SUFFRAGETTE di Sarah Gavron, 2016

Londra 1903. Appena a ridosso dell’età vittoriana, in un clima decisamente maschilista dove solo all’uomo era devoluto tutto il potere decisionale sia nel pubblico che nel privato, con il termine dispregiativo di “suffragette” si indicavano quelle donne che lottarono attivamente per l’ottenimento del diritto al voto.

Il film di Sarah Gavron ci mostra, in maniera diretta e senza ricorso ad immagini retoriche, una Inghilterra pervasa da palesi lacerazioni politico/sociali in cui l’economia si basava essenzialmente sullo sfruttamento del lavoro femminile, proprio a causa del divario culturale esistente verso la figura maschile, e che sfociò in un atto di ribellione, prima pacifica poi armata, sicuramente preludio di tante altre lotte che portarono al completo riscatto della donna nella società.

Proprio in questo sfondo a tinte cupe, la narrazione prende corpo per identificare l’azione delle “suffragette” che, sotto la spinta della carismatica Emmeline Pankhurst (Meryl Streep), leader e fondatrice del movimento, prende via via forza assumendo le caratteristiche di una vera e propria lotta dinamitarda volta a sabotare i simboli di quelle istituzioni talmente “ingessate” da ignorare regolarmente le istanze delle donne per l’estensione del voto e per il riconoscimento di pari dignità nell’ambito lavorativo.

Figura centrale è Maud Watts (Carey Mulligan, pluripremiata per il film An Education del 2009) che quasi accidentalmente viene a contatto con il gruppo e che ben presto diventerà una delle principali attiviste, incoraggiata da Edith Ellyn (Helena Bonham Carter, interprete in film di grande successo e con due Nomination come Miglior Attrice per il film The Wings of the Dove del 1997 e per Il Discorso del Re del 2010), ad iniziare la propria rivolta nella lavanderia, dove lavorava sin dall’età di otto anni, per tredici ore al giorno sotto le molestie del suo datore di lavoro. Brutalmente picchiata dalla polizia, più volte arrestata, persino allontanata forzatamente dal figlio e messa sulla strada da un marito di poco spessore, Maud insieme alle altre donne seguirà sino in fondo il pensiero della Pankhurst, che incitava appunto ad una lotta terroristica per la conquista della parità dei diritti.

Il film è curato alla perfezione da un punto di vista scenografico da Alice Normington che è riuscita a riprodurre un ambiente in cui i personaggi si muovono con assoluta naturalezza, come nel caso delle sequenze girate nella lavanderia dove, dietro l’apparente compostezza delle operaie, si percepisce perfettamente la loro sofferenza e lo stato di semi schiavitù in cui erano costrette a lavorare. La regista assieme alla sceneggiatrice Abi Morgan, coadiuvate da un team tutto al femminile, hanno raggiunto un ottimo risultato anche grazie ad un cast di livello eccellente che è riuscito a dare un volto credibile alle figure storiche che si muovono nella vicenda, regalandoci un pezzo di storia che molti ignorano e che invece risulta essere il punto di avvio di quel processo di emancipazione generale per il quale ancora oggi molte donne lottano.

data di pubblicazione:2/03/2016


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1 commento

  1. Bella recensione. Corro a vederlo

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