RAGAZZI DI VITA di Pier Paolo Pasolini, regia di Massimo Popolizio

22 Dic 2017 | Accredito Teatro

 (Teatro Argentina – Roma, 21 dicembre 2017/7 gennaio 2018)

Al Teatro Argentina di Roma torna Ragazzi di Vita, tratto dal primo romanzo di Pierpaolo Pasolini. Nell’ambito del quarantennale dell’uccisione di Pasolini, il Teatro di Roma ha coraggiosamente portato uno dei suoi scritti più importanti, con la drammaturgia di Emanuele Trevi, la regia di Massimo Popolizio.

 

 

Il regista riorganizza e sintetizza il libro per l’adattamento teatrale presentandolo in capitoli diversi rispetto all’originale. Il racconto delle giornate di un gruppo di adolescenti delle periferie romane diventano così quadri, introdotti da un narratore che amalgama le storie dei diversi protagonisti, i tuffi nel Tevere, i furti di borsette e le corse in macchina, tra urla e parolacce, tra avventure amorose e botte tra giovani e cani.

Tutto lo spettacolo è un prodigioso gioco di equilibri, di strutture in movimento, di idee che si susseguono e si rinnovano, con diciotto giovani attori (tra i quali tre attrici) che si muovono armonicamente sul proscenio, davanti a sfondi con proiettate immagini astratte o su costruzioni mobili, enfatizzate da giochi di luci e ombre che avvolgono l’intera struttura dell’Argentina.

La voce del narratore fuori-dentro la scena, i protagonisti che parlano di sé stessi in terza persona, le canzoni ricantate sulle musiche originali creano una coralità potente e una vitalità trascinante, grazie anche al lavoro drammaturgico di Emanuele Trevi.

In scena gli attori non si risparmiano, entusiasmano, saltano e urlano in contrapposizione ad un narratore molto sui generis, il bravo Lino Guanciale, una presenza lieve che osserva non visto, aiuta, interferisce se serve, anch’egli attratto da un mondo che non gli appartiene ma che conosce benissimo. Una sorta di coscienza che già sa quello che deve succedere, mantenendosi sempre in equilibrio tra partecipazione e cronaca.

L’umanità affamata, dannata e vittima, incolpevole dei delitti dei quali alla fine si macchia raccontata da Pasolini nel romanzo, diviene un insieme di figure facilmente connotate nella propria semplicità, prive di qualunque complessità psicologica, collegate l’una all’altra, grazie al lavoro di regia in grado di creare un filo conduttore tra quadri, persone e contesti.

L’utilizzo simbolico delle scenografie e l’elegante pittoricità delle scene di gruppo rappresentano i veri punti di forza dello spettacolo. E poi c’è la lingua ed il glossario utilizzato: il romanesco inventato e contaminato di Pasolini enfatizzato dall’uso della terza persona.

Una citazione infine per le musiche che sono parte fondamentale del tessuto connettivo dello spettacolo e che vede gli attori cantare sulla base delle canzoni di Claudio Villa.

Un’adolescenziale vitalità di borgata che arriva diretta al pubblico, un’impresa difficile ma dovuta per restituire quell’atto d’amore che l’artista di origine friulane con il suo romanzo aveva voluto dedicare alla città di Roma.

data di pubblicazione: 22/12/2017


Scopri con un click il nostro voto:

1 commento

  1. Si è alzato nuovamente il sipario del Teatro Argentina sui Ragazzi di Vita diretti dalla meticolosa e sorprendente regia di Massimo Popolizio. Ritroviamo il Riccetto, Begalone, Agnolo (un sorprendete Josafat Vagni), e tutti i ragazzi che si presentano come dei putti rinascimentali, protagonisti corali e individuali di alcuni dei racconti nel racconto omaggio a Roma di Pier Paolo Pasolini. Uno spettacolo che rapisce! Lo spettatore potrebbe restare per ore ad ascoltare l’istrionica narrazione del Narratore Lino Guanciale (bravissimo), fra risate, pelle d’oca e commozione dinanzi all’espressività dei personaggi, le loro vicissitudini di quotidiana precarietà e semplice felicità autentica, completata dalle note e le parole senza tempo di Claudio Villa. Con la guida delle parole del libro pronunciate dall’osservatore esterno e dagli stessi protagonisti si possono vedere nitidamente i vicoli, le strade e i ponti di Roma, quelli del centro storico così come quelli sterrati e decadenti verso le borgate e la campagna circostante. Si riesce a sentire il caldo e a vedere il cielo terso e quel sole sfacciato che accalora i Ragazzi di Vita e il “grillo parlante-Guanciale”.
    Ottima l’opera drammaturgica svolta da Emanuele Trevi che restituisce al pubblico lo “slang” pasoliniano che non è esattamente il dialetto romanesco. Al riguardo spassosissima la parentesi tra le due ragazze dell’est: una interroga l’altra sulla corretta traduzione di una serie di termini italiani in lingua romanesca-pasoliniana.
    La versione teatrale di Ragazzi di Vota diretta da Massimo Popolizio è impeccabile sotto ogni profilo: sceneggiatura, luci, maturità degli attori, regia. Uno spettacolo che avvicina i più giovani a un affresco di Roma per loro lontano che però, sotto molti aspetti, è ancora incredibilmente attuale. Uno spettacolo da non perdere in scena al Teatro Argentina fino al 7 gennaio!

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ricerca per Autore:



Share This