LUBO di Giorgio Diritti, 2023

Lubo Moser, appartiene alla popolazione nomade degli Jenisch e si esibisce come artista di strada insieme alla moglie e ai suoi tre bambini. Un giorno viene fermato e forzatamente arruolato nell’esercito svizzero per difendere i confini da una possibile invasione da parte della Germania, già da anni sotto la dittatura espansionistica di Hitler. Appena indossata la divisa di soldato, viene a sapere della tragica morte della moglie, mentre i figli sono stati affidati ad orfanotrofi per l’attuazione di un mirato programma di eugenetica…

  

Giorgio Diritti, essendosi formato con importanti registi come Pupi Avati, Ermanno Olmi e lo stesso Fellini, si porta dietro un’ottima impostazione che lo ha visto impegnato in film, per la verità non molti, tutti di altissimo livello. L’ultimo (Volevo nascondermi) era stato subito notato alla Berlinale del 2020, sia da parte della critica internazionale che da parte del pubblico che così aveva avuto modo di conoscere appieno la personalità estroversa del pittore e scultore Antonio Ligabue. Con Lubo il regista affronta tematiche molto delicate, a molti del tutto sconosciute. Nella bucolica e neutrale Confederazione Elvetica, mentre l’Europa era travolta dalla guerra, si portava avanti un programma denominato Kinder der Landstrasse che mirava a togliere ai legittimi genitori, generalmente di estrazione nomade, i propri figli, considerati bambini di strada, per affidarli a istituti e successivamente a famiglie adottive. I temi qui affrontati non riguardano solo i disperati tentativi del protagonista Lubo (Franz Rogowski) di rintracciare, attraverso la complicata burocrazia elvetica, i propri figli strappati alla madre che era morta nel difenderli. Viene di fatto sollevata la problematica che riguardava i beni preziosi delle famiglie ebree che venivano affidati ad intermediari per essere custoditi in Svizzera e sottrarli così alla razzia dei tedeschi. Beni mai rientrati in possesso dei legittimi proprietari. Un film quindi che affronta vicende drammatiche e piene di pathos, egregiamente interpretate da un cast di prim’ordine e con una ricostruzione più che fedele dei luoghi e delle situazioni. Un tentativo disperato di ricerca e di vendetta da parte del protagonista per farsi in qualche modo giustizia da sé, costruendosi una nuova identità, ma rispettando nello stesso tempo la propria natura di uomo libero, fuori da quegli schemi che a tutti i costi la società voleva imporgli. Il film, ora finalmente distribuito nelle sale, era stato presentato in concorso all’ultima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

data di pubblicazione:08/11/2023


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