THUNDERBOLTS di Jake Schreier, 2025

THUNDERBOLTS di Jake Schreier, 2025

Valentina Allegra de Fontaine si occupa, a modo suo, della sicurezza nazionale. Per portare a termine una missione segreta recluta una squadra di antieroi, i Thunderbolts, elementi scelti ognuno con un passato a dir poco turbolento. Ben presto gli stessi si troveranno in una trappola, senza possibilità di uscirne vivi, ma tra tensioni e rivalità troveranno insieme una via di sopravvivenza…

Jake Schreier, regista noto al pubblico per il film Robot & Frank, è stato scelto per dirigere l’ultimo film della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe. Per chi non fosse proprio a conoscenza dei cinecomic, nel film ritroviamo tutti una serie di personaggi creati dal fumettista Kurt Busiek nel 1997. Individui che non si sa bene come definirli: eroi, antieroi, supereroi? O solo ex criminali, con un passato torbido e dotati di superpoteri che li rendono invincibili e, si potrebbe dire, anche immortali? Nella squadra troviamo: Yelena (Florence Pugh), Bucky Barnes (Sebastian Stan), Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Taskmaster (Olga Kurylenko) e John Walker (Wyatt Russel). Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) è una donna di potere che, con la scusa di affidare loro una missione segretata, li vuole praticamente eliminare. Inutile qui accanirsi sulla trama, anche se di fatto c’è. Bisogna solo lasciarsi andare alle rocambolesche avventure dei protagonisti e non impelagarsi nelle loro vicende personali. Ognuno ha infatti un passato non ancora digerito e che tenta in ogni modo di elaborare. Superfluo anche dire che il film, basato su una gigantesca produzione firmata Marvel Studios e The Walt Disney Company, si basa esclusivamente sugli effetti speciali. Location mozzafiato ricostruite sui Gran Canyon sperduti americani o sulle strade di New York dove si svolgono le sequenze di un fantomatico attacco alla città. Merito del regista è stato quello di introdurre alcune novità significative al già sperimentato gruppo dei Thunderbolts. Questa è la spiegazione del perché l’asterisco nel titolo. L’immaginario team di questi supereroi si vanta di una sigla e di un logo tutto proprio. Amano definirsi Avengers e non fanno mistero dei loro superpoteri che li definiscono come gli eroi più potenti della Terra. La loro missione è proteggere il mondo da svariate minacce, anche inter spaziali. Siamo al 36esimo capitolo della serie ma, come annunciato in due post-credit alla fine del film dagli stessi protagonisti, gli Avengers torneranno con nuove avventure. Thunderbolts* fungerà da apripista per altri impegni della Marvel visto che è già stata confermata tutta una serie di film relativi alla nuova Fase 6. Una storia fumettistica quindi senza fine che renderà felici i più sfegatati e affezionati fan dei cinecomic.

data di pubblicazione:01/05/2025


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BLACK BAG – DOPPIO GIOCO di Steven Soderbergh, 2025

BLACK BAG – DOPPIO GIOCO di Steven Soderbergh, 2025

All’agente segreto George Woodhouse viene affidato l’incarico di individuare chi, all’interno dell’intelligence britannica, ha trafugato un software segreto con il nome in codice Severus. George dovrà intercettare i movimenti dei cinque sospettati tra i quai risulta anche la moglie Kathryn che lavora nella stessa agenzia…

Ultimo film del prolifico, quanto sperimentale, regista americano che mette ora in scena un thriller molto coinvolgente basato sulla sceneggiatura di David Koepp. Come in ogni spystory ritroviamo i soliti ingredienti: intrighi, seduzione, terrorismo, nomi in codice, complotti e tradimenti. A rendere il plot più appetibile qui si ritrovano due agenti senza scrupoli che vivono un matrimonio ben consolidato, almeno nelle apparenze. L’oggetto in questione è un top secret software che sta per passare nelle mani di un nemico che potrebbe utilizzarlo per scopi non proprio corretti. Ma chi sarà il traditore che è riuscito a impadronirsi di queste informazioni sensibili e riservate per poi rivenderle? Il film gioca proprio su questi colpi di scena tra sospetti e sospettati e George sa cogliere ogni minimo segnale per individuare la talpa. Il regista si destreggia per tenere alta l’attenzione del pubblico che si trova ad affrontare, non senza difficoltà, una trama quanto mai complessa. Non è quindi facile afferrare a volo i singoli passaggi e individuare prontamente le mosse dei protagonisti. Un thriller che comunque riuscirà a conquistare chi ama il genere spionistico e le storie ricche di suspence e adrenalina. Soderbergh mette in contrapposizione un marito e una moglie che dovranno barcamenarsi per non compromettere il proprio ménage e nello stesso tempo agire senza esitazione. La loro non è certamente un’impresa semplice. Mettere da parte i propri sentimenti a servizio della corona britannica costi quel che costi. E’ proprio questo delicato ingranaggio che rende il film molto accattivante e sicuramente appassionante. Nel cast nomi di tutto rispetto quali Michael Fassbender, Cate Blanchett, Pierce Brosnan, Tom Burke, Marisa Abela. Black Bag – Doppio gioco ha una scrittura e una messa in scena molto accurate. Il protagonista si muove da un punto di osservazione in continuo movimento, proprio per studiare il comportamento dei singoli sospettati come un raffinato psicoanalista. Un riflesso del mondo che oggi viviamo dove tutto è sacrificabile in termini di vite umane, in virtù di una logica distorta. Un film interessante ma certamente non tra i migliori di Soderbergh. L’individuazione perfetta dei personaggi coinvolti, l’abilità di rendere credibile ogni imprevisto non alleggerisce l’esorbitante linguaggio espressivo adottato.

data di pubblicazione:30/04/2025


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HO VISTO UN RE di Giorgia Farina, 2025

HO VISTO UN RE di Giorgia Farina, 2025

Emilio è il figlio unico del Podestà di Roccasecca. Il padre lo vuole un diligente balilla devoto al regime, ma il bambino preferisce dedicarsi alla lettura di Salgari, immaginando una realtà tutta sua. Quando in paese arriva come prigioniero un Ras dall’Etiopia, divenuta colonia italiana, Emilio ne rimarrà incantato e lo identificherà con Sandokan, la Tigre della Malesia…

In un banchetto di libri usati di un mercatino rionale, un giorno la regista si trova tra le mani un libro scritto da Guido Longobardi. Lo scrittore, peraltro apprezzato giornalista, raccontava di una sua esperienza realmente vissuta da bambino, in piena epoca fascista. Da questa storia, incredibile ma vera, la poliedrica Giorgia Farina ne ricava un film, fiabesco ma di denuncia che coinvolgerà il pubblico sin da subito. La sua abilità sta proprio nel dare al film l’impostazione di una commedia leggera ma con l’intento preciso di parlare del dramma del periodo fascista. Vengono pertanto richiamati tutti gli stereotipi che lo caratterizzavano quali la xenofobia, il razzismo, l’omofobia e il rigido patriarcato. Le donne dovevano rimanere in casa e mettere al mondo tanti figli per la gloria del Duce. Questa realtà passa attraverso gli occhi di un bambino che, con la sua ribellione, trasformerà quello che era pura fantasia in una vera rivoluzione culturale. Tranne il Podestà, prigioniero della sua ottusità, in effetti i singoli personaggi troveranno la chiave per fuggire dalla propria gabbia e ritrovare la propria libertà. Un discorso politico ben preciso che la regista vuole trasmettere, un messaggio di emancipazione della donna dalla propria subordinazione. Inoltre un atto di presa di coscienza e di rispetto per la diversità in senso lato. Il film non è solo una denuncia sugli abusi perpetuati dal fascismo, ma un avvertimento su ciò che sta accadendo oggi sotto i nostri occhi. Una favola delicata che descrive l’amicizia tra il piccolo Emilio (Marco Fiore) e il nobile etiope Abraham (Gabriel Gougsa) contrastata dal padre Podestà (Edoardo Pesce). Ho visto un re è leggero ma profondo, immaginario ma reale che scorre piacevolmente anche sorvolando sui piccoli errori di regia, peccatucci veniali decisamente trascurabili. Molto azzeccata la location e la cura dei particolari di scena, per non parlare della fotografia, curata da Francesco di Giacomo. Divertente la scena finale che ritrae l’ex Podestà, ora Federale, solo a sfoggiare il suo potere nel bel mezzo del nulla del deserto africano. A fare da contrappunto il principe etiope, esempio di grande distacco dall’ignoranza generale che lo aveva sistemato come prigioniero nella voliera del pavone in giardino. Proprio da lui nascerà il cambiamento e la liberazione…

data di pubblicazione:30/04/2025


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ARSA di Masbedo, 2025

ARSA di Masbedo, 2025

Arsa è una ragazza molto scontrosa che vive in una casupola in mezzo a una riserva naturale di Stromboli. Ha scelto di vivere in maniera solitaria a contatto con la campagna e il mare. Spesso si aggira sulla spiaggia a raccattare ciò che la gente ha dimenticato o che il mare ha restituito. La sua mente vaga tra i ricordi della prima infanzia quando il padre le raccontava, per farla addormentare, storie di terribili mostri…

Masbedo è un duo artistico composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni. In Arsa, che è il nome della protagonista, i registi raccontano la storia di una ragazza che decide di isolarsi da tutto e da tutti. Concentrata a elaborare la perdita del padre, uno scultore poco talentuoso ma di grande immaginazione. Anche lei ha una vena artistica che dimostra trasformando semplici materiali raccattati sulla spiaggia. Costruisce la sua vita ai margini della vita, in una natura contaminata dagli uomini e che lei stessa cerca di ripulire liberandola da ogni sporcizia. Un racconto onirico costruito su spazi ristretti dove Arsa (Gala Zohar Martinucci) si muove come un animale selvatico in cerca di una tana dove rifugiarsi. Lei in effetti ora ne ha una di tana, che difenderà da ogni intruso. Il film si concentra sul rapporto tra l’uomo e la natura, tra cielo e mare, tra arte e inquinamento sociale. Un’ambientazione perfetta dove però la storia traballa in virtuosismi talvolta eccessivi. Un esercizio di stile vero e proprio, forse esageratamente ambizioso. Anche l’incontro scontro tra la ragazza e Andrea (Jacopo Olmo Antinori), sull’isola insieme ad altri due amici alle prime armi nel cinema, sembra troppo costruito. I Masbedo hanno forse troppo indugiato sulla sceneggiatura e ne hanno ridimensionato il lato creativo e immaginifico. La protagonista si presenta nella sua essenzialità per difendersi dal mondo esterno che la circonda e per confermare la propria scelta di vita. Il suo isolamento è voluto, non obbligato. Un film poetico pensato anche troppo e per questo che risulta artificioso e inutilmente didascalico. I lunghi tempi di osservazione da parte della ragazza non giovano alla narrazione e sembrano compromettere il significato profondo che i registi volevano trasmettere. In Arsa c’è una propria elaborazione del lutto da parte della giovane che non dimentica la figura paterna, complessa e fragile nello stesso tempo. Un padre che non rispecchia i canoni a cui siamo abituati ma che è quasi fiero della propria fragilità. Un padre che non ha bisogno di mostrare la propria autorità, ma piuttosto di insegnare il bello della creatività. La scoperta di una statua classica sul fondale del mare, un segreto non svelato e vissuto come esclusivo, non sono elementi sufficienti a rendere il plot decisamente coinvolgente.  Il film era stato presentato in anteprima all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma.

data di pubblicazione:25/04/2025


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UNTIL DAWN – FINO ALL’ALBA di David F. Sandberg, 2025

UNTIL DAWN – FINO ALL’ALBA di David F. Sandberg, 2025

Clover, con alcuni amici, è alla ricerca della sorella Melanie scomparsa da un anno in situazioni misteriose. Si recano pertanto nella valle, dove sembrerebbe che la ragazza sia stata vista l’ultima volta, per cercare una risposta a quanto accaduto. Occupata una casa abbandonata, i ragazzi presto saranno nelle mani di uno spietato assassino che potrebbe avere a che fare con la sparizione di Melanie…

Until Dawn, diretto dal regista svedese David F. Sandberg, è tratto dall’omonimo videogioco survival horror pubblicato da Sony Computer Entertainment in esclusiva per PlayStation. Non è la prima volta che si riproduce al cinema l’atmosfera di un gioco in cui il gamer interagisce con le immagini, lasciandosi coinvolgere emotivamente. Nel film in questione lo spettatore, pur non avendo a disposizione una tastiera, si troverà comunque a essere parte attiva. Proprio come in un loop temporale dove gli stessi protagonisti dovranno affrontare ripetutamente le efferatezze di un crudele assassino. Per gli appassionati del genere horror/splatter il film potrebbe suscitare un grande interesse anche se le situazioni proposte sembrano ripetersi senza soluzione di continuità. Il plot per la verità non presenta novità di rilievo rispetto ad analoghi film già visti e rivisti in passato. Trovando ispirazione nel videogioco, il regista sviluppa un mix di ambientazioni prestate e solo in parte rielaborate con il risultato di creare scene prevedibili. Pieno di strane creature, frutto di un design inquietante, che rincorrono senza un perché i giovani protagonisti, come veri morti viventi dalle fattezze raccapriccianti. Difficile seguire la linearità di una trama perché il film va preso per quello che è, un horror pieno di brividi ma decisamente non geniale. Il cast si compone di attori quali Ella Rubin, Odessa A’zion, Michael Cimino, Ji-young Yoo, Belmont Cameli e Maia Mitchell. Sicuramente bravi che però non salvano le sorti di un film ai limiti della banalità. Non sembra riuscito il tentativo di adattare Until Dawn alla dinamica del gioco. Del resto era logico che si dovessero trovare dei nuovi strumenti non potendosi creare lo stesso tipo di intervento interattivo. Il regista cerca di introdurre nuovi personaggi e nuove azioni per colpire l’immaginario dello spettatore ma la pellicola non decolla e lascia sicuramente disorientati. Non si capisce in fondo la figura del serial killer che assume varie forme mostruose e che si trasforma continuamente insieme all’ambiente circostante. Ci si sforza invano di avvertire quell’energia che dovrebbe fare percepire il senso autentico del terrore e della morte.

data di pubblicazione:24/04/2025


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