E LA FESTA CONTINUA! di Robert Guédiguian, 2024

E LA FESTA CONTINUA! di Robert Guédiguian, 2024

Rosa, chiamata così in onore della rivoluzionaria socialista Rosa Luxemburg, lavora come infermiera presso un ospedale di Marsiglia. Vive in un quartiere popolare, pieno di locali etnici, dove il figlio più giovane ha un bar frequentato da esuli armeni. Dopo il crollo di due edifici fatiscenti, decide di entrare in politica per difendere i diritti dei poveri e degli immigrati senza fissa dimora…

 

Il regista, molto noto in Francia per i suoi film a sfondo sociale per lo più ambientati a Marsiglia, prende spunto per questo lavoro da un fatto realmente accaduto. Nel 2018, nella parte vecchia della città, crollarono due palazzi fatto questo che sconvolse letteralmente l’opinione pubblica. Vi furono infatti proteste da parte degli abitanti del quartiere che attaccarono con veemenza le istituzioni per aver sistematicamente trascurato la sicurezza degli edifici. Guédiguian ama raccontare facendo nello stesso tempo politica. I vari personaggi non hanno certamente timore di manifestare le proprie idee sinistrorse nei confronti di un certo establishment, sordo alle esigenze delle classi più povere. Il regista si avvale di figure di grande spessore come Jean-Pierre Darroussin, Robinson Stévenin, Gérard Meylan e soprattutto della bravissima Ariane Ascaride, nei panni della protagonista Rosa, nonché sua moglie nella vita privata. Ci sono certo altri personaggi che ruotano intorno a questa storia che in effetti comprende varie storie che si intrecciano tra di loro. Si inizia con filmati di repertorio sul crollo e si finisce nella stessa piazza dove al centro troneggia il busto di Omero. Se la leggenda narra che fosse cieco, tuttavia è lì pronto ad ascoltare le proteste di chi ha perso tutto, i propri affetti e le proprie case. Vi è anche lo spunto per parlare della diaspora armena e degli sforzi di quel popolo per difendere con orgoglio la propria identità. Un film intelligente, recitato bene e che si segue con interesse perché parla anche di amore, un amore che è fuori dal tempo. Tutto ciò sconvolgerà la vita di Rosa, aiutandola a superare le delusioni e a incoraggiare i suoi entusiasmi. Il film è stato presentato durante l’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma dove ha ottenuto un meritato riconoscimento.

data di pubblicazione:10/04/2024


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E.G.O. – L’arte della felicità, con Lorenzo Balducci

E.G.O. – L’arte della felicità, con Lorenzo Balducci

di Riccardo Pechini e Mariano Lamberti, regia di Mariano Lamberti

(Teatro Parioli Costanzo – Roma, 8/9 Aprile 2024)

Sin dai primordi della storia umana ci si è costantemente chiesti cosa sia la morte. L’uomo ha sempre affrontato questa tema con estrema cautela, un po’ per curiosità un po’ per paura. Oltre ai grandi pensatori, che hanno ricavato trattati sull’argomento, le religioni hanno contribuito a dare ognuna la propria visione. Rimane un dato di fatto: l’uomo è a dir poco terrorizzato di questo salto nel buio…

 

Lorenzo Balducci è un poliedrico performer che esibendosi in E.G.O., al Teatro Parioli di Roma, ha dimostrato ancora una volta la sua bravura scenica. Con una gestualità a dir poco originale, se non a volte trasgressiva, è riuscito in un monologo di due ore a divertire il pubblico in sala. Traendo spunto dalle riflessioni dei grandi filosofi come Kierkegaard, o degli ammaestramenti della religione buddista, riesce perfettamente ad affrontare la questione nei dovuti termini. Ma in sintesi sul problema di come affrontare la morte nel migliore dei modi cosa ci rimane da fare? Ricorrere a massicce dosi di chirurgia plastica rassodante o dedicare almeno cinque minuti al giorno a questo pensiero? A questa domanda ci sono molteplici risposte e Balducci ce ne fa una carrellata, entrando nel dettaglio con dovizia di particolari. Il linguaggio utilizzato può sembrare talvolta irriverente, ma comunque è estremamente divertente. Il pubblico stesso ne è chiamato in causa e fornisce un valido contributo alla messa in scena dello spettacolo. Anche il tema del sesso, affrontato in tutte le possibili sfaccettature, diventa pretesto per meditare scaramanticamente sulla morte. Spettacolo perfettamente riuscito sia per la indiscutibile performance dell’attore sia per i testi. Le battute al vetriolo si susseguono senza soluzione di continuità. Al pubblico non resta che lasciarsi andare in un vortice di puro divertimento.

data di pubblicazione:09/04/2024


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TATAMI – Una donna in lotta per la libertà, di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi, 2024

TATAMI – Una donna in lotta per la libertà, di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi, 2024

Leila Husseini, accompagnata dalla sua coach Maryam Ghanbari, si trova a Tbilisi in Georgia per disputare i campionati mondiali di Judo femminile. Sin dai primi incontri riesce a vincere le avversarie senza manifestare alcuna difficoltà. Inaspettatamente arriva l’ordine, da parte delle autorità iraniane, di simulare un infortunio e abbandonare così la competizione. Questo allo scopo di evitare che una donna iraniana possa battersi con una judoka israeliana…

 

Stiamo tutti vivendo un momento molto delicato dove Israele sta innescando le premesse di una escalation del conflitto mediorientale, coinvolgendo anche la dura reazione della Repubblica Islamica dell’Iran. Sembra quanto mai opportuno che entrami i Paesi in questione si presentino uniti almeno nello sport, al di fuori delle mere dispute politiche. Per la prima volta un regista e produttore cinematografico israeliano (Guy Nattiv) e un’attrice iraniana (Zar Amir Ebrahimi) si trovano insieme a dirigere un film per denunciare lo stato di fatto di un Paese in cui sono calpestati i diritti civili più elementari. Al centro del plot una campionessa di Judo che aspira a conquistare la medaglia d’oro ai campionati mondiali di categoria. In Iran è sostenuta da un marito e da un figlio affettuosi, oltre che da un gruppo di amici, riuniti per seguire insieme le sue vicende agonistiche. Per incomprensibili motivi, la massima autorità religiosa ordina all’atleta di non andare avanti nelle competizioni, sovvertendo i principi basilari che regolano le discipline sportive. Con delle superbe riprese in bianco e nero, la regia ha voluto ancora meglio evidenziare la lotta interiore a cui si sottopone la protagonista. Un ricatto morale che le impone di rinunciare a tutto quello in cui la giovane judoka aveva creduto e per cui si era allenata. Una sceneggiatura asciutta e dialoghi ridotti all’essenziale fanno da sfondo ai ripetuti incontri scontri. Ecco che ancora una volta il cinema diventa un valido strumento per denunciare il clima oppressivo presente in un Paese, particolarmente verso le donne. Cast eccezionale composto per la maggior parte di attori iraniani in esilio, con una fotografia curatissima che mette in risalto il pathos dei personaggi. Il film è stato presentato all’ultima edizione della Mostra d’arte cinematografica di Venezia dove ha vinto il premio Brian. Motivazione: “la pellicola ha esaltato i valori del laicismo e del rispetto umano, la libertà di coscienza e di espressione su ogni principio filosofico o di religione”.

data di pubblicazione:09/04/2024


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ENTANGLED, ogni cosa è collegata di e con Gabriella Greison

ENTANGLED, ogni cosa è collegata di e con Gabriella Greison

regia di Emilio Russo, una produzione Teatro Menotti di Milano

(Teatro India – Roma, 4/7 Aprile 2024)

Wolfgang Pauli, vincitore nel 1945 del premio Nobel per aver teorizzato il principio di esclusione, era famoso tra i fisici di quel tempo anche per un altro motivo. Molti ritenevano che, grazie alle sue manifestazioni psichiche, riuscisse a bloccare la strumentazione ogni volta che entrava in un laboratorio. L’effetto Pauli impressionò il mondo scientifico e molti credettero realmente a queste sue capacità tanto che venne soprannominato “flagello di Dio”.

 

Gabriella Greison, che nella vita reale è una fisica, ama raccontare di grandi figure che a loro modo segnarono la storia della meccanica quantistica. Nello spiegare le teorie più astruse che accompagnarono il lavoro di Pauli e di altri grandi fisici, la Greison utilizza un linguaggio semplice e accessibile a tutti. Ecco che con il suo monologo riesce a spiegare e a dialogare, rendendo comprensibile l’incomprensibile. Ci accompagna nell’intimo di un grande studioso, evidenziando i suoi punti di forza e nello stesso tempo i suoi punti di debolezza. Tutto ciò scaturisce dal suo rapporto analitico con Jung e dall’influenza che ebbe su di lui il concetto di sincronicità. Questa astrazione, alla base degli studi junghiani, dimostrava che due eventi non sono mai legati tra di loro per pura casualità. Gli stessi infatti si influenzano a vicenda dando vita a delle vere e proprie coincidenze significative. Concetti questi di non facile intuizione, ma che ci vengono proposti con una lettura particolare. Si riesce a coinvolgere l’interesse del pubblico per un tempo sufficiente a dire tutto quello che è necessario dire. Sulla scena un microfono, una scrivania, un lettino di quelli in uso presso gli psicoanalisti. Dei video, curati da Martin Romeo, accompagnano lo spettatore stesso verso un viaggio onirico dove possa ritrovare se stesso e il senso della propria vita. E proprio in questo contrappunto tra il conscio e l’inconscio, che Pauli trova ispirazione per le sue ricerche sulla fisica quantistica e non solo. Nasce così in lui l’esigenza di una riscoperta interiore, alla ricerca di un amore che possa essere la base di partenza di ogni realtà. Vi è così la certezza che ogni cosa e collegata ad un’altra, in un divenire infinito e senza tempo. Il titolo di questo spettacolo potrà lasciare perplessi, ma Gabriella Greison ancora una volta ci aiuta a comprendere, con la sua abilità divulgativa e la sua simpatia.

data di pubblicazione:05/04/2024


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UN MONDO A PARTE di Riccardo Milani, 2024

UN MONDO A PARTE di Riccardo Milani, 2024

Michele Cortese è stanco e particolarmente stressato dall’insegnamento presso una scuola elementare di Roma. Dopo aver fatto domanda, accetta con entusiasmo il trasferimento in un piccolo paese all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo. La realtà che trova è completamente diversa da quella tanto sognata e l’unica classe raccoglie appena pochi bambini. Quando, per motivi puramente speculativi si deciderà di chiudere definitivamente l’Istituto, insieme alla vice-preside dovrà inventarsi qualsiasi stratagemma pur di tenerlo in vita…

 

Il regista e sceneggiatore Riccardo Milani è oramai avvezzo a regalare al pubblico delle commedie divertenti. Senza ricorso a un eccessivo buonismo, i suoi film fanno stare bene e soprattutto rilassano. Anche in questo lavoro, in presenza di una sceneggiatura ridotta all’essenziale, senza grandi pretese si riesce comunque a dare un messaggio sociale, neanche tanto trasversale. Il protagonista, interpretato da Antonio Albanese, dopo tanti anni di faticoso insegnamento in una periferia romana, aspira a ritirarsi in un posto a contatto con la natura. Il suo desiderio si avvera, ma in situazioni ben lontane da quelle fantasticate. Il paesino è arroccato sulle montagne d’Abruzzo dove circolano indisturbati branchi di lupi e dove d’inverno si rimane isolati per le abbondanti nevicate. A scuola verrà accolto da una vice-preside aggressiva, ma che conosce bene la realtà del paese, e da una classe unica composta da sette bambini. Allo spaesato maestro daranno un caloroso benvenuto dimostrandosi presto tutti forse troppo maturi per la loro età. Situazioni grottesche che fanno sorridere lo spettatore e lo coinvolgono emotivamente nelle vicende proprie dei protagonisti. Il tutto condito da un dialetto abruzzese che, se a volte risulta veramente ostico, tuttavia è quel condimento che rende l’intera storia leggera e gradevole nello stesso tempo. L’intraprendente vice-preside è impersonata dall’attrice comica Virginia Raffaele che ancora una volta mostra grande talento da imitatrice, tanto da mimetizzarsi perfettamente tra la gente del luogo. Il regista qui dà prova di aver intuito che solo la presenza di attori non professionisti locali avrebbe comunque reso le vicende credibili e di facile fruizione. Se ne consiglia la visione per distrarsi un poco dai recenti film, molti dei quali veramente interessanti, che però incupiscono troppo e rattristano.

data di pubblicazione:27/03/2024


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