TUTTAPPOSTO di Gianni Costantino, 2019

Roberto è uno studente presso la Facoltà di Lettere nell’immaginaria città siciliana di Borbona Sicula. I suoi esami sono pilotati visto che nell’ateneo, di cui il padre è magnifico Rettore, tutti i professori sono più o meno imparentati con la sua famiglia. Il giovane, vittima compiacente di un sistema che si basa sulla raccomandazione e dove la meritocrazia è un concetto molto astratto, un bel giorno decide di rompere questo dilagante malcostume e, insieme ad altri universitari, decide di creare una “app” dove saranno gli studenti stessi a dare un voto ai docenti in base alla loro serietà professionale…

 

 

Che il sistema universitario italiano sia invaso in parte da un baronato, dove gli stessi professori agiscono impunemente, è cosa nota ai più e pertanto la commedia di Gianni Costantino non dice nulla di nuovo; tuttavia merito indiscusso del film è quello di divertirci con leggerezza, lasciando spazio alla riflessione su questo modus operandi tipico italiano e al quale ci siamo alquanto assuefatti. Se la storia raccontata è tutta Made in Sicily, per estensione il problema della mala istruzione universitaria riguarda però un po’ tutto il nostro “bel paese”, sino alle estreme propaggini del nord. Ecco quindi che la storia di Roberto si può senz’altro esportare in un sistema nazionale dove per essere promossi una spintarella risulta quanto mai opportuna, se non a volte necessaria, per superare il fatidico esame. Il giovane protagonista è interpretato da Roberto Lipari, comico palermitano a cui si deve in gran parte la stesura della sceneggiatura, molto noto al pubblico televisivo per aver trionfato qualche anno fa nel talent show di La7 Eccezionale Veramente, oltre che come cabarettista nel cast fisso di Colorado su Italia Uno. Lipari, che nella conferenza stampa di presentazione del film ha ammesso quanto la storia sia stata ispirata da fatti di corruzione realmente accaduti presso alcuni atenei italiani e da esperienze personali vissute quando era studente universitario, è un umorista che riesce a portare fuori la sua indiscussa sicilianità con un intrattenimento intelligente e divertente senza mai scivolare nella volgarità. Inutile negare che il film si base su un plot molto naif, con la sola pretesa di voler divertire raccontando in maniera sottile una realtà amara che, a volte, supera di gran lunga la fantasia. Il regista, qui al suo secondo lungometraggio dopo la commedia Ravanello Pallido, ha chiamato a impersonare la figura del “magnifico” Rettore Luca Zingaretti, oramai siculo di adozione, che riesce a dare ad un personaggio decisamente rigido quel necessario tocco di grottesco.

Film semplice, con un budget di produzione molto basso, che non aspira assolutamente ad essere inserito tra le pagine importanti del nostro cinema, ma che proprio per questo ben predispone lo spettatore riuscendo a procurargli 90 minuti di puro divertimento.

data di pubblicazione:02/10/2019


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