PINOCCHIO di Carlo Collodi, regia di Roberto Gandini

2 Apr 2017 | Accredito Teatro

(Teatro India – Roma, 29 marzo/ 7 aprile 2017)

Il Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, con i suoi giovani attori, presenta in questi giorni al Teatro India una singolare messa in scena del celebre romanzo di Collodi. Il progetto è stato organizzato e promosso dal Teatro di Roma con il sostegno dell’Assessorato alla Persona, Scuola e Comunità Solidale di Roma Capitale in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio. Ma Perché ci viene riproposta una ennesima rivisitazione, sia pur fedele al testo narrativo originario, della celebre favola conosciuta da tutti e tradotta in ben 240 lingue sparse per il mondo? Perché la storia del burattino costituisce oramai un classico della letteratura italiana non solo tra i ragazzi, ma anche tra gli adulti, soprattutto se ne imparano a ricavare utili insegnamenti di vita e comportamentali in generale. Pinocchio menzognero, con un naso che misteriosamente si allunga proporzionalmente all’intensità della bugia che dice, ci fa in sostanza riflettere sulla natura umana, in perenne contrasto tra ciò che si è e ciò che invece si vuole essere: le due cose infatti raramente coincidono. Un burattino di legno che aspira a diventare meno “diverso”, un bambino, come tutti gli altri, in carne ed ossa, ubbidiente ai genitori e desideroso di apprendere a leggere, scrivere e far di conto. Ma per arrivare a questo dovrà forzare la propria spontanea inclinazione perché, diciamolo pure, Pinocchio è un ribelle anticonformista che mal si piega alle regole sociali studiate dai grandi, frutto di personali convenienze e di comportamenti deviati che nulla hanno a che fare con a sua indole spensierata. Lui è un buono e buoni sono i suoi propositi mentre si trova invischiato in una realtà, con i suoi discutibili valori, intrisa di tornaconto personale e di falsa dabbenaggine. Ecco che la sua storia non cessa mai di essere attuale, qualunque chiave di lettura se ne voglia dare, e diventa pertanto un patrimonio universale per grandi e piccoli in tutte le diverse culture del mondo. Bravissimi tutti gli attori, nei costumi curati da Tiziano Iuculano e accompagnati dalla musica di Roberto Gori, che si sono mossi alla perfezione tra improvvisi e azzeccati cambi di scena, quest’ultima curata da Paolo Ferrari. Sicuramente da elogiare l’iniziativa del Teatro di Roma, nell’ambito della rassegna Il teatro fa Grande, che con questo allestimento ha rafforzato il proprio orientamento a promuovere una fattiva integrazione tra giovani attori, con e senza disabilità, qui insieme al lavoro per occupare uno spazio/palcoscenico dove ognuno possa esprimere le proprie diversità, da esternare liberamente e comunque sempre in sintonia con gli altri.

data di pubblicazione:01/04/2017


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