da Antonio Jacolina | Ago 29, 2025
Russell Crowe è un ex detective congedato anzitempo per ubriachezza. Affetto da incipiente Alzheimer è sottoposto a cure sperimentali. Si trova a dover riesaminare, o meglio, vista la perdita di memoria, a esaminare ex novo un caso di omicidio di dieci anni prima, il cui responsabile sta per essere giustiziato…
In attesa che dopo Venezia, a settembre riparta la stagione cinematografica, Sleeping Dogs appena uscito su Prime offre l’opportunità di tornare ad apprezzare R. Crowe in un ruolo finalmente eccellente e di scoprire un più che discreto poliziesco che si riallaccia ai piccoli buoni noir duri e puri di una volta. Film che pur non puntando all’eccellenza hanno sempre il merito di essere ben costruiti, ben interpretati e ottenere il risultato di far passare dei buoni momenti di cinema agli appassionati del Genere.
Sleeping Dogs, prima regia di Cooper finora solo apprezzato sceneggiatore, è un thriller psicologico teso, cupo e intrigante costruito tutto sulle atmosfere, le incertezze, le ambiguità e la confusione mentale del protagonista. Tormentato dalla malattia e dall’ansia di riesaminare il vecchio omicidio, mano a mano che rivede i fatti e recupera frammenti di memoria inizierà ad avere sempre meno certezze sulle conclusioni cui era giunto dieci anni prima. Dunque non un film d’azione ma un poliziesco mentale, un thriller introspettivo ma accattivante, attraversato da dubbi, false piste, ripensamenti e da una sottile, inquietante domanda sotterranea: l’errore, se c’è stato, è nelle indagini o solo nella memoria di chi ha risolto il caso? Un vero tuffo nei meandri della memoria vacillante e dei traumi subiti. Una dimensione insolita che, pur con le debite differenze, ricorda subito Memento di C. Nolan.
Il neo regista, supportato da una discreta sceneggiatura si interroga sul rapporto fra memoria e reale e gioca sulle incertezze, sui frammenti di verità con una messa in scena volutamente crepuscolare. La narrazione è lineare con un uso, forse eccessivo, di flashback e con qualche svolta narrativa di troppo. Il ritmo resta però sempre vivace e la tensione narrativa è costante fino al finale in cui le tessere del puzzle si ricompongono. Il vero punto di forza del film è certamente la buona performance di Crowe. Impressionante nella sua mole fisica gioca con gli sguardi ed esprime fragilità contenuta ed oscillante fra lucidità, ingenuità e confusione. L’attore dà vera profondità emotiva a tutta la storia. Gli fanno da buon contrappunto gli altri coprotagonisti.
Sleeping Dogs, pur con qualche incoerenza narrativa è dunque un thriller più che discreto, ben confezionato e intrigante. Il bravo Crowe offre poi un motivo in più per godersi il film fino alla fine.
data di pubblicazione:29/08/2025
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da Antonio Jacolina | Lug 29, 2025
Il Parco di Yosemite è il contesto selvaggio di una morte misteriosa su cui indaga l’agente Turner (E. Bana) assistito dalla giovane recluta Naya (L. Santiago). La sua inchiesta farà riemergere i torbidi segreti del Parco ed anche quelli del suo stesso passato e degli altri protagonisti…
Misterioso, singolare e spaesante UNTAMED è un polar asciutto e naturalistico firmato da M. Smith cosceneggiatore di The Revenant. La Serie si distingue soprattutto per la stupefacente ambientazione nell’incontaminato Yosemite. L’intrigo è coinvolgente e portato avanti sobriamente. Ciò che importa veramente sono i personaggi, gli sguardi, i silenzi e la durezza del quotidiano confronto con una Natura magnifica e brutale splendidamente filmata. Il paesaggio da semplice cornice ambientale assume progressivamente una dimensione del tutto diversa. E’ un personaggio a sé stante che sembra quasi agire ed interagire. Il modo con cui i protagonisti si confronteranno con la Natura circostante diverrà infatti essenziale nel corso dei sei episodi.
Sulla carta UNTAMED è un’idea originale. Si è già visto di tutto sugli agenti dell’FBI o della CIA, ma è la prima volta che al centro ci sono quelli dell’ISB, il corpo federale che indaga sui crimini commessi nei Parchi Nazionali statunitensi. Il punto di partenza è interessante, la vicenda e la location sanno poi catturare rapidamente lo spettatore. Si assiste così a due indagini parallele: la prima nel vasto territorio selvaggio di cui le inquadrature panoramiche ci restituiscono tutto l’aspetto incontaminato. La seconda, ben più profonda, esplora invece sia la psiche dell’investigatore, la sua ricerca di una pace interiore ed il fardello del suo passato, sia il tema più generale delle relazioni familiari, del dolore e della vendetta.
La serie fonde più Generi con abilità: percorre le atmosfere dei vecchi western, cita i Buddy Movie ed i Family Drama evitando sempre di cadere nei cliché. La storia è classica e la messa in scena è lineare ma la sceneggiatura ben scritta garantisce il giusto ritmo narrativo, tiene viva la curiosità e dosa abilmente suspense e colpi di scena fino alla fine. Dialoghi di qualità, mistero ed azione che si alternano con equilibrio danno infine alla serie, al di là dell’intrigo poliziesco, il giusto tocco di veridicità e intensità. Il cast è più che buono, Eric Bana senza eccedere in manierismi riesce a trasmettere le proprie emozioni interiori. Fra i ruoli di supporto spicca Sam Neil.
Non mancano certo i difetti propri della serialità: troppe sottostorie che confondono lo spettatore, spunti suggestivi che vengono troppo presto abbandonati e una lunghezza eccessiva. Pur con questi peccati veniali UNTAMED è però una Serie che merita di essere vista per la sua qualità ed originalità e … per Yosemite.
data di pubblicazione:29/07/2025
da Antonio Jacolina | Lug 24, 2025
Un anziano detective di Chicago (S. L. Jackson) amareggiato e semialcolizzato viene chiamato a supporto della polizia di Edimburgo per seguire alcuni omicidi rituali simili a quelli su cui aveva già indagato senza successo anni prima a Chicago. Si farà aiutare dal suo ex collega (V. Cassel) ritiratosi dal servizio …
L’Estate incombe non solo sulle offerte in sala, ma anche su quelle televisive. L’accaldato spettatore potrà essere allora tentato dai brividi prospettati da Damaged una novità appena proposta da Prime Video con un buon Cast ed una Storia promettente. I Film sui Serial Killer sono un Genere ormai lontano dai gusti cinematografici, ma non si sa mai…
Realizzare un film anche solo nella scia di Seven di D. Fincher non è però così facile. McDonough troppo ambiziosamente ci ha voluto provare ma non ha la stoffa e non saranno certo lui ed il suo film a far rinascere il Genere. Lo spettatore che aveva sperato in qualche cosa di coinvolgente resterà solo indispettito e insoddisfatto.
Eppure lo spunto iniziale, anche se non nuovo, poteva avere un buon potenziale e dare spazio a sviluppi intriganti. Purtroppo la messa in scena del regista è piatta ed anonima e fatica a generare la pur minima tensione o coinvolgimento con la vicenda. Sembra di assistere ad un vecchio Telefilm o ad uno stanco episodio di una lunga serie TV. Manca infatti la suspense, il ritmo è lento, le situazioni hanno poco spessore e i personaggi sono stereotipati. I dialoghi sono banali e senza rilievo, la confezione è molto povera. La sceneggiatura poi è carente ed ha poco mordente e ad un certo punto perde ogni filo logico. Veramente difficile appassionarsi per un film così! Resta solo un po’ di curiosità per scoprire il colpevole di tutto.
Anche con attori di qualità e di mestiere si può alla fine fare un brutto film. Coinvolti in questo pasticcio i protagonisti non danno certo il loro massimo e non riescono a trasmettere le emozioni dei loro personaggi.
Damaged è una delusione. Un poliziesco noioso, stereotipato e senza mordente che ha un solo “pregio”: conferma l’importanza decisiva di una buona sceneggiatura e di un regista di talento per la riuscita di un vero Thriller.
data di pubblicazione:24/07/2025
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da Antonio Jacolina | Lug 17, 2025
Finlandia. Due sorelle di mezza età sono produttrici artigianali di una prelibata birra locale. Insoddisfatte del vuoto delle loro esistenze vivono con entusiasmo la richiesta di una terza sorella di avere come regalo di nozze 100 litri della loro mitica birra. Potranno finalmente mostrare il loro unico talento. Ma la deliziosa bevanda sparisce…
Visto all’ultima Festa di Roma 100 LITRI di BIRRA esce sui nostri schermi solo oggi, in un clima già vacanziero. La scelta dei distributori conferma di fatto le valutazioni sul film.
Si tratta di una piccola, piccola commedia noir che prende più o meno garbatamente in giro le abitudini e gli stereotipi dell’idilliaca ma anche noiosa provincia finlandese. Un mix di umorismo non sempre sottile, di assurdo e surreale e, perché no, anche di fierezza delle tradizioni locali.
Nikki, regista apprezzato nei circuiti festivalieri, realizza il suo lavoro combinando in modo originale gli elementi della commedia, del dramma, e della satira sociale inserendoli poi in contesti al limite del bizzarro e del grottesco con rimandi al cinema indie americano. Citare anche i Cohen, che pur vengono in mente, sarebbe però eccessivo.
Lo spunto è stravagante, la necessità di trovare prima del matrimonio la birra “scomparsa” dà il via ad un’avventura folle, fatta di incontri, scontri, conflitti verbali e fisici insoliti, sopra le righe e surreali sullo sfondo di una meravigliosa Finlandia estiva. Il ritmo è cadenzato dall’affannosa lotta contro il tempo e dal susseguirsi di situazioni e personaggi uno più bizzarro dell’altro.
L’autore sa di certo raccontare le sue storie in modo efficace e con un gusto dell’insolito tutto suo. Sa trattare le emozioni sottostanti la quotidianità e la banalità di certe esistenze. Sa cogliere le debolezze della natura umana. Tutto ben filmato ed interessante a tratti anche gradevole. Il film appare però troppo legato alla sensibilità ed alla realtà locale. Potrà risultare utile per meglio conoscere persone, usi, costumi e tradizioni sociali di una Finlandia profonda e rurale. Non si va però al di là di tutto ciò e di certo non ha quel “respiro alto” necessario per farne una grande commedia.
100 LITRI di BIRRA è quindi solo una simpatica critica di una certa realtà e un’arguta riflessione sulle relazioni inter parentali, sui sensi di colpa e le frustrazioni. È discretamente gradevole, ma nulla di più!
data di pubblicazione:17/07/2025
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da Antonio Jacolina | Lug 9, 2025
L’ex militare Zora (S. Johansson) è assoldata da un’Azienda Farmaceutica per una missione rischiosa. Con il caposquadra Duncan (M. Alì) e lo scienziato Henry (J. Bailey) dovrà sbarcare in un’isola per estrarre materiale genetico da tre dinosauri ancora in vita. Nulla va come previsto …
1993: Spielberg rivoluziona il Cinema con la sua innovativa avventura fra umani e creature preistoriche. 2025: esce in sala il settimo episodio, forse il migliore, dei sequel. Jurassic World – La Rinascita cerca di ricreare la magia e ritornare all’essenza delle origini. Ritrova parte dell’antico splendore e le sue scene d’azione sono tutte sbalorditive però, nei fatti, resta troppo aderente al modello iniziale e risulta alla fine solo un omaggio all’originale. Gli manca infatti l’ispirazione vera e non riesce a volare alto e ad avere una propria identità.
Lo spirito e la ricetta sono sostanzialmente gli stessi: dei cattivi vogliono trarre profitto dai dinosauri; un’eroina e la sua squadra sbarcano in un’isola selvaggia ed interdetta agli umani; un paleontologo felice di fare il suo lavoro; un’improbabile famigliola con dei ragazzi e ovviamente i soliti accoliti che si capisce subito saranno i soli ad essere, prima o poi, divorati. Rispetto ai precedenti c’è però una buona sceneggiatura, una maggiore profondità psicologica ed emotiva. Le dinamiche sono ben costruite, le situazioni ed anche i personaggi hanno una loro pregnanza e complessità.
Edwards è un esperto di Saghe e film sui “mostri”, quindi è nel suo elemento naturale. Si vede che ama la vicenda e che sa fare bene il suo mestiere. Riesce infatti a creare situazioni cinematografiche molto incisive. Usa con sapienza un montaggio incalzante che dà il giusto ritmo a tutta la narrazione. Le scene d’azione sono magnificamente realizzate, numerose, spettacolari e variegate. Tutte in grado di generare e mantenere viva la tensione per l’intero arco dello spettacolo. I personaggi principali, pur interpretati da attori di un certo carisma, sono sostanzialmente degli archetipi e non hanno la forte individualità di quelli delle origini. La Johansson e la coppia di coprotagonisti fanno però il loro dovere contrattuale con impegno.
Ormai abbiamo visto di tutto e non ci stupiamo più di nulla neanche dei dinosauri. Quindi Jurassic World-La rinascita nonostante l’immenso budget ed i vari talenti artistici non ripropone nulla di nuovo ed è null’altro che un più che discreto BlockBuster di serie B. Un BlockBuster Estivo che si va a vedere non tanto per la sua trama narrativa ma per divertirsi ammirandone le scene d’azione. In effetti il film diverte e coinvolge con efficacia. Soddisferà gli appassionati della Saga e chi cerca semplicemente un po’ di svago.
data di pubblicazione:09/07/2025
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