PILADE di Pier Paolo Pasolini, regia di Daniele Salvo

24 Apr 2016 | Accredito Teatro

(Teatro Vascello –  Roma 21 aprile/1° maggio 2016)

Daniele Salvo, regista ed attore emiliano diplomato al “Teatro Stabile di Torino” e allievo di Luca Ronconi con il quale ha collaborato per diversi anni, dopo il successo ottenuto con Dionysus ci propone, sempre al Teatro Vascello, Pilade tratto da un testo che Pier Paolo Pasolini scrisse e rimaneggiò più volte alla fine degli anni settanta.

Pasolini riprende la corposa trilogia di Eschilo, l’Orestea, conclusasi con la definitiva assoluzione di Oreste per l’intervento decisivo di Atena, dea della Ragione. Oreste era stato processato per l’uccisione della madre Clitemnestra, che a sua volta aveva ucciso il marito Agamennone, re della città di Argo.

Lo scritto pasoliniano parte dall’ascesa al potere di Oreste, in quanto erede naturale del tiranno Agamennone, che, una volta liberatosi dalla persecuzione delle Eumenidi, può finalmente regnare introducendo nella polis i principi di democrazia, illuminato dalla stessa Atena che gli suggerisce di rinnegare il passato per proiettarsi verso un futuro di sovranità popolare,  in cui potrà prosperare solo il benessere e il progresso della collettività.

Ma Oreste, pur animato da buoni propositi, finisce ben presto col rinnegare i propri valori per ricadere invece nella tirannide e, pur di conservare il dominio, non esita ad allearsi con la sorella Elettra, fino a quel momento isolata a causa delle sue idee reazionarie.

Pasolini non perde l’occasione di attualizzare il testo al contesto politico sociale del suo tempo dove, sotto falsi ideali di democrazia, si nascondeva l’arroganza dei partiti politici, sinistra inclusa, che pur di mantenere il potere non esitavano a sacrificare le proprie idee a vantaggio di una società neocapitalistica e borghese.

A questo punto della narrazione interviene Pilade per cercare di distogliere Oreste dalla sua insana  brama di comando e cercare di convincerlo che l’unica soluzione valida è quella di fondare la vita sul passato, ciò che realmente conosciamo e che quindi possiamo sinceramente amare e apprezzare.

Presentato come un diverso, si pone in contrapposizione all’autorità in difesa dei deboli e degli emarginati, fautore di una rivoluzione armata contro la supremazia, per dare giustizia alle masse umiliate e derise proprio da quelli che dovevano difenderli.

Pasolini palesemente si identifica con Pilade, anche lui considerato un diverso per le proprie scelte ideologiche e di vita, rifiutato dalla società borghese, sottoposto a un continuo processo e allontanato dal contesto politico per il quale aveva sacrificato le proprie energie.

Fallisce quindi la sua rivoluzione, forse anche lui tentato dalla bramosia di potenza, come falliva in quegli anni la rivolta del proletariato in Italia, un’utopia destinata a soccombere di fronte a una realtà politica rimasta immutata nella sostanza, una forma di assolutismo capace di annientare qualsiasi idea sovversiva e renderla parte del sistema.

La tragedia di Pilade, solo e nudo sulla scena, ci riporta inevitabilmente al dramma vissuto da Pasolini, sacrificato e ucciso da coloro che vedevano minacciati i centri di potere, in difesa di una falsa Ragion di Stato.

Forse nelle intenzioni doveva essere un messaggio concreto e diretto volto alle masse, ma il testo teatrale pasoliniano non risulta di così facile accesso, decisamente privo di quella essenzialità che era un punto fermo almeno nell’idea del suo autore.

Ottima la regia di Daniele Salvo, più che collaudato nella trasposizioni dei classici per aver più volte rappresentato le tragedie al Teatro Greco di Siracusa, e di ottimo livello tutto il folto cast impegnato sulla scena con particolare riferimento a Elio D’Alessandro nel ruolo di Pilade e Marco Imparato in quello di Oreste, che hanno saputo trasmettere al pubblico il pathos peculiare della narrazione, una recitazione perfetta che ha rivelato una preparazione di altissimo grado drammaturgico.

D’effetto le luci di Valerio Geroldi e i costumi di Nika Campisi che riescono ad attualizzare i contenuti peculiari della mitologia greca nella realtà odierna in cui, ancora una volta, il pensiero di Pasolini ci appare quanto mai attuale, un chiaro riferimento alla lotta per l’egemonia e alla palese mistificazione degli ideali di democrazia e di salute sociale.

data di pubblicazione: 24/04/2016


Il nostro voto:

3 Commenti

  1. Molto interessante questo articolo. Bravo Kalibano!

  2. Questo articolo mi ha aiutato molto a comprendere lo spettacolo.
    Grazie Kalibano!

  3. Si, ottimo.

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