ADORATION di Fabrice Du Weltz, 2019

(FESTA DEL CINEMA DI ROMA – Alice nella città, 17-27 ottobre 2019)

Gloria viene ricoverata forzatamente in un istituto psichiatrico dove è sottoposta a delle pesanti terapie per curare i suoi disturbi mentali: in particolare soffre di disfunzioni della personalità. Nei boschi in cui è immersa la clinica, la giovanissima paziente incontra Paul, appena adolescente, che vive lì con la madre impiegata presso la struttura. Tra i due nasce subito un’intesa profonda che li porterà a fuggire per sottrarsi alle rigide regole imposte dal mondo dei grandi, percepito dai due giovani come ostile al loro desiderio di libertà.

 

La Sezione Alice nella città, nell’ambito di questa 14ma edizione della Festa del Cinema di Roma, anche quest’anno offre un programma molto interessante e ambizioso. Tra i film sinora presentati sicuramente emerge Adoration, settimo lungometraggio del regista e sceneggiatore belga Fabrice du Weltz, la cui storia è stata definita da lui stesso intrisa di un realismo poetico, con il quale si chiude una trilogia i cui capitoli precedenti sono stati Calvaire del 2004 e Alleluia del 2014. I due giovani protagonisti Paul e Gloria, interpretati rispettivamente da Thomas Gioria e Fantine Harduin, sono uniti l’uno all’altra in maniera indissolubile nonostante la differenza di carattere: Paul più ritroso e solitario, Gloria più esuberante, affetta da disturbi della personalità che rasentano la schizofrenia pura. Tali profonde diversità non sembrano però aver peso né minimamente intaccare il sentimento che li unisce e che li porterà alla fuga da una realtà fatta di limitazioni e di proibizioni. Un viaggio per evadere da quelle convenzioni sociali dove gli adulti vengono esclusi perché percepiti come coloro che si oppongono al loro desiderio di emancipazione.

Ancora una volta si affronta il tema dell’amore tra due adolescenti, un sentimento incontaminato come la natura che li circonda, e dove Paul, il buono, si troverà a dover gestire situazioni più grandi di lui pur di proteggere la sua bella Gloria dalle insidie, vere o inventate, di cui lei stessa si ritiene vittima. Merito del regista è quello di affrontare la storia in maniera semplice e viscerale al tempo stesso: i due giovani devono assecondare situazioni molto impegnative e dalle quali però abilmente ne verranno sempre fuori. Il sentimento d’amore totale, nel quale si perdono, è qualcosa che sfugge ad ogni limite temporale, è una promessa che si scambiano affinché duri per sempre e che a nessuno è permesso di insidiare. Ecco che le scene drammatiche inficiano poco il risultato finale che è quello di dare al pubblico qualcosa che sa di astratto ma che, nello stesso tempo, rasenta la mera fisicità. Con un uso forse eccessivo dello zoom il regista sembra voler fissare il volto dei due adolescenti, quasi metterne in risalto ogni loro sfumatura caratteriale e affettiva. Obiettivo sicuramente centrato soprattutto grazie all’abilità recitativa dei due giovani attori, dodicenne l’uno e quattordicenne l’altra, la cui bravura è già stata notata in occasione dell’ultima edizione del Locarno Film Festival dove il film è stato presentato.

data di pubblicazione:19/10/2019








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