MA di Linda Dalisi, regia di Antonio Latella con Candida Nieri

26 Mar 2017 | Accredito Teatro

(Teatro India – Roma, 21/26 marzo 2017)

Pier Paolo Pasolini ritorna protagonista sul palcoscenico del Teatro India dal 21 al 26 marzo con lo spettacolo MA di Linda Dalisi e la regia di Antonio Latella.

MA, la prima sillaba della parola mamma,  è una incursione dolorosa e intima nell’opera di Pasolini, nella sua scrittura e nella sua drammaturgia, costantemente pervasi dalla presenza della figura della madre.

Una donna, seduta lateralmente, offre a stento il suo volto ad una parete di lampade strappate ad interni e salotti, ora adibite a fari d’interrogatorio posti su una fredda grata di metallo. Una figura femminile immobile e silenziosa – che aspetta paziente, senza fare niente per essere notata, con un paio di scarpe enormi ai suoi piedi.

Infatti è l’immobilismo il primo messaggio percepibile. Ma la regia di Latella è da subito inconfondibile: la protagonista in piedi lentamente si piega, molto lentamente e senza dire una parola. Fino a sedersi, rigida. I muscoli tesi, l’espressione sofferta. Il volto verso il basso, un fazzoletto bianco nelle mani raccoglie lacrime, gocce di sudore dalla fronte e muco dal naso. Una devastante liquefazione senza alcuna resistenza.

È una madre che ha perduto il figlio: scompare insieme a lui, si scioglie e si dissolve in pianto. Una Madonna, una Medea, la sora Roma.

Inizia così un processo-interrogatorio alla madre, in una toccante e sconvolgente interpretazione di Candida Nieri. Il viso è rivolto a quella grata di lampade. Sola in scena, griderà tutto il suo dolore e le inadeguatezze di famiglia in un microfono, mettendo a nudo l’intimità di una morte violenta e “mica male insabbiata”.

La drammaturgia di Linda Dalisi è un intenso e duplice studio sulla parola e sulle interconnessioni psicologiche e affettive tra la figura materna e il figlio che della parola ha fatto arma di difesa e di denuncia in un mondo di ipocrisie.

La sua voce è amplificata dal microfono:  “Ti sono figlia dopo che madre”, pronuncia la sua bocca in monologo; madre come generatrice, madre che ha donato parola al figlio ed ora, di fronte al figlio morto è quasi desiderosa di sottrargliela.Alla voce di Candida Nieri si alternano gli audio di Maria Callas in Medea e quelli di Anna Magnani in Mamma Roma. La donna rilegge il copione cinematografico (de Il Vangelo secondo Matteo) scritto da Pasolini, il modo  in cui lui l’ha prima immaginata e poi partorita su carta ai piedi della croce. Ad alta voce, ci accompagna in una sequenza dopo l’altra, scoprendo e raccontando come il figlio l’abbia generata e messa al mondo. Una fine innaturale, perché nessun genitore dovrebbe seppellire il proprio figlio. E allora che fare per resistere al dolore?

Non dimenticare, ripetendo i suoni a raffica – «MA!», «MA!», gridando e rinfacciando al mondo le ingiuste condanne inflitte, denunciando la cattiveria umana che mette aì margini un povero, un operaio, un intellettuale, un poeta, un figlio. Per rialzarsi infine con forza e, nonostante le enormi scarpe che le schiacciano i piedi, continuare a camminare.

data di pubblicazione: 26/03/2017


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