LO ZOO DI VETRO di Tennessee Williams, regia di Leonardo Lidi, con Tindaro Granata, Anahì Traversi, Mariangela Granelli e Lorenzo Bartoli, scene di Nicolas Bovey

1 Mar 2022 | Accredito Teatro

(Teatro Vascello – Roma, 22/27 febbraio 2022)

Leonardo Lidi interpreta Lo zoo di vetro di Tennessee Williams usando la metafora come principale strumento di comunicazione e ponte per l’immaginazione. La famiglia Wingfield è una compagnia di clown che fa esercizi su una pista di sconvolgente tenerezza.

 

Chi ha mai affrontato un trasloco sa che per trasportare oggetti fragili è necessario fare molta attenzione. Se poi sono fatti di vetro il lavoro è ancora più delicato. Sarà per questo che la scena di Nicolas Bovey è cosparsa interamente di morbidi fiocchi di polistirolo, per attutire almeno un poco quello che vi cade sopra: corpi esistenze e alla fine l’intera casa della famiglia Wingfield, una grossa scatola di cartone rosa. È il contenitore nel quale Tom, il personaggio che narra la storia, chiude i suoi ricordi. Sua madre Amanda (Mariangela Granelli) è una sposa abbandonata dal marito tanto tempo prima. Cammina in equilibrio sulla vita, attenta a non inciampare con le sue lunghe scarpe da pagliaccio, nel tentativo di tracciare una strada sicura dove far passare i suoi due figli, in un contesto sociale impoverito di un’America in piena depressione. Il sorriso di questa madre dalla corporatura robusta, e quindi goffa e impacciata – i costumi sono di Aurora Damanti –, non va mai via dalle sue labbra. Il merito però è del trucco che maschera all’esterno la fatica e la preoccupazione per una vita precaria che non regala nulla. Tom (Tindaro Granata) è il figlio minore, costretto a prendere sulle spalle la responsabilità della famiglia. Svolge con fatica un lavoro che non è il suo e va tutte le sere al cinematografo per nutrire la sua anima di sognatore. La sua volontà lo porterebbe altrove, lontano, magari anche sulla luna, a cui guarda nascosto nei panni di un malinconico Pierrot. È preoccupato per la sorella Laura (Anahì Traversi) che la zoppia a una gamba ha reso fragile e insicura. Nell’immaginazione del regista il personaggio diventa un mimo dalle movenze leggere, capace di comunicare con sottile dolcezza la sua paura per la vita. Serve un matrimonio per garantire un futuro sereno alla ragazza e così viene invitato a cena Jim (Lorenzo Bartoli), un collega amico di Tom, che però si rivelerà una delusione. Il ragazzo infatti è già promesso a un’altra donna. È l’unico personaggio a non vestire i panni dell’immaginazione, ma quelli della cruda e sterile realtà.

La regia del talentuoso e giovane Leonardo Lidi (classe 1988) rompe il rigido schema imposto dal realismo e si avventura verso un’interpretazione che tiene conto dell’aspetto sentimentale, che fa appello alla memoria e ai ricordi che questa riesce a tenere. “Il dramma è sentimentale, non realistico”, sottolinea più volte Tom con crescente intensità all’inizio della recita. E dal testo pesca il lato grottesco, amplificandolo non solo nelle gag messe su dal gruppo di clown, ma anche dalla proiezione tra un atto e l’altro del cortometraggio disneyano The haunted house, dove Topolino è protagonista di disavventure in una casa infestata da fantasmi. Il risultato è un lavoro che arriva a mostrare con struggente poesia la malinconica verità che si nasconde dietro le buffe maschere che a volte mettiamo per nascondere la fragilità di animali di vetro, che si sbeccano anche solo se qualcuno li guarda.

data di pubblicazione:1/03/2022


Il nostro voto:

1 commento

  1. 4 attori che hanno saputo dare intensità ai personaggi con le loro strepitose intepretezioni.

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