SPACCANAPOLI TIMES scritto, diretto e interpretato da Ruggero Cappuccio

27 Apr 2017 | Accredito Teatro

(Teatro Eliseo – Roma, 18 aprile/7 maggio 2017)

Lectio magistralis di teatro all’Eliseo di Roma.  È infatti in scena dallo scorso 18 aprile e fino al 7 maggio lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Ruggero Cappuccio, Spaccanapoli Times, vincitore del Premio le Maschere 2016 per il Migliore autore di novità italiana. Una rappresentazione interessantissima, dinamica, intelligente, piacevole, che esalta le doti di tutti e sei gli attori sul palco e le capacità comunicative di Ruggero Cappuccio, grazie a un testo denso nei contenuti ma leggero nella esposizione ed al suo modo di far vivere i personaggi in scena, attraverso giochi di movimenti e pause e l’utilizzo di più piani di azione, che catturano e coinvolgono. Una grande prova di attori e di autore. Un grande teatro.

Lo spettacolo descrive la frenesia della Napoli di oggi e degli uomini di oggi: una sottile linea rossa fra follia e normalità. E sul palco si raccontano dramma e commedia.

Giuseppe Acquaviva (Ruggero Cappuccio) è uno scrittore sui generis, che pubblica in anonimato, vive nella stazione centrale, al binario otto. Sarà proprio lui a richiamare, nella loro casa nel cuore di Spaccanapoli, i suoi tre fratelli.

Romualdo (Giovanni Esposito), pittore fortemente segnato da una carriera mai esplosa, che distrugge i suoi quadri una volta finiti e che vive di colori e per i colori.

La sorella Gennara (Marina Sorrenti) che si è trasferita in Sicilia anni fa per amore, per sposarsi con Vitagliano. Il marito però, morto anni orsono le aveva strappato la promessa di non guardare mai più altri uomini, promessa mantenuta per quattro anni e poi sciolta a causa dell’incontro con Norberto (Giulio Cancelli) il direttore della filiale numero 3 di Palermo della Banca Monte dei Paschi di Siena, marito che puntualmente sogna tutte le notti e che la rimprovera del tradimento.

Infine c’è Gabriella (Gea Martire), zitella, ma corteggiata. Nonostante i molti pretendenti non si decide a sceglierne uno perché ancora legata al suo primo amore.

Giuseppe lì riunisce tutti lì per un semplice motivo: il Dottor Lorenzi (Ciro Damiano) farà presto loro visita per giudicare il loro stato di salute mentale e decidere se rinnovare a tutti la pensione di invalidità. Nell’attesa dell’arrivo del Dottor Lorenzi i quattro fratelli si raccontano, scontrandosi e incontrandosi, ricordando i tempi passati, in un continuo alternarsi di memorie e psicosi in quella casa dove i quattro avevano vissuto la loro infanzia ed adolescenza. Non c’è molto di quel passato, solo bottiglie d’acqua, tantissime, unica cosa che resiste al tempo e non invecchia, qualche sedia e delle sdraie per prender il sole in sala da pranzo, insieme ai fantasmi di ognuno. I quattro fratelli ormai viaggiano su binari a se stanti, ognuno con il proprio orario al polso, tentando di sintonizzarsi tutti sulle stesse coordinate, ma invano.

In questo contesto fatto di acqua, di interruttori e di luci, di ricordi e racconti distorti e sovrapposti, i quattro finiranno per perdere le pensioni ma per ritrovare forse unità e serenità.

Grandi meriti a Ruggero Cappuccio per aver costruito una metafora sulla follia e sulla libertà che la  malattia mentale genera, una costruzione fatta di riflessioni e contenuti, di teatro greco e napoletano, di Pirandello, di Shakespeare, di concreta psicanalisi.

data di pubblicazione: 27/04/2017


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