PROGRAMMA ROMA EUROPA FESTIVAL 2024

PROGRAMMA ROMA EUROPA FESTIVAL 2024

È stato presentato, lo scorso 16 aprile all’Academia Belgica di Roma, il programma della trentanovesima edizione del Romaeuropa FestivalL’ideazione dell’intero programma prodotto dalla Fondazione Romaeuropa, presieduta da Guido Fabiani e diretta da Fabrizio Grifasi, ha come tema portante il dialogo sulla complessità del presente e sui confini del futuro, esplorando passioni e movimenti umani di oggi e di domani.

Dal 4 settembre al 17 novembre il festival presenterà 100 progetti tra musica, danza, teatro, arti digitali e creazioni per l’infanzia con 300 repliche in 20 spazi della Capitale, ospitando circa 700 artiste e artisti provenienti da tutte le parti del mondo.

In co-realizzazione con il Teatro dell’Opera di Roma, per la prima volta alTeatro Costanzi, il 4 settembre, il REF2024 inaugurerà la sua trentanovesima edizione nel segno della danza internazionale. Il prestigioso Ballet de l’Opéra de Lyon abbina nella stessa serata Mycelium coreografia commissionata al greco Christos Papadopoulos e ispirata al mondo della natura e Biped del padre della modern dance Merce Cunningham.

La settimana inaugurale del REF2024 procederà omaggiando Ryuichi Sakamoto, tra le figure più significative del panorama musicale contemporaneo e tra le più prestigiose presenze nella storia del REF. Nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, la Brussels Philharmonic diretta da Dirk Brossé esegue in Music for Film le sue più celebri composizioni per il cinema.

Gli appuntamenti nella Cavea dell’Auditorium proseguirann con il ritorno al festival dello scrittore Alessandro Baricco che, insieme a Giovanni SollimaEnrico Melozzi e i 100 Cellos e con Stefania Rocca e Valeria Solarino, porta in scena Tucidide. Lo spettacolo Atene contro Melo con il coreografo Rachid Ouramdane sarà di scena all’Auditorium Conciliazione dove la coreografa tedesca Sasha Waltz rinnova la sua ricerca intorno alla relazione tra danza e musica, dialogando, questa volta, con la Sinfonia n.7 di Ludwig van Beethoven.

Torneranno sul palco del Teatro Argentina, i franco-catalani Baro d’evel, Jan Martens ed il francese Noé Soulier ed a seguire la nuova produzione della compagnia messicana Lagartijas Tiradas al SolCentroàmerica, ed il regista Amos Gitai con il suo House. Provengono dal Marocco il coreografo e danzatore Taoufiq Izeddiou che in Hors du monde si confronteranno con il rituale Sufi e il Groupe Acrobatique de Tanger che, in FIQ! (Svegliati!) costruisce un ritratto del Paese visto dalle nuove generazioni tra acrobazie, break-dance, taekwondo e freestyle.

La vita amorosa di coppie di anziani tra i 74 e i 102 anni è, invece, al centro de La vie secrète des vieux del regista Mohamed El Khatib così come la vita di una coppia di anziani nella città contaminata dopo un test nucleare fallito è protagonista di Zvizdal – Chernobil So Far So Close, spettacolo della compagnia fiamminga Berlin.

Nella sezione danza e teatro italiano troviamo Notte Morricone, omaggio al grande compositore taliano firmato dal coreografo Marcos Morau e la compagnia Aterballeto, la compagnia Frosini/Timpano in Tanti Sordi – Polvere di Alberto, e prime nazionali al Teatro Vascello con Licia Lanera, Martina Badiluzzi, Giorgina Pi e la sua compagnia Bluemotion,  Daria Deflorian, che adatta La Vegetariana della coreana Han Kang; ancora Massimiliano Civica che si cimenta in Capitolo II di Neil Simon mentre la regista Lisa Ferlazzo Natoli, con la sua compagnia Lacasadiargilla, fa proprio il testo della giovane drammaturga Rosalida ContiUccellini.

Torna al Festival, nell’ambito di una nuova partnership siglata con il Teatro Ateneo dell’Università La Sapienza anche Claudia Castellucci che in Sahara, insieme alla sua compagnia di movimento Mòra, interroga la condizione creativa dell’artista affiancandola all’immagine del deserto. Alla vita di un altro artista, Josef Albers, tra i principali interpreti del Bauhaus, è ispirato Squares do (not) normally appears del regista Filippo Andreatta, spettacolo senza attori sospeso tra scrittura scenica, performance e installazione visiva.

Proprio il teatro musicale continua a essere frontiera di ricerca, spazio aperto all’incrocio tra i linguaggi, alle più audaci sperimentazioni e ai processi di riappropriazione e rilettura della tradizione. Ne è un perfetto esempio l’energico The Golden Stool del regista fiammingo di origini ghanesi Gorges Ocloo  in cui il repertorio operistico occidentale diventa strumento per dare vita a una personale “AfrOpera” basata sulle lotte di resistenza di Nana Yaa Asentewaa.

L’eterogenea proposta musicale del REF si estende anche ai grandi concerti, alla ricerca tecnologica e a formati sperimentali di creazione e fruizione. Così, all’Auditorium Parco della Musica, la band culto tedesca Einstürzende Neubauten inaugurerà la tournée italiana del suo ultimo album Alien Pop MusicTrentemøller presenta dal vivo i suoi più recenti progetti musicali (entrambi i concerti sono presentati in corealizzazione con Fondazione Musica per Roma); con Inner Spaces il trombettista, suonatore di santur e vocalista Amir ElSaffar incontra l’elettronica di Lorenzo Bianchi Hoesh, mentre il compositore giapponese Keiichiro Shibuya si cimenta in Mutual Control (spettacolo presentato in collaborazione con Maker Faire) nella costruzione di un live audio-video lasciando partecipare un’intelligenza artificiale a tutti i momenti del processo creativo.

È ancora la Pelanda del Mattatoio a essere cuore delle attività del Romaeuropa Festival 2024 e spazio dedicato al sostegno della creatività emergente. Qui il festival ospita la sua proposta più innovativa e le sezioni che attraversano il suo intero programma.

Curata da Giulia Di Giovanni Matteo AntonaciLineUp! continua a indagare le tendenze della canzone italiana tra cantautorato, pop e avant-pop e presenta, tra gli altri, la cantautrice e polistrumentista Any Other, i ventenni palermitani Santamarea, la romana Coca Puma, il cantautore, musicista e produttore napoletano Tripolare e ancora AKA5HA e il duo So Beast nell’ambito del “case history” Musica, troppa musica. Vent’anni di Trovarobato.

Un’immersione nelle culture digitali è quella proposta dalla sezione Digitalive, curata da Federica Patti, che incrocia percorsi musicali, coreografici e virtuali con protagoniste la producer post-club nativa di Shanghai 33EMYBW, la DJ italo cinese Luwei. Il Romaeuropa Festival 2024 collabora inoltre con Maker Faire con un’ulteriore proposta dedicata alle nuove tecnologie.

Ancora una volta ad Anni Luce, a cura di Maura Teofili, il compito di scommettere sulla generazione under 30 del teatro italiano con il progetto Powered By REF e gli spettacoli di Pietro Giannini, Giulia Scotti Claudio Larena.

Nell’ambito della ricerca intorno alle nuove scritture sceniche si rinnova il dialogo con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico che propone per il secondo anno il suo premio dedicato agli allievi registi selezionando un progetto che debutterà al Mattatoio nel programma del festival.

Si rivolge ai coreografi emergenti la call DNAppunti Coreografici, la cui finale è parte del programma della sezione Dancing Days a cura di Francesca Manica che continua a esplorare le nuove generazioni della danza.

È ancora a Ryuichi Sakamoto che si rivolge il 17 novembre(nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica) la chiusura della trentanovesima edizione del Romaeuropa Festival: ad Alva Noto e Christian Fennesz il compito di spostare l’attenzione sul suo repertorio elettronico attraverso la presentazione di nuovi brani ispirati alla collaborazione che le due icone della musica internazionale hanno avuto con il compositore.

data di pubblicazione:19/04/2024

GIUNSERO I TERRESTRI SU MARTE – regia e ideazione di Giacomo Bisordi

GIUNSERO I TERRESTRI SU MARTE – regia e ideazione di Giacomo Bisordi

(TEATRO INDIA- Roma, 9/21 aprile 2024)

In scena al Teatro India di Roma, dal 9 al 21 aprile, lo spettacolo Giunsero i terrestri su Marte. Una missione interplanetaria su Marte termina in tragedia in quanto i giovani e valorosi astronauti vengono dati per dispersi. Ma cosa è successo davvero sul quel pianeta misterioso? Colpa di fantomatici marziani? Un racconto che prova ad indagare sulla scomparsa degli astronauti, ma anche una riflessione sul desiderio del nuovo e dell’ignoto, sul fascino del futuro tra desiderio e paura (foto Claudia Pajewski).

Giulia Heathfield Di Renzi, Gaia Rinaldi e Francesco Russo sono gli eroici astronauti che, nel corso di una missione interplanetaria su Marte, hanno tragicamente perso la vita.

Immagini e speaker raccontano la misteriosa scomparsa dell’equipaggio di una spedizione privata italo-cinese sulla superficie del pianeta rosso. Le domande che sorgono sono molte: chi sono i marziani che i terrestri potrebbero aver incontrato? Qual è la ragione di questa iniziativa spaziale?

Marte e la corsa allo spazio diventano così un territorio metaforico per una drammaturgia inedita a cura di Pierfrancesco Franzoni e Giacomo Bisordi, per una produzione del Teatro di Roma e del Teatro Nazionale.

La discesa, l’esplorazione del pianeta, la bandiera da piantare in segno di conquista scandiscono gli istanti prima della morte che dilatano il tempo per fare emergere i ricordi, riesumando le immagini dell’infanzia, del tempo del gioco, delle corse, dei palloncini, della corda, del ping pong, di Pippi Calzelunghe, mentre l’aria comincia a mancare.

Marte è il non luogo che è anche il desiderio umano di superare le barriere della conoscenza, un mondo che finora nessuno ha avuto modo di conoscere e calcare: esiste come archetipo di desideri, di sogni, paure e illusioni ma anche di distacco dagli affetti e dall’identità detenuta.

data di pubblicazione:12/04/2024


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BRIGANTI ELEGANTI, L’ARTE DELLA MODA AL MASCHILE

BRIGANTI ELEGANTI, L’ARTE DELLA MODA AL MASCHILE

MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo

(Sala Extra Maxxi – Roma, 27 marzo 2024/26 maggio 2024)

La mostra-performance Briganti Eleganti, sotto l’egida del Ministero della Cultura, esposta nelle sale Extra Maxxi di Roma, ha, tra i suoi obiettivi quello di avviare una conversazione sul tema della sostenibilità e dell’upcycling. Particolarmente attivi nell’Italia Meridionale della Post-Unità, i briganti sono stati relegati in una dimensione esclusivamente socio-politica. La figura del brigante ha agito in realtà anche a livello vestimentario creando dei veri e propri look tra stupefacenti cappelli a cono, giacche utility di velluto, che sembrano rubate al guardaroba di un dandy del XXI secolo e mantelli salvavita.

Dopo un’accurata ricerca avvenuta in importanti archivi storici, come Modateca Deanna e Annamode Costumes, Stefano Dominella ed i co-curatori Guillermo Mariotto e Bonizza Giordani Aragno hanno anche attinto alle contemporanee collezioni per allestire l’imponente mostra “Briganti Eleganti, l’arte della moda maschile”.

Il percorso espositivo, che si avvale di una scenografia disegnata ad hoc dall’architetto Virginia Vianello e realizzata dall’artista-scenografo Alessandro Catarinelli contempla quarantacinque creazioni, due filoni narrativi, un percorso dove la storia incontra la moda e viceversa, quasi un esperimento che, facendo suo il linguaggio della contaminazione visiva e dell’upcycling, guarda la moda come ad un archivio da consultare e valorizzare, attualizzando l’identità culturale di un secolo lontano. Presenti alcuni costumi storici regionali, provenienti dal prezioso archivio del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari accanto a manichini vestiti con abiti rubati alla moda maschile contemporanea, come ad esempio l’anarchia narrativa di Michele Gaudiomonte, la compostezza ribelle di Francesca Liberatore, la sperimentazione rivoluzionaria mai scontata di Guillermo Mariotto, l’Alta sartoria di Caraceni, la sperimentazione sui volumi e materiali di Giovanni Cavagna, l’irriverenza contemporanea di Dieselassociati fino ai metabijoux della collezione Santi&briganti creati appositamente da Gianni de Benedittis. Sul corridoio di destra dello spazio espositivo, un’area munita di teche, in cui sono esposti atti, foto, processi e reperti d’epoca, provenienti dall’Archivio centrale dello Stato, dagli archivi della Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, dal Museo del Risorgimento Nazionale Italiano di Torino e dal Museo Centrale del Risorgimento di Roma. In mostra anche San Leonardo di Noblac, protettore dei briganti, ospitato in un’edicola votiva realizzata dall’artista Federico Paris. La mostra, realizzata in collaborazione con Netflix, ospita anche immagini e materiali tratti dalla sua serie italiana Briganti, prodotta da Fabula Pictures e disponibile su Netflix dal 23 aprile.

ANNA FOGLIETTA e IL PICCOLO PRINCIPE all’Antico Caffè Greco

ANNA FOGLIETTA e IL PICCOLO PRINCIPE all’Antico Caffè Greco

All’Antico Caffè Greco, Anna Foglietta e i suoi amici attori hanno festeggiato la onlus “Every Child Is My Child” l’associazione no-profit nata grazie alla collaborazione spontanea di artisti, i quali, su iniziativa di Anna Foglietta e animati dall’indignazione per le terribili tragedie che coinvolgono i bambini in Siria, hanno scelto un impegno diretto per un futuro senza sofferenza perchè Ogni Bambino è il Nostro Bambino.

 

Anna Foglietta è stata protagonista il 6 aprile presso lo storico locale di via Condotti “Antico Caffè Greco” di una lettura da Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, per festeggiare i 7 anni della onlus “Every Child Is My Child” fondata dall’attrice nel 2017 con tanti artisti ed amici, alcuni dei quali presenti all’evento Andrea Bosca, Paola Minaccioni e Camilla Filippi. Per il Caffè Greco era presente il Presidente del CDA ing. Carlo Pellegrini.

Il Caffè Greco figura tra i locali storici di Roma più famosi nel mondo e secondo più antico caffè d’Italia. Fondato nel 1760 da Nicola della Maddalena, custodisce un patrimonio artistico di oltre trecento tra cimeli e opere d’arte – dipinti, disegni e sculture – alcuni donati e altri commissionati agli artisti che nel tempo frequentarono e furono legati a questo luogo. Le opere si trovano sistemate all’interno delle nove sale del caffè e mantengono nella maggior parte dei casi la loro collocazione originaria.

data di pubblicazione:06/04/2024

L’ORIGINE DEL MONDO – Ritratto di un interno

L’ORIGINE DEL MONDO – Ritratto di un interno

scritto e diretto da Lucia Calamaro

(TEATRO ARGENTINA – Roma, 22/28 marzo 2024)

Arriva all’Argentina di Roma L’Origine del mondo- ritratto di un interno, scritto e diretto da Lucia Calamaro in una nuova veste e con un nuovo cast che comprende la giornalista Concita De Gregorio e le attrici Lucia Mascino e Alice Redini. Uno spettacolo straordinariamente attuale, che ha visto la luce nel 2011 e che ha vinto nel 2012 tre premi Ubu. Tre atti per raccontare il presente della depressione: donna melanconica al frigorifero, certe domeniche in pigiama e il silenzio dell’analista. Tre donne, nonna, mamma, figlia, tre voci, tre generazioni (foto Claudia Pajewski).

Quante persone trascorrono la loro vita cercando di trovare un equilibrio interiore, lottando contro una costante solitudine cronica, che sembra non abbandonarle mai, senza godersi i singoli momenti di gioia perché troppo estranei dalla realtà? È questa la riflessione proposta nella trilogia di Lucia Calamaro, drammaturga e regista affermata nel panorama contemporaneo. Un dramma esistenziale, di un nucleo familiare al femminile, composto da madre (Concita De Gregorio) figlia (Alice Redini) e nonna (Lucia Mascino).

Un testo profetico, anche, perché dieci anni prima del Covid già parlava di reclusione, dolore del mondo, stati depressivi, disturbi alimentari, impotenza ma anche di possibile redenzione, nel quale prendono forma i legami familiari in cui si nasce e in cui ci si imbatte, tanto fondamentali quanto intricati.

Concita la protagonista cerca qualcuno e non qualcosa nel microcosmo del proprio intimo, vuole ritrovare se stessa. Ma per farlo ha bisogno degli altri, ha bisogno di qualcuno che ami ascoltarla con attenzione e con cura perché la vita è relazione. E la qualità della relazione deve essere fertile, di interscambio, altrimenti si rischia di ammalarsi di mancato ascolto. Come avviene alle tre protagoniste. Lucia, la nonna, sceglie di rimuovere le sue esigenze più vive riuscendo a sopravvivere nel mare di noia che ne deriva, brontolando nel tentativo di risvegliare la figlia dal letargo depressivo; Concita (la figlia di Lucia) non riuscendoci si isola, si chiude all’ipocrisia delle relazioni; sua figlia Alice è in bilico tra l’attaccamento alla madre e il tentativo di riuscire a comunicare con lei decifrando il suo linguaggio del corpo, vista l’impossibilità della comunicazione verbale, riscontrata ed esasperata nella relazione di puro silenzio esistente tra Concita e l’analista.

Un dramma di fronte ai fattori portanti della quotidianità, i dialoghi con il frigo che si apre e si chiude, con la lavatrice semivuota che gira e genera schiuma, ingombranti elettrodomestici con cui confrontarsi su debolezze, fragilità e solitudine. Legami fragili ma presenti che supportano la necessità e la volontà dolorosa ma essenziale di volere essere vivo e presente.

data di pubblicazione:25/03/2024


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