MISTER CHOCOLAT di Roschdy Zem, 2016

Non convince la storia di Mister Chocolat, il primo artista circense nero che conobbe fama e danaro tra la fine dell’800 ed inizi 900 in Francia, in un periodo inevitabilmente carico di pregiudizi e discriminazioni. Rafael Padilla, in arte Chocolat per il colore della sua pelle, dopo aver fatto i mestieri più disparati, riesce in maniera fortuita a lavorare clandestinamente in un piccolo circo di provincia alle dipendenze del Signor Delvaux. Inizialmente si esibisce impersonando lo stereotipo del selvaggio che viene dal continente africano, seminudo con tanto di pelle maculata addosso, emettendo incomprensibili versi gutturali con il precipuo compito di terrorizzare donne e bambini presenti tra il pubblico, facendosi accompagnare in scena da una scimmia. Finché un giorno il clown Footit, un vero professionista che tuttavia non riusciva più ad accontentare il suo pubblico, nota Rafael e ravvisa in lui un potenziale comico oltre a notevoli doti di cascatore. L’inusuale duo comico Footit-Chocolat ottiene da subito un notevole successo e ben presto, notati da un impresario parigino, lasceranno il circo Delvaux alla volta di Parigi. Fama, danaro, donne e gioco d’azzardo saranno la “droga” con cui Mister Chocolat si stordirà nella Parigi della Bella Epoque, sino ad arrivare a nutrire ambizioni teatrali.

Omar Sy, nel ruolo di Rafael Padilla, non riesce ad eguagliare le precedenti interpretazioni: la disinvoltura a volte esagerata con cui si muove nei panni di Rafael Padilla in un ambiente di bianchi alquanto chiuso, colonialista ed inevitabilmente razzista, conferisce al suo personaggio scarsa credibilità, non riuscendo a farci dimenticare la carica di umanità di Driss in Quasi amici, né la profonda intensità di Samba nel film omonimo, accanto alla sempre brava Charlotte Gainsbourg.  

In Mister Chocolat è sicuramente da apprezzare la ricostruzione scenografica dell’epoca, come molto belli sono i costumi, ma la storia, seppur attinga dal vero, non emoziona né commuove, e nel complesso la pellicola non ha quello spessore che la bizzarra vicenda di quest’uomo realmente esistito avrebbe fatto sperare.

data di pubblicazione:13/04/2016


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