MARRIAGE STORY di Noah Baumbach, 2019

(76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia)

Ed anche quest’anno il Festival di Venezia si contrappone a Cannes nell’accogliere ben tre film che usciranno in streaming sulla piattaforma Netflix prima ancora che in sala. La prima pellicola è Marriage Story di Noah Baumbach, presentato ieri in Concorso al Lido ed interpretato da Adam Driver e Scarlett Johansson, accolti da una folla di fan in delirio.

 

Il film parla della lunga strada che una coppia di New York deve “attraversare” per arrivare alla separazione nel modo più amichevole possibile, ma non senza sofferenza, nel rispetto dell’amore che reciprocamente nutrono per il piccolo Henry, il loro unico figlio, perché questi possa continuare a crescere senza troppi traumi. Nicole, attrice di Los Angeles divenuta famosa grazie ad una commedia televisiva di successo, incontra Charlie, un talentuoso regista teatrale di New York di cui dichiara di essersi innamorata in soli due minuti; in nome di questo amore si trasferisce da Los Angeles, dove vive la sua famiglia, a New York, iniziando a lavorare come attrice teatrale senza tuttavia avere uno spiccato talento nel settore. Una coppia affiatata solo in apparenza, perché le rinunce a volte inutili di lei, e la cecità di Charlie, ambizioso e strenuo sostenitore delle proprie idee, li portano ad un progressivo allontanamento emotivo che, inizialmente, entrambi non sanno dove li trascinerà. Perlomeno sino a quando non entreranno in scena i legali divorzisti che, in poco tempo e senza mezzi termini, li porteranno ad accettare di modificare in maniera traumatica il loro quotidiano, stravolgendo così anche le loro vite professionali. Nicole, più risoluta nel voler divorziare, si trasferirà con Henry a Los Angeles dove riprenderà a lavorare in TV, mentre Charlie dovrà fare la spola da New York per vedere il figlioletto, tentando di conciliare questi incontri via via più complessi con gli impegni teatrali.

Adam Driver e Scarlett Johansson sono bravissimi e ne danno prova sempre, sia nelle scene di inevitabile tensione sia in quelle dove la tenerezza scivola tra le maglie della stanchezza, dopo che la quotidianità con il suo rassicurante bagaglio è andata distrutta: i due interpreti sanno mettere a nudo fragilità, egoismi, incomprensioni con molta maestria, e sono decisamente il fulcro del film. Non si possono altrettanto esaltare i ruoli assegnati a Laura Dern e Ray Liotta nella parte dei legali divorzisti rispettivamente di Nicole e Charlie, a tratti macchiettistici che appesantiscono invece di alleggerire il film al pari di alcune scene cantate, che sortiscono l’effetto di allungarlo inutilmente.

Inoltre, per la trama e per alcune dinamiche, è quasi inevitabile ritornare con la mente a quel Kramer contro Kramer in cui Maryl Streep e Dustin Hoffman, giovanissimi e bravissimi, si contendevano l’affidamento del loro bambino: questa cosa fa perdere un po’ di fascino alla storia di Baumbach che, seppur ben articolata sul concetto che l’amore non finisce ma si trasforma e seppur mantenga a tratti i passaggi dolorosi di un divorzio vissuto realmente dal regista che conferiscono un realismo di vita vissuta in cui, anche quando tutto va in frantumi, non si perde la naturalezza di certi gesti che ti faranno sempre asserire di essere stati una famiglia, non convince sino in fondo, lasciando l’amara sensazione di qualcosa di già visto.

data di pubblicazione:30/08/2019







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