QUELLA STRANA PARTE DI ME di Patrizio Cigliano

17 Mar 2016 | Accredito Teatro

(Teatro dei Conciatori – Roma, 8/20 Marzo 2016)

Lorenzo Da Ponte alla fine del ‘700, nel portare a termine il libretto commissionatogli da Mozart per la sua opera buffa Così fan tutte, già aveva stigmatizzato, sia pur in maniera ambigua come suo solito, l’infedeltà “insita” nella natura femminile lasciando però un prudente margine di dubbio: sono le donne costrette al tradimento a causa dei raggiri maschili, oppure sono gli uomini che si fanno abbindolare dalle lusinghe femminili?

Patrizio Cigliano nel suo lavoro in scena al Teatro dei Conciatori ci sottopone mutatis mutandis lo stesso dilemma. Andrea è un quarantenne in apparenza felicemente sposato da dieci anni che ogni tanto si concede una scappatella extra con qualcuna più giovane di lui. Dopo aver assunto nel suo ufficio una stagista di nome Linetta, ben presto prenderà coscienza che la giovane, nella sua inettitudine al lavoro ed alla vita affettiva in genere, lo ha coinvolto emotivamente al punto tale da sacrificare il suo matrimonio per un rapporto che solo lui crede di autentico amore, ma che invece non presenta alcun  coinvolgimento da parte della ragazza.

Invano interviene quella strana parte di sé che razionalmente spingerà Andrea a meditare su quanto sta realizzando: abbandonare la moglie fedele e desiderosa di creare una famiglia per una ventenne scialba, anaffettiva, che si concede facilmente a sconosciuti solo per il gusto di sentirsi desiderata.

Ancora una volta la ragione non sembra avere presa sul sentimento, sull’amore che tutti noi stranamente cerchiamo nella direzione sbagliata, illudendoci per un breve momento sulla certezza di quell’emozione che ben presto però ci creerà solo pena e tormento.

Il salto generazionale tra Andrea a Linetta aggraverà ulteriormente la situazione e renderà il rapporto insostenibile: i linguaggi espressivi sono troppo diversi e non c’è proprio nulla da fare per riconciliare i due amanti in quello che avrebbe potuto essere, almeno nelle intenzioni di Andrea, un rapporto d’amore duraturo. I quattro attori della Compagnia Arcadinoè (Patrizio Cigliano, Barbara Begala, Beatrice Messa e Veronica Milaneschi) si muovono con disinvoltura sulla scena ideata dallo stesso regista, cadenzata da rapidi cambi in uno spazio ben studiato per le diverse situazioni. La narrazione si segue con attenzione e divertimento, lasciando lo spettatore con quell’inevitabile amaro in bocca, tipico di ogni opera buffa che si rispetti.

data di pubblicazione:17/03/2016


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