ZIO VANJA- Progetto Cechov seconda tappa, di Anton Cechov

10 Apr 2024 | Accredito Teatro

regia di Leonardo Lidi con Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speciani, Giuliana Vigogna, scene e luci di Nicolas Bovery, costumi di Aurora Damanti, suono di Franco Visioli. Produzione Teatro Stabile dell’Umbria in coproduzione con Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale Spoleto Festival dei Due Mondi

(Teatro Vascello – Roma, 9/14 aprile 2024)

Seconda tappa del progetto Cechov pattuito in collaborazione anteprima con il Festival di Spoleto. L’ironia sottile del drammaturgo russo qui diventa aperta irrisione di un costume antico nel segno dei tempi che cambiano.

Non ci si attenda nella seconda puntata il puntuale rispetto della tradizione. Per affabulazione, costumi, ritmo. Figurarsi, c’è persino un paziente cane in scena che sembra assecondare i movimenti dei protagonisti. Un professore spompato che spesso controlla l’andamento del proprio pene è l’ipotetico centro di una dimensione parafamiliare. Ma è un centro fittizio perché attorno a lui tutti tradiscono, irrorati dall’irrequietezza di Zio Vanja. Amori non corrisposti e febbrili pulsioni sessuali mentre attorno c’è una Russia che cambia ma che sarebbe un eufemismo definire moderna. Quando i protagonisti posano tutti insieme per una virtuale immagine del gruppo sembra balenare la fedele riproduzione di un quadro di Hopper. Parrucche e camuffamenti sobri. Ecco il balenare di una modernità che fa fatica a comparire sia pure preannunciata da qualche vagito. Età media in platea sorprendentemente bassa nel segno di rispetto di una compagnia che non tradisce nella chiarezza del proprio proposito. Far si che la corrosione satirica sia la spinta centrale di uno sviluppo che ha pure un suo plot, un suo filo sotterraneo in cento minuti di scena. Sinergia drammaturgica molto collaudata e scena basica. Apparire e sparire, voci anche senza corpi. E scene mute altamente significative ancorché spiazzanti e amene. Una citazione particolare per l’interpretazione sulfurea di Massimo Speciani.

data di pubblicazione:10/04/2024


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