LORO CHI? di Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci, 2015

David (Edoardo Leo), 36 anni, conduce una vita assolutamente normale: una fidanzata, il mutuo della casa da pagare, un piccolo conto in banca ed un discreto lavoro da difendere. Abbandonato il sogno giovanile di diventare scrittore, persuaso anche dal fatto che l’unica ad acquistare i suoi libri era solo una sua vecchia zia, decide di cogliere nell’azienda dove lavora l’occasione di fare il grande salto: dedicarsi al lancio di un brevetto rivoluzionario, una specie di macchinetta tutto fare per casalinghe incallite, che gli farà guadagnare assieme alla stima del suo presidente anche un avanzamento di carriera con conseguente aumento di stipendio. Purtroppo incontra sulla sua strada Marcello (Marco Giallini), un truffatore dalle mille sembianze che, dopo averlo messo nei guai, lo assolda come socio di truffe ed insieme ne combineranno di tutti i colori.

Sulla scia delle commedie degli ultimi anni, ad iniziare dall’originale Smetto quando voglio, per poi passare a Se Dio vuole, Noi e la Giulia e l’attuale Belli di papà, anche Loro chi? – sottotitolato con la frase scegli tu a chi credere – ha il pregio indiscusso di far trascorrere al pubblico un’ora e mezza di puro divertimento, grazie anche all’affiatata coppia di attori protagonisti: Marco Giallini, che conferma doti di attore camaleontico, ed Edoardo Leo che pur proponendosi secondo il solito cliché risulta comunque gradevole.

Tutto l’impianto scenico ed il ritmo della vicenda risente dell’influenza di alcuni film del passato, sia italiani che esteri, e molti sono gli omaggi che i registi hanno voluto fare: ad esempio la scena mimata dell’orgasmo presa da Henry ti presento Sally o il ritmo spericolato delle truffe messe in atto dalla coppia David-Marcello che ricordano molto Prova a prendermi, o alcune gag desumibili dai film di Totò, soprattutto quando entra in scena Maurizio Casagrande nelle vesti di un comandante dei carabinieri il cui cognome viene costantemente storpiato da Marcello-Giallini. Peccato però che i riferimenti siano talmente tanti da farci sembrare il film “già visto”, togliendo un po’ quell’elemento sorpresa che ci si aspetta sempre quando si spengono le luci in sala, soprattutto poi se uno dei due protagonisti vira, seppur con le dovute differenze, su quel Keyser Söze de I soliti sospetti, film del 1995 la cui frase promozionale era in un mondo in cui niente è quel che sembra devi guardare oltre …..

data di pubblicazione 23/11/2015


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