THE ANIMAL KIMGDOM di Thomas Cailley, 2024

THE ANIMAL KIMGDOM di Thomas Cailley, 2024

A seguito di alcune inspiegabili mutazioni che stanno interessando gli uomini, François, accompagnato dal figlio Émile, va a trovare la moglie in osservazione presso un centro di ricerca. La donna, come tanti altri, si sta fisicamente trasformando in un animale e viene pertanto trasferita in un lager al sud della Francia. Nonostante queste precauzioni, il fenomeno sembra dilagarsi a dismisura e le autorità inizieranno a dar loro la caccia…

 

Come Gregor Samsa, che Kafka pone al centro del suo racconto La metamorfosi, così il genere umano, senza un perché, si ritrova un bel giorno a trasformarsi in un animale qualunque, forse un insetto forse un uccello, senza alcun apparente nesso logico. Il regista e sceneggiatore francese Cailley, qui al suo secondo lungometraggio in veste di regista, ci presenta un film ibrido del genere fantasy con tracce di fantascienza e horror. Gli esseri umani, trasformati geneticamente e fisicamente, risultano impotenti di fronte a questa inarrestabile alterazione. A loro non resta che comunicare la loro sofferenza tramite gli occhi, unico elemento dell’uomo a loro rimasto. Nel seguire i disperati tentativi di François alla ricerca di una moglie-orso dispersa in un bosco, non si può far altro che solidarizzare con lui che tenta il tutto e per tutto per salvaguardare l’incolumità di questa creatura, oramai indefinibile, braccata dalla polizia. Nella storia assume anche una posizione di rilievo la figura del figlio sedicenne che a tutti i costi deve lottare per ottenere tutto ciò che gli altri della sua età già hanno. La sua è anche una sfida contro il tempo perché il dramma che sta iniziando a mutare il suo corpo non lascia alcuna via d’uscita. Quello che veramente colpisce e come Émile tenti, per quanto possibile di ribellarsi, di nascondere questa stranissima condizione soprattutto di fronte al padre e ai compagni di scuola. Forse il regista trae spunto da questa singolare storia per parlare di diversità e di come per molti giovani di oggi diventi una vera e propria tragedia. Non si può rimanere quindi indifferenti di fronte a questa intensa sventura esistenziale, intrisa di genuino pathos affettivo, che coinvolge in egual misura tutti i protagonisti. Ottima regia e ottima interpretazione del giovane Paul Kircher e di Romain Duris, attori già più che collaudati in precedenti film. Presentato lo scorso anno a Cannes, The Animal Kingdom ha subito registrato un record di consensi e ha vinto ben 5 premi César tra cui come miglior colonna sonora, per le musiche di Andrea Laszlo De Simone, e per i migliori effetti speciali curati da MPC e Mac Guff. Se ne consiglia la visione.

data di pubblicazione:12/06/2024


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VINCENT DEVE MORIRE di Stéphan Castang, 2024

VINCENT DEVE MORIRE di Stéphan Castang, 2024

Vincent lavora come pubblicitario in uno studio grafico di Lione. Un giorno uno stagista, che fa pratica con lui, lo aggredisce con il suo tablet senza apparente motivo. Da quel momento Vincent sarà vittima di attacchi sempre più frequenti da parte di persone comuni che casualmente incrociano il suo sguardo. Pur isolandosi nella casa di campagna, sarà inevitabile incontrare qualcuno che senza motivo lo vuole morto. La violenza intanto aumenta nel Paese come un virus irrefrenabile che si sta diffondendo tra la gente…

Presentato lo scorso anno a Cannes alla Semaine De La Critique e in Italia al Torino Film festival, finalmente ora nelle sale l’atteso film horror diretto dall’esordiente regista francese Stéphan Castang. Si tratta di una storia alquanto angosciante perché ambientata in una società dove la violenza sembra estendersi inspiegabilmente a macchia d’olio. Partendo dal mite Vincent (Karim Leklou) al centro della vicenda, ben presto si scoprirà che alcuni individui, come lui, sono violentemente aggrediti non appena vengono fissati da altri, sia pur incontrati occasionalmente. Basta uno sguardo e si scatena una furia omicida che li vuole morti. Ma basterà isolarsi per evitare questa spirale di violenza contagiosa oramai fuori controllo? Dopo aver abbandonato tutto e tutti il protagonista dovrà affrontare una serie di avventure e dovrà lottare tenacemente per difendere la propria incolumità. L’incontro con Margaux (Vimala Pons), una cameriera di un fast food, aprirà uno spiraglio nella sua vita che presto si è trasformata in un perenne incubo. Ma Vincent sarà attaccato anche da lei che pur amandolo non potrà controllare la propria aggressività. Il regista ci spinge a riflettere sui malesseri di questa società che spinge all’isolamento esistenziale e che trova nell’arma della violenza il mezzo per sopravvivere. Una visione quindi catastrofica di un’epoca carica di odio e di guerre di potere. Il protagonista è una persona normale che non ha mai fatto del male a nessuno eppure è al centro di una malvagità collettiva senza possibilità di scampo. Un film pieno di sorprese, per la maggior parte sgradevoli, che sicuramente coinvolgono grazie anche alla sapiente regia di Castang che già per questo suo primo film ha attirato l’attenzione della critica internazionale.

data di pubblicazione:29/05/2024


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VANGELO SECONDO MARIA di Paolo Zucca, 2024

VANGELO SECONDO MARIA di Paolo Zucca, 2024

Maria vive in famiglia a Nazareth e come tutte le donne di quell’epoca deve occuparsi solo delle faccende di casa. Presto dovrà andare sposa a un uomo che le verrà imposto, in base agli accordi tra le famiglie. La ragazza ha però altri progetti. Lei vuole studiare le sacre scritture, conquistare il mondo e non pensa proprio al matrimonio. Dopo vari tentativi, finalmente si convince a sposare un certo Giuseppe, falegname benestante che la istruirà e la preparerà al grande viaggio…

Paolo Zucca trae spunto dall’omonimo romanzo di Barbara Alberti per presentarci un’immagine del tutto inedita di Maria, la madre di Gesù. Il regista, sardo d’origine, trasferisce la sua storia proprio nella sua Sardegna, tra una fitta vegetazione a volte però soffocata da un paesaggio desertico e arcaico. In questo contesto si muove Maria, giovane oramai pronta al matrimonio, che però ha le idee ben chiare su come impostare la propria vita, ben lontano dai modelli patriarcali che le vengono imposti. Quindi una ribelle ante litteram che rompe gli schemi della società del suo tempo. Lei rifiuta il suo ruolo di moglie destinata solo alle incombenze domestiche e aspira a ben altro. Vuole imparare a leggere e scrivere, e fare tutte quelle cose che sono destinate solo agli uomini e vietate alle donne dalla legge. Solo Giuseppe, tra tutti i pretendenti che le vengono proposti, sarà in grado di capirla in fondo e assecondare i suoi desideri. La sposerà, la manterrà casta fin quando lei vorrà, le insegnerà tutto ciò che la renderà una creatura libera e emancipata. Un giorno un essere alquanto strano si presenta per annunziarle che qualcun altro, Dio in persona, avrebbe già deciso per lei. Rimanere incinta dallo Spirito Santo e non dal suo Giuseppe, è qualcosa che Maria non può proprio accettare. Se i Vangeli Apocrifi erano ritenuti sacrileghi per aver presentato una figura di Gesù ben lontana dai rigidi canoni del cristianesimo, il regista qui dà il via a interpretazioni su Maria a dir poco fantasiose. Una rilettura della figura della Madonna che farà sicuramente riflettere anche le più sfegatate femministe. E che dire poi di Gabriele, l’Arcangelo incaricato ad annunciare una gravidanza imposta e non voluta? Un giovane biondastro con tanto di ali piumate che si esprime con un tono arrogante e saccente. Nonostante la recitazione, molto teatrale in verità, di Benedetta Porcaroli (Maria) e di Alessandro Gassman (Giuseppe) il film non decolla e a tratti risulta quasi irritante. Senza passare per bigotti, si fa veramente fatica a seguire una storia che forse, almeno nelle buone intenzioni del regista, avrebbe invece dovuto dare una immagine di Maria più credibile, anche se fuori dagli schemi tradizionali della Chiesa.

data di pubblicazione:22/05/2024


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I DANNATI di Roberto Minervini, 2024

I DANNATI di Roberto Minervini, 2024

Anno 1862. Durante la guerra di Secessione, un manipolo di soldati viene mandato a presidiare le terre impervie ad ovest del Paese. Siamo in pieno inverno e il gelo renderà la missione quanto mai difficile. Durante un agguato, molti degli uomini moriranno e i pochi superstiti si troveranno ad affrontare una sfida verso se stessi. La riflessione sugli insegnamenti della religione li aiuterà nella lotta alla sopravvivenza…

 

Roberto Minervini, con questo suo primo lungometraggio diverso per genere dai precedenti, è in lizza quest’anno a Cannes nella sezione Un Certain Regard. Il regista, marchigiano d’origine ma residente da anni negli Stati Uniti, riesce a raccontare una storia che trova radici nel passato, quando il suo paese d’adozione affrontava la guerra di Secessione. I personaggi sono osservati nei loro movimenti e nei loro pensieri più intimi proprio per metterne in luce le peculiarità. Ognuno si è arruolato per motivi diversi, forse per una forma di riscatto sociale, forse per una possibilità di guadagno ma, come spesso accadeva, senza effettivamente conoscere la causa per cui avrebbero dovuto combattere. La loro è una meta incerta come incerto è il destino a loro riservato tra difficoltà di ogni genere. Un impegno introspettivo in cui il regista sembra destreggiarsi con una proprietà di linguaggio espressivo veramente sorprendente. Minervini dà prova di saper maneggiare bene la macchina da presa, soffermandosi specialmente sui volti dei singoli uomini, riuniti insieme in un afflato cameratesco che gli permette di condividere anche gli stati d’animo più segreti. Il regista, di fatto apprezzato documentarista, è stato sicuramente coraggioso nell’affrontare un tema molto delicato, sia pur oramai archiviato dagli stessi storici americani. Il divario tra Nord e Sud, il tema ricorrente del Cristianesimo, una sorta di mascolinità tossica, sono i temi affrontati e sviluppati con grande maestria. Nel cast tutti attori americani emergenti, molto bravi e incredibilmente incisivi. I Dannati “rappresenta una sfida nuova: un film di finzione, storico, in costume, senza sacrificare il realismo, l’immediatezza e l’intimità”.

data di pubblicazione:17/05/2024


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METAMORPHOSIS di Michele Fasano, 2024

METAMORPHOSIS di Michele Fasano, 2024

Un nutrito stormo di uccelli, ciascuno di specie diversa, si lascia convincere dall’Upupa a intraprendere un lungo e avventuroso viaggio. La meta è ambiziosa: raggiungere la Montagna di Kafh dove dimora il re Simourgh, saggio capace di rispondere a tutte le domande. Partiranno in tanti ma arriveranno in pochi. C’è chi abbandona il volo per paura, c’è chi non ce la farà ad affrontare le innumerevoli avversità. Solo la forza dell’Amore guiderà i superstiti verso l’agognato traguardo…

Michele Fasano scrive, dirige e si autoproduce un film di animazione che ha già fatto il giro del mondo e ottenuto decine di premi in importanti festival internazionali. Le immagini coloratissime degli uccelli, in volo verso il loro obiettivo, vengono associate in maniera vincolante a quattro personaggi reali, diversi per età, genere, cultura e religione. Loro hanno una propria identità: Monika (Albania), Abdurrahman (Turchia), Jihad (Siria) e Susan (Israele). Il regista ci conduce attraverso vari paesi per raccontare di come nasce una guerra, come si genera l’odio interrazziale e interreligioso, come la Via dell’Amore sia l’unico mezzo per arrivare al dialogo. La voce narrante ci rimanda ai testi religiosi della Torah, riferimento centrale dell’ebraismo, e del Corano il testo sacro dell’Islam. Il tutto per dimostrare che le varie religioni sono solo le diverse sfaccettature di un Logos che sotto varie forme e culture definisce l’idea di Dio. Ispirandosi ad un poema di Farid al-Din ‘Attar, persiano del dodicesimo secolo, Fasano riesce a conquistare lentamente l’attenzione del pubblico e a portarlo a riflettere sulle meschinità del potere. Triste pensare come le convinzioni di pochi possano essere imposte a molti, obbligati a sacrificare la propria vita in cambio della presunta salvezza eterna. Un messaggio quindi trasversale che supera le ideologie più fondamentaliste per riportarci all’essenza della vita e dell’universo. Un film che sicuramente non lascia indifferenti, rivolto a un pubblico sensibile, disposto a fermarsi anche per un attimo per meditare su quello che siamo e verso cosa ci incamminiamo, tra il caos e un mondo di tenebra. Occorre quindi ripartire dal canto e dalla poesia per nutrire civiltà e politica?

data di pubblicazione:16/05/2024


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