SUSPIRIA di Luca Guadagnino, 2018

Finalmente è stato presentato l’attesissimo lavoro di Luca Guadagnino, tratto dall’omonimo film di Dario Argento: più che un remakeSuspiria, a detta dello stesso regista, è un doveroso omaggio a un autore che lo aveva letteralmente impressionato quando, appena quindicenne, aveva avuto l’opportunità di vedere al cinema quello che sarebbe divenuto a breve un cult a livello internazionale. Una sfida non facile: trarre ispirazione da un soggetto così conosciuto dai cinefili di tutto il mondo, è già di per sé un rischio per il genere horror.

Il film di Guadagnino segue le orme indelebili tracciate da Dario Argento in una rivisitazione dove, al di là delle linee fondamentali del plot originario, il regista inserisce del suo dandone una lettura in chiave più metafisica, in cui sono coinvolte donne e solo donne, che coesistono nella prestigiosa scuola di danza Markos Tanz ubicata nella Berlino ancora divisa dal muro. Il film è ambientato nel 1977 in una Germania scossa dai violenti attacchi terroristici della Raf, gruppo terroristico di matrice marxista-leninista chiamata anche banda Baader-Meinhof dal nome dei suoi fondatori, che il regista ha voluto porre come sfondo all’azione misteriosa che si svolge all’interno dell’Accademia. Fondamentale la figura della coreografa Madame Blanc, una magnetica ed eterea Tilda Swinton alla sua ennesima collaborazione con il regista, in una evocazione della grande Pina Bausch, la cui scuola ha decisamente rivoluzionato il concetto di danza contemporanea, ed intorno alla quale gravita l’apprensione emotiva che accompagna l’intero film. Il tema centrale è quello della stregoneria e della magia nera che ci riporta ad alcune riflessioni sul concetto dell’illusione e dell’ultraterreno, con uno sguardo particolare alla funzione delle donne, tema che sin dai primi fotogrammi è sintetizzato in una frase contenuta in un quadro “Una madre è una donna che può sostituire tutti ma non può essere sostituita”, e che si riallaccia al concetto di Mother nella trilogia di Argento.

Un mix quindi tra horror e stregoneria con uno sguardo anche alla psicoanalisi dal momento che tra i personaggi spicca la figura del dottor Klemperer interpretato da Lutz Ebersdorf (una Tilda Swinton sotto mentite spoglie?), storico psicoanalista degli anni sessanta attivo anche nel teatro sperimentale di quegli anni.

Comunque il film rimane sicuramente una concreta testimonianza dell’universo femminile e dei suoi misteri, tema che come dichiarato dallo stesso regista in conferenza stampa, trova ispirazione nella cinematografia del grande regista e drammaturgo Rainer Werner Fassbinder, uno dei maggiori esponenti del cinema tedesco moderno che seppe trattare le donne come vere eroine, nonostante spesso legate allo sfruttamento ed al potere degli uomini.

Difficile dire se Suspiria sia da considerarsi un esperimento ben riuscito: nonostante l’eccessiva durata, il film si fa seguire per la ricercatezza della fotografia e degli effetti sanguinolenti che lasciano lo spettatore con il fiato sospeso. Bravissime le giovani interpreti tra cui va menzionata Dakota Johnson e le scene di danza sono davvero raffinate e di altissimo livello.

Siamo tuttavia, secondo chi scrive, ben lontani dalle terrificanti tensioni emozionali che solo Dario Argento riusciva a trasmettere: un assoluto e impareggiabile gusto dell’orrore allo stato puro.

data di pubblicazione:02/09/2018








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