UN NEMICO DEL POPOLO di Henrik Ibsen, diretto e interpretato da Massimo Popolizio

2 Apr 2019 | Accredito Teatro

(Teatro Argentina – Roma, 20 marzo/28 aprile 2019)

Perseguire la Verità o ricercare la Maggioranza? Chi dice la Verità? E’ colui che esprime ciò che pensa e agisce di conseguenza? Cosa è una Maggioranza? Una semplice somma di individui? E chi è fuori dalla Maggioranza, è un saggio o un rivoluzionario? Punti di domanda alla ricerca di risposte nell’attualissimo testo di Henrik Ibsen Un nemico del Popolo, coraggiosamente messo in scena da Massimo Popolizio per la traduzione di Luigi Squarzina.

 

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro di Roma -Teatro Nazionale, si avvale di un eccezionale cast che annovera oltre allo stesso Popolizio nei panni del dottor Thomas Stockmann anche la bravissima Maria Paiato che ci regala una strepitosa interpretazione del personaggio del Sindaco Stockmann, fratello di Thomas (Popolizio) intorno al quale, nel bene e nel male, ruota tutta quanta la vicenda.

Chi è nemico del popolo? È alla fine il dottor Thomas Stockmann. Lo sono la sua correttezza, la moralità e la conoscenza che spingono lo stimato medico responsabile dell’impianto termale della cittadina a mettersi contro tutti i suoi concittadini ed in primis contro suo fratello Peter. Le acque delle terme sono inquinate e c’è il rischio di far ammalare le persone. Ma chiuderle vorrebbe dire rinunciare a facili guadagni per il sindaco e tutti i proprietari di immobili. In un baleno in un pubblico confronto Stockmann viene messo alla berlina, licenziato, linciato e disprezzato. Non avrà più nulla, se non la solidarietà della sua famiglia e la sua solitudine, sufficienti però per permettergli di continuare a vivere onestamente.

Come scopre il Dr. Stockmann non sono le terme a essere contaminate ma è la comunità a essere avvelenata dalle menzogne. La sua volontà di denuncia si scontra con il patto tra il potere costituito, rappresentato dal sindaco Peter Stockmann, dalla stampa non certo indipendente e la maggioranza, quella opinione pubblica che veicola le proprie decisioni in base al proprio interesse. Henrik Ibsen risulta di un’attualità sconcertante, scrivendo nel 1882 dell’egoismo del ceto medio piccolo borghese del popolo sempre pronto a dar ragione all’ultimo, della solitudine di chi ha ragione e va contro la maggioranza, degli interessi della politica, di ecologia e salute.

Il messaggio è quanto mai sorprendente: non potendo davvero conoscere tutto, il popolo ha bisogno di delegare la decisione a colui che sembra più idoneo a prendersi in carico i problemi e a scegliere le soluzioni più opportune.

Tutto il lavoro si sviluppa con lo scopo principale di fornire agli spettatori tutti gli elementi necessari affinché essi possano diventare parte integrante e consapevole di quella comunità cittadina che costituisce il vero centro di interesse della vicenda.

Una rappresentazione perfettamente classica che adopera la leva grottesca della recitazione e delle posture per enfatizzare ruoli e caratteri. Solo le donne della famiglia di Thomas conservano una presenza forte, perché guardano oltre e amano più degli altri.

Efficacissime la scenografia e le luci, straordinarie le voci del popolo dai palchi del teatro.

Uno spettacolo imponente che illumina con forza, proprio mettendo in discussione il sistema democratico quando costretto a piegarsi ai voleri di una maggioranza volubile, manipolabile, impreparata da parte di chi, per il benessere del popolo, finisce per divenire nemico del popolo.

data di pubblicazione:02/04/2019


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