BACK TO BLACK di Sam Taylor-Johnson, 2024

BACK TO BLACK di Sam Taylor-Johnson, 2024

Prende in prestito il titolo di una sua famosa canzone il film su Amy Winehouse appena uscito nelle sale italiane che restituisce un po’ di umanità al mito dannato di questa fantastica cantante scomparsa a soli 27 anni. E riesce nell’impresa, regalandoci tanta bella musica concentrata in un tempo piccolo che tuttavia restituisce ciò che questa fragile ragazza ci ha lasciato.

 

“Voglio che la gente senta la mia voce e dimentichi i suoi problemi per cinque minuti. Voglio essere ricordata per la mia voce, per i concerti, per essere stata me stessa”. Marisa Gabrielle Abela è l’attrice britannica che interpreta magistralmente il ruolo di Amy Winehouse. Un romantico biopic che parla dell’artista e delle sue fragilità e del suo unico grande amore, Blake Fielder, interpretato dal convincente Jack O’Connell. Londinese di origini ebraiche, la giovane Amy comincia da giovanissima a muovere i primi passi nel mondo del jazz. Viene incoraggiata dalla nonna Cynthia, sua “icona di tutto”, e dal padre che preferirà farle da manager piuttosto che proteggerla come genitore. Corpo esile, pelle chiara, carattere rissoso, Amy si impone in campo musicale come cantante black. Nella vita nessun uomo sembra riuscire a starle vicino. Sino all’incontro fatale con Blake che la farà gioire e morire. Un amore tormentato e devastante, infedele, tossico. Il film si concentra prevalentemente sulla coppia, sorvolando sulle carenze affettive palpabili dei genitori separati di lei e sui suoi visibili problemi alimentari nati dall’abbandono. Ne emerge il ritratto di una giovane donna fragile che affoga la sua disperazione nell’alcool, in un mondo che la osanna riconoscendole premi importanti, seguita notte e giorno da fotografi e giornalisti.

Il cast di attori è di ottimo livello e Marisa Gabrielle Abela assieme a Jack O’Connell sono bravissimi, in una pellicola molto equilibrata e non banale. Incentrata sul talento musicale della protagonista lasciata sola e senza mezzi a gestire qualcosa di troppo grande e improvviso, Back to Black ci restituisce oltre a tanta bella musica quella inevitabile tenerezza che una così giovane vita può ispirare.

data di pubblicazione:25/04/2024


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MAY DECEMBER di Todd Haynes, 2024

MAY DECEMBER di Todd Haynes, 2024

Presentato in anteprima a Cannes, esce nelle sale con Lucky Red l’ultimo film di Haynes interpretato dai premi Oscar Natalie Portman e Julianne Moore. Le due attrici tengono la scena per tutta la durata del film che potremmo definire “l’anatomia di uno scandalo americano”, parafrasando il titolo della pellicola di Justine Triet che gli ha strappato l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale.

Gracie Atherton-Yoo (Julianne Moore), moglie e madre, all’età di 36 anni inizia una relazione extraconiugale con il tredicenne di origini coreane Joe Yoo, compagno di classe di suo figlio Georgie. Ben presto nella comunità di Savannah, Georgia, la storia diviene di dominio pubblico e Gracie finisce in prigione. I due tuttavia, nonostante l’inevitabile ostracismo delle famiglie e della società, si sposano. Dal matrimonio nascono tre figli. Passano vent’anni. La coppia vive ancora a Savannah e la pace sembra essere tornata, quando l’attrice di successo Elizabeth Berry (Natalie Portman) decide di interpretare un biopic su Gracie ed inizia a frequentare la casa dei coniugi Yoo per calarsi meglio nella parte.

Todd Haynes, come in Lontano dal paradiso e Carol, torna su un terreno a lui congeniale: indagare il perbenismo americano alla luce di certi avvenimenti privati che hanno fatto scandalo. In May December il titolo stesso rappresenta un gap, una distanza quasi incolmabile come l’età che separa i due coniugi e sarà Elizabeth a far scoprire allo spettatore che tutto non è come sembra. Gracie infatti manifesterà un carattere da manipolatrice, mentre il suo giovane marito una maturità apparente e mai sbocciata, come le crisalidi di cui si prende cura sino a farle diventare farfalle pronte a volare.

Nonostante la sottile complessità della tematica, con una verità sempre in bilico che non sembra mai essere una solamente, il film nel suo complesso non aggiunge nulla a ciò che sin dall’inizio appare palese. Per tutta la durata si percepisce l’esistenza di un filo che tiene i vari personaggi incredibilmente uniti intorno a Gracie. Julianne Moore è magistrale nello svelare a poco a poco la propria personalità distorta con segnali contrastanti tra loro che vanno dall’infantilismo al controllo, dando ad Elizabeth- Portman, abile e cinica, la chiave di lettura del suo personaggio. Al pubblico l’ardua sentenza.

data di pubblicazione:20/03/2024


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MEMORY di Michel Franco, 2024

MEMORY di Michel Franco, 2024

Il regista messicano Michel Franco ci racconta una bellissima storia d’amore, raffinata e non usuale, con una coppia d’attori in perfetta sintonia tra loro. Jessica Chastain e Peter Sarsgaard (Coppa Volpi a Venezia per questo ruolo) danno vita ad una performance di primissimo livello, sfidando con i loro personaggi un dolore profondo che la memoria ha tentato in tutti i modi di reprimere.

 

Sylvia e Saul si incontrano ad una festa di ex liceali. Lui si siede accanto a lei per parlarle, ma lei infastidita si alza ed esce dal locale; lui la segue lentamente sin sotto casa e lei, spaventata, si barrica nel suo appartamento. Saul rimarrà sotto l’appartamento di Sylvia per tutta la notte, incurante del temporale e solo l’indomani la donna scoprirà che l’uomo è in uno stato confusionale e non ricorda nulla dell’accaduto. Madre single e assistente in un centro per anziani, Sylvia appare subito agli occhi del fratello di Saul la persona giusta per tenere compagnia all’uomo, affetto da una precoce forma di demenza. Inizia così una strana frequentazione tra i due, fatta di accudimento e di semplici incontri.

Memory è un film dalla trama delicata e profonda, che ha a che fare con la memoria “cancellata” dai traumi del proprio passato, anche se la cancellazione per Saul è involontaria, mentre per Sylvia è fermamente voluta. Un passato ingombrante e grave ha segnato profondamente la vita della donna, incapace di tornare ad amare qualcuno, almeno sino all’incontro con quell’uomo gentile ed indifeso che sembra riesca ad abbattere quel muro che lei stessa ha innalzato per proteggersi. Quell’incontro le darà la forza di rimettere in discussione la memoria del suo passato, un passato che tempo addietro aveva sommerso con l’alcool e che per autodifesa, anche dopo la disintossicazione, caparbiamente non vuole far riemergere.

Michel Franco riesce a raccontare un dramma crudo, di quelli che fanno male, tanto male. Lo fa tornare a galla con dolore da chi a forza lo aveva rimosso per anni, sottraendosi alla vita, e in maniera quasi terapeutica lo trasforma in altro dando ai due protagonisti, sopravvissuti nonostante tutto alle loro vicende personali, una nuova chance di vita, lasciandoci in bocca il gusto di qualcosa di buono.

data di pubblicazione:19/03/2024


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ESTRANEI di Andrew Haigh, 2024

ESTRANEI di Andrew Haigh, 2024

Il regista e sceneggiatore Andrew Haigh reinterpreta, con la sua personale cifra stilistica, ambientazione e personaggi dell’omonimo romanzo di Yamada Taichi. Il suo protagonista è Adam, uno sceneggiatore intento a scrivere una nuova sceneggiatura che stenta a decollare. L’uomo vive in un piccolo appartamento all’interno di un condominio disabitato a nord di Londra, dove un giorno bussa alla sua porta Harry.

 

In evidente stato di ubriachezza, Harry gli chiede compagnia in maniera piuttosto esplicita. Ma Adam, isolato nel suo appartamento sovente in preda ad immagini oniriche che lo rimandano ad un passato difficile da accettare, lo respinge. Finché un giorno, osservando alcune fotografie che lo ritraevano bambino assieme ai genitori, decide di prendere un treno per andare a ritrovare la casa dove viveva con la sua famiglia. Da quel momento Adam salirà spesso su quel treno perché in quella casa riesce ad entrare in contatto con la madre ed il padre strappati prematuramente alla vita per un incidente automobilistico quando lui era appena dodicenne.

Estranei è un film doloroso, dalla trama impalpabile. Il film si muove sul profondo desiderio che il protagonista ha di vivere nel presente un legame con un passato familiare durato troppo poco. Tuttavia riesce ad alternare il dolore di un lutto ancora da elaborare, espresso sovente da immagini claustrofobiche, a sentimenti di riconciliazione e di pace. Il personaggio di Adam sente l’esigenza di raccontarsi ai propri genitori come non ha mai potuto fare, per renderli testimoni e partecipi della sua vita da adulto. Come figlio desidera essere rassicurato su come, quel timido bambino che piangeva la notte, è diventato l’uomo che è. Un uomo che oggi può girare mano nella mano con il suo compagno senza essere deriso, sposarsi, creare una famiglia. Nell’alternare immaginazione a realtà, il regista vuole anche che il suo protagonista trovi il coraggio di non avere paura di amare nel dare ad Harry quella occasione inizialmente rifiutata.

Una colonna sonora meravigliosa, sospesa tra passato e presente, accompagna immagini potenti, sguardi e pensieri. Il film è un delicato affresco di dolore e sentimenti, interpretato da un cast di attori in stato di grazia. L’estraneità viene espressa in tante forme, dalla solitudine causata da una metropoli al rifiuto di permettere a qualcuno di entrare nella parte più nascosta di noi. Un’analisi profonda delle proprie insicurezze ed un invito di pacificazione con i traumi del proprio passato.

data di pubblicazione:28/02/2024


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FINALMENTE L’ALBA di Saverio Costanzo, 2024

FINALMENTE L’ALBA di Saverio Costanzo, 2024

Presentato in Concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, Finalmente l’alba di Saverio Costanzo parte da un fatto di cronaca avvenuto nel 1953 per raccontare il cinema di quegli anni. All’epoca la spettacolarizzazione mediatica di un delitto spostò l’attenzione più sugli ambienti in cui si consumò che sulla vittima. Il regista descrive minuziosamente quella Roma bene che si affacciava nell’immediato dopoguerra alla dolce vita e la difficoltà secolare delle donne per affermarsi in certi ambiti lavorativi.

 

È affascinante come il regista riesce a gestire, in maniera assolutamente assolutoria per la vittima e a così tanti anni di distanza, la vicenda dell’omicidio di Wilma Montesi avvenuto nel 1953. Il cadavere della giovane venne ritrovato sul litorale romano e la foto che la ritraeva riversa sulla spiaggia a gambe divaricate con le calze scese, fu pubblicata da tutti i giornali come immagine che accompagnava la descrizione delle sue aspirazioni di attrice. La morbosità mediatica fece così il suo giro. “La stampa speculò sulla vicenda, che coinvolgerà personalità della politica e dello spettacolo, e nel pubblico nacque un’ossessione che presto diventò indifferenza. La vittima scomparve dalle cronache per fare posto alla passerella dei suoi carnefici”. Il reato cadde poi in prescrizione senza colpevoli.

Costanzo riabilita la vittima inventando una storia parallela, ambientata nello stesso anno, avvalendosi di una giovane attrice (Rebecca Antonaci) al suo primo ruolo da protagonista che rappresenta l’immagine di una ragazza ingenua degli anni ’50. Nata in una famiglia umile e promessa sposa ad un poliziotto napoletano, in una lunga notte Mimosa ripercorre le ultime ore di Wilma Montesi in una sorta di ricostruzione comparata. Dopo essere stata selezionata per un provino a Cinecittà come comparsa in un film ambientato nell’antico Egitto, Mimosa alla fine delle riprese verrà invitata dall’attrice protagonista ad unirsi a loro per andare a cena. Ma la serata si trasformerà in qualcosa di molto diverso. Sarà infinita la notte per Mimosa in compagnia degli attori americani del film, di produttori, politici e faccendieri di ogni tipo. E Rufus Priori (un bravissimo W. Defoe che recita in italiano) traghetterà la ragazza in questa sorta di percorso di vita necessario per passare dall’ingenuità all’età adulta.

Un progetto ambizioso quello di Costanzo che tuttavia non regge per tutta la durata del film, con una seconda parte un po’ troppo lunga ed una scena finale che lascia perplessi. Tuttavia il film, a partire dal titolo ironico e salvifico al tempo stesso, riesce a puntare il dito sui veri carnefici e a ridonare alla vittima la giusta centralità.

data di pubblicazione:13/02/2024


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