THE LAUNDROMAT di Steven Soderbergh, 2019

(76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia)

Ellen Martin, pensionata, felicemente coniugata, vede morire il marito e altri turisti in un’assurda tragedia durante una crociera sul lago George. Il tragico evento porta l’ignara vedova a imbattersi nell’assurdo mondo di una certa finanza nella vana speranza di vedersi riconoscere il legittimo risarcimento per la morte del marito, da parte della compagnia di navigazione. Non sarà così, e, per assurdi e illegali passaggi fra compagnie di assicurazioni “fantasma”, Ellen avrà difficoltà ad ottenere giustizia. La sua ricerca sulla frode assicurativa le aprirà gli occhi sul mondo della finanza globale, quella dei “Panama Papers”, per intenderci.

 

Ancora una volta Steven Soderbergh, (già Palma d’Oro al Festival di Cannes per lo splendido Sesso, Bugie e Videotape e di un Oscar per la regia di Traffic) ci regala un altro piccolo gioiello, un’altra storia vera, tra le più drammatiche dei nostri tempi. La pellicola, partendo da un evento legato alla sfera personale delle vittime di un mancato risarcimento, ricostruisce, racconta e spiega la vicenda dei così detti “Panama Papers”, scandalo devastante nel mondo della finanza. A dieci anni da The Informant! il talentuoso regista di Atlanta, ci regala, alla sua maniera, una storia vera basata sul libro-inchiesta Secrecy World: Inside Panama Papers…, del reporter investigativo Jake Bernstein premiato con il Pulitzer, un evento che fece tremare il mondo della finanza internazionale e che vide coinvolte oltre 200.000 società offshore e tantissimi ignari risparmiatori. Soderbergh delega, sin dall’apertura del film, alle figure di due dei grandi truffatori, Jurgen Mossack (un sornione Gary Oldman) e Ramòn Fonseca (Banderas al meglio), il compito di spiegare agli spettatori il chi e il come del formidabile raggiro. Alla fine, oltre i responsabili in concreto ai danni della povera Ellen, effettivamente smascherati, il vero colpevole di tutto finisce con l’essere naturalmente l’ossessione per il denaro e il potere e Soderbergh non nasconde che delle conseguenze drammatiche che ne conseguono i governi di molti grandi paesi, gli USA in primis, ma anche Russia e Cina non sono estranei.

Con la direzione della fotografia dello stesso regista, la sceneggiatura di Scott Z.Burns e la solita ineccepibile interpretazione di Meryl Streep, The Laundromat è un ibrido fra un commedia nera e un film politico e intelligente che, grazie a un montaggio serrato, a un buon ritmo e al colpo di scena finale, ha buone possibilità di premi a Venezia, vista l’ottima accoglienza del pubblico in sala. A parte questa evenienza, ha comunque l’innegabile merito di riportare alla luce uno scandalo senza precedenti, che la scarsa memoria dei nostri tempi rischiava di rimuovere.

data di pubblicazione:02/09/2019








1 commento

  1. Concordo perfettamente con la recensione! Lo stile di Soderbergh è riconoscibile fin dalle battute iniziali e quella dei “Panama papers” è una storia che merita di essere raccontata…Soprattutto da una Meryl Streep sempre in ottima forma!

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