NATO A CASAL DI PRINCIPE di Bruno Oliviero, 2017

(74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia)

Un rapimento misterioso a Casal di Principe. La difficoltà di allontanarsi da una terra contaminata. Una storia di forti legami familiari in una terra in cui una “vita normale” non sembra possibile.

 

Nato a Casal di Principe, fuori concorso a Venezia 74, è un film che non ti aspetti. Tratto da una storia vera, racconta del rapimento avvenuto nel 1989 di un ragazzo, Paolo Letizia, appartenente ad una famiglia per bene di Casal di Principe ad opera della camorra, che getta nello sconforto tutta la famiglia. Amedeo, il fratello maggiore di Paolo e aspirante attore, inizia insieme al cugino Marco e al fratello più piccolo una ricerca forsennata e disperata anche negli ambienti malavitosi (non sapendo se cercare un cadavere o il nascondiglio dove il fratello è rinchiuso) fino a mettere a repentaglio anche la sua stessa vita e quella dei suoi familiari.

Nel corso del film si delinea la figura di Paolo, che risulta essere la pecora nera della famiglia, uno che si metter facilmente nei guai, ma che per questo è considerato dai suoi debole e bisognoso di essere protetto, tanto da istillare in Amedeo, dopo la sua scomparsa, forti sensi di colpa per non essergli stato più vicino.

Un film che non lascia indifferenti; le emozioni, la tensione e l’angoscia di Amedeo si trasferiscono nello spettatore che percepisce il sentimento di impotenza e di rabbia del protagonista e si scontra con l’omertà e la collusione anche dei paesani non affiliati alla camorra. Amedeo ha cercato di allontanarsi dal suo paese tentando di far carriera nel cinema, affidandosi quindi al mondo della finzione, dell’evasione, ed invece il rapimento di Paolo che lo richiama a Casal di Principe, lo riporta alle sue origini che vuole dimenticare, ma che drammaticamente sono radicate in lui come l’amore viscerale per la sua famiglia. Imbraccia il fucile per le campagne come se stesse girando un film ed invece è tutto tristemente reale: la corruzione, la violenza, così come la casualità di vivere o morire in quel tessuto sociale.

Intensa l’interpretazione del protagonista Alessio Lapice e toccanti quelle dei genitori di Paolo, Donatella Finocchiaro e Massimiliano Gallo. La regia di Oliviero entra nelle pieghe delle vicende, dei sentimenti dei protagonisti e della drammaticità del contesto sociale e del territorio come solo un napoletano sa e può fare.

data di pubblicazione:03/09/2017








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