PASOLINI/CASELLI ‘66 da ORGIA di Pier Paolo Pasolini, regia di Enrico Maria Carraro Moda

25 Ott 2019 | Accredito Teatro

(Teatro Trastevere – Roma, 24/27 ottobre 2019)

L’ultima notte di una coppia di sposi con la passione per il sadomasochismo. Una sala giochi per il loro divertimento. La visionaria interpretazione di Carraro Moda della tragedia pasoliniana.

 

Fresco vincitore del #Festivalindivenire2019 con lo spettacolo Il Vampa – miglior testo, migliore regia e miglior progetto sezione Lazio per il teatro – Enrico Maria Carraro Moda si confronta di nuovo con Pier Paolo Pasolini. Suo è l’adattamento di Accattone andato in scena la scorsa stagione sempre al teatro Trastevere.

Questa volta il confronto – per nulla semplice – è con una delle tragedie scritte in versi dal poeta di Casarsa, Orgia. L’architettura del testo si compone di un prologo seguito da sei quadri in cui i protagonisti, un uomo e una donna e più tardi – dopo la morte della donna – di una prostituta, si intrattengono in un gioco sadico, in cui il potere e il dominio dei corpi e della volontà ne sono scopo e motore dell’azione.

L’adattamento di Carraro Moda sfida ogni convenzione morale, è provocatorio senza motivo, onirico e allucinato per il puro gusto di esserlo. Nell’assenza di giudizio dell’immoralità trova posto appunto “Nessuno mi può giudicare” della Caselli, a cui fa riferimento il titolo. È un semplice gioco, quello di cui si maschera anche la messa in scena: dalla casa di plastica per bambini alla palla di gomma gigante, dal flipper fino alla recitazione degli attori. La cameretta dei giochi dei bambini/adulti, illuminati dal basso per far sembrare più grande la loro perversione. Tragedia dei ruoli: il padrone e la serva, il dominatore e la dominata, il castigatore e l’innocente. Il potere esercitato per il potere stesso, perché il possedere determina l’esistenza sia del carnefice che della vittima nell’essere posseduta.

Benché è senza dubbio abile e capace come regista e attore Enrico Maria Carraro Moda a riplasmare in maniera originale l’opera pasoliniana, questa volta dobbiamo esprimere una certa perplessità. Il testo si stalla in inutili pause e non gode di una contestualizzazione che ne giustifichi la scelta. Il gioco bambinesco è reiterato all’eccesso. Rimane comunque un’impresa degna di nota quella di aver lavorato su un testo teatrale ostico e difficile come Orgia.

data di pubblicazione:25/10/2019


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