MEGLIO STAR ZITTI? di Giovanni Raboni – Oscar Moderni Mondadori, 2019

L’illuminante sottotitolo apre una luce sulla silloge critica di un rimpianto protagonista della cultura dei nostri tempi. Saggista, poeta, uomo di cultura che, fornito di un indole pacata, era capace di graffiare nell’esercizio recensivo con un’acutezza e una lucidità che non sembra più appartenere ai nostri tempi. La critica è svilita, ridotta a nicchie di puro ingombro sulle pagine dei quotidiani nazionali. Evaporata la critica che guidava il lettore verso approdi sicuri di lettura. Oggi impera il mainstream di Fazio, un contenitore dove si ricorre a libri di hit parade, in ragione di una logica commerciale di puro intrattenimento. Raboni ha radici culturali ancorate alla realtà. Come per Vittorio Spinazzola è ben presago del contesto in cui si collocano i suoi appunti e i suoi strali ed è anche cosciente di un ruolo orientatore che non si risparmia eventuali stroncature. Cinema, teatro, poesia, letteratura. C’è motivo di interesse vagando in giudizi che abbracciano non alla rinfusa ma con un criterio unificatore nomi come quelli di Woody Allen, Italo Calvino, Giorgio Gaber, Milan Kundera e Umberto Eco. L’attendibilità è il maggior pregio di un consulente di valore che ci accompagna in una accurata ricognizione nei meandri di possibile quanto oculate scelte. Meglio star zitti? Senz’altro no! Esprimersi, prendere posizione nell’alveo di quella che una volta si chiamava critica militante e che ha espresso personaggi come Giacomo Debenedetti, Alberto Asor Rosa, Walter Pedullà, Gianfranco Contini. Raboni avverte la responsabilità di guida di un work in progress non moralistico, fa sentire la pulsione costante verso l’oggetto della recensione. Distinguere il vero dal falso, il valore dal disvalore, l’autenticità dal mascheramento sembra la mission del lombardo che tradusse, tra l’altro, la mitica Recherche proustiana. Personaggio da rimpiangere. Anticonformista ma non per precetto con una massima significativa: una stroncatura serve alla buona salute della letteratura cento volte di più di un elogio infondato. Bene ricordarselo.

data di pubblicazione:09/05/2020

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