’ LUNGA di Michael Connelly – ed. PIEMME 2020

Michael Connelly è uno dei maggiori scrittori di crime stories, un vero narratore naturale. Nessuna necessità di presentare oltre un autore i cui romanzi polizieschi si susseguono ormai da decenni senza che mai la qualità e l’interesse vengano meno. Come è possibile tutto ciò? Cosa fa la differenza con gli altri autori di cui abbiamo parlato recentemente? Basta arrivare appena alla terza/quarta pagina del libro ed ecco davanti a noi la risposta: il lettore è già catturato, una storia ben costruita, ritmo serrato ed avvincente fin dalle prime righe, atmosfere realistiche dettagliate e dinamiche in cui si viene condotti con mano sicura passo dopo passo, le situazioni, le ansie sono vere e si succedono tenendo sempre col fiato sospeso. Si entra subito nell’universo di Connelly e si è presi dal desiderio di sapere come vanno a finire le inchieste. Inchieste che sono sempre ben descritte senza superficialità, tutte le storie funzionano, sia quella principale che le digressioni parallele. L’immersione è totale, sempre!

In quest’ultimo romanzo il personaggio feticcio, il leggendario detective Harry Bosch è ormai in pensione, incomincia ad essere ed anche a sentirsi anziano ed a dubitare di sé, incontra fortuitamente la giovane detective Renée Ballard, (appena apparsa nei due ultimi romanzi) ed intorno ad un cold case nasce pian piano una fiducia reciproca ed una possibile futura partnership. Dall’incontro non si perdono né le qualità consolidate di Bosch, né si annacquano quelle in via di definizione della nuova eroina ai cui contorni lo scrittore riesce già a dare personalità ed umanità. Sono entrambi due solitari, indipendenti, testardi e ribelli alle gerarchie. Lei è solo più giovane e più sportiva. In breve, Connelly fa invecchiare Bosch che ha ormai quasi 70 anni, e procede così ad una attualizzazione dei contesti, ma fa del “nuovo” usando e mantenendo però il “vecchio”. La nuova eroina è solo il pendant femminile e giovanile di Harry.

Definiti i nuovi contorni resta lo stesso piacere di sempre nel seguire un’inchiesta che prende sempre più ritmo e diviene mozzafiato, non ci si annoia un secondo nell’avanzare millimetrico verso la conclusione con una tensione che regge fino alle ultime pagine senza mai ricorrere ad artifici, in un perfetto dosaggio fra l’intrigo e la vita privata dei protagonisti. Un romanzo ben confezionato, credibile ed efficace. Anche questa volta la qualità è eccellente. Un ottimo poliziesco.

data di pubblicazione:16/02/2020