da Rossano Giuppa | Mag 20, 2023
(Teatro Argentina – Roma, 16 /21 maggio 2023)
Approda al Teatro Argentina dal 16 al 21 maggio 2023 lo spettacolo di Claudio Tolcachir Edificio 3 Storia di un intento assurdo che, dopo Il caso della famiglia Coleman ed Emilia (Premio UBU 2017 prodotto dallo stesso Teatro di Roma), torna a dirigere una produzione in lingua italiana, un testo surreale e grottesco che racconta la complessità delle relazioni interpersonali.
Protagonista della nouvelle vague argentina e fondatore di Timbre4 a Buenos Aires, Claudio Tolcachir racconta, in Edificio 3, le vicende di cinque personaggi, allocati in uno spazio indefinito e sovrapposto che esplicitano il profondo baratro esistente tra l’io più intimo e il personaggio pubblico con cui ci si rappresenta all’esterno (foto di Masiar Pasquali).
In un vecchio ufficio vivono gli impiegati Monica, impicciona e chiacchierona, Sandra, single non più giovane che sta cercando di restare incinta ed Héctor, uomo maturo, soffocato dalla madre. In un gioco di sovrapposizioni di spazio e tempo, l’ufficio è ora la casa dei fidanzati Manuel e Sofia, ora un bar, ora uno studio medico. Tra amori, tradimenti, desideri, frustrazioni e sogni, ognuno alla fine rimane nel proprio alveo distante e impossibilitato ad andare oltre.
Rappresentato per la prima volta a Buenos Aires nel 2008, lo spettacolo risulta ancora più attuale oggi dopo che la pandemia ha scavato solchi profondi nel tessuto sociale e nelle relazioni. In quel posto non posto infatti tutto sembra abbandonato: l’ascensore è rotto, la macchinetta del caffè anche, il lavoro langue, l’ufficio del personale è stato trasferito altrove e non registra le presenze degli impiegati…
Le loro storie personali si intrecciano con momenti di commozione e di pura comicità: le vicende di Sandra, (Giorgia Senesi), donna single non più giovane, che sta cercando di avere un figlio, di Ettore (Rosario Lisma), che solo dopo la morte della madre si vuole aprire ad avventure erotiche e della confusionaria, invadente, affettuosa Monica (Valentina Picello), che conosce i segreti di tutti, fruga nei cassetti e si insinua nelle vite altrui, si incastonano nell’amore combattuto tra Manuel (Emanuele Turetta), inquieto cerca sfogo al di fuori della coppia e la più equilibrata Sofia (Stella Piccioni).
Amori, desideri, ambizioni, frustrazioni, ma anche sogni: Tolcachir racconta la complessità delle relazioni interpersonali e l’infinita distanza che ci separa dal nostro prossimo.
Scritta con grande verità, la commedia è molto divertente, e dipinge personaggi commoventi e comici. Un plauso a tutti gli attori, bravissimi ed una menzione speciale all’autore e regista per la sua straordinaria capacità di mettere ognuno di fronte allo specchio dei propri sentimenti.
data di pubblicazione:20/05/2023
Il nostro voto:
da Rossano Giuppa | Mag 4, 2023
(Teatro Argentina – ROMA, 2/14 maggio 2023)
Approda al Teatro Argentina dal 2 al 14 maggio 2023 lo spettacolo Il tango delle capinere di Emma Dante, con protagonisti Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco. Ripartendo dalla fortunata Trilogia degli occhiali, con la naturale e toccante capacità evocatica che la contraddistingue, Emma Dante ridisegna il capitolo Ballarini facendone uno spettacolo a sé stante. Il tango delle capinere è il riavvolgimento dei fotogrammi della vita e di una coppia: tra le note di vecchie canzoni e bauli pieni di abiti e di ricordi, si compone il mosaico dei ricordi della lunga storia d’amore che rende più sopportabile la solitudine di una donna giunta da sola agli ultimi giorni del suo percorso di vita. (foto di Rosellina Garbo).
La capacità di una canzone di suggellare per sempre il ricordo e la forza emotiva della coppia che balla liberando nell’aria allegria e nostalgia. Ecco il racconto in versi che celebra l’amore che dura tutta la vita.
Una vecchia donna, china su un baule aperto, cerca qualcosa. si alza con in mano una spina elettrica e una presa; non appena le collega sopra la sua testa si illuminano le stelle. Da un altro baule appare un uomo vecchio che la guarda e le sorride con amore. Iniziano così a ballare abbracciati. Lui ha la testa poggiata sulla spalla di lei che è aggrappata alla giacca di lui. Il vecchio uomo ha un sussulto di piacere. Anche la donna prova piacere, ma poi ha dei colpi di tosse, deve prendere delle medicine si soffia il naso, si gratta la coscia. Sta per scoccare la mezzanotte del nuovo anno e l’uomo con il suo orologio da taschino conteggia gli ultimi secondi dell’anno vecchio, estrae dalla tasca una manciata di coriandoli e li lancia in aria, festoso. Sulle note di vecchie canzoni l’uomo e la donna festeggiano l’arrivo del nuovo anno e ripercorrono a ritroso la loro storia d’amore, l’età adulta, la figlia, il matrimonio, la spiaggia, il primo bacio.
Due attori deliziosi ed una regista straordinaria per una nuova creazione che tratteggia la vita di una coppia, attraverso una delicata sovrapposizione narrativa temporale: un viaggio per ripercorrere la storia tra i due protagonisti ed una cerimonia in cui si intrecciano le piccole vicende raccontate attraverso gesti minuti, movimenti danzati ed immagini sfocate e nostalgiche.
Una coproduzione Teatro di Roma con la compagnia Sud Costa Occidentale, ERT – Teatro Nazionale, Biondo di Palermo e Carnezzeria, per uno spettacolo che ripercorre il sentiero della vita ma che vuol parlare anche di memoria attraverso un elogio alla vecchiaia, alla solitudine, alla mancanza di chi non c’è più, ma vive ancora nei ricordi.
data di pubblicazione:04/05/2023
Il nostro voto:
da Rossano Giuppa | Mar 11, 2023
(Teatro Argentina – Roma, 9/12 marzo 2023)
Al Teatro Argentina l’opera di uno dei più autorevoli artisti del teatro contemporaneo, Romeo Castellucci che, con BROS, affronta il tema della responsabilità individuale e collettiva e del nostro rapporto con la legge. I protagonisti dello spettacolo sono un gruppo di uomini anonimi reclutati per andare in scena senza prima avere imparato la parte. Hanno sottoscritto un patto in cui si impegnano a seguire comandi, a compiere azioni senza capire, né prepararsi. Un impegno che devono essere in grado di condurre fino in fondo. In divisa da poliziotto, ricevono ordini tramite un auricolare ed eseguono azioni senza tempo per pensare, per prendere posizione, per formulare una scelta. (foto di Jean Michel Blasco).
Regista, creatore di scene, luci e costumi, Romeo Castellucci è conosciuto in tutto il mondo per aver dato vita a un teatro fondato sulla totalità delle arti e rivolto a una percezione integrale dell’opera. In BROS una strana ed invisibile dittatura governa lo spettacolo, impedendo il libero arbitrio. Gli attori selezionati infatti non hanno provato la parte, la improvvisano attraverso l’esecuzione di ordini impartiti.
In questa temporalità improvvisa, che conduce a un presente assoluto, la comicità dei loro gesti frenetici e impreparati si mescola alla violenza della loro esperienza in scena. Spettacolo tanto perturbante quanto geniale, ricco di tracce, immagini anche enigmatiche, tutto nella semioscurità, BROS non ha scrittura realistica, né una trama, ma vi si rispecchiano temi come la spersonalizzazione, l’obbedienza, la sottomissione alla legge, dove gli attori agiscono in scena su precisi ordini impartiti dal regista attraverso gli auricolari e non udibili dal pubblico, in divisa da poliziotto, ed esercitano una esplicita violenza, torturano e percuotono.
La parole scritte a caratteri cubitali sentenziano ordini ed emozioni con il ritmo ed il rigore che solo la lingua latina conosce; la partitura sonora di Scott Gibbons, fra crepitii, tuoni ed acuti, evita ogni accenno di musicalità.
Telecomandati, e travestiti come poliziotti dei film obbediscono senza sapere perché. Gesti liturgici ed interpretazioni soggettive che si trasformano in gag, in una strana atmosfera che oscilla tra comicità e terrore. “Non si tratta di una satira, né tantomeno di un’accusa alle forze dell’ordine, ma di un lavoro antropologico sul fenomeno dell’obbedienza. La polizia diventa una metafora per parlare di tutti noi”, spiega l’artista di fama mondiale, 62 anni, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia e Chevalier des Arts et des Lettres della Repubblica francese.
Un teatro dove non ci sono parole, ma immagini, suoni e atmosfere. Solo in apertura, c’è un prologo pronunciato da un vecchio signore che ha un aspetto di un profeta, in lingua straniera perché nessuno vuole ascoltare la verità.
Bros divulga una riflessione sul sottile spazio tra ordine e libero arbitrio, potere e obbedienza, e sul mistero della violenza. Superbo esteticamente, elegantissimo nei contrasti tra bianco e nero, tra vapore e acqua, in mezzo a fotogrammi, maschere e sangue.
data di pubblicazione:11/03/2023
Il nostro voto:
da Rossano Giuppa | Feb 24, 2023
(Teatro Argentina – ROMA, 21 febbraio/5 marzo 2023)
Cosa può scatenare il “non detto” o l’esasperazione di un’intonazione? Quanto un’amicizia può essere drammaticamente messa in discussione da un malinteso? Due grandissimi interpreti, Umberto Orsini e Franco Branciaroli di fronte al gioco al massacro messo su da Natalie Sarraute autrice di grande acume ed eleganza. Questa il condensato al vetriolo di Pour un oui ou pour un non, titolo ambiguo poiché in realtà significa molto di più. Perché quel “Per un sì o per un no” è quel nulla che può cambiare tutto, quel piccolo dettaglio che può provocare lacerazioni profonde e ferite insanabili. (foto di Amati Bacciardi).
La commedia di Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del novecento, mette al centro della scena la potenza delle sfumature e delle intonazioni di voce e parola in una ragnatela emotiva di grande abilità.
Due amici si incontrano, dopo un immotivato e lungo distacco, e si interrogano sulle ragioni della loro separazione, scoprendo che sono stati i silenzi tra le parole dette e soprattutto le ambiguità delle intonazioni a deformare la loro relazione, incrinandola con significati multipli e controversi non tanto per eventi straordinari ma per le lievi sfumature messe nelle proprie affermazioni.
Pour un oui ou pour un non è la storia di un’amicizia profonda, durata una vita, la storia di un’amicizia che sembra naufragare per gli accenti posti su semplici frasi. Accenti che a volte creano ferite ben più crudeli di lunghi e intricati discorsi. D’altronde soltanto un’amicizia così prolungata potrebbe far nascere fraintendimenti così feroci, in cui si incrociano rivalse, narcisismi, incomprensioni, esplodendo nell’inatteso.
Orsini e Branciaroli sono impeccabili nella loro arte, vivendo il palco con una naturalezza e una padronanza assoluta. In un mondo di rapporti virtuali, i due maestri ci guidano con eleganza in un’indagine sul valore delle parole e sulle loro insidie.
data di pubblicazione:24/02/2023
Il nostro voto:
da Rossano Giuppa | Feb 13, 2023
(Sacriparte Art Gallery – Via Panisperna 59 – Roma, 2/26 febbraio 2023)
Tema della mostra performativa è il rapporto tra arte e sartoria ieri e oggi. Le sale della Sacripante Art Gallery ospitano le opere pittoriche di Eugenio Carbone couturier cosentino che lavorò con Germana Marucelli e le Sorelle Fontana e la preview della collezione primavera/estate de Le Gallinelle, il brand della designer Wilma Silvestri.
Il sarto oggi è quella figura professionale in grado di interpretare i figurini dello stilista. I grandi sarti di una volta racchiudevano in se le figure di stilista, modellista, sarto, consulente. capaci di realizzare direttamente con il tessuto, di ideare varianti, modificare dettagli, fare accorgimenti, sviluppare cartamodelli, prototipi, togliere difetti, disegnare, ricercare tessuti e accessori e ogni altra mansione necessaria allo svolgimento di questa arte.
Il compianto Eugenio Carbone ha creato capi couture realizzati con metodo sartoriale, unendo la tecnica della sartoria, la duttilità dello stylist e le capacità artistiche espresse anche attraverso la pittura. Oggi c’è nell’aria il ritorno di questa figura di couturier che crea capi unici non solo, un nuovo Rinascimento a cui si ispirano le creazioni attuali di Wilma Silvestri, Le Gallinelle.
In una sala della galleria Sacripante Wilma reinterpreta i canoni della pittura rinascimentale ispirandosi al pittore Cosmé Tura, attraverso un quadro vivente animato da modelle performer protagoniste di una celebrazione della Speranza e della Trasformazione attraverso l’unicità e l’artigianalità. La designer gioca con dettagli di biancheria intima vintage e con tagli ispirati alla storia del costume e trasformati in gusto e forme proprie. Continua l’impegno per la sostenibilità usando tessuti vintage e in particolare alcuni provenienti da San Leucio, piccolo paese in provincia di Caserta che vanta una storia incredibile di arte della tessitura risalente a Ferdinando IV di Borbone.
La performance è stata inserita nel calendario ufficiale di AltaRoma e presentata a stampa e buyer il 2 febbraio alle ore 19.
data di pubblicazione:13/02/2023
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