#TDRONLINE 11: gli incontri con Alexander Zeldin, Franco Farinelli e Sandro Mezzadra

8 Giu 2020 | Accredito Teatro

La undicesima settimana digital del Teatro di Roma, dal 3 al 7 giugno, ha continuato a riservare interessanti proposte, in attesa di un ritorno dal vivo, su tutti i canali social (Facebook, Instagram, YouTube) del Teatro di Roma, tra cui si segnalano gli incontri di Giorgio Barberio Corsetti con il regista Alexander Zeldin ed i professori Franco Farinelli e Sandro Mezzadra.

Già dalla scorsa settimana, i Dialoghi del direttore artistico Giorgio Barberio Corsetti si erano aperti a nuove conversazioni con docenti, intellettuali, architetti, autori e autrici, per riflessioni sul nostro presente, sugli scenari che stiamo vivendo, sulle nostre città. Mercoledì 3 giugno alle ore 19 si è assistito ad una conversazione aperta tra Franco Farinelli, docente e studioso di geografia, cartografia e dei modelli di pensiero ad esse connesse, direttore del dipartimento di Filosofia e comunicazione dell’Università di Bologna e presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani, e Sandro Mezzadra, professore associato di Filosofia politica presso l’Università di Bologna, la cui attività di ricerca si colloca sul confine tra la storia delle dottrine politiche, la filosofia politica e gli studi postcoloniali. Un confronto a due per esplorare i significati del concetto di confine, le possibilità della mappa, le implicazioni filosofiche e politiche dei modelli di rappresentazione della realtà geografica.

Nell’ambito degli incontri con gli artisti della scena nazionale e internazionale, sabato 6 giugno alle ore 21 Giorgio Barberio Corsetti ha dialogato con uno dei maggiori talenti internazionale, Alexander Zeldin, drammaturgo e regista anglo-russo, autore di un teatro carnale, emozionante, contemporaneo.

La situazione a Londra è molto complessa, ha esordito Zeldin, sia perché l’attuale Governo è opportunista e sia perché la pandemia purtroppo non è uguale per tutti. Negli ultimi 10 anni il Governo ha portato molte persone sull’orlo della miseria. L’atmosfera adesso è molto confusa e stressante, ci si vorrebbe fidare della politica, ma non ci si riesce. Si può uscire di casa ma le regole non sono chiare, i negozi e i bar sono chiusi e non si può prevedere cosa potrà accadere. Giorgio Barberio Corsetti chiede com’è la situazione in teatro e Zeldin che è direttore del National Theatre ribadisce che il 17% del budget annuale viene da contributi statali ed il resto da operazioni commerciali e franchising, da fondi privati oltre che dal botteghino. L’aspetto commerciale ha dunque un ruolo importante e si rischia il collasso; alcuni teatri sono già chiusi senza un piano di salvataggio da parte dello Stato, molti altri esauriranno i soldi prima della fine dell’anno e non si sa quando si potrà tornare in scena. In Italia i teatri sono chiusi, si parla di distanziamento sociale in caso di riapertura, non si sa come sarà ma, continua Barberio Corsetti, si vuole riaprire.

Il regista anglorusso ha lavorato con gli stessi attori negli ultimi anni; vi partecipano anche studenti o anche persone fuori dell’ambiente del teatro creando una sorta di comunità con attori e non attori che lavorano insieme e che vengono da diversi contesti e con approcci diversi. E’ piuttosto emozionante mettere insieme persone che hanno visioni diverse, che parlano lingue diverse, hanno culture diverse ed è entusiasmante perché non si va sul sicuro. Il Governo sta dando dei sussidi ai lavoratori autonomi ma non basta. Molti attori stanno andando a lavorare nei supermercati, fanno i corrieri o cose simili per tenersi occupati ma è difficile. In Inghilterra il teatro è importante ma è anche molto difficile guadagnarsi da vivere con il teatro per tante persone. Doveva venire a Roma in ottobre con uno spettacolo di grandissimo interesse Love nell’ambito del Romaeuropa Festival, uno spettacolo molto complesso che fa parte di una trilogia; la prima parte si intitola Beyond Caring ed è una storia che parla di addetti alle pulizie con contratto a termine, persone che fanno i turni di notte. Per realizzarlo ha fatto pulizie, ha lavorato con loro e con i sindacati, un processo di immersione complesso per portare il teatro fuori dal teatro e tornare nel teatro con l’energia della vita e della realtà. Love parla di famiglia e di famiglie con figli piccoli che vivono in alloggi di emergenza, rifugi per senza tetto, anche in questo caso con una ricerca fatta passando molto tempo con madri ed i loro bambini che vivono in questa situazione. L’ultima parte Faith, Hope and Charity parla di un centro sociale dove la gente si riunisce per mangiare insieme, una mensa dei poveri dove c’è un coro e c’è musica. Dietro ogni testo c’è un lavoro intenso dapprima personale e poi con gli attori in forma di improvvisazione, ma il processo cambia a seconda del progetto, in quanto deve essere un’operazione corale. Il teatro è uno strumento per vivere più profondamente la realtà perché attraverso il teatro si riesce a parlare con qualcuno come mai si fa nella vita di tutti i giorni. Gli attori improvvisano, inseriscono nuove parti del testo, tutto è possibile e non ci sono regole predefinite e bisogna far entrare gli attori nel testo perché ogni personaggio deve essere creato sulla base di qualcosa di molto intimo. C’è bisogno di scrivere su qualcuno o qualcosa ma è necessario avere la sensazione di perdere il controllo quando si entra di scena, per perdere la cognizione della scena. Negli ultimi 10 anni il Governo ha creato la cultura del sospetto, tagliando fondi alla sanità pubblica, gli aiuti per la casa; nessuno ha un lavoro a tempo pieno, non tutti hanno un tetto sulla testa e non ci sono aiuti e questo crea un clima di povertà anche mentale ed in questa atmosfera si è inserita la pandemia. Giorgio Barberio Corsetti chiede se si possa riprendere in modo diverso, pensare ed agire in modo differente anche nel teatro. Il regista lo spera anche se è preoccupato per il futuro, per tutte le cancellazioni, per il lavoro, ma crede ci sia stato qualcosa di prezioso in questo periodo per chi ha potuto usufruirne, ovvero prendersi questo tempo per fermarsi, per capire che è sempre più importante concentrarsi su ciò che è davvero essenziale. Tutto il mondo è palcoscenico diceva Shakespeare, il teatro deve confrontarsi con le condizioni e con il contesto attuali, c’è bisogno di stare insieme. Il teatro può farci sentire meno spaventati e meno soli e tutti possiamo sentire che abbiamo la vita dentro, grazie al teatro ci si sente più vivi. Anche il pubblico può essere coinvolto nel processo creativo anche se si sta a guardare lo spettacolo seduto dall’altra parte, cambiando la relazione con la scena. C’è molta preoccupazione tra gli attori; bisogna tornare presto alla normalità e se fino a dicembre continueranno ad esserci problemi di distanza di sicurezza e di altre cose, si spera che da gennaio sarà possibile ricominciare normalmente, afferma Giorgio Barberio Corsetti. È incoraggiante per programmare le cose pensare a questo, anche se bisogna avere sempre un piano B nel caso in cui le cose non dovessero andare per il verso giusto. E’ molto difficile rimanere autentici e coerenti ora conclude Alexander Zeldin, che in attesa della ripartenza si sta concentrando sulla scrittura di storie più personali e più semplici, sull’infanzia e sull’amore, alla ricerca dell’essenza basilare delle cose.

L’appuntamento settimanale con il Laboratorio Piero Gabrielli ha proposto giovedì 4 giugno alle ore 16 La lezione on-line del Signor Jourdain, una pillola video in cui si ipotizza che il protagonista della famosa commedia balletto di Molière, prenda lezioni dal Maestro di filosofia tramite la piattaforma ZOOM. Il video, con Giulia Tetta e Fabio Piperno diretti da Roberto Gandini con la musica di Roberto Gori, è tratto dalle prove on-line dello spettacolo Un cabaret poetico della Piccola Compagnia del Piero Gabrielli.

Venerdì 5 giugno alle ore 18.30 per il progetto Gruppo_2020 On line è stato presentato il racconto della giovane autrice Emma Cori Solitario, affidato all’interpretazione di Anna Mallamaci. Secondo episodio del quintetto di narrazioni fantascientifiche e orrorifiche ideate da un gruppo di giovani autori, tra i 13 ai 20 anni, in un progetto ideato e realizzato da Lacasadargilla e Industria Indipendente.

data di pubblicazione:08/06/2020

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